Discussione:Vittorio Emanuele Orlando

== qualcosa di nuovo qui? == Credo che Orlando sia nato a Partinico

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Austerlitz -- 88.72.0.56 (msg) 15:11, 25 mar 2008 (CET)

Credo che manchi qualcosa qui...

Ragazzi leggete quest'articolo...credo che manchi qualcosa in questa voce di Wikipedia! Palermo Bloglandia - Vittorio Emanuele Orlando, 1925: “Orgoglioso e fiero di essere mafioso”

Mi permetto di segnalare che in questa voce molte cose mancano e molte altre sono, nella migliore delle ipotesi, fuorvianti.

Sotto la voce "Il giurista", manca per esempio (scusate se è poco) quello per cui Orlando ancora si studia nelle Università italiane e non: il fatto cioè che fu il fondatore del diritto pubblico italiano moderno. Che fu il costruttore teorico dello Stato di diritto, cui giunse rielaborando le dottrine tedesche di Gerber, Laband e soprattutto Jellinek, tra tutti forse quello a lui più vicino. I cardini della teoria giuridica di Orlando sono molti e tutti assenti nella voce. Solo per citarne alcuni: innanzi tutto, la personalità giuridica dello Stato, la netta separazione tra Stato e società (il popolo citato nella voce era un concetto che Orlando derivava da Savigny e che declinava quindi in senso organicistico servendosene per far quadrare il cerchio della sua teorica onde evitare di dover escludere da essa qualsiasi dimensione sociale), il governo di gabinetto (secondo il principio della cosiddetta doppia investitura) e infine il diritto di voto concepito come pubblica funzione. Insomma, Orlando è il campione dello statualismo liberale. Presentarlo come un sostenitore del diritto di resistenza ancora imbevuto di giusnaturalismo, sinceramente, fa ridere. Il diritto di resistenza, (a parte il fatto che lui mi pare ne trattò - vado a memoria - nelle opere giovanili) è un concetto che nel complesso del suo pensiero è completamente periferico.

E ancora: sulla vicenda di Orlando sotto il fascismo. Non conosco la fonte (peraltro non citata) del discorso sulla mafia. Ma far passare Orlando per mafioso sinceramente, per chi lo studia seriamente, è veramente poco più che una barzelletta. Non si tratta, capiamoci, di avere opinioni diverse. Si tratta di riportare quello che la migliore letteratura scrive. E allora: Orlando, come molti liberali di impronta profondamente statualistica, salutarono l'avvento del fascismo come una salutare ricetta per restituire autorevolezza ad uno Stato che era scosso da anni da un conflitto sociale assai violento (ricordate il biennio rosso?). Perchè lo leggevano come la riedizione (magari in chiave più autoritaria) della classica forma di governo statutaria (nel senso di conforme alla tradizione liberale vigente sotto lo Statuto albertino). A Mussolini, fino al 1925, non parve il vero di assecondare questa interpretazione (che tutti in letteratura ritengono sbagliata sia chiaro...) ed è per questo che ritroviamo Orlando e tanti altri come lui nel listone del '24. Quando il fascismo divenne aperta dittatura, Orlando capì e si dimise, ritirandosi dalla vita pubbblica. Sul discorso palermitano, che ripeto non conosco, mi pare che l'interpretazione più probabile sia quella di un notabile liberale, proprietario terriero, che cercava di resistere all'avanzare della politica pervasiva fascista sul territorio che il governo di Mussolini operava di preferenza con i prefetti ancora prima che con il PNF (notariamente, almeno per chi conosce la storiografia in materia, meno controllabile dal duce, soprattutto nei primi anni, per la presenza di RAS locali piuttosto forti dei quali egli diffidava).

Per chi fa storia di mestiere, la prima lezione da tenere a mente è proprio quella di non interpretare il passato con gli occhiali del presente.

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