Discussione:Via Minucia

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Via Numicia[modifica wikitesto]

Ciao [@ Davipar], volevo soltanto dirti che non credo sia corretto sinonimizzare la Via Minucia con la Via Numicia, anzi non so neanche se una Via Numicia sia realmente esistita poiché mi sembra che le tre fonti primarie citate (Cicerone, Orazio e Strabone) parlino sempre di "Via Minucia", mentre la forma "Via Numicia" sarebbe dovuta a banali errori di trascrizione sei-settecenteschi (correggimi se sbaglio). Ad ogni modo quando ho creato la voce "Via Minucia" mi sono basato soprattutto su fonti testuali moderne, le quali ritengono effettivamente plausibile soltanto l'itinerario suggerito da Orazio e Strabone (ossia Benevento-Brindisi), mentre l'affermazione di Cicerone (il quale accenna a una Via Minucia nella Marsica) è tuttora controversa poiché non si comprende se si tratti della stessa strada oppure di un'altra via omonima. Pertanto, dopo aver creato la voce decisi volutamente di inserire i wikilinks soltanto alla tratta sicura Benevento-Brindisi, mentre gli altri non ho voluto inserirli di proposito, anche perché altrimenti si giungeva a situazioni assurde; ad esempio, la modifica da te apportata alla voce Provincia di Benevento è in aperto contrasto con le fonti citate, poiché fa riferimento a una tratta Saepinum-Aequum Tuticum che non passa affatto per Benevento. In effetti quella cui ti riferisci tu non era la Via Minucia, ma piuttosto il vecchio tracciato della Via Herculia, la quale in origine doveva avere un altro nome (nessuno sa come si chiamasse, ma la fonte dice espressamente che non poteva essere la Via Minucia). Vorrei però chiederti se per caso disponi di qualche altra buona fonte: io ho cercato ovunque e dappertutto, ma più di tanto davvero non sono riuscito a trovare.--3knolls (msg) 14:01, 23 apr 2022 (CEST)[rispondi]

Ciao [@ 3knolls]. Sì, delle fonti le ho, e te le riporto di seguito, così da capire meglio il tracciato di questa antica strada romana. Le fonti che ho si focalizzano sul percorso che intraprende la Via Minucia nella bassa provincia dell'Aquila, zona che conosco meglio rispetto a tutte le altre. Si tratta di fonti di autori e storici di diverse epoche che hanno analizzato il percorso della via riportata nel segmento VI.2 della Tabula Peutingeriana (ossia la strada Corfinio-Sulmona-Campo di Giove-Alfedena), focalizzandosi in particolare sul toponimo di Jovis Larene, corrispondente all'odierna Campo di Giove, dove in età romana vi era un tempio dedicato a Giove e dove invece oggi sorge al suo posto la chiesa madre di Sant'Eustachio, ognuno riprendendo le fonti di chi l'ha preceduto (prassi comunemente adottata da chi si occupa di fatti storici), in modo da ricostruire il quadro della situazione.
Di seguito quindi l'elenco delle fonti (per rapidità ti riporto solo i nomi degli autori, poi se necessario ti fornirò tutti gli altri dati bibliografici dei loro testi):
  • Francesco Sardi de Letto (1972-1983, più volumi) la chiama Via Numicia e dice che, distaccandosi dalla Via Tiburtina Valeria da Corfinio, congiungeva Sulmona con i paesi del sud dell'Abruzzo, e fa notare che ciò non avveniva in corrispondenza dell'attuale bivio con la strada statale 17; dice inoltre che ci sono autori che per metatesi confondono le due strade, quando invece la Via Numicia univa alcuni paesi della Valle Peligna, mentre la Via Minucia partiva da Pietrabbondante (Bovianum Vetus) per arrivare a Benevento;
  • Giuseppe Ottaviano Nobili Savelli (XVIII secolo), riprendendo Cicerone e Orazio, la chiama Via Minucia;
  • I bullettini della Deputazione abruzzese di storia patria degli anni 1957-1960 riportano che la Via Numicia e la Via Minucia sono la stessa strada;
  • Giuseppe Del Re (1835) dice che dalla Via Tiburtina Valeria, in corrispondenza di Corfinio, si distaccava un'altra strada che passava per Sulmona per poi spingersi oltre Alfedena;
  • Domenico Ludovico (1961) la chiama Via Numicia e dice che collegava la Valle Peligna con l'Alto Sangro e che il suo percorso non è lo stesso delle strade odierne, che passano invece per la valle di Roccapia e l'altopiano delle Cinquemiglia;
  • Pietro De Stephanis (1910) sostiene che la Via Numicia andava da Rocca Pia verso l'altopiano delle Cinquemiglia;
  • Orazio Leone (1967) la chiama Via Numicia e ne condivide il percorso riportato nella Tabula Peutingeriana;
  • Virgilio Orsini (1970) e Mauro D'Amico (1997) la chiamano Via Numicia;
  • Edward Togo Salmon (1967) afferma che la strada riportata nella Tabula Peutingeriana dopo Alfedena arrivava a Pietrabbondante (Bovianum Vetus) per giungere infine a Benevento e riallacciarsi quindi alla Via Minucia;
  • Giovanni De Santis (1974) afferma che la strada si distaccava dalla Via Tiburtina Valeria in corrispondenza di Corfinio e che a questa stessa strada erano stati dati i nomi alternativi di Via Numicia o Via Minucia più come denominazioni estensive della Via Minucia che per documentazione storica, con Valerio Cianfarani (1950) che propone per questa strada il nome di Via Campana, tenendo conto del fatto che da Benevento, tramite la Via Minucia, ci si immetteva nella Via Appia per giungere infine a Capua, in piena Campania.
Difficile raccapezzarsi, sono tutti autori attendibili, ma ognuno dice la sua. Tra l'altro, a Cansano, paese percorso comunque da questa strada romana, vi è una contrada chiamata da tempo immemore Casa Minuccia, attraversata dalla strada provinciale 55. In ogni caso, in questi paesi della Valle Peligna riportati nella Tabula Peutingeriana passava effettivamente un'antica strada romana, grande o piccola che fosse, come dimostrano vari scavi eseguiti in diversi punti della zona da Antonio De Nino, Antonio Mario Radmilli, Giuseppe Tucci e Valerio Cianfarani tra l'Ottocento e il Novecento. Tirando le somme, e provando a conciliare quanto riportato dalle fonti da me riportate sopra e dalle tue già presenti in voce, stimo che la via riportata nel segmento VI.2 della Tabula Peutingeriana (ossia la strada Corfinio-Sulmona-Campo di Giove-Alfedena) altro non sia che un diverticolo della Via Minucia, con il nome di Via Numicia. --Davipar (parliamone) 02:23, 24 apr 2022 (CEST)[rispondi]
[@ Davipar] Allora: a mio parere, per evitare di ricadere in errori già commessi in passato (quando l'archeologia era ancora ai primi passi) occorre far riferimento soltanto alle fonti più autorevoli e (soprattutto) più recenti. Comunque Edward Togo Salmon, da te citato, pur non essendo proprio aggiornatissima (è del 1967) è un'ottima fonte, ed è sicuramente da tenere in conto; ma ve ne sono anche altre.
  • Italo Iasiello (2007), citato in voce, scrive: "La via Minucia pertanto (...) era funzionale a raggiungere Brindisi da Benevento, ed il legame ipotizzato con il tragitto Aufidena-Aequum Tuticum, per quanto in sé non impossibile (...) non è comprovato da nulla".
  • Il quinto convegno epigrafico cominense (Atina, Palazzo Ducale, 1 giugno 2008), dopo aver passato in rassegna le ultime scoperte archeologiche (alcuni miliari relativi alla via Herculea, reperiti presso Aequum Tuticum e riportanti la distanza in miglia "ab Aufidena"), conclude con queste parole: "È perciò fuorviante confondere questa strada con la via Minucia."
  • Gianfranco De Benedettis e Domenico Caiazza "La provincia Samnii e la viabilità romana", capitolo "La via Sulmo-Aequum Tuticum" (fonte citata nella voce Via Herculea e liberamente accessibile tramite pdf): "Il percorso della Minucia trova in Brindisi e in Beneventum i capita viaria ed attraversa il Sannio passando per Aequum Tuticum. (...) Escludo dunque che questa strada (la Sulmo-Aequum Tuticum ndr) potesse essere denominata via Minucia, resta il problema del nome". Poi ancora: "(I miliari citati nel precedente convegno ndr) non ci consentono di stabilire quale fosse il nome di questa strada prima del III secolo d.C., anzi ci permettono di affermare che aveva sicuramente altra denominazione, anche se non Minucia" (ti consiglio però di leggere tutto il testo, che è molto interessante, accessibile e totalmente gratuito).
Dunque, come puoi vedere un percorso Sulmona-Aequum Tuticum sicuramente preesisteva rispetto alla via Herculea (o Herculia, costruita invece nei secoli III-IV dC), ma di certo non si trattava della Via Minucia. Del resto ciò è effettivamente incontrovertibile, poiché a Aequum Tuticum si incrociavano due strade, una (della quale non conosciamo il nome originario) proveniente da Sulmona, mentre l'altra era appunto la via Minucia proveniente da Benevento; ecco perché il wikilink che hai inserito nella voce Provincia di Benevento è proprio fondamentalmente errato! In quanto alla via Numicia, mi sembra che le fonti moderne abbiano abbandonato tale denominazione poiché non citata nelle fonti primarie. Voglio dire: non possiamo basarci su una fonte settecentesca che cita sì la via Numicia, ma senza citare nulla a propria fonte. La via Minucia è citata da diversi scrittori romani, la via Herculea è attestata da diversi miliari; ma quale fonte primaria attesterebbe una via Numicia? In definitiva: in epoca repubblicana la via Minucia andava da Benevento a Brindisi (passando per Aequum Tuticum); vi era poi un'altra strada che collegava Sulmona (o Corfinio) a Aequum Tuticum, ma non ne conosciamo il nome. A quest'ultima si accenna comunque nella voce Via Herculea, poiché questa seguiva grossomodo la stessa direttrice, con la differenza che il suo inizio era ad Aufidena e non a Sulmona (ciò è attestato dai miliari). Se a te interessa particolarmente il tratto Sulmona-Aufidena, purtroppo devi tenere presente che fino a oggi gli studiosi non sono riusciti a stabilirne il nome, anche se l'ultima fonte citata suggerisce una possibile relazione con la Via Claudia Nova. Ti sconsiglio invece di mantenere il nome "Via Numicia", poiché fin dal 1902 era ormai chiaro che si trattava di un mero errore di lettura (sui "Papers of the British School at Rome" si legge infatti: "this highway does not exist; it seems to have arisen as no more than a misreading of Via Minucia"), ma se vorrai farlo dovrai comunque togliere il collegamento alla voce Via Minucia poiché, come si è visto, la via Minucia non passava per l'Abruzzo (quanto al toponimo "Casa Minuccia", nella "rivista abruzzese di scienze e lettere" del 1891, a pagina 468, parlando dei diminutivi dei nomi personali Carmine e Filomena, si legge: "Minuccio e Minuccia nel Teramano e a Palena. A Sulmona, Minuccia è lo stesso che Filomenuccia").
PS Ho la pagina tra i miei OS, perciò il ping non è necessario. Se anche tu non vorrai essere pingato non hai che da dirlo.--3knolls (msg) 09:02, 24 apr 2022 (CEST)[rispondi]
Sì, pure io ho la voce tra i miei OS, quindi non occorre il ping. Sì, è vero che il toponimo di Casa Minuccia può derivare dai diminutivi dei nomi personali di Carmine e Filomena, anzi è maggiormente veritiero rispetto a quanto detto da me prima. Ho aggiunto nel mio messaggio di prima, tra parentesi, l'anno o il periodo di pubblicazione delle fonti, poiché ci sono fonti più recenti oltre Edward Togo Salmon. Fatta questa premessa, direi che possiamo rimuovere dalla voce Via Minucia (e dalla relativa pagina di wikidata) la sinonimizzazione in Via Numicia, visto che è ormai assodato e dimostrato con le tue fonti e con la maggior parte della mie che sono due strade romane diverse e che non è possibile chiamarle ambiguamente con i due nomi. E ti fornisco, riprendendole dalla mia lista dei contributi utente, le voci che avevo modificato contestualmente a questa voce, e che sono, per fortuna, poche ( 7 6): Bominaco, Campo di Giove, Centro storico di Sulmona, Pizzone, Provincia di Benevento, Storia di Campo di Giove, Strada statale 17 dell'Appennino Abruzzese ed Appulo-Sannitico, in cui attuare le ora dovute correzioni. Rimane quindi il problema di quale nome dare qui su it.wiki all'antica strada secondaria romana che andava da Corfinio ad Ariano Irpino (Aequum Tuticum) e che univa quindi la Via Tiburtina Valeria con la Via Minucia, dunque come risolvere in voci come Campo di Giove, Centro storico di Sulmona e Strada statale 17 dell'Appennino Abruzzese ed Appulo-Sannitico, così da far quadrare il tutto. Chiamare questa strada secondaria Via Numicia (anche se manca una fonte primaria degli antichi scrittori romani, e dubito che si riesca a reperire in tempi brevi)? Chiamarla Via Campana come proposto dallo storico Valerio Cianfarani? O chiamarla semplicemente come "strada secondaria" (o comunque con qualche altra dicitura simile ma che renda chiaro il concetto)? Alla luce di tutte queste considerazioni fatte, trovo più logico e sensato identificarla genericamente come "strada secondaria", senza darle un nome proprio. Propongo quindi di risolvere il problema in tutte queste altre voci riportando la dicitura "antica strada secondaria romana che collegava la Via Tiburtina Valeria con la Via Minucia" (o, se non va bene, con qualche altra dicitura simile ma che risolva il problema). Io nel mio messaggio di prima l'avevo chiamata "diverticolo", che, da dizionario, significa "viottolo che si diparte da una strada principale", a mio avviso, pure potrebbe andare bene. --Davipar (parliamone) 13:54, 24 apr 2022 (CEST)[rispondi]
Dunque: è sicuramente meglio evitare "Via Numicia", nome che a questo punto potrebbe risultare quanto mai ambiguo (oltre che errato), potendo rappresentare sia una variante grafica di "Via Minucia", sia la (ben diversa) strada in questione. In quanto a "Via Campana", si tratta di un'ipotesi alquanto controversa e anch'essa piuttosto ambigua (essendovi due strade così chiamate, una nel Lazio e una in Campania), ma comunque accettabile qualora vi fosse effettivamente consenso tra gli studiosi. A mio parere le soluzioni migliori potrebbero però essere le seguenti: 1) "Via Nova", denominazione tradizionale attestata localmente da molti secoli, spesso espressamente citata dagli storici; 2) "Via Transappenninica", come è chiamata dal BAR (British Archaeological Reports), anche se non trovo altre citazioni analoghe; 3) "Via Sulmo-Aequum Tuticum" oppure "Via Sulmona-Aequum Tuticum" (o anche "Via Corfinium-Aequum Tuticum" qualora la strada iniziasse effettivamente da Corfinio), come nel titolo del capitolo della fonte precedentemente citata.--3knolls (msg) 15:42, 24 apr 2022 (CEST)[rispondi]
Prendendo in considerazione le tue proposte e quindi dando una denominazione specifica alla strada, mi sento di scartare Via Numicia e Via Campana per le considerazioni fatte sopra, e di passare dunque ai tuoi 3 punti: Via Nova, per quanto soggetta ad uso tradizionale, mi sentirei di scartarla per il semplice motivo che da chi conosce poco l'argomento potrebbe essere confusa per assonanza con la Via Claudia Nova che passa per le vicinanze (ad esempio chi è poco esperto in materia potrebbe istintivamente pensare che Via Nova sia un'abbreviazione di Via Claudia Nova, quando poi in realtà non è così, e quindi confonderle); Via Transappenninica, per quanto suggestiva, mi sembra utilizzata da una singola minoranza (o comunque da un numero molto basso di autori) e quindi la scarterei. Restringerei quindi la nostra scelta ai nomi del punto n. 3, e trovo più pertinente adottare l'uso del latino (quindi Via Sulmo-Aequum Tuticum piuttosto che Via Sulmona-Aequum Tuticum), considerato che si tratta di una strada dell'antica Roma. Analizzandole, presentano entrambe una denominazione semplice quanto efficace, visto che contengono nel nome gli estremi della strada. Via Corfinium-Aequum Tuticum per me è la migliore visto che presenta le città di inizio e fine della via, sebbene Corfinium come paese di inizio da alcune fonti sembrerebbe controversa. Via Sulmo-Aequum Tuticum va bene pure e, tra le due, è quella che non darebbe problemi con le fonti (anche se in tutta sincerità mi sembra inverosimile che tra Corfinio e Sulmona non vi potesse essere alcun collegamento). Aspetto un tuo parere, ma per me vanno bene entrambe. --Davipar (parliamone) 00:09, 25 apr 2022 (CEST)[rispondi]
Nella fonte precedentemente citata (La provincia Samnii e la viabilità romana) è scritto: "Gli itinerari in linea di massima concordano nell’indicare tra le strade romane dell’Italia centro-meridionale quella che, partendo dalla parte settentrionale di Sulmo (Corfinium per la Tab. Peut. e Interpromium per l’It. Ant.) raggiunge Aequum Tuticum passando per Aesernia e Bovianum." Quindi è verosimile che la strada partisse da una località più a nord di Sulmona, ma non si sa se iniziava da Corfinium o da Interpromium (tieni presente che l'Itinerarium Antonini dovrebbe essere più antico della Tabula Peutingeriana). Ho trovato anche quest'altro scritto in cui si parla effettivamente di una strada romana che collegava Corfinium a Aequum Tuticum, e più oltre dice anche: "Quanto al tronco meridionale del tracciato, cui in passato molti studiosi avevano erroneamente attribuito il nome di Via Minucia, anche seguendo quanto già riportato da Orazio nelle Epistole, si è preferito indicarlo come “collegamento Corfinium-Beneventum” (De Santis, 1973)". In realtà quest'ultima affermazione appare un pò datata (i moderni rilevamenti archeologici ci confermano infatti che la strada terminava a Aequum Tuticum, non a Beneventum), e comunque c'è scritto espressamente che tale ricostruzione si basa esclusivamente sulla Tabula Peutingeriana, proprio perché l'itinerarium Antonini poneva invece il caput viae a Interpromium anziché a Corfinium. Quello che però non riesco a capire è quale tracciato potesse seguire la strada qualora provenisse da Interpromium (dovrebbe essere vicino Torre de Passeri): a meno di non passare per Caramanico (ma mi sembra difficile), andrebbe comunque a sovrapporsi alla Valeria e mi sembra anche difficile credere che non passasse per Corfinio. Comunque non sono molto pratico della zona, potrebbero anche esserci altri percorsi che non conosco, perciò mi affido alle tue valutazioni: se sei ragionevolmente sicuro che la strada partisse da Corfinio, allora scriviamo "Via Corfinium-Aequum Tuticum", ma se invece ci sono dubbi allora meglio scrivere "Via Sulmo-Aequum Tuticum". Tra l'altro ci sarebbe da verificare anche la voce Storia di Sulmona, dove è scritto che la città era interessata dalla via Tiburtina Valeria; non credo che ciò fosse vero ma, qualora lo fosse, allora effettivamente la strada per Aequum Tuticum poteva anche partire direttamente da Sulmona.--3knolls (msg) 09:34, 25 apr 2022 (CEST)[rispondi]
Dunque la Via Tiburtina Valeria (facendo riferimento anche alla mappa presente nella sua voce, dove è tracciata di fuxia) è stata costruita nel 286 a.C. da Roma fino a Corfinio [itinerario: Roma-Tivoli-Varia(Vicovaro)-Carsioli(Civita)-Alba Fucens(Massa d'Albe)-Marruvium(San Benedetto dei Marsi)-Cerfennia(Collarmele)-Corfinio] e proseguita nel 48-49 d.C. fino a Pescara [itinerario: Corfinio-Interpromium(Castiglione a Casauria)-Teate(Chieti? Non sembra passarvi direttamente, forse ci si arrivava tramite una brevissima traversa alla via)-Pescara]. Stimo che i fatti all'incirca siano andati così: ai tempi dell'Itinerarium Antonini prima e della Tabula Peutingeriana poi Corfinium ed Interpromium dovevano in qualche modo essere già collegati da un percorso (sì, chiamiamolo così, non mi sento di chiamarlo né strada né via) e che quando la Via Tiburtina Valeria è stata proseguita da Corfinio non ha fatto altro che "ricalcare" (quindi passare sopra) questo antico percorso per poi proseguire fino a Pescara. Sulmona doveva essere per forza fuori dalla Via Tiburtina Valeria (ci sono dei veri e propri km che la separano e farla attraversare direttamente dalla Via Tiburtina Valeria, quindi modificando l'itinerario verso sud per poi riportarlo a nord verso Corfinio, è molto complicato, se non assurdo) (della situazione nella voce Storia di Sulmona ne parlerò a fine messaggio) e l'unico modo per non farla rimanere isolata era farla attraversare da una strada che si distaccasse dalla Via Tiburtina Valeria in corrispondenza di Corfinio (la Via Corfinium-Aequum Tuticum, appunto) e che continuasse poi verso il sud Abruzzo e la Campania. Far partire la strada da Interpromium avrebbe poco senso perché significherebbe rimanere fino a Corfinio nella Via Tiburtina Valeria e poi da lì uscire dalla Via Tiburtina Valeria e indirizzarsi nel nuovo itinerario per Sulmona. Ecco perché trovo sempre più indicato e giusto che alla fine si utilizzi il nome di Via Corfinium-Aequum Tuticum per questa strada.

Riguardo la situazione nella voce Storia di Sulmona, oltre a queste considerazioni fatte sopra, dove si evince che far attraversare Sulmona direttamente dalla Via Tiburtina Valeria può definirsi praticamente e geograficamente impossibile, ci sono anche alcune considerazioni "wikipediane" da fare: la voce parte già con la quasi totalità del testo senza fonte (c'è una molto corta bibliografia per un testo così ampio, di cui 2 libri sono stati da un utente aggiunti, da cronologia, molto123978152 recentemente123978176 – trattasi di quelle che sono ora la quartultima e la terzultima modifica alla voce – più a scopo di approfondimento che per altro); quanto ai riferimenti alla Via Tiburtina Valeria, le frasi, del tutto senza fonti e pure concettualmente errate, «Reperti ritrovati fuori Porta Romana lasciano intendere che la città, riedificata nel I secolo secondo gli schemi romani, si estendesse fuori le mura, e che per mezzo della via del fiume Sagittario, si ricollegasse alla via Valeria in direzione della Marsica o del mare Adriatico.» e «Quando la regina Giovanni riempì il vittorioso Jacopo di privilegi e castelli, tra questi c'erano Raiano, Caramanico Terme, Campo di Giove e Pacentro, mentre i fiorenti Cantelmo si erano presi Popoli, importante punto di passaggio attraverso la forra della Majella per la via Valeria. Jacopo sarà al servizio della corona specialmente presso Sulmona, quando nel 1426 scoppiò in città una rivolta anti-aragonese, immediatamente sedata.[7] Alla sua morte, Jacopo Caldora fu seppellito nell'abbazia di Santo Spirito al Morrone, nella Cappella Caldora-Cantelmo. Vi si trova il monumento funebre commissionato da Madonna Ruta Cantelmo, vedova Caldora, eseguito nel 1412 da Gualtiero d'Alemagna.» sono state inserite da un IP a inizio della creazione della voce, il 18:04, 3 ago 2018‎, non si sa se a seguito di uno scorporo dalla voce principale. Tra l'altro, nell'unica fonte, nota n. 7, che si allega a questa frase, che è questa, è possibile vedere che in corrispondenza dell'anno 1426 sono riportate tuttaltre informazioni, inoltre anche scrivere "...Jacopo Caldora fu seppellito nell'abbazia di Santo Spirito al Morrone, nella Cappella Caldora-Cantelmo. Vi si trova il monumento funebre commissionato da Madonna Ruta Cantelmo, vedova Caldora..." è sbagliato perché lascia intendere che Rita Cantelmo (anche il suo nome scritto male) sia stata la moglie di Jacopo Caldora, quando invece era la madre perché moglie di suo padre Giovanni Antonio Caldora. L'ultimo riferimento alla alla Via Tiburtina Valeria, ossia la frase «Immediatamente la città divenne un punto strategico lungo il passaggio della romana via Tiburtina-Valeria che da Aterno (Pescara) portava a Roma passando attraverso la forca di Koukulon (Cocullo) nella Marsica, attraverso i Monti Carseolani, fino a Tivoli. Tale percorso viene citato anche da Strabone[3]» è stata inserita con questa consistente modifica103347227 dall'utente Giovannicupellese75 (alias il solito IP Abruzzo che edita con lo stesso stile di modifica e sotto diverse reincarnazioni le diverse voci di questa regione), finito anche in una RdP, le cui informazioni che ha aggiunto stanno pian piano venendo rimosse dall'utente Sayatek, proprio perché non si conosce la provenienza di tutte queste enormi moli di informazioni che è solito inserire con le sue modifiche. Si possono ritenere affidabili queste info contenute nella voce Storia di Sulmona? Direi di no; concludendo, a mio avviso, quella voce necessiterebbe di una sistemata generale. --Davipar (parliamone) 15:31, 25 apr 2022 (CEST)[rispondi]

[ Rientro] Attenzione ché in ciò che scrivi c'è una grossa incongruenza, poiché la via Tiburtina Valeria fu ultimata prima che venissero compilati l'itinerarium Antonini e la Tabula Peutingeriana: infatti la Tiburtina Valeria dovette raggiungere Pescara entro il I secolo d.C., mentre l'itinerarium Antonini risale a non prima del III secolo d.C., e la Tabula Peutingeriana è ancora più tardiva. Ecco perché la situazione non è proprio così chiara. Comunque secondo me le cose potrebbero essere andate nel seguente modo: la strada che conduceva a Aequum Tuticum doveva iniziare non propriamente dal centro abitato di Corfinium, ma piuttosto da un luogo situato tra Popoli e la stessa Corfinio, così da evitare la costruzione di un secondo ponte sul Sagittario (tieni conto che la strada, o meglio il diverticolo, dovette essere realizzato sicuramente in economia, tant'è vero che nei secoli successivi fu necessario ricostruire e/o rettificare almeno tutto il tratto da Aufidena verso sud, ossia quel tratto che poi prese il nome di via Herculia). Ciò spiegherebbe perché l'itinerarium Antonini (a differenza della Tabula Peutingeriana) faceva partire il tracciato da Interpromium anziché da Corfinium: in effetti chi proveniva da Pescara doveva attraversare Interpromium ma non Corfinium (anche se vi passava comunque vicino). E probabilmente è per questo stesso motivo che la fonte da me trovata parla di "via Sulmo-Aequum Tuticum", spiegando appunto che la strada iniziava da un qualche luogo a nord di Sulmona. Ad ogni modo, poiché sono riuscito comunque a trovare anche una fonte che cita espressamente una via da Corfinium a Aequum Tuticum, volendo possiamo anche chiamarla così, fermo restando che il collegamento Corfinio-Sulmona non doveva essere diretto. In quanto alla Storia di Sulmona, concordo perfettamente con te.--3knolls (msg) 23:18, 25 apr 2022 (CEST)[rispondi]

Concordo. Sì, in effetti avrei dovuto tenere in considerazione anche l'aspetto temporale, oltre a quello geografico. Ad ogni modo, far partire la strada tra Popoli e Corfinio la vedo come una possibilità realmente concreta, essendo la distanza tra i due paesi davvero minima. Intanto ho annullato le mie modifiche alle voci di Provincia di Benevento e Via Minucia (e relativa pagina di wikidata) poiché palesemente e concettualmente errate, come si è visto in questa discussione. A breve farò le altre ora dovute correzioni anche per le altre cinque voci riportate sopra, e cioè Campo di Giove, Centro storico di Sulmona, Pizzone, Storia di Campo di Giove e Strada statale 17 dell'Appennino Abruzzese ed Appulo-Sannitico, adottando il nome di "Via Corfinium-Aequum Tuticum" per questa strada, visto che ormai si può dire che siamo entrambi d'accordo nell'utilizzare tale denominazione. Vedrò se e come fare questa correzione anche per la voce di Storia di Sulmona. P.S.: alla fine la modifica126951946 che avevo fatto nella voce di Bominaco era corretta, visto che avevo aggiunto un wikilink (quindi solo le parentesi quadre) ad un contenuto già prima presente nella voce, per cui non l'ho ricompresa in questo messaggio e l'ho strikkata nell'elenco che sta nei messaggi più sopra. --Davipar (parliamone) 13:49, 26 apr 2022 (CEST)[rispondi]
Per la cronaca: l'elenco delle strade romane dalla voce Bominaco l'ho rimosso del tutto, poiché non c'entravano affatto con la nascita dell'abbazia (anche perché molte di esse –tra cui la via Minucia– non passavano di lì e/o erano state già abbandonate da molti secoli). Mio malgrado ho dovuto anche rimuovere del tutto l'elenco dei valichi dalla voce Provincia di Benevento, poiché sicuramente frutto di RO (al suo interno vi erano infatti imprecisioni ed errori a non finire, addirittura si parlava di Cluviae come una città della Campania). A presto--3knolls (msg) 15:31, 26 apr 2022 (CEST)[rispondi]
✔ Fatto, ho corretto anche tutte le altre rimanenti voci. Mi sento di ringraziarti sia per questa discussione costruttiva che per avermi fatto conoscere ulteriori fonti su questo argomento (alcune delle quali le ho alla fine scaricate sul mio computer). A presto. :-) --Davipar (parliamone) 22:49, 26 apr 2022 (CEST)[rispondi]