Discussione:Tijuana

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Sposto qui una parte completamente priva di fonti e di riferimenti. Mi pare di comprendere che sia frutto di una donazione ma ritengo che ciò non costituisca un'esenzione alla necessità di documentare quanto affermato. --L'apprendista stregone (msg) 13:09, 16 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Tijuana è considerata un misto di buono e cattivo della nazione di appartenenza. Difatti non solo è nota per la prosperità economica, i night club e i tanti negozi; è conosciuta anche per essere il maggiore centro del Messico per il commercio di stupefacenti e prostituzione. Molte prostitute provengono dalle altre aree della nazione sperando di entrare negli Stati Uniti.
La sua economia formale e il suo bilancio pubblico, però, sarebbero a malapena sufficienti per una città grande un terzo. Le infrastrutture urbane di Tijuana hanno sempre accumulato un ritardo di almeno una generazione rispetto alla domanda corrente. Gli abitanti sono stati in grado di costruire dal basso una metropoli culturalmente molto vivace, facendo ampio ricorso a materiali riciclati provenienti dall’altro lato del confine.
Un altro fenomeno importante che ha preso piede a Tijuana è quello dei narcotrafficanti. Vengono a loro attribuiti circa 600 omicidi nel solo 1997, e secondo il giornale locale Zeta, la polizia locale non indaga perché sarebbe complice. Il consumo di droga e di sostanze stupefacenti è molto diffuso, soprattutto a causa del forte disagio sociale che l’arrivo delle maquiladoras ha portato. Si calcola che il 13 % dei lavoratori si droga, il 39% consuma alcolici e il 48% fuma come strumento per sostenere i pesanti ritmi di lavoro. Negli anni novanta, infatti, il mercato messicano ha superato quello colombiano diventando il primo fornitore degli Stati Uniti. Questa guerra tra bande cui partecipano interi settori dello stato, costa ogni anno migliaia di morti, che finiscono in cimiteri clandestini. Questa “industria” detiene un potere occulto, generando profitti più alti di quelli del turismo e del petrolio. La collusione dei criminali con i politici e i funzionari statali è ormai prassi consolidata in questo campo. La notizia è che più di cento poliziotti in Baja California, tra cui il capo della polizia di Tijuana, sono stati arrestati perché accusati di complicità con i narcotrafficanti.
Ma questa non è che la punta di un iceberg. Nonostante l’entusiasmo ministeriale nella presentazione di una nuova legislazione anti-corruzione, le conclusioni dell’Onu sull’indipendenza dei giudici denunciano la corruzione imperante nella magistratura messicana. Le reazioni dei giudici si sono fatte sentire e il presidente Fox è giunto ad accusare Amnesty International di poca obiettività, vantando presunti successi contro la criminalità. Intanto dopo la morte dei leader del cártel di Tijuana appartenente alla famiglia degli Arellano, la ricerca di nuovi capi è in atto, e il rischio è quello di una vera e propria guerra civile.