Discussione:Semiotica

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Filosofia
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In data 4 aprile 2008 la voce Semiotica è stata sottoposta a un vaglio.
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Template:Linguistica[modifica wikitesto]

Non credo che la semiotica sia parte della linguistica. Caso mai potrebbe essere il contrario, e comunque il Template:Linguistica non mi sembra pertinente.

Ermetis 17:58, Mar 22, 2005 (UTC)
Confermo. Evidentemente chi ha scritto si confonde con la semantica: la semiotica è una filosofia del linguaggio. Giusto per la cronaca: sono laureando in Scienze della comunicazione e non ho dato nessun esame di semiotica. Sarà il mio corso di laurea l'unico d'Italia in cui non viene impartito neanche un insegnamento di questa disciplina? Comunque, per la gioia dei lettori, ho studiato semiotica in altri contesti, quindi un po' me ne intendo. Saluti, --82.57.91.68 18:28, set 30, 2005 (CEST)
Smentisco, la semiotica (concetto italo-americano) e la semiologia (concetto franco-slavo-sudamericano) sono una trasformazione della linguistica nonché dell'estetica. Insomma Saussure e Jacobson erano dei linguisti, la scuola di Praga idem etc. etc. ho seguito le lezioni di Eco al "vero" e prototipico DAMS di Bologna e mi sembra di aver capito ciò Framo 21:05, 29 dic 2006 (CET)[rispondi]

Esiste una evidente relazione di derivazione storica della semiotica dalla linguistica (de Saussure per primo ha infatti parlato della necessità dell'esistenza di una disciplina denominata semiologie nel Cours de linguistique, Hjelmslev è la base teorica della semiotica strutturale e generativa). La semiotica è poi definita dall'intreccio di altri e diversi settori disciplinari tra cui anche la filosofia del linguaggio,e qui entra in gioco il contributo fondamentale del pragmatismo filosofico (Peirce e Morris) e anche della pragmatica linguistica e della linguistica testuale. Quindi il link alla voce linguistica è comunque doveroso. A. Bernardelli (profabernard@yahoo.it)


Vada per il link alla linguistica, quoto le motivazioni di Bernardelli. Avrei invece qualcosa da ridire laddove si sostiene che Oggi la nozione di segno ha lasciato il passo a quella di testo, dibattuta e continuamente aggiornata.. Se questo è quantomai vero, è però limitativo della portata delle ricerche della Semiotica, soprattutto per quanto riguarda i suoi sviluppi in senso generativo. Si dovrebbe in qualche modo sottolineare come ulteriore dimensione della ricerca della Semiotica sia la ricerca dei meccanismi soggiacenti alla produzione del senso... --Xain 20:07, 26 gen 2006 (CET) (chiaramente anch'io studente di SdC!)[rispondi]

Semiotica a SdC?[modifica wikitesto]

[la semiotica] è insegnata in tutti corsi di scienze della comunicazione e DAMS d'Italia
L'informazione di cui sopra è falsa. Il corso di laurea in Media e giornalismo dell'Università degli studi di Firenze (facoltà di Scienze politiche "Cesare Alfieri"), per esempio, non comprende neanche un insegnamento di semiotica, né tra gli esami obbligatori né tra i percorsi formativi mirati (che sono gli esami che consentono di maturare i crediti a scelta vincolata e sono consigliati per i crediti a scelta libera, altrimenti mutuabili da altri corsi di laurea della facoltà – nessuno dei quali comprende un insegnamento, ancorché complementare, di semiotica – o da altre facoltà). La semiotica, per parere di molti studiosi di comunicazione (tra cui lo scrivente), non è una disciplina fondamentale per lo studio dei fenomeni di comunicazione, in particolare per l'analisi dei processi di comunicazione di massa, per la quale sono necessarie conoscenze di ben altra natura (sociologica in primis).
--82.57.99.123 00:42, 8 feb 2006 (CET)[rispondi]

[la semiotica] è insegnata in tutti corsi di scienze della comunicazione e DAMS d'Italia[modifica wikitesto]

Stante il fatto che insegno da una decina d'anni per un corso di laurea in scienze della comunicazione (Semiotica e Semiotica del testo) e che lavoro e collaboro con i sociologi della facoltà di scienze politiche con estrema serenità e ottimi risultati, ne consegue che per lo studio dei fenomeni legati al concetto di comunicazione la semiotica e la sociologia sono quanto meno integrabili (il che non presuppone che debbano per forza essere sempre compresenti, e ancor meno che possano avere la stessa prospettiva e risultati sul medesimo soggetto); al che mi sorge un dubbio malevolo: non è forse più una carenza della struttura del suo CdL quella di non presupporre neppure tra i corsi a scelta la possibilità di sapere cosa sia la semiotica? senza offesa per alcuno, per carità, ammetto che la frase a cui lei fa la sua critica era quanto meno un po' perentoria e semioimperialistica :-)

In primo luogo, qui sopra ci si dà del tu, non del lei. Entrando nel merito della questione, nel corso di laurea in Media e giornalismo dell'UniFi non ci sono insegnamenti di semiotica, il che è diverso dal dire che non c'è la possibilità di sapere cosa sia la semiotica. Il che viene ampiamente spiegato negli insegnamenti di Filosofia del linguaggio ed Estetica, entrambi obbligatori.
Inoltre, nell'àmbito della classe delle lauree in scienze della comunicazione ci sono corsi di laurea altamente specialistici rispetto ai cui rami di specializzazione la semiotica è del tutto inutile. Uno di questi è proprio il corso di laurea in Media e giornalismo: mi spieghi cosa avrebbe a che fare la semiotica con il giornalismo? A che pro un aspirante giornalista, o un giornalista che aspira a una formazione culturale mirata a esercitare meglio la sua professione, o un aspirante massmediologo dovrebbe conoscere la semiotica? Inoltre, intendevi dire che collabori con i sociologi della facoltà di Scienze politiche Cesare Alfieri? Ah sì? E quali sarebbero? Perché a quanto mi risulta nessuno di loro collabora con semiologi.

Senta, ma se la semiotica le sembra inutile, perché è qua a partecipare a una discussione sulla voce Semiotica? Se la semiotica non le interessa lasci stare. Un consiglio: faccia qualcosa per quel suo tono aggressivo, non è un granché sul piano della comunicazione. Tanti auguri per il suo futuro da giornalista baccalaureato :-)


Concordo con il professore, anche il lei può essere interpretato con un significato ben preciso se contestualizzato in un ambitro dove ci si da del tu, ma questo chi non studia la semiotica non lo può capire. Che c'entri il giornalismo con la semiotica è come dire che c'entra il dribbling con il calcio. Con le regole del calcio niente. Quindi sicuramente reputerà superfluo il dribbling. matricola 863546. La Sapienza di Roma.

Semiotica ed Ermeneutica[modifica wikitesto]

Avrei voluto in qualche modo raccordare il discorso semiotico a quello dell'ermeneutica, che ha sicuramente parecchi punti di contatto, ma nel testo esistente non ne trovo. Se qualcuno riesce a stendere un paragrafetto credo sarebbe interessante.--Truman Burbank 10:35, 19 mar 2006 (CET)[rispondi]

semiotica medica[modifica wikitesto]

Servirebbe un cenno, una nota disambigua, o un rimando, alla semiotica medica, che è la disciplina che studia i segni intesi come sintomi (p. es. di malattia).--Truman Burbank 09:54, 20 mar 2006 (CET)[rispondi]

Quella è la semeiotica (la parola deriva sempre da seméion, ma...)

bibliografia[modifica wikitesto]

scusate, forse non sono molto aggiornato io, ma il "Fadda, Emanuele" incluso nella bibliografia chi è? Vedere "Fadda, Emanuele" invece di -ad esempio- "Fabbri, Paolo" fa un po' effetto... o magari sto prendendo una cantonata, correggetemi se sbaglio!

Sono gli effetti perversi di Wikipedia :-) Chiedo scusa a Fadda se l'ho cancellato.


Wikipedia non ha solo effetti perversi ma anche virtuosi, quindi forza! Miglioriamo questa voce e colmiamo queste assenze. Tenendo presente che si tratta di una voce in una enciclopedia libera, aperta a utenti non specialisti e studenti in cerca di una prima informazione.

Semiotica interpretativa, generativa[modifica wikitesto]

C'è un errore (uno più grave, tra le tante imprecisioni), al paragrafo Semiotica Generativa, nella descrizione dello Schema Narrativo Canonico di A.J. Greimas. In paricolare, non è il Destinatario a sancire la buona riuscita della prova del Soggetto, ma lo stesso Destinate Manipolatore/Sanzionatore. S.


Bisognerebbe precisare che solitamente Peirce, Morris e Sebeok sono considerati gli autori fondamentali della semiotica americana (o cognitiva) e non della semiotica interpretativa (cominciata con Eco). Altrimenti è come dire a Saussurre di fare semiotica generativa, che è ben falso.

La distinzione geografica (semiotica americana) è ben poco interessante per comprendere le suddivisioni interne alla teoria semiotica attuale (allora quella di Eco sarebbe la semiotica italiana, e non interpretativa, per coerenza delle categorie utilizzate). Definire "cognitiva" la semiotica, o peggio, la filosofia di Peirce è a sua volta un anacronismo che crea (come lei rende evidente) molta confusione. Si parla infatti nel testo di due linee, una linguistica e l'altra filosofica (o teoretica) della semiotica, il che mi sembra più corretto comunque.

Non è colpa mia se Peirce chiamò la sua semiotica cognitiva prima dei cognitivisti :) In ogni caso concordo sul fatto che possa generare confusione. Mi sembra comunque scorretto unire senza riguardo Sebeok ed Eco, che hanno sviluppato riflessioni per molti versi opposte, per quanto entrambi si rifacciano a Peirce. Così infatti si potrebbe asserire che Greimas e Barthes appartengano alla medesima scuola, mentre di fatto hanno semplicemente punti di riferimento comuni.

Semeiotica[modifica wikitesto]

bisognerebbe togliere quel riferiemnto errato, proprio nella prima riga, alla semeiotica, è la disciplina medica, per cui c'è anche un rinvio alla voce specifica.

la prima riga dice semplicemente che "semiotica" o "semeiotica" significa "scienza che studia i segni". non dice che "semiotica" o "semeiotica" è la scienza che studia i segni in linguistica: questo sarebbe errato. --fabella 21:08, 18 feb 2008 (CET)[rispondi]

è errato definire la disciplina di cui sono docente da 10 anni con una denominazione che ne identifica un'altra, vale a dire la semeiotica medica. Va corretto, altrimenti gli studenti non capiscono nulla, grazie. Inoltre la semiotica non "studia i segni in linguistica", come vedrà leggendo la voce la prospettiva è più ampia.

Semiotica, semiologia e semeiotica significano la stessa cosa. Semplicemente, la semiotica ha deciso di chiamare sé stessa così, mentre in àmbito medico si è preferito utilizzare la parola con la "e", che non è altro che una variante fonetica dello stesso lemma... Tra l'altro in medicina si utilizza l'aggettivo "medica" accanto, cioè non si dice mai genericamente "semeiotica", sicché dal contesto si deduce chiaramente a cosa ci si sta riferendo... Inoltre, fabella ha detto esattamente ciò che avevi detto tu! --151.73.43.183 (msg) 12:26, 16 ago 2014 (CEST

Revisione generale dell'articolo[modifica wikitesto]

A mio avviso l'articolo va riscritto interamente e oltretutto va unito con la voce semiologia, poiché il fatto che in alcuni paesi, come per esempio la Francia, si preferisca adottare questo termine, e che in Italia si usi il termine "semiologia" quando ci si riferisce a una determinata scuola, non implica la disunitarietà della disciplina semiotica, specie considerando che la semiotica in Italia nasce nel tentativo di operare una fusione tra la corrente semiotica di derivazione linguistica con quella di derivazione filosofica operato da Umberto Eco.
Per quanto concerne lo statuto epistemico della semiotica, la questione è complessa. Non è corretto a mio avviso asserire né che la semiotica sia una parte della linguistica né che sia una parte della filosofia (filosofia teoretica? Estetica? Del linguaggio?), ma semmai che la semiotica (compresa quella parte che si è chiamata semiologia) nasce da queste due discipline per poi svilupparsi come disciplina autonoma, specie in Italia, ove la linea interpretativa ha cercato di fornire una visione sistematica della realtà unendo correnti di pensiero diverse e sviluppatesi autonomamente l'una dall'altra.
Il problema è che in Italia, da quando esiste l'autonomia universitaria, al fine di preservare il valore legale dei titoli di studio sono state introdotte le classi dei corsi di studio e i settori scientifico-disciplinari. Ebbene, nei settori scientifico-disciplinari è prevista la semeiotica medica ma non si fa mensione della semiotica o della semiologia, in NESSUN settore. Allora, bisognerebbe fare un passo indietro per vedere come è nata questa disciplina in Italia. Quello che viene considerato il suo iniziatore, cioè il fondatore della semiotica generativa, è Umberto Eco, all'epoca ordinario di estetica (che è filosofia, oggi S.S.D. M-FIL/04), il quale dava lezioni di semiotica nell'àmbito dei suoi corsi di estetica (corsi di laurea in Filosofia, Lettere e DAMS). Poi, cominciarono a spuntar fuori le prime tesi di dottorato in semiotica nell'àmbito della Scuola superiore di studi umanistici, diretta dallo stesso Eco. Non saprei come si chiamasse(ro) il dottorato di ricerca (o i dottorati di ricerca) rilasciati da tale scuola. So solo che da essa uscirono tutti i pionieri, che poi andarono a ricoprire soprattutto il settore M-FIL/05, Filosofia e teorie dei linguaggi, tranne coloro che si sono occupati di semiotica/semiologia del cinema, dello spettacolo, delle arti visive et similia, che si sono incardinati in settori artistici (ad esempio Discipline dello spettacolo, L-ART/05). È cioè invalsa la consuetudine, perlomeno a Bologna, di considerare, in sede concorsuale per l'accesso alla docenza, le ricerche e le pubblicazioni con metodo semiotico come riconducibili al settore M-FIL/05. Del resto, dato che si parla di teorie dei linguaggi, mi sembra il posto più idoneo per poterci riconoscere la semiotica; e, del resto, la stessa filosofia del linguaggio, benché vanti un'origine ben più remota rispetto alla semiotica, condivide con quest'ultima (o forse dovremmo dire rivendica come propria) tutta la ricerca sui linguaggi dallo strutturalismo in avanti, con i relativi autori, da Saussure a Chomsky, sebbene poi vanti tutto un elenco di autori propri o condivisi con altre branche della filosofia (teoretica, logica, morale etc.). Anche perché la suddivisione in settori e segmenti non viene generalmente effettuata dagli autori stessi, ma è un'opera di classificazione con fini semplificatorî eseguita ex post, e questo vale anche per l'inquadramento in discipline nuove, nascenti o nate per gemmazione da altre (pensiamo a personaggi come Freud, Marx o Comte, considerati sia filosofi sia psicologo il primo e sociologi i secondi, e presenti anche nei manuali di pedagogia e di economia per le influenze che hanno operato su queste discipline), sebbene è significativo rilevare che quasi tutti gli autori considerati pionieri dela semiotica parlavano essi stessi di semiotica. Va infine tenuto presente che, se è vero che esistono insegnamenti universitari di semiotica inquadrati nel settore della linguistica (Glottologia e linguistica, L-LIN/01; cfr. http://www.study-in-italy.it/insegnamenti.html), solitamente questi insegnamenti sono tenuti per affidamento, contratto o supplenza, quindi in linea generale possiamo dire che la semiotica nell'università afferisce a un settore filosofico, pur tenendo presente i suoi problemi di collocazione e che essa rivendica uno statuto proprio.
Tanto premesso, occorre fare un'ulteriore considerazione, questa volta in merito all'affermazione perentoria «la semiotica è insegnata in tutti i corsi di scienze della comunicazione e DAMS d'Italia». Mi sono preso la briga di verificare i piani di studio di tutti i corsi di laurea afferenti alla vecchia classe 14 e alla nuova classe L-20 e mi duole dire che questa è proprio una sciocchezza: al di là delle abissali differenze tra un corso e un altro, i corsi di laurea che hanno un insegnamento di Semiotica sono una circa la metà (circa 150 compresi quelli disattivati e riformulati; in totale, comprese le suddivisioni curriculari, credo di aver guardato circa 200 piani di studio) e gli unici che abbiano più insegnamenti di questa disciplina sono quelli di Bologna e Torino; di questi ultimi solo a Bologna in alcuni piani (tenendo conto che l'ordine degli studi è stato a lungo riformulato ogni anno) ne è previsto più d'uno come obbligatorio. La situazione per i corsi di laurea della classe di Scienze e tecnologie delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda è ancora più eterogenea e ammetto di non averla analizzata con la medesima perizia, ma a naso mi sembra che l'unico che abbia insegnamenti di semiotica sia quello dell'AMS. A livello di intero ateneo, nell'anno accademico 2012-2013 (l'ultimo per il quale la banca dati OFF.F dispone del dato; non saprei dire come mai non è aggiornata) gli atenei che avevano attivo almeno un insegnamento contenente la parola "semiotica" (compresi alcuni che hanno «semiotica medica» in quanto si sono dimenticati la e), indipendentemente dal settore scientifico-disciplinare di afferenza, sono 39 (su una sessantina di atenei statali e una trentina di atenei non statali, tradizionali o telematici) detiene il record di insegnamenti semiotici il medesimo ateneo bolognese, con ben 26 esami, tutti tranne uno afferenti alla facoltà di Lettere e filosofia e la stragrande maggioranza in particolare offerti per il corso di laurea in Scienze della comunicazione e per il corso di laurea magistrale in Semiotica, che, come recita la sua pagina web ufficiale, è l'unico corso di studi italiano in questa disciplina (esso afferisce alla classe di Teorie della comunicazione, nell'àmbito della quale molti altri atenei hanno attivato corsi, ma di contenuto completamente diverso); seguono l'Università di Torino con 9 insegnamenti e infine l'Università di Bari "Aldo Moro" e l'Università della Calabria ex aequo con 5 insegnamenti cadauna. In una manciata di altre sedi gli insegnamenti di semiotica sono da 2 a 4 e nelle rimanenti 30 l'insegnamento di semiotica è unico. Interessante notare inoltre che in alcuni atenei che pure hanno attivi corsi di laurea della classe di Scienze della comunicazione l'insegnamento di semiotica, se presente, è offerto per altri corsi di laurea, come ad esempio Scienze dell'architettura, Architettura e Disegno industriale, molto più raramente Filosofia, Lettere, Scienze dell'educazione e della formazione, Lingue. A livello di laurea magistrale, insegnamenti di semiotica non sono quasi mai presenti, eccettuato naturalmente il caso di cui sopra, sempre a Bologna, di un intero corso di laurea magistrale dedicato a questa disciplina.
Sic stantibus rebus mi pare evidente che se, come dice il testo, la semiotica fosse una scienza della comunicazione o addirittura *la* scienza della comunicazione, come esagera l'articolo, sarebbe veramente grave che nella maggior parte dei corsi di laurea in Scienze della comunicazione essa venisse bellamente ignorata. La risposta probabilmente si trova alla voce scienze sociali della stessa Wikipedia, dalla quale si deduce chiaramente che la semiotica non è una scienza; del resto, anche in quest'articolo si parla di disciplina. Inoltre, mi permettere di far presente che linguaggio e significazione sono concetti diversi dalla comunicazione e che pertanto, anche nella prospettiva più ampia possibile tra quelle sviluppate in semiotica (vedi la nozione 'allargata' di testo), essa ha poco a che fare con lo studio della comunicazione così come riconosciuto dalla comunità scientifica, in quanto non studia i meccanismi comunicativi, cioè i processi attraverso i quali la comunicazione viene veicolata e l'impatto da essa provocato sull'individuo e sulla società, bensì i meri sistemi (segnici, simbolici, linguistici, testuali etc. etc. etc.) attraverso cui i significati vengono veicolati e cioè la comunicazione viene compiuta. Certo, questi sono studiati anche dalla sociologia, ma la sociologia si occupa dei processi attraverso i quali avviene l'attribuzione e la produzione di senso e di significato, in stretto rapporto ai contesti e agli altri fattori identificabili (avvalendosi di tanto di modelli matematici in presenza di variabili multifattoriali), e soprattutto lo fa attraverso un modello empirico, sperimentale, e cioè scientifico, e non attraverso ragionamenti di carattere logico-deduttivo, tipici della speculazione filosofica (e qui potremmo aprire una lunga parentesi sulla distinzione della società in tre fasi – teologica, metafisica e scientifica – elaborata dalla filosofia ottocentesca per interrogarci sulla validità dell'uso del procedimento logico-deduttivo, invero non molto diverso dal sillogismo aristotelico, per studiare fenomeni che con le conoscenze che abbiamo oggi potremmo analizzare con strumenti empirici). Del resto, se così non fosse, la sociologia e la semiotica (e anche la psicologia, che si occupa sia di comunicazione sia di linguaggio) sarebbero la stessa cosa.
--37.182.34.143 (msg) 16:41, 16 ago 2014 (CEST)[rispondi]

Aree di ricerca[modifica wikitesto]

Ho personalmente aggiunto alcune aree di ricerca, fra le più praticate nel panorama della semiotica contemporanea. Tuttavia non ho inserito alcun nome di riferimento. Ritengo che anche per le aree di ricerca precedenti sia il caso di riconsiderare i nomi di riferimento e valutare se ampliare aggiornando con maggiori riferimenti ai paesi di riferimento e alle ricerche attuali. L'impostazione attuale non mi sembra restituisca la complessità dell'attuale panorama. Attendo altre opinioni nel merito: è il caso di valutare una reimpostazione della sezione "aree di ricerca" con più dettagliati indici dei nomi e più strutturate voci degli orizzonti epistemici?

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 2 collegamenti esterni sulla pagina Semiotica. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 18:05, 20 giu 2019 (CEST)[rispondi]