Discussione:Pseudoepigrafia

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Il fenomeno della pseudoepigrafia è strettamente legato alla produzione apocrifa del tardo giudaismo e del cristianesimo primitivo. Un autore sconosciuto tenta di accreditare visioni, profezie e rivelazioni private divulgando scritti apocrifi, attribuiti ad un personaggio famoso ed ispirato (Libro di Enoc, Testamento dei dodici patriarchi, Apocalisse di Mosé, III e IV libro di Esdra, Salmi di Salomone, Vangeli di Bartolomeo, di Filippo, di Gamaliele, di Giacomo, di Tommaso, dello Pseudo Matteo, Atti di Paolo, Atti di Pietro, Atti di Andrea, Apocalisse di Pietro, Apocalisse di Paolo, Apocalisse di Esdra).

Il carattere truffaldino della pseudo epigrafia è fuori discussione e totalmente inaccettabile è la tesi di tutti coloro che insegnano come tale espediente fosse largamente diffuso e tollerato dalla tradizione giudaica.

Esistono comunque limitati casi di pseudoepigrafia onesta ed ispirata. Alcuni libri della Scrittura (Quoelet, Cantico dei Cantici, Sapienza, Siracide, Daniele) potrebbero essere pseudoepigrafi per "modum compilationis" e non per "modum inventionis": in questi casi un autore sconosciuto riscopre, recupera, riedita, ricompatta e riassembla scritti, materiali e tradizioni autentiche, frutto del lavoro di precedenti autori ispirati (l'ultima parte del libro dei Proverbi, ad esempio, contiene alcuni detti di Salomone trascritti dagli uomini di Ezechia, come risulta chiaramente dall'inizio del capitolo XXV).

Del resto, già un autorevole padre della chiesa ricorse a varie cause efficienti per spiegare l'origine dei libri sacri: l'ispirazione divina (modum inspirantis), la paternità reale o putativa (modum invenientis) e la effettiva redazione (modum compilationis); [Bonaventura, Commentario al Libro della Sapienza, Proemio, VI].