Discussione:Parmenide

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Note: b
Parmenide
Argomento di scuola secondaria di II grado
Materiafilosofia
Dettagli
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Progetto Wikipedia e scuola italiana

Quanto scritto è sbagliato, ai tempi di Parmenide non esisteva l'allegoria, quindi non ha senso leggerlo alllegoricamente...

È da rifare. Ci sono più notizie su Parmenide alla voce Essere (filosofia)

Tecnicamente ci sono due modi per leggere un autore del passato in maniera allegorica:
  • Si suppone che lui stesso volesse usare l'allegoria
  • Si suppone che lui non avesse altro modo di esprimersi
In entrambi i casi è legittimo il tentativo di una spiegazione allegorica.
Mi sembra comunque un'ottima idea di ampliare (piuttosto che rifare) l'articolo. Cat 09:18, 13 mag 2006 (CEST)[rispondi]

problema con i caratteri greci accentati[modifica wikitesto]

Siccome Wikipedia sembra non supportare i caratteri greci con gli spiriti e gli accenti, nella citazione di Simplicio li ho sostituiti con caratteri semplici, non accentati e senza spiriti. Ho lasciato nascosta la citazione originaria, racchiudendola in un commento (tra i simboli <--! --> ). Per il resto, ho inserito più notizie e ho tolto il riferimento all'allegoria. Tullius 17:10, 31 mag 2007 (CEST)[rispondi]

Nota storica[modifica wikitesto]

Credo che una buona enciclopedia dovrebbe essere al corrente di alcuen delle più recenti ricerche storiografiche in materia. Nella voce viene chiaramente detto che Parmenide è il filosofo dell'Essere e che ha detto "l'Essere è e non può non essere". Specificato che questa è la frase con cui è diventato famoso, è da specificare che il termine "essere" (tò eìnai) in Parmenide non esiste: esiste piuttosto "tò òv" che è l'"ente" o, semmai "tà òvta" (le cose esistenti, gli enti). Proprio per questo si è pensato recentemente di interpretare la filosofia parmenidea come meno improntata di quanto si creda all'ontologia in senso stretto (la scienza dell'essere in quanto essere di Aristotele). --79.11.143.1 (msg) 19:18, 9 mar 2008 (CET)[rispondi]

Può modificare tu stesso la voce con queste informazioni, magari mettendo anche la fonte da cui le trai. Marko86 (msg) 22:06, 9 mar 2008 (CET)[rispondi]

Mah, non sono molto convinto delle cose scritte dall'anonimo di cui sopra. Personalmente, ritengo che spesso proprio la tradizione filosofica platonico-aristotelica abbia smarrito il senso originario dell'essere parmenideo, intendendolo nel senso di "ente" e degradando la sua ontologia originaria, che è una riflessione sull'essere in quanto è, a metafisica. Recentemente, in questo secolo, autori come Heidegger ma anche come Emanuele Severino hanno ripreso il senso della riflessione parmenidea nell'ottica di un recupero della differenza ontologica fra essere e ente, appunto. Cmq, non sono sicuro di aver compreso la tua nota e soprattutto sarei curioso di leggere i riferimenti a fonti con cui comprovarne la validità. --Antiedipo (msg) 08:28, 10 mar 2008 (CET)[rispondi]

Riguardo l'oggetto della filosofia di Parmenide, Giorgio Colli traduce letteralmente "tò òv" con "ciò che è", mettendo l'accento su "tò" (ciò), il soggetto immediato, al quale si applica "òv" (che è), il predicato. Colli ricostruisce dai frammenti le indicazioni di Parmenide, specificando che sono tre, non due, le vie della conoscenza: la prima, la via regia, è quella dell'intuizione "tò", la seconda, da non seguire (già nella prima biforcazione: è non è), è quella della logica "òv" (scienza dei predicati, allusa nel proemio), tutte e due contrapposte alla terza, dell'opinione, l'unica veramente disprezzata dal sapiente, che però sarà in grado di vincere anche in essa, per mezzo degli insegnamenti, nell'agone pubblico. 2012 Franco Boggi

Nota sulla filosofia di Parmenide[modifica wikitesto]

Io citerei il fatto che l'intera filosofia di Parmenide è fondata su un errore linguistico, spiegato bene nel capitolo XII de "Il diavolo in cattedra" di Piergiorgio Odifreddi. Ciò che ha dimostrato Parmenide è che la frase "X non esiste" non ha senso in quanto, se l'avesse, su X avremmo un affermazione vera e quindi X esisterebbe. Ma questa è solo una negazione del valore logico della frase "X (non) esiste", non ha conseguenze metafisiche. --82.60.224.213 (msg) 21:24, 3 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Senti, non si può mettere il parere di Odifreddi come fosse l'interpretazione definitiva ed esaustiva su Parmenide, usando poi espressioni che sembrano quasi volergli correggere il compitino come è la stessa logica formale a far cadere i presupposti di Parmenide. Odifreddi oltretutto non è un filosofo ma un divulgatore, se proprio ci tieni vai a scriverlo sulla voce Odifreddi. Mi spiace ma su Parmenide ci sono studi ben più autorevoli, anche critici, ma non banali.--Kerron (msg) 16:38, 14 mag 2009 (CEST)[rispondi]
In ogni caso è un parere di cui tenere conto e andrebbe inserito almeno per completezza --82.60.224.207 (msg) 16:59, 15 mag 2009 (CEST) Il mio tono non è poi quello da correzione di compitino: visto che l'intera sezione parla di elementi di logica formale nel pensiero di Parmenide mi sembra adeguato il parere di un logico (Odifreddi). Tra l'altro il parere non è nemmeno suo ma solo ripreso da lui --82.60.224.196 (msg) 20:37, 15 mag 2009 (CEST)[rispondi]
I pareri di cui tenere conto sono quelli di Democrito, Platone, Aristotele, cioé coloro che hanno fatto la storia della filosofia. In questo la voce mi pare abbastanza esaustiva. Non mi sembra corretto invece elevare Odifreddi al rango di "critico di Parmenide". Ripeto, se ci tieni tanto, puoi citare i suoi pareri su Parmenide direttamente alla voce Odifreddi.--Kerron (msg) 18:45, 17 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Non potendo attaccare la critica, si attacca il critico. Mi sembra corretto, anche dal punto di vista della logica formale --82.60.224.179 (msg) 22:09, 17 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Voce da controllare[modifica wikitesto]

Questa voce è in larga parte frutto dell'intervento di questo utente. Mi sono fermato a Secondo alcuni, la splendida donna rappresenterà d'ora in poi il significato della filosofia ovviamente non fontato, come il resto... non commento.--Xinstalker (心眼) (msg) 19:34, 3 nov 2013 (CET)[rispondi]

Parmenide e la storia della filosofia e viceversa[modifica wikitesto]

Ipotizzare la δοξα parmenidea quale non-essere o addirittura attribuire a Parmenide l'intenzione di definirla un non-pensiero conduce a radicalizzare il dubbio sull'opera filosofica di Parmenide, da alcuni ritenuta soltanto poetica, fino a dubitare dello stesso statuto di Parmenide, proprio per tale motivo ritenuto da alcuni pensatore e non propriamente filosofo. La storia della filosofia per molti nasce con Socrate e Platone, per altri con Platone, il resto prima sarebbe preistoria. Per altri i cosiddetti "fisici" sarebbero già propriamente nella storia della filosofia. In questo discorso la concezione della originalità della filosofia quale caratteristica dell'Occidente viene da alcuni confutata e la filosofia attribuita anche alla saggezza orientale, per cui il discorso storico viene allargato a Confucio e ad altri mondi dell'Oriente. A parte l'incertezza storica di chi non riconosce precisione alle datazioni della storia greca né vede possibilità di ordinare epoche fino al punto da recare un inizio definito, non trovo concezioni storiche fuori da questi registri di pensiero, entro i quali però le differenti valutazioni della δοξα nel pensiero di Parmenide rendono impossibile una sintesi che le riunisca in una comunanza o che le comprometta in un nuovo pensiero storico, che in quanto tale non potrebbe essere una invenzione. D'altronde la presunta incertezza sulla storia greca non consente che dubbi. Per queste ragioni l'inclusione delle opinioni di quelli che attribuiscono contraddittorietà al pensiero di Parmenide andrebbero a modificare i suoi tratti biografici. Oltre a non poter capire se Parmenide sia stato filosofo o semplice pensatore, non si saprebbe se definirlo uno sciocco qualunque o un uomo dalla vivissima intelligenza, tranne che non si tenti di approfondire il ruolo politico da lui svolto in Elea. A riguardo si potrebbe affermare che la politica di Parmenide considerò e usò molte affermazioni ovvie quali punizioni per i cittadini riottosi, ma in questo caso le uniche alternative intellettuali dei moderni rispetto a detta δοξα, in considerazione di quella che era la potenza effettiva dei Greci di Occidente, oscillerebbero tra i due concetti di omertà contro la Polis e sproloquio. Tralasciando questo particolare aspetto della questione, continuo per via logica. Dato (!) che Parmenide era un uomo e dato che gli uomini vivono nel tempo, il suo pensiero va collocato nel tempo, nel suo tempo, se ci si volesse riferire alla sua vita, come è necessario a volte. Una volta fatto questo, si può scrivere su di lui, ma non si possono accettare negazioni della validità del suo pensiero senza ritenere Parmenide di Elea una semplice fantasia e non un uomo veramente vissuto. Allora se Parmenide viveva ed era τυραννος aveva le sue ragioni a dargli la potenza del compito, se non era τυραννος nulla avrebbe senso di tutto quello che si dice nel suo nome, dato che le opinioni non sono nemiche del semplice filosofo, ma del politico filosofo. La ragione per cui molti si attardano sui dubbi inutili riguardo a Parmenide è da annoverare nella maggiore o minore indistinzione tra Parmenide, parmenidismo, neoparmenidismo, scuola di Elea, scuole eleatiche, eleati, eleatismo... L'indistinzione è dovuta all'ignoranza sulla politica di Elea, ignoranza che reca però con sé l'altra ignoranza sulla vita di Parmenide. Eppure la presenza nella filosofia degli eventi filosofici di Elea testimonia proprio una determinata e originale oltre che originaria tirannia. Da qui, la necessità di abolire i giudizi di pensiero arbitrari e vuoti attorno alla figura e all'operato di Parmenide di Elea se non si vuol rendere il racconto su di lui un 'cantare' e la storia della filosofia una raccolta di 'canti'.

Mauro Pastore

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

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