Discussione:Operazione Agreement

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Guerra
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LE PERDITE DELLA MARINA REALE BRITANNICA NEL FALLITO SBARCO A TOBRUCH DEL 14 SETTEMBRE 1942 Francesco Mattesini

1°) Incrociatore Coventry – 4290 tonn. Salpò da Porto Said il mattino del 13 settembre, con quattro cacciatorpediniere di scorta del tipo “Hunt” (Belvoir, Dulverton, Hursley e Crome), per appoggiare una incursione di “Comandos” contro Tobruch (operazione “Agreement”). Le truppe destinate all’operazioni, il cui scopo era quello di infliggere gravi distruzioni a quell’importante porto di rifornimento per le truppe italo-tedesche operanti sul fronte di El Alamein, erano partite da Alessandria il giorno precedente a bordo dei due cacciatorpediniere di squadra Sikh e Zulu (vedi Sikh e Zulu), e di tre motolance, queste ultime in formazione con diciotto motosiluranti. Un secondo gruppo di quattro cacciatorpediniere di scorta (Hurworth, Beaufort, Ewxmoor e Aldenham), salpato da Alessandria, alle 09.25 del 13 si ricongiunse al gruppo dell’incrociatore Coventry (capitano di vascello R.I.R. Dendy) a nord della baia di Aboukir, e nella giornata del 14 settembre, merntre era in corso l’operazione di “Commando” contro Tobruch – che si risolse per i britannici in un vero disastro – rimase ad incrociare al largo di Marsa Matruch. Dopo che le batterie costiere dell’Asse avevano affondato il cacciatorpediniere Sikh (vedi Sikh) e danneggiato il gemello Zulu, il gruppo Coventry (denominato Forza D) si spostò verso Tobruch per dare protezione alle navi che si stavano ritirando, ed erano sottoposte a micidiali bombardamenti aerei. I velivoli italiani Mc. 200 del 13° Gruppo Assalto affondarono la motosilurante MTB 308 e le motolance ML 352 e ML 353, mentre formazioni di Ju 87 e Ju 88 tedeschi eliminarono la motosiluranti MTB 310 e MTB 312. Un’altra motosilurante, la MTB 313, finì per incagliarsi nella rada di Tobruch e fu catturata, intatta, da un motodragamine tedesco. Ma fu contro il Coventry (capitano di vascello Dendy) che gli aerei della Luftwaffe conseguirono il successo più rappresentativo. Alle ore 11.40 del 14 settembre, trovandosi a Nord di Marsa Matruch, l’incrociatore costituì il bersaglio principale di una formazione di sedici aerei da bombardamento tedeschi Ju 88 del 1° Gruppo del 1° Stormo Sperimentale (I./L.G.1), decollati da Iraklion (Creta) al comando del capitano pilota Joachim Helbig. Ciascun velivoli era armato con una bomba da 500 chili e tre bombe da 250 chili. Il Coventry, colpito in pieno da quattro bombe, tre delle quali esplosero nei locali delle macchine mentre la quarta apriva un ampio squarcio a prora, e bersagliato anche dal fuoco dei cannoncini e delle mitragliere che aumentarono i danni, rimase immobilizzato, e in quella posizione fu fotografato dallo Ju. 88 del tenente pilota Horst Beeger. Quindi, in preda alle fiamme, venne abbandonato dall’equipaggio tra il quale si dovette lamentare la morte di 63 uomini. Alle 15.15 il cacciatorpediniere Zulu, che poi sarebbe stato affondato un’ora più tardi dagli Stuka tedeschi (vedi Zulu), dette con siluro il colpo di grazia al Coventry che affondò in lat. 32°40’N, long. 28°17’E.

2°) Cacciatorpediniere Sikh – 1.870 tonn. Assieme al gemello Zulu (vedi Zulu) lasciò Alessandria, la notte tra il 13 e il 14 settembre 1942, per partecipare all’operazione “Agreement”, ossia ad una incursione di “Commandos” contro il porto e i depositi di Tobruk (vedi incrociatore Coventry). I due cacciatorpediniere, che imbarcarono 350 fucilieri di marina, nelle prime ore del mattino del 14 raggiunsero le posizioni loro assegnate per lo sbarco dei soldati al largo di Marsa Auda. Ad operazione conclusa, alle 05.05, furono illuminati da riflettori a cui seguì, da breve distanza, il fuoco delle batterie costiere. Inquadrato dai cannoni delle batterie italiane “Tordo”, “Dandolo” e “Grasso” e dai pezzi da 88 mm di una batteria tedesca – la 76a del 46° Reggimento Contraerei – il Sikh (capitano di vascello St.John Aldrich Micklethwait) fu ripetutamente colpito. Una granata immobilizzò il timone, e un incendio scoppio in un deposito di munizioni della torre A, che poi esplose. Un altro proiettile colpì il cacciatorpediniere costringendolo dapprima a diminuire la velocità a dieci nodi e poi, alle 05.20, ad arrestarsi in fiamme, incapace, anche per i danni al timone, di effettuare un qualsiasi movimento. Lo Zulu (capitano di fregata R.T. White), anch’esso danneggiato, tentò di rimorchiarlo, ma poi verso l’alba, mentre era ancora colpito dai proiettili d’artiglieria, fu costretto ad allontanarsi. Il Sikh, con le sale macchine e caldaie allagate, venne allora abbandonato per ordine del suo comandante. Poco dopo le 06.30 – essendo stato anche attaccato da cacciabombardieri italiani MC 200 del 13° Gruppo Assalto (maggiore pilota Renzo Viale) e cannoneggiato dal cacciatorpediniere Crome che gli impartì il colpo di grazia dopo averne recuperato l’equipaggio – il Sikh colò a picco esplodendo. I superstiti, raggiunta la vicina costa, furono fatti prigionieri.

3°) Cacciatorpediniere Zulu – 1.870 tonn. Partecipava all’operazione “Agreement”, lo sbarco di “Commandos” a Tobruk. Venne colpito verso le ore 05.30 del 14 settembre 1942, al largo di Marsa Auda, da proiettili d’artiglieria sparate dalle batterie costiere italiane “Belotti”, “Tordo” e “Dandolo”, e fu costretto ad allontanarsi, alla velocità di trenta nodi, dopo aver cercato inutilmente di rimorchiare l’immobilizzato gemello Sikh (vedi Sikh). Attaccato senza esito da cacciatorpedinieri italiani MC 200 del 13° Gruppo Assalto (maggiore pilota Renzo Viale) e da velivoli da bombardamento tedeschi Ju 88 del 1° e del 2° Gruppo del 1° Stormo Sperimentale (I. e II./LG.1), lo Zulu (capitano di fregata Richard Taylor White), spalleggiato dai cacciatorpediniere di scorta Hursley e Crome arrivati in suo sostegno, raggiunse l’immobilizzato incrociatore Coventry (vedi Coventry), giusto in tempo per dare a quella nave il colpo di grazia con il siluro. Le incursioni contro le unità navali inglesi in ritirata verso Alessandria si susseguirono con intensità crescente da parte di aerei tedeschi del Comando Aereo Africa (Fliegerführer Afrika) e del X Fliegerkorps di base a Creta, che, escludendo i ricognitori e i caccia di scorta, impiegarono per tutta la giornata un totale di centosessantasette velivoli offensivi. Di essi ottantuno erano bombardieri Ju 88, settantatré bombardieri a tuffo Ju 87 e tredici cacciabombardieri Bf 109, mentre da parte italiana intervennero soltanto ventisei cacciabombardieri Mc 200, e dodici aerosiluranti che però non trovarono gli obiettivi da colpire. Naturalmente, essendo l’unità più grande rimasta nella formazione navale britannica, lo Zulu costituì il bersaglio di gran parte dei trenta bombardieri Ju 88 del I. e II./LG. 1, decollati nel pomeriggio dagli aeroporti di Creta, che però non riuscirono a mettere colpi a segno contro il cacciatorpediniere, che reagiva agli attacchi con tutte le sue armi. Tuttavia, le bombe cadute vicino allo scafo causarono allo Zulu una diminuzione della velocità e la messa fuori uso delle apparecchiature radio. Ma era destino che per il menomato cacciatorpediniere si realizzasse un epilogo fatale; e ciò si verificò per un attacco dei velivoli del Fliegerfuhrer Afrika, e precisamente per opera di una formazione di diciannove Ju 87 del 3° Gruppo del 3° Stormo Stuka (III./St.G.3), guidati dal capitano Kurt Walter. Alle ore 16.15 una bomba da 250 chili esplose nella sala macchine dello Zulu, determinando l’allagamento delle sale caldaie e macchine, e arrestandone la velocità. Il cacciatorpediniere, sbarcati i “Commandos” che ancora erano a bordo e quasi tutto l’equipaggio sul Crome, fu preso a rimorchio dall’Hursley (tenente di vascello William John Patrick Church). Ma poichè la sua galleggiabilità era compromessa dalle forti entrate d’acqua in carena, fu definitivamente abbandonato, anche dal nucleo degli uomini che era rimasto a bordo per le operazioni di rimorchio. Alle 21.54 lo Zulu, sbandando sulla dritta e capovolgendosi, affondò rapidamente in lat. 32°00’N, long. 28°56’E, a nord di Marsa Matruch. Ciò avvenner prima che fosse potuto intervenire il rimorchiatore Brigant, fatto partire da Alessandria, scortato dai cacciatorpediniere Aldenham e Belvoir e dei velivoli da caccia a lungo raggio Beaufighter del 252° Squadron della R.A.F. Con lo Zulu si persero trentotto uomini, compresi quattro ufficiali.

4°) Motosiluranti MTB 308, MTB 310, MTB 312 MTB 314, 45 tonn. Unità della 15a Flottiglia, comandata dal tenente di vascello Denis Jermain, che si trovava imbarcato sulla MTB 309, facevano parte di un gruppo di diciotto motosiluranti, che il 13 settembre 1942 lasciarono Alessandria per partecipare ad un’operazione di Commandos contro Tobruch, il principale scalo della Cirenaica per l’arrivo dei rifornimenti dell’Asse destinati al fronte di El Alamein (operazione “Agreement”). Il compito delle motosiluranti, che con le tre motolancie ML 349, ML 352 e ML 353 costituivano la cosiddetta Forza C, era di penetrare nella rada di Tobruch, per attaccarvi il naviglio all’ancora e quindi, sbarcando duecento guastatori, distruggere le opere portuali. L’operazione non ebbe successo, in quanto l’entrata al porto di Tobruch venne tempestivamente chiusa dagli italiani con uno sbarramento lungo le difese retali di diciassette motozattere (in parte della 6a Flottiglia tedesca), appoggiate dalle torpediniere Generale Antonino Cascino, Castore e Generale Carlo Montanari. Ne conseguì che quando verso le 03.00 del 14 settembre le motosiluranti britanniche si avvicinarono all’ingresso della rada, per forzare le ostruzioni retali, furono controbattute ed infine respinte dal nutrito fuoco sviluppato, con cannoni e mitragliere, dalle torpediniere e delle motozattere, a cui si aggiunse successivamente il tiro delle batterie costiere. A partire dall’alba, aerei da caccia italiani della 5a Squadra Aerea e aerei da bombardamento e tedeschi del X Fliegerkorps e del Fliegerführer Afrika attaccarono a più riprese le motosiluranti in ritirata. Particolarmente efficaci si dimostrarono le azioni a bassa quota degli Mc 200 italiani del 13° Gruppo Assalto (maggiore pilota Renzo Viale) che, armati con bombe alari da 50 chili, alle ore 07.30 incendiarono e affondarono la MTB 312 (tenente di vascello I.A. Quarrie), il cui equipaggio fu raccolto dalla MTB 266. Sempre per opera degli MC 200 del maggiore Viale furono affondate le motolance ML 352 e ML 353 (vedi ML 352 e ML 353), e fu immobilizzata la MTB 308 (tenente di vascello Roy Yates), la cui sorte era però già segnata. Infatti un velivolo tedesco Ju 88, facente parte di una formazione di venti bombardieri del 2° Gruppo del 1° Stormo Sperimentale (II./LG.1), colpito dal fuoco delle mitragliere delle motosiluranti, precipitò sulla MTB 308 che affondò, disintegrandosi, con l’intero equipaggio. Decedettero anche i quattro uomini del velivolo, che apparteneva alla 4a Squadriglia (4/LG.1), ed aveva per capo equipaggio il sottufficiale Karl-Heinz Bruns. La MTB 310 (tenente di vascello Stewart Lane), dopo essere stata attaccata da cinque cacciabombardieri italiani Mc 200 dell’8° Gruppo Assalto, al comando del capitano pilota Sansone), fu affondata nel pomeriggio a nord di Marsa Matruh da una formazione di otto Ju 87 tedeschi del 3° Stormo Stuka (St.G.3). I superstiti dell'unità britannica raggiunsero la costa egiziana. La MTB 314 (tenente di vascello H.W. Sheldrick), che nel tentativo di forzare l’entrata del porto di Tobruch si era arenata a Marsa Sciausc ed era stata abbandonata dall’equipaggio (che inutilmente tentò di distruggerla con carica esplosiva che non si attivò), poi raccolto dalla MTB 261, fu catturata, praticamente indenne, dal motodragamine germanico della 6a Flottiglia R 10 (tenente di vascello Paul Reischeauer). Questo, dopo aver disincagliato la MTB 314, la guidò in porto con la bandiera tedesca a riva. Ribattezzata RA 10 e immessa in servizio nella Marina germanica quale unità trasporto siluri, la motosilurante fu affondata il 30 aprile 1943 presso Augusta (Sicilia) da quattro aerei da caccia Spitfire del 249° Squadron della RAF, decollati da Malta.

5°) Motolance ML 352, ML 353, 73 tonn. Uscirono da Alessandria, assieme alla ML 349, per partecipare ad una operazione di Commandos contro Tobruch, denominata operazione “Agreement” (vedi incrociatore Coventry, cacciatorpediniere Sikh e Zulu, motosiluranti MTB 308, 310, 312, 314). Le tre motolance, che imbarcavano un reparto di guastatori destinati a distruggere impianti e opere portuali, il mattino del 14 settembre 1942 si avvicinarono alle ostruzioni di difesa del porto. Ma non riuscirono a porre in atto il compito affidato poiché vennero efficacemente contrastate dapprima dalle batterie costiere e, successivamente, dagli aerei italiani MC 200 del 13° Gruppo Assalto (maggiore pilota Renzo Viale) che incendiarono e fecero esplodere la ML 352 (tenente di vascello G.R. Worledge) e la ML 353 (tenente di vascello E.S. Michelson). I supestiti della ML 353 furono raccolti dalla torpediniera italiana Castore. Nella stessa azione i velivoli del 13° Gruppo Assalto affondarono la motosilurante MTB 312. Contribuirono anche all’affondamento della MTB 308, sulla quale, rimasta immobilizzata, precipitò un velivolo Ju 88 tedesco della 4a Squadriglia del 2° Gruppo del 1° Stormo Sperimentale (4./LG.1) del X Fliegerkorps, che era stato colpito dalle mitragliere delle motosiluranti.

Francesco Mattesini,

Roma, 30 maggio 2012

Francesco Mattesini, “Navi Militari delle Marine Alleate affondate nel Mediterraneo durante la seconda guerra mondiale”, Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Parte Prima, Giugno 2001 e Giugno 2002. Il testo e stato riveduto e ampliato dall’Autore per eventuale prossima pubblicazione.