Discussione:Metodo della scomposizione dei parametri

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--Quidado (msg) 22:34, 3 gen 2009 (CET)Per inesperienza non rieco a collegare questa voce, orfana, ad altre: neppure a "responsabilità sociale d'impresa". Puoi aiutarmi? Grazie--Rodko (msg) 16:55, 11 apr 2008 (CEST)[rispondi]

Ho aggiunto il link alla voce --Caulfieldimmi tutto 19:00, 11 apr 2008 (CEST)[rispondi]

Benvenuto e grazie!--Rodko (msg) 10:25, 12 apr 2008 (CEST)[rispondi]

Curiosità[modifica wikitesto]

Non conoscevo il metodo. A dire la verità la sua esposizione mi pare un po' troppo sommaria, nel senso che, trovandomi di fronte ad un bilancio d'esercizio, non avrei la minima idea di come applicarlo, di quali parametri usare, ecc.

Mi chiedo anche se, oltre ad essere stato proposto in più sedi, venga attualmente utilizzato in concreto da qualcuno, ad esempio se i risultati della sua applicazione sono pubblicati e consultabili. Mi sembrerebbe importante precisare quest'aspetto, altrimenti il metodo rischia di essere inteso o come pura esercitazione teorica, o come piccola curiosità storica legata al breve periodo che va dall'avvio delle perestroika alla prima parte dell'epoca di Eltsin, un breve periodo ormai ampiamente superato dagli eventi.

--Leitfaden (msg) 14:46, 23 set 2008 (CEST)[rispondi]

Applicazioni[modifica wikitesto]

Sollecitato dalla "Curiosità" di Leitfaden e mia, ho cercato notizie sulla concreta applicazione del "Metodo della scomposizione dei parametri", Russia a parte, anche in Italia. Sui precedenti non so dove sbattere, ma sono venuto a conoscere che attualmente sono interessate alla sua applicazione una grande "multiutility" e una Fondazione, cui partecipano università ed aziende. Prenderò contatto con loro e mi farò autorizzare a rivelarne i nomi.--Maribetti (msg) 11:32, 29 set 2008 (CEST)[rispondi]

Sarebbe interessante conoscere anche i risultati, se vorranno comunicarli! Infatti, la responsabilità sociale d'impresa, che il Metodo di Pallavicini asseconda, da qualche anno è molto presente in convegni e incontri di studio, ma al di là di molti discorsi

e della creazione di alcuni enti di iniziativa confindustriale e bancaria che organizzano dibattiti ed assegnano riconoscimenti, nel concreto ambito dell'attività economica si fa ben poco. Quindi ben venga l'applicazione di un metodo che valuta più profondamente e concretamente i risultati ottenuti nell'attenzione ad aspetti "non direttamente economici", ma aventi una valenza anche economica, per i positivi effetti sull'atteggiamento degli stakeholders. Tuttavia, a mio parere, il valore del "Metodo" in questione sta soprattutto nell'avere anticipato sin dagli anni 1960, l'opportunità di tener conto di fattori interni ed esterni all'impresa, che caratterizzano la vita e l'"habitat" dell'impresa stessa ed assecondano istanze etiche, sociali, culturali e ambientali, talvolta trascurate nella ricerca del massimo profitto che rimane, come è giusto sia, il fondamentale obiettivo dell'attività d'impresa; "non profit" a parte. Per tutto ciò la discussione sul "Metodo" di Giancarlo Pallavicini andrebbe soprattutto orientata all'ambiente ed alle circostanze nei quali è stato ideato e proposto, ad anticipare sviluppi che solo un quarantennio dopo sembrano diventare attuali, anche secondo la biografia di Giancarlo Pallavicini nell'Enciclopedia Biografica Universale della Treccani, edita nel 2007.--2Michea (msg) 12:15, 29 set 2008 (CEST)[rispondi]

Perdonate, ma aggiungerei anche un senso delle proporzioni. Se cerchiamo anticipazioni della "opportunità di tener conto di fattori interni ed esterni all'impresa" il primo nome che mi viene in mente è Alfred Marshall, che scrisse molto prima del 1960. Oggi, poi, abbiamo veri e propri standard internazionali (SA 8000, AA1000, ISO 26000); esistono organizzazioni internazionali quali la SAI, l'ISEA, il CESE. Questa è oggi la realtà della responsabilità sociale d'impresa. I casi sono due: o il metodo di Pallavicini (di cui la voce dice, a mio parere, ancora troppo poco per poterlo anche solo capire, prima che valutare) è concretamente recepito e usato nella realtà attuale della responsabilità sociale d'impresa, oppure Pallavicini è solo uno dei tantissimi precursori di istanze che oggi hanno assunto altra forma (per capirci: anche Platone, nella Repubblica, parla di divisione del lavoro, ma a nessuno verrebbe in mente, solo per questo, di citare anche lui ogni volta che sembrasse corretto citare Adam Smith).
Per questo vorrei capire in cosa consiste, concretamente, il suo metodo e, soprattutto, se è effettivamente utilizzato nell'ambito delle ricerche e delle prassi attuali in materia di responsabilità sociale d'impresa.
Nelle more, mi ispira cautela il fatto che, cercando su http://econpapers.repec.org/, non si trovi assolutamente nulla se si cerca "Giancarlo Pallavicini". --Leitfaden (msg) 14:03, 29 set 2008 (CEST)[rispondi]

Formattazione[modifica wikitesto]

Ho tolto l'annotazione perché la formattazione introdotta la rendono superflua. Spero la procedura sia corretta. Se così non fosse ringrazio sin d'ora chi vorrà precisarmelo.--Quidado (msg) 22:34, 3 gen 2009 (CET)[rispondi]

Formattazione[modifica wikitesto]

A seguito dei frequenti richiami nei quali mi sono recentemente imbattuto, ho tolto la riserva sull'ultima parte, indicando in nota alcune fonti. Sull' ultima di queste leggo che il "Metodo" è stato adottato da una grande impresa anche in Italia, che ne presenterà gli elaborati nelle manifestazioni per il centenario dalla fondazione.

A me piacerebbe capire in cosa consiste, in concreto, questo metodo, perché dalla voce non riesco a capirlo. Nel frattempo, ho cercato anche su Google Scholar e non ho trovato assolutamente nulla su Giancarlo Pallavicini... --Leitfaden (msg) 00:33, 15 feb 2009 (CET)[rispondi]