Discussione:Marco Biagi

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Facolta' di economia Biagi[modifica wikitesto]

Siamo su di una enciclopedia: questa e' la voce su Marco Biagi a cui giustamente e' stata dedicata una facolta' universitaria. STOP Commenti estesi sulla facolta' si mettono creando una voce apposita sulla facolta' o un paragrafo entro la voce dell' universita', dove questa facolta' sara' descritta per bene. Anche eventuali classifiche devono essere ben citate, ossia: Titolo del rapporto Censis e l' anno, (considerata la variabilita' temporale di queste classifiche) e magari un link ad esso. --Bramfab Parlami 18:36, 19 feb 2007 (CET)[rispondi]

Nell'articolo manca completamente ogni riferimento alla criminalizzazione che Biagi subì da parte di Cofferati e che nell'opinione stessa del professore avrebbe potuto portare (come poi si è verificato) al suo omicidio. "Ora collaboro anche con Confindustria e Cisl, nonché con lo stesso ministro Maroni, realizzando sul piano tecnico un astregia di flessibilità sul lavoro. Sono molto preoccupato perché i miei avversari (Cofferati in primo luogo) criminalizzano la mia figura". "Non vorrei che le minacce di Cofferati (riferitemi da persona assolutamente attendibile) nei miei confronti venissero strumentalizzate da qualche criminale". "Il timore è che si ripeta con me un caso D'Antona".

Qualcosa penso si possa inserire, ma l'opinione secondo cui Cofferati è il mandante politico-sindacale dell'omicidio Biagi è fortemente POV, a mio avviso. Era ovvio che Cofferati, leader del più grande sindacato italiano, si schierasse contro la riforma del lavoro di Biagi, che d'altra parte era contrastata al tempo anche da altre organizzazioni sindacali, a parte la Cisl che ne approfittava per smarcarsi(e che tuttora va dicendo che il precariato non esiste). Cofferati non faceva che esprimere la sua opinione di sindacalista, ma nel dibattito politico Biagi e altri si espressero criminalizzando Cofferati come brigatista e terrorista, sono formule del dibattito politico che ben conosciamo. Sarebbe interessante, invece, se fosse possibile trovare fonti oggettive sulle eventuali minacce di morte rivolte da Cofferati a Biagi. Cosa che a mio avviso è molto difficile. --Antiedipo 09:00, 20 ago 2007 (CEST)[rispondi]
Sulle minacce di morte non so aiutarti, perché non ne ho mai sentito parlare, ma le frasi sopra virgolettate sono dello stesso Biagi e sono indubbiamente una citazione da fare per obiettività storica. Di certo manca una contestualizzazione dell'omicidio: parlando delle dure critiche di Cofferati non si può certo definirlo mandante, sarebbe più obiettivo limitarsi a parlare di criminalizzazione senza scomodare termini (come appunto mandante) che, oltre a non essere NPOV sono anche pesanti e ingiustificati. In effetti il paragrafo sull'omicidio è scarno e così com'è poco significativo, questa integrazione inizierebbe a dargli una forma.

Non capisco ( non sono esperto di Wikipedia) perché l'osservazione sull'assenza di un riferimento alle parole di Biagi sul comportamento di Cofferati, giudicata opportuna anche da un altro osservatore, non porti ad una correzione della voce. Cosa è che impedisce a questi commentatori di apportare la modifica?

Probabilmente il fatto che si tratta di una notizia senza fonti a supporto e probabilmente falsa. Chiedo scusa, ho verificato sul sito di Repubblica. Le parole sono effettivamente attribuite direttamente a Marco Biagi e rappresentano senz'altro la sua percezione. D'altra parte il link è contenuto nella voce e lo si può leggere direttamente (cosa senz'altro migliore di una "traduzione" nella voce). -- Septem Discutiamone 18:26, 2 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Legge Biagi[modifica wikitesto]

Esiste una netta differenza tra il “libro bianco” sull’occupazione di Biagi e la legge 30 (che non è la legge di Marco Biagi, ma semmai di Maroni). Il "libro bianco" di Biagi prevedeva infatti di accompagnare le flessibilità a riequilibri sociali ed a una riscrittura del sistema degli ammortizzatori sociali. In particolare Biagi segnalava 2 punti di ingiustizia sociale: l’equità intergenerazionale e le diverse tutele di trattamento tra occupati e disoccupati. Insomma, segnalava il disagio di esser giovani e disoccupati (se poi si è donna che vive al Sud…). Scriveva: “la struttura della spesa sociale italiana denota un’accentuata caratterizzazione pensionistica ed una bassa incidenza tanto dei trattamenti di disoccupazione quanto di quelli assistenziali a favore di soggetti in età lavorativa”. Come dire: spendiamo troppo poco in ammortizzatori sociali e troppo in pensioni. E ancora: in Italia “tra le persone in cerca di lavoro vi è una quota elevata di persone in cerca del primo impiego, non coperte dagli schemi assicurativi contro la disoccupazione”, e ciò in quanto “il prevalere della tutela dei rapporti in essere – ha reso meno pressante l’esigenza di fornire un sostegno a fronte del rischio di disoccupazione e, al tempo stesso, producendo una frattura tra occupati e inoccupati, ha contenuto la platea di potenziali beneficiari dei trattamenti di disoccupazione comunque esistenti”. Tratto dal Blog di Beppe Grillo: http://www.beppegrillo.it/ "La Legge Maroni" del 27 Settembre 2007


Incipit biografia[modifica wikitesto]

Scusate, non comprendo la cronologia dell'incipit della parte biografica.

Marco Biagi nasce il 24 novembre 1950 a Bologna, città in cui è sempre vissuto. Dopo la maturità classica, frequenta la Facoltà di Giurisprudenza nell’Università degli Studi di Bologna dove, a ventidue anni [NOTA: e quindi nel 1972], si laurea con il massimo dei voti e lode, con Giuseppe Federico Mancini come relatore. Nei giorni immediatamente successivi alla laurea, 1969 [NOTA: non puo' essere un momento antecedente il 1972], vince una borsa di studio di perfezionamento in diritto del lavoro presso il collegio medico-giuridico di Pisa (attuale Scuola Superiore Sant'Anna), sotto la guida di Luigi Montuschi. In quegli anni entra nella redazione della rivista Quale Giustizia diretta da Federico Governatori.