Discussione:Manuela Di Centa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Questa voce rientra tra gli argomenti trattati dai progetti tematici sottoindicati.
Puoi consultare le discussioni in corso, aprirne una nuova o segnalarne una avviata qui.
Sport
Biografie
ncNessuna informazione sull'accuratezza dei contenuti. (che significa?)
ncNessuna informazione sulla scrittura. (che significa?)
ncNessuna informazione sulla presenza di fonti. (che significa?)
ncNessuna informazione sulla presenza di immagini o altri supporti grafici. (che significa?)

Perchè di? Sul sito ufficiale leggemmo Di, anche nel articulo Giorgio Di Centa. 84.50.241.29 00:39, 13 feb 2006 (CET)[rispondi]

Corretto: grazie! Ciao! - Alec 00:50, 13 feb 2006 (CET)[rispondi]

Varie affermazioni senza fonti e non neutrali[modifica wikitesto]

Ho segnalato l'intero paragrafo "Doping e rivalità con Stefania Belmondo" come non neutrale e senza fonti. Passo ad analizzare punto per punto le motivazioni.

La Di Centa non fu mai scoperta fare uso di doping.

Il fatto di non essere scoperti a fare uso di doping non significa che se ne sia fatto effettivamente uso, peraltro senza che nessuno se ne accorgesse. Anche per le accuse di slealtà sportiva, vale il principio di presunzione di innocenza.

Tuttavia, fu una degli atleti pazienti del Dott. Francesco Conconi, che fu accusato di somministrare EPO ai suoi atleti.

Non sono presenti in questa voce fonti affidabili che confermino che: a) la Di Centa è stata paziente del dott. Conconi; b) il dott. Conconi somministrasse EPO agli atleti di cui era medico.

Anche se le due affermazioni fossero vere - non sono un appassionato di sci e non conosco la vicenda del dott. Conconi - allo stesso modo non posso ritenere valido, in mancanza di prove evidenti, il sillogismo per cui "Di Centa è paziente di Conconi - Conconi somministrava EPO ai suoi pazienti impegnati in gare sportive - Di Centa assumeva EPO".

Durante la sua carriera, ebbe una intensa rivalità con Stefania Belmondo, l'altra grande leader del movimento fondistico femminile italiano. Sebbene non sia mai stato confermato, il motivo pare essere stato l'opposizione della Belmondo alle pratiche illegali della Di Centa.

Ancora una volta, nessuna fonte. Ci si basa su una ipotesi che si presenta come mai confermata(!) per affermare che la rivalità Belmondo-Di Centa, anziché essere frutto di una naturale lotta per primeggiare, abbia alla base questioni di lealtà sportiva.

Inoltre, dal fatto che la Belmondo non abbia mai fatto ricorso a pratiche dopanti (e in ossequio al principio di presunzione di innocenza, lo diamo per assodato) non discende - non può discendere - il fatto che la Di Centa ne facesse uso.

Alle Olimpiadi di Salt Lake City, la Di Centa tentò di abbracciare la Belmondo dopo la vittoria di quest'ultima nella gara d'apertura, ma la Belmondo si sottrasse.

Presa da sola, questa affermazione è già di suo da {{Citazione necessaria}} (mi rifiuto di credere che un articolo, pure un trafiletto, dove si parla della cosa non esista). Nel contesto appena analizzato, addirittura il mancato abbraccio fra le due atlete è una prova non già della profonda rivalità, ma del fatto che la Di Centa assumesse doping.

Preciso che la mia non vuole essere una difesa d'ufficio della Di Centa, ma una difesa d'ufficio dei nostri pilastri che prevedono un punto di vista neutrale e la citazione delle fonti per ogni affermazione di rilievo. Un paragrafo del genere è l'opposto di quanto chiediamo. -- Sannita - L'admin (a piede) libero 18:58, 25 gen 2009 (CET)[rispondi]

Non è che le prove non esistano[modifica wikitesto]

Riguardo al doping della Di Centa: Cito testualmente dalle motivazioni della prescrizione nel processo Conconi:

Non solo il professor Francesco Conconi e gli altri due imputati, i suoi collaboratori Giovanni Grazzi e Ilario Casoni, sapevano del trattamento di epo al quale erano sottoposti gli atleti da loro seguiti: ma si adoperavano sulla scorta di un continuo monitoraggio ad ottimizzare e mantenere sotto controllo gli effetti dell' uso continuato di sostanza dopante: l'eritropoietina. E cio' nell' ottica precisa dell' indispensabile ausilio agli atleti preparati e seguiti nel conseguimento di importanti risultati sportivi con tale mezzo illecito. [...] Ne' sarebbe logico - osserva Oliva - non vedere (tenuto conto del numero e della frequenza dei controlli-esami e del loro interessare solo alcuni atleti e sempre gli stessi) che una pratica di assunzione sistematica e finalistica (in vista dei piu' importanti appuntamenti delle stagioni agonistiche) di eritropoietina da parte degli atleti non avrebbe potuto essere attuata e soprattutto perseguita tanto a lungo se non dietro la garanzia preventiva di un' adeguata e serrata assistenza medica, quella - appunto - praticata dal centro nel corso degli anni del file Dblab, legata tanto all'ottimizzazione degli effetti della 'terapia' quanto alla necessita' di tenere monitorate le condizioni fisiche dei singoli campioni per ridurre le spiacevoli conseguenze sulla salute legate al trattamento. Gli atleti, di conseguenza, potevano sapere, o credere di sapere, fin dove spingersi e come ottimizzare le proprie risorse fisiche e la propria singola risposta al farmaco.


La Di Centa è presente nel file "dblab" sopraccitato tra i pazienti di Conconi. Per meglio chiarire, cito dall'Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08754 del Senato della Repubblica

[...]l'indagine, condotta dal PM Pier Guido Soprani, si è conclusa il 26 ottobre 2000 con le seguenti decisioni: che Carraro, Gattai, Pescante e Pagnozzi sono stati ritenuti responsabili di aver commissionato allo staff del professor Conconi, nell'arco di molti anni, una serie di pratiche dopanti su atleti azzurri di diversi sport, allo scopo di conseguire medaglie ed altri importanti risultati nelle principali competizioni internazionali. Tale posizione è stata archiviata per prescrizione, e non per innocenza. Il PM ha accompagnato la richiesta di archiviazione con pesantissime accuse nei confronti dei sopra citati dirigenti; parallelamente, il PM Soprani ha chiesto il rinvio a giudizio per Conconi e per alcuni suoi assistenti, accusandoli di aver favorito o anche attuato pratiche dopanti su numerosissimi atleti, tra i quali Manuela Di Centa. I legali di Conconi, in sede di udienza preliminare, si sono opposti alle accuse ed il GIP ha disposto una superperizia sulle documentazioni mediche. La superperizia ha confermato, ed anzi aggravato, le accuse stesse anche se, seguendo un criterio più rigoroso e garantista di quello adottato in precedenza dai periti della Procura, ha ristretto il numero degli atleti per i quali si confermava l'avvenuta somministrazione di EPO da circa 60 a 33. Tra questi ha pienamente confermato il nome di Manuela Di Centa; considerato che: dopo la superperizia, il GIP ha disposto il rinvio a giudizio ma commettendo l'errore di modificare - e non poteva farlo - il capo d'imputazione del PM. Conseguentemente il giudice, alcuni mesi dopo, non ha potuto fare altro che restituire il fascicolo al GIP imponendogli di riformulare l'imputazione. In questo modo è trascorso un ulteriore, lungo lasso di tempo prima di giungere finalmente al dibattimento. I legali di Conconi hanno chiesto ed ottenuto il rito abbreviato chiedendo al giudice: a) il proscioglimento per non aver commesso il fatto; b) in subordine, il proscioglimento perché il fatto non costituiva reato; c) in subordine ancora, il proscioglimento per prescrizione. Il giudice ha rigettato la prima richiesta ed ha argomentato confermando le accuse a Conconi e ai suoi assistenti in relazione ai 33 atleti tra i quali Manuela Di Centa; ha poi rigettato anche la seconda richiesta, confermando che i fatti imputati costituivano reato; ha infine concesso - né poteva fare altrimenti - l'archiviazione per prescrizione; Manuela Di Centa è stata quindi considerata dopata con EPO sia dal perito della Procura che dai superperiti nominati dal giudice su richiesta della stessa difesa di Conconi

Essendoci quindi una sentenza della magistratura, si può tranquillamente scrivere che la Di Centa sia stata cliente di Conconi, e in base alle motivazioni della stessa sentenza, si può affermare pure che facesse uso di doping, pur mancando una sentenza specifica del tribunale antidoping o di qualche altro organo di giustizia sportiva su Manuela di Centa. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 79.31.81.191 (discussioni · contributi).

No, non si può. E proprio perché manca «una sentenza specifica del tribunale antidoping o di qualche altro organo di giustizia sportiva su Manuela di Centa»...--CastaÑa 01:13, 12 mag 2014 (CEST)[rispondi]

Passo rimosso[modifica wikitesto]

Riporto passo oscurato da tempo e ora rimosso dal testo, con relativo commento:--CastaÑa 01:13, 12 mag 2014 (CEST)[rispondi]

Tuttavia per incomprensioni con il presidente della Fisi Gattai Manuela rinuncia alla Nazionale, ritornando sui suoi passi solo alcuni anno dopo, nel 1986. Dopo la clamorosa rottura con la Fisi e le incomprensioni con il presidente Gattai, all'età di 23 anni rientra nella federazione. NB: passo confuso e senza fonti. Che cosa vuol dire "incomprensioni"? E "rinuncia alla nazionale"? A che titolo allora ha partecipato alle Olimpiadi dell'84?

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Manuela Di Centa. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 11:09, 23 mar 2018 (CET)[rispondi]

è assolutamente ridicolo che nella voce non si faccia neanche accenno alle accuse di doping (non solo documentate nel corso degli anni, ma provate dalla magistratura italiana). Ho letto la discussione precedente, e sembra che chi scrive in favore dell'oblio della questione sia un avvocato della Di Centa più che un wikipediano...