Discussione:Lingua sarda

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Salve a tutti, sono uno studente di lettere di Roma e sto studiando proprio adesso, con vivo interesse, il processo di formazione della lingua italiana. Se può esservi utile, cito un testo: L'Italiano contemporaneo, di Paolo D'Achille, il Mulino. Nel suddetto testo (ma la cosa è stata ripetuta anche durante la lezione dallo stesso prof. D'achille) ho potuto leggere che il Sardo non è noverabile fra i dialetti italiani. Secondo le fonti da me citate, infatti, mentre i vari dialetti della nostra penisola si sarebbero originati dalla "frammentazione romanza" succeduta al crollo dell'impero romano, il sardo sarebbe stato influenzato, durante il suo processo di formazione, da tipi linguistici diversi e si sarebbe inoltre originato in tempi molto più antichi. In pratica mi è sembrato di capire che il sardo non abbia avuto le stesse influenze linguistiche di sostrato e super-strato che invece sono comuni nei processi formativi degli altri sistemi linguistici italici, che poi sono stati chiamati dialetti. Questo basterebbe a fare del sardo una lingua, se non ho capito male. Mi scuso in anticipo nell'eventualità di aver male interpretato le fonti che ho preso in considerazione.

In realtà la faccenda è ancora più complessa (tra l'altro oggi la distinzione tra lingua e dialetto non ha più valore scientifico) ma sono ormai più di 100 anni che gli studiosi di linguistica sono concordi nel considerare il sardo una lingua. --Dch discutiamone 16:38, 7 nov 2006 (CET)[rispondi]


Sebbene all'inizio dell'articolo si pigi sul pedale per farla passare per una lingua (cosa contraddetta vistosamente poi nel testo, dove viene ridotta sempre più a quello che in realtà è), anche in questo caso - come già per la lingua veneta e la lingua friuliana - secondo me si dovrebbe parlare di dialetto. Con tutto il rispetto per la Sardegna, i sardi e la parlata sarda. E senza voler far esplodere una guerra dialettica e ... dialettale. - Twice25 (talk) 15:28, Set 9, 2004 (UTC)

La lingua sarda è riconosciuta dallo stato, tant'è che in Sardegna è in vigore il bilinguismo. La lingua friulana e quella veneta no. Vedi legge regionale 15 ottobre 1997, n. 26, (qui un po' di materiale). Il tuo punto di vista mi ricorda quello di un Senatore a vita occhialuto... passato DC?-)

BW


Guarda BW (intanto: bentornato) che a me sta bene che i sardi siano fieri e consapevoli di essere titolari di una propria lingua originale (sia pure posta in minoranza rispetto a quella nazionale, l'italiano); ho molti amici originari della Sardegna ma nessuno mi ha mai fatto accenno di ciò. Ripeto: con la mia osservazione non volevo scatenare alcuna guerra. Casomai ho dimostrato, mio malgrado, che può capitare che un italiano non conosca a fondo e a pieno certe realtà del paese in cui vive. Ultima cosa: non ho capito bene il tuo riferimento a un senatore a vita occhialuto ... con quel che segue. Se vorrai darmi lumi ... (magari nella mia talk) - Twice25 (talk) 09:32, Set 13, 2004 (UTC)
Tutte queste discussioni andrebbero secondo me fatte in un'unica pagina; cmq lo stato italiano ha riconosciuti anche la minoranza linguistica friulana, tanto nelle scuole si insegna il friulano; se poi non c'è il bilinguismo in Friuli, è perchè purtroppo una regione friulana non esiste...--Klenje 10:01, Set 13, 2004 (UTC)
Scusami hai ragione. :BW 12:08, Set 13, 2004 (UTC)


Se Twice avesse frequentato anche un solo anno di liceo saprebbe bene che la lingua sarda è riconosciuta come tale all'unanimità dai glottologi. Il sardo, infatti, è una lingua oltre che giuridicamente (fonti principali: carta europea delle lingue regionali e minoritarie, 05/11/1992; convenzione-quadro europea per la protezione delle minoranze nazionali, 01/02/1995; articoli 6 e 9 della Costituzione della Repubblica italiana; legge costituzionale 23/09/1993 n. 2; legge della Regione autonoma della Sardegna 15/10/1997 n. 26) anche, e soprattutto, perché lo hanno stabilito i glottologi. Questo è chiaramente indicato in tutti i testi di latino che mi sono passati di mano, i quali hanno di norma sempre un breve capitolo di linguistica, di solito all'inizio, propedeutico al fine di inquadrare correttamente il latino, il greco e le lingue derivate. Tutti i testi presentano la canonica suddivisione del macrogruppo indoeuropeo nei ceppi romanzo, ugro-finnico, slavo e germanico; il ceppo romanzo a sua volta comprende le lingue neolatine occidentali, di cui fa parte il sardo (e non ho MAI trovato un testo che non lo includesse, e vi assicuro che nella mia lunga carriera di studente e studioso me ne son passati a centinaia per le mani), e le lingue neolatine orientali, di cui fa parte il ladino (o romancio). Cito queste due lingue perché si tratta delle lingue neolatine più conservative, dette appunto reto-romanze: altro elemento puntualmente riportato in tutti i libri, anche quelli della scuola media. Eh sì, caro Twice, perché anche alle medie si studiano queste cose; non dirmi che non ti ricordi di aver studiato Dante e Petrarca e la storia della lingua italiana... perché se così fosse ti devo fare i miei complimenti per l'arroganza. Ho il massimo rispetto, infatti, per chi ha un basso livello di scolarizzazione, ma che pretenda di insegnare cose a chi è più preparato di lui... e beh, questo non lo tollero. Detto questo, siccome oggi mi sento buono, e anche perché la intranet aziendale non funziona e quindi non posso lavorare, ti offro io una ripetizione della storia di questa lingua. Dalla disgregazione del latino sono nati i cosiddetti volgari, o dialetti (si definisce dialetto, infatti, la degenerazione di una lingua, parlata localmente e diffusa prevalentemente per via orale, motivazione per cui non ha una grammatica ben definita e presenta numerose varianti al suo interno), tra cui il toscano, elevato a lingua nazionale poiché imposto come tale da Dante Alighieri e Francesco Petrarca, che l'avevano imposto come lingua letteraria. Il sardo è considerato più conservativo del toscano perché nella zona della Barbagia si era già sviluppato circa 200 anni prima del toscano. Infatti tutti gli idiomi parlati nella penisola italica e nelle isole vicine sono contemporanei o addirittura antecedenti, e di molto, al toscano (come appunto il sardo) e se c'è un solo motivo per cui è sbagliato chiamarli dialetti è questo. Quando li si chiama dialetti, infatti, sarebbe bene specificare che sono dialetti del latino e non dell'italiano, e che lo stesso italiano è un dialetto del latino (il toscano). Oltretutto, se vogliamo essere precisi, il sardo è una lingua neolatina occidentale (come il francese, che sarebbe la langue d'oïl, il franco-provenziale, alias langue d'oc, lo spagnolo castigliano, lo spagnolo catalano e lo spagnolo galiziano) e l'italiano, cioè il toscano, è una lingua neolatina orientale (come il romancio e il rumeno). Detto questo, mi chiederai allora perché l'italiano presenta una sola variante ufficiale e il sardo no. Te lo spiego sùbito. L'italiano è stato adottato come lingua ufficiale anche dal Regno di Sardegna, poi divenuto Regno d'Italia, in quanto come ben saprai il Regno di Sardegna non è mai stato in mano ai Sardi (l'inglese e il francese si parlano in mezzo mondo ma non per questo sono da considerarsi le lingue originarie dei rispettivi luoghi in cui si parlano). Per cui il sardo si è continuato a parlare, ma negli atti ufficiali e nell'insegnamento si utilizzava l'italiano e questo ha fatto sì che il sardo prendesse direzioni diverse, al punto che esso stesso ha generato dei dialetti (esistono i dialetti sardi, ma non i dialetti italiani, e questo anche perché l'italiano è stato imparato dalla stragrande maggioranza della popolazione quando si è diffusa la televisione, quindi in tempi fin troppo recenti per potersi essere già 'disgregato'. Sta giusto ora ora cominciando a mescolarsi con altri dialetti del latino, creando slangs regionali, e a generare alcuni gerghi di classe, anche questi quasi sempre a livello regionale, almeno fin quando non sono ripresi dalla televisione). Ed è proprio su questo che i sardisti non si mettono d'accordo: qualcuno ritiene che la lingua sia una sola, qualcuno due (logudorese e campidanese), qualcuno tre (logudorese, campidanese e gallurese, che poi sarebbe la stessa lingua che in Corsica si parla ufficialmente con il nome di "corso"), qualcuno quattro (logudorese, campidanese, gallurese, sassarese) e così via, tant'è vero che mentre l'ISO (istituto internazionale per la standardizzazione) le ha classificate tutte come un'unica lingua il [[1]] utilizza 4 codifiche distinte per logudorese, campidanese, gallurese e sassarese. Questa non è una scusa plausibile per considerarli dialetti, però, visto che i glottologi non si sono mai messi d'accordo neanche per il ladino, eppure tale lingua è riconosciuta ufficialmente in due stati: l'Italia nella sua variante di ladino dolomitico (che al suo interno presenta numerose altre varianti: non sono neanche 10mila a parlarlo eppure la stessa parola negli atti ufficiali di diversi comuni è scritta con almeno quattro grafie diverse... Neanche si capisce se Bolzano si chiama Balsan, Bulsan, Bulsán o in quale altro modo) con il nome di ladino e nella sua variante di friulano con il nome di friulano; il Cantone dei Grigioni, stato della Coenfederatio Helvetica, con il nome di romancio. Nello specifico in Italia è lingua ufficiale (anche di insegnamento, nelle scuole afferenti allla Soprintendenza scolastica di lingua ladina, uno dei tre equivalenti degli ex provveditorati agli studi competenti per la provincia autonoma di Bolzano), parificata all'italiano con legge costituzionale, in alcuni comuni dell'Alto Adige (provincia autonoma di Bolzano) e lingua minoritaria, protetta come minoranza e utilizzabile facoltativamente negli atti ufficiali, in alcuni comuni della Val di Fassa (provincia autonoma di Trento). D'altronde anche per l'italiano gli studiosi non si son mai messi d'accordo se trattasi del toscano nella variante fiorentina o in quella senese, solo che dopo 150 anni di ufficialità e imposizione all'uso come lingua ufficiale ci sono delle grammatiche che, a prescindere da questo, ci insegnano come usarlo in modo corretto. Se domani imponessimo veramente, non con leggi di protettorato ma con una garanzia di bilinguismo come quello presente in Alto Adige con il tedesco, l'uso ufficiale della lingua sarda allora sta' pur sicuro che i glottologi si metteranno d'accordo in quattro e quattr'otto per scrivere una grammatica e magari commetteranno degli errori... ma almeno dopo gli ignoranti come te riconosceranno il sardo come lingua perché sarà stato imposto a un popolo di parlarlo e quindi non ti apparirà più come 'minoritario' (mi sembra veramente ridicolo parlare del sardo come minoritario in Sardegna... Non è molto diverso da dire che il tedesco è minoritario in Alto Adige!!!).

Se tu avessi speso lo stesso tempo per scrivere o integrare un articolo e ti fossi risparmiato un po' di spocchia e di dare gratuitamente dell'ignorante, sarebbe stato molto meglio. Cmq la sottoscritta, che ha fatto le elementari, le medie, il liceo e l'Università, la lingua sarda a scuola non l'ha mai sentita nominare (ma con questo non intendo entrare nel dibattito lingua-dialetto e men che meno dare valutazioni sul "minoritaria"). Frieda (dillo a Ubi) 16:06, Feb 7, 2005 (UTC)
Cara Frieda, l'articolo non andava integrato poiché non riporta tesi discordanti da quelle esplicitate dal nostro amico, il quale rispondeva alle obiezioni di Twice25. Ti chiedo che liceo hai frequentato, poiché effettivamente credo che la glottologia propedeutica allo studio della lingua latina si faccia solo al classico. Io ho fatto il classico e mio fratello, che allo scientifico ha usato lo stesso libro di testo di latino che a suo tempo adottava la mia classe (il celebre Cesare Peri), ha saltato a pie' pari tutta la parte introduttiva, ragion per cui non poteva sapere quello che c'era scritto, e cioè che (me lo sono andato a rileggere) il sardo è una lingua. Il testo riporta infatti una tabella con tutte le lingue divise per gruppi, e nel gruppo delle lingue romanze è indicato anche il sardo. Ora è vero che il latino si fa in tutti i licei, ad esclusione dell'artistico, ma bisogna vedere come lo si fa: non credo che al liceo linguistico di ordinamento (cioè senza sperimentazioni), dove si studia solo al biennio, si faccia con lo stesso rigore con cui si fa al classico.
Peraltro ricordo che nel primo volume del testo di geografia di Formica e Messina (Nuova geografia, editrice Ferraro), anch'esso abbastanza diffuso (pensavo che lo fosse solo dalle mie parti e invece ho scoperto intere scuole di città del centro e del nord Italia che l'avevano adottato), che usavo alle scuole medie nel capitolo dedicato alla Sardegna portava un intero paragrafo sulle lingue sarde, individuando un'unica lingua e una cinquantina di dialetti. Stessa cosa che ho letto su un atlante d'Europa dell'istituto geografico de Agostini: alla voce «Italia», nel campo "lingue", riportava italiano, francese, tedesco, sardo, friulano, albanese e greco. Quanto all'università, pur qui ovvio che dipende da cosa hai fatto nel variegatissimo mondo accademico. Neanch'io all'università ho mai sentito parlare di lingua sarda, ma io studio Scienze della comunicazione, non Lettere o Lingue e culture moderne. Ti rendo noto che all'Università degli studi di Cagliari esistono un corso di laurea in Lingua, letteratura e cultura della Sardegna, afferente alla classe 5 (delle lauree in Lettere) e un corso di laurea specialistica omonimo, afferente alla classe 16/s (delle lauree specialistiche in Filologia moderna). Inoltre numerosi miei amici che hanno svolto esperienze di scambio con università tedesche nell'àmbito dei programmi Socrates azione Erasmus mi riferiscono che lì si studia quasi ovunque il sardo come lingua moderna (addirittura molti dipartimenti di filologia romanza, laddove presenti, hanno un'apposita sezione di sardistica, oppure l'attività didattica e di ricerca nell'àmbito della/e lingua/e sarda/e si svolge all'interno delle sezioni di romanistica dei dipartimenti di lingue e letterature straniere moderne o equivalenti).
Infine a rigor di cronaca è giusto che riporti una cosa. Mi è capitato di leggere sempre su un libro di testo, non ricordo di che materia e di che ordine di istruzione, elencate tra le lingue neolatine il campidanese e il logodurese. Ovvio che se chi legge non ha idea di dove si trovino il Campidano e il Logoduro, e neanche l'insegnante glielo dice o glielo sa dire, se ne dimenticherà e non gli verrà in mente di associarlo alla Sardegna. Non credo che i più conoscano le regioni storico-geografiche di quella meravigliosa isola (Nurra, Trexenta, Campidano, Sarcidano, Barbagia, Ogliastra, Sulcis, iglesiente, Gallura e chi più ne ha più ne metta). Utente:Afragolese 10:15, Feb 13, 2005 (UTC)
Sottoscrivo. Svante T 16:16, Feb 7, 2005 (UTC)
Ma chi cacchio è che ce l'ha con me e perché? ... Mi rifiuto di leggermi l'intero post (vivaddio su Wikipedia ho altro da fare ...). Mi limito a replicare all'anonimo che per apprendere non serve fare le scuole alte (che io non ho fatto, limitandomi al pianterreno) e io cerco quotidianamente di apprendere; per dare lezioni invece ci vuole stile, che il sig. anonimo invece non credo abbia. Manco per niente. Twice25 · "TW25 / discussioni" · mordi il server, segui il flusso Icona del wiki-love 22:27, Feb 9, 2005 (UTC)


"Mi rifiuto di leggermi -si dice leggere ah ah- l'intero post" (..) e io cerco quotidianamente di apprendere". Se ti rifiuti di leggere e' difficile che tu riesca ad apprendere. Non conoscendo l'argomento, la tua replica e' sterile. Zaccaria 20:00, Oct 13, 2006 (UTC)


Mi infilo anch'io nel discorso, seppure da anonimo, e devo confermarvi che il sardo è considerato lingua dalla costituzione italiana e anche dal punto di vista dell'origine: sui libri di latino (anche sui libri di latino in uso nelle scuole medie) il sardo è presentato come lingua a sé stante, in quanto originata direttamente dal latino e dalla mescolanza con altre lingue dei suoi dominatori nel periodo che va dalla fine dell'impero romano al Medio Evo: lingue barbariche, arabo ecc. Non è nata cioè dall'italiano, bensì parallelamente all'italiano: il fatto che molte somiglianze portino a ritenere il sardo (erroneamente) un dialetto dell'italiano sono dovute ai secoli di dominazione soprattutto pisana e piemontese. Confermo inoltre che in effetti il sardo dell'area nuorese è quello più antico e simile al latino, mentre i dialetti del nord (l'area da cui provengo) sono molto più simili all'italiano e al francese che non alla lingua latina (benché naturalmente vi siano variazioni dialettali persino da paese a paese, per cui è difficile tracciare confini netti per definire i singoli "dialetti sardi")... Z

Ejm, anonimo, forse l'intervento è un po' tardivo, non credo ci sia più nessuno che consideri il sardo un "dialetto" da chissà quando, e non è vero che è nato "parallelamente" all' italiano, assolutamente. Il sardo esiste dalla notte dei tempi, da millenni prima dell'italiano, altro che, e da prima dello stesso latino, pensa un po'. Non è assolutamente "nato" dal latino (figurati dall'italiano...al max il contrario ;), ma il latino l'ha influenzato pesantemente....Il sardo aveva parentela con l'estrusco, tanto che ci sono studiosi che non lo annoverano fra le lingue neolatine. In ogni caso, è l'UNICA lingua neolatina ad avere gruppo a sé: né gallo romanzo, né italo romanzo, né ibero romanzo: sardo e bo ;) È anche l'unica lingua neolatina ad avere conservato elementi latini come DOMO (domus), CRAS (cras), MANNU (magnus) o CHENABURA (coena pura). Mi sfuggono quelle che sarebbero le "molte somiglianze" tra sardo e italiano, e dire che parlo....benino tutte e due ;) Suppongo che chi ti ha detto questo non conoscesse bene il sardo, ma t'assicuro che se un italiano lo studiasse bene avrebbe una (sgradita) sorpresa: è la lingua neolatina più lontana dall'italiano, insieme al rumeno. La sintassi, il lessico, la grammatica, sono tutti diverissimi dall'italiano. Se i "dialetti del nord" (??) di qui parli sarebbero il gallurese e il sassarese, bè, quella non è lingua sarda tout court, ma in ogni caso sono simili magari al corso, ma non al francese, o no?....:) Se ti riferisci al logudorese settentrionale, bè, mi dovrai chiarire cosa c'è di così simile all'italiano o al francese (??!) nella parlata di Ploaghe, per esempio, o di Oschiri...;) Hanno elementi spagnoli, come pure al sud, catalani, più recenti italiani, ma nulla di preponderante, non più che in altre zone e nessuna cosa che snaturi la lingua neppure per sogno. Di francese, poi, mi sa che non abbiamo quasi nulla...;) e di arabo ben poco, mi sa. Saluti Platense

Una lingua propria[modifica wikitesto]

Anche se l'anonimo fa qualche errore spicciolo (il franco-provenzale non è la lingua d'oc, ma un'altra lingua neo-romanza, parlata nella regione di Lione e della Savoia — ed è dunque la vera lingua originale del Valle d'Aosta), confermo pertanto come linguista che il sardo è una lingua a sé (quello che il calabrese, il piemontese o il siciliano non sono, perché semplici dialetti). Trovo strano che nessuno impari questo fatto in Italia. E confermo che i due dialetti parlati nel nord della Sardegna (a Sassari o il Gallurese sono semplici varianti della lingua corsa, influenzati però dal sardo, e dunque più affini al toscano. Mi scuso per gli errori in italiano (sono Francese). Enzino 10:02, Feb 10, 2005 (UTC)

Anch'io ho sentito dire che il franco-provenzale è l'evoluzione della lingua d'oc. Non l'ho mai letto su nessun libro – ammetto – ma me lo ha riferito un caro amico laureato in Lettere e studioso di filologia romanza. Sapevo comunque che fosse la lingua originaria della Valle d'Aosta; infatti l'ufficializzazione del francese, e non del franco-provenzale, nella Regione (iniziata da Mussolini per compiacere i Savoia) è stato un grosso errore storico, a causa del quale l'uso del franco-provenzale si è perso non in favore del francese, mai acquisito come lingua corrente perché praticamente boicottato dalla popolazione (che a quanto rilevo dalle testimonianze di numerosi amici valdostani è visto più come un'imposizione dall'alto, o per meglio dire da Roma), ma dell'italiano, che ha quasi completamente soppiantato il franco-provenzale (che peccato).
Comunque non vedo una consequenzialità nella tua frase «[...] i due dialetti parlati nel nord della Sardegna (a Sassari e in Gallura) sono semplici varianti della lingua corsa, influenzati però dal sardo, e dunque più affini al toscano». Non vedo il nesso tra l'influenza sarda e l'affinità col toscano, in relazione al fatto che il sardo e il toscano (che poi è diventato italiano) sono due lingue diverse. Per quel che ne so io il gallurese, il sassarese e il corso sono probabilmente la stessa lingua, che più propriamente andrebbe chiamata gallurese visto che pare essersi sviluppata prima in Gallura, la quale nelle varianti parlate nel nord della Sardegna ha acquisito influssi non solo sardi ma anche, e soprattutto, toscani, ispanici (in particolare catalani) e genovesi, ragion per cui è più simile all'italiano (inteso come toscano, ma anche ad alcuni altri dialetti italici quali quelli liguri) che al sardo vero e proprio, il quale è molto più vicino al latino. Utente:Afragolese 10:25, Feb 13, 2005 (UTC)

Tra gli stessi linguisti sardi c'è un vespaio a riguardo.... Ci sono almeno 5 opinioni differenti, a seconda della lingua o dialetto preferito. Comunque, quasi tutti sono d'accordo che il sardo più antico e meglio conservato sia il nuorese dell'interno, meno esposto a contatti con altre lingue.-- BW Insultami 06:21, Feb 14, 2005 (UTC)

Infatti come giustamente ci faceva osservare il nostro amico qualcuno ritiene che la lingua originaria sia una sola, qualcuno ritiene che siano due etc. etc.. Il punto è considerare campidanese, logudorese, gallurese e sassarese lingue a loro stanti oppure dialetti di un unico progenitore sardo, che probabilmente si continua a parlare nei comuni interni della provincia di Nùoro (e che qualcuno considera il sardo originario mentre qualcuno ritiene che sia un dialetto logudorese o comunque una variante del logudorese). Utente:Afragolese 15:32, Feb 15, 2005 (UTC)
No, non mi sono fatto capire : il franco-provenzale non è un'evoluzione della lingua d'oc, ma una lingua a sé stante, diversa dalla lingua d'oc. Inoltre, non sono stato chiaro con il Gallurese : difatti non esiste un nesso tra l'influenza sarda (tardiva) e la parentela toscana (originaria). I maggiori linguisti considerano il gallurese come una variante del corso (e non il contrario, anche perché si suppone che il centro di diffusione di questo dialetto non tragga origine in Gallura... ma in Toscana). Anche se chiamare corso, un dialetto che copre le due isole può sembrare poco corretto. Enzino 19:52, Feb 16, 2005 (UTC).
Ciao, intervengo perché il francese è ufficiale in Valle d'Aosta dal 1561, quindi Mussolini non c'entra niente. --Zygo84 (msg) 17:46, 21 ott 2019 (CEST)[rispondi]

Una versione francese migliore di questa[modifica wikitesto]

La versione francese del sardo è decisamente migliore di questa (una stella!). Perché invece di discutere un po' a vuoto, qualche bonanima non la traduce in italiano. Forse certe discussioni finirebbero. Enzino


La lingua Sarda in Corsica[modifica wikitesto]

Caro Enzino, per la semplice ragione che furono i sardi a colonizzare la Corsica e non il contrario. Archeologicamente, storicamente e culturalmente parlando. Il corso meridionale, guarda caso e' il dialetto sardo settentrionale che ha subito le influenze tosco-liguri. Il sito francese dice tutt'altra cosa. Zaccaria

Che i sardi in epoca storica abbiano colonizzato la Corsica non mi risulta. Che durante la preistoria vi siano stati notevoli scambi reciproci, questo sì (e sono testimonianza di ciò sia la presenza della civiltà torreana in Corsica con manifestazioni simili a quelli della civiltà nuragica in Gallura, la presenza stabile di genti còrse in Gallura nel periodo pre-romano e romano che alcuni elementi fonetici e lessicali che accomunano i dialetti corsi alle parlate della Sardegna settenrionale, e non mi riferisco solo a gallurese e sassarese!).
La Corsica è stata invece ripopolata dai toscani nel corso del medioevo (e lì è avvenuta la forte toscanizzazione linguistica), periodo dal quale hanno avuto inizio flussi migratori anche verso la vicina Sardegna: inizialmente verso Sassari e Castelsardo - dove si sovrappone agli elementi pisani e genovesi - ,poi l'Anglona e la Gallura che invece all'epoca erano prevalentemente logudoresi, ma ben presto anche fino al Campidano, attestati fin dalle fonti medioevali (si veda la diffusione del cognome Cossu in tutta l'isola).
Sono inoltre documentatissime le immigrazioni succedutesi dalla seconda metà del '500 fino al '700 verso la Gallura e il Sasserese, dove a causa dello spopolamento dei territori seguito alle epidemie l'elemento còrso diviene dominante e sovrasta l'elemento linguistico sardo dando luogo alle due varianti linguistiche locali del gallurese e del sassarese, che - nonostante i contatti con le parlate logudoresi- hanno mantenuto il carattere del tipo linguistico corso. --Dch discutiamone 00:31, 14 ott 2006 (CEST)[rispondi]
Salve Dch, ho qualche perplessità su quanto hai scritto sopra; non ci sono fonti per provare che le tribù Corse che abitavano la Gallura meridionale provenivano dalla Corsica e non viceversa. Secondo una ricostruzione dei territori abitati dalle tribù nuragiche, i Corsi che abitavano la Sardegna occupavano un territorio confinante con gli Iliensi ad est, con i Balari ad ovest e a nord con i Lestrigoni (tutta la Gallura dal golfo di Cugnana a Trinità d'Agultu era abitata dai Lestrigoni). Secondo questa disposizione delle tribù i clan dei Corsi erano inseriti tra Ozieri, Tempio ed Olbia e perciò era una tribù nuragica vera e propria al pari dei Nurrensi, degli Iliensi dei Galilensi ecc..ecc.. Probabilmente poi si sono spinti sino in Corsica (a quell'epoca molto più vicina alla Sardegna che adesso), abitata comunque da altre tribù nuragiche, ma senza mai abbandonare la Sardegna. Non ci sono fonti che affermino che i Corsi abbiano abbandonato la Sardegna. Immagino anzi... - al pari degli Iliensi (io dovrei essere... uno di loro!) - hanno opposto resistenza alla penetrazione romana. Le due isole hanno avuto la stessa cultura nuragica e non capisco perchè si voglia a tutti i costi differenziarla chiamandola torreana anzichè nuragica. I Corsi erano una tribu nuragica abitanti sia la Sardegna che la Corsica. Anche il substrato pre-nuragico è lo stesso: la cultura di Arzachena si estendeva sino al sud della Corsica. (fonte G.Lilliu) --Shardan 16:11, 7 nov 2006 (CET)[rispondi]

Dunque, caro Dch, siccome a te non risulta che i sardi abbiano invaso la Corsica (e a me guarda caso invece si) dobbiamo escluderlo a priori? E che mi sai dire delle influenze linguistiche sarde pre-fenicie nella penisola Iberica? O non sai neanche questo? E dei ritrovamenti nuragici, e quindi influenze sarde in Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, Grecia...? Mi parli delle influenze linguistiche dei sardi in quelle regioni? Io sono pienamente daccordo con Shardan, e se devo ripeterlo, ci fu una vera invasione della Corsica, isola che prese probabilmente nome da quella ultima tribu' sarda che la invase, che la colonizzo' e che poi eresse torri. Aneddoto. I medesimi Corsi, che non possono negare la presenza delle torri sarde, preferiscono ignorare ciò e dire che i primi a colonizzarli sono stati i fenici. --Zaccaria 00:30, 30 gennaio 2007(CET)

Che popolazioni sarde si siano insediate nella Corsica meridionale nel periodo nuragico è credo dimostrato dalla presenza della civiltà Torreana (pur limitata alla Corsica del sud, mentre il nord sembra maggiormente legato alla civiltà Ligure). Inoltre la presenza di menhir e allineamenti di betili nel sud della Corsica (Cucuruzzu, Palaghju) indica certamente la presenza di numerosi punti di contatto tra la cultura delle due isole anche nel periodo precedente. Ma è altrettanto vero anche la civiltà torreana sviluppa con alcuni caratteri autonomi che la fanno distinguere dalla civiltà nuragica propriamente detta e che tutt'al più possiede punti di contatto con alcune delle rare costruzioni nuragiche della Gallura (come il Naracu Albucciu di Arzachena e il Naracu Maiori di Tempio), poco popolata e che i romani sostenevano essere abitata da tribù "còrse" (le quali hanno sicuramente costituito un tramite la la cultura delle due isole).
Se tra le due isole sorelle sicuramente ci sono stati ampi travasi reciproci, così come anche con le Isole Baleari (vedi la civiltà delle Talaiòts), è anche vero che altre influenze (su alcune costruzioni micenee e delle isole di malta e Lapedusa) sono da ricollegarsi a contatti e scambi tra diverse popolazioni, come è testimoniato dal fatto che tutti gli altri resti di queste zone presentano caratteristiche assolutamente differenti. Quanto alle influenze "archeologiche" e "linguistiche" della Sardegna preistorica su Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Grecia sinceramente non so di cosa stai parlando... Gli unici elementi che accomunano le parlate sarde e corse con quelle siciliane e calabre sono una certa arcaicità rispetto al latino (nel lessico e nell'uso delle vocali) e la presenza del -ll->-dd- cacuminale, peraltro presente anche in Garfagnana e in Guascogna, in ognuna di queste zone secondo regole differenti e la cui origine e diffusione è ignota e forse anche recente, non avendosi attestazioni storiche di questo fenomeno in documenti precedenti al 1500.
Quanto al Gallurese, ribadisco che nel medioevo la Gallura era pressochè spopolata e la sua lingua ufficiale (almeno in periodo giudicale) era quella sarda logudorese (anche se era probabile la presenza di nuclei còrsi specie nelle campagne al di fuori dei centri abitati, non solo nella spopolata Gallura ma tutta la Sardegna come testimoniato dalla diffusione medioevale del cognome Corsu/Cossu). Del resto questa Gallura era spopolata e i suoi maggiori centri, inclusa la capitale, non superavano qualche centinaio di abitanti (difficile pensare che possano avere "colonizzato" la vicina isola...dove invece diveniva sempre più influente l'elemento toscano). Le forme più arcaiche del sardo e del corso, pur con quelche elemento comune (del resto le due isole si sono sempre relazionate tra loro), differiscono comunque alquanto tra loro e non presentano il medesimo patrimonio etimologico (si pensi ai più arcaici vocaboli sardi indicanti nomi di piante od animali), rimanendo perfettamente riconoscibili. La situazione della Gallura prevalentemente sardofona cambia invece tra il 1400 e il 1600 quando a seguito di flussi immigratori i rapporti tra le due popolazioni si invertono e la popolazione còrsa si mescola a quella sarda penetrando nei maggiori centri urbani divenendo maggioranza a Tempio (e dintorni) oltre che a Castelsardo e a Sassari. Da Tempio nel 1700 parte il ripopolamento delle campagne galluresi (rafforzato da ulteriori immigrazioni còrse) e si stabilizza l'impiego del dialetto gallurese, pur nelle sue particolarità strettamente imparentato ai dialetti còrsi meridionali. Difficile quindi sostenere che il còrso abbia avuto origine dal gallurese. --Dch discutiamone 16:11, 31 gen 2007 (CET)[rispondi]

Credo che andrebbero riassunti qui espostati su Wikisource. Opinioni? --BW Insultami BWB 07:19, 25 gen 2006 (CET)[rispondi]

Morfologia e sintassi[modifica wikitesto]

Non sono sicurissimo di quello che dico, ma mi sembra che ciò che è scritto nel paragrafo "Morfologia e sintassi" sia da riferirsi solo al Sardo campidanese... qualcuno che ha maggiori conoscenze delle mie sul sardo, può per favore controllare il contenuto del paragrafo e, nel caso, spostarlo sull'articolo Sardo campidanese? Ciao a tutti --GAÚCHO (Dimme tutto!) 13:49, 28 gen 2006 (CET)[rispondi]


Salve sono l'autore della sezioni morfologia e sintassi.No Gaucho si tratta di un tratto generale del sardo sia nella variante campidanese che in quella logudorese che fra'altro é la mia lingua materna mentre il campidanese lo conosco nella varietà parlata a Cagliari per avervi soggiornato per oltre un quindicennio.Anzi negli esempi che ho fatto potrei essere accusato di aver utilizzato solo vocaboli nella forma logudorese.Per altro nei tratti fondamentali non esistono differenze fra le due varianti che non siano fonetiche o lessicali.Se interessasse sul sito http://www.limbasarda.it/ ci sono maggiori dettagli sui vari aspetti della grammatica sarda.Ciao a tutti --Gmfx

Sempre riguardo questo paragrafo... dov'è esattamente che si parla della sintassi (Ordine delle parti del discorso) del sardo? Io non lo trovo... È una lingua Soggetto Verbo Oggetto, Soggetto Oggetto Verbo o che altro? Andrebbe anche spiegato nel template:lingua sotto al parametro "tipologia". -- ||| Admin HILL ||| CONTATTAMI  18:23, 24 mag 2006 (CEST)[rispondi]

C'è qualcuno?[modifica wikitesto]

Ma a questo articolo non viene a contribuire mai nessuno? Rimpiango la vitalità con la quale abbiamo contribuito alla crescita delle voci dialetto gallurese (in vetrina!) e lingua corsa. --Dch 10:56, 25 mag 2006 (CEST)[rispondi]

Mappa linguistica[modifica wikitesto]

Salve, ho preparato un primo schizzo della mappa, vi sarei grato se mi aiutaste ad individuare con buona precisione i confini dialettali tra Logudorese, Nuorese, Campidanese ed eventuali microvarianti. Mi sarebbe molto utile il riferimento a città, monti, fiumi etc... Grazie, --jkens 10:11, 6 lug 2006 (CEST)[rispondi]

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Grazie, come sempre. Nella legenda riporterei le voci:

  • Isola linguistica;
  • Sardo logudorese e nuorese;
    • Logudorese settentrionale;
    • Logudorese centrale o comune;
    • Limba sarda comuna;
    • Nuorese e baroniese;
    • Barbaricino
  • Sardo campidanese;
    • Limba de Mesania
    • Campidanese comune;
    • Ogliastrino;
    • Campidanese interno;
    • Sulcitano;
  • Gallurese;
  • Sassarese;
  • Algherese;
  • Tabarchino;

Colori:

  • sfumature del verde chiaro per i dialetti corso-meridionali incluso gallurese e sassarese, come nella mappa già realizzata.
  • Sfumature ad esempio dal rosso all'arancio/giallo per i dialetti della lingua sarda (dal logudorese al campidanese).
  • Due differenti colori per l'isola catalofona di Alghero e le zone di dialetto ligure tabarchino delle isole sulcitane.

Per le città mettiamo tutti i nuovi capoluoghi di provincia eventualmente in maiuscoletto (Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Olbia, Tempio Pausania, Tortolì, Lanusei, Sanluri, Villacidro, Carbonia, Iglesias), le altre città storiche (Alghero, Bosa, Castelsardo, Ozieri) e le località significative sotto l'aspetto linguistico (Luras, Bonorva, Bitti, Orosei, Fonni, Macomer, Samugheo, Sant'Antioco, Calasetta).

Preso per buono il confine tra gallurese/sassarese, tracciamo il confine tra le 2 varietà principali (è il più certo). La linea passa a sud di: Cuglieri, Sanbtu Lussurgiu, Bonarcado, Paulilatino, Ghilarza, Ula Tirso, Ardauli, Nughedu, Teti, Ovodda, Desulo, Fonni, Orgosolo, Dorgali (comuni compresi nella zona logudorese/nuorese) e a nord di Seneghe, Milis, Bauladu, Fordongianus, Busachi, Neoneli, Austis, Tiana, Tonara, Belvì, Aritzo, Arzana, Villagrande Strisaili, Talana, Urzulei, Baunei (compresi nella zona campidanese).

Le aree di transizione dei 2 gruppi comprendono da parte logudorese quella che oggi è stata ribattezzata "limba sarda comuna" (include la zona di Bonarcado, Abbasanta, Ghilarza, Teti e comprende dal confine tra le 2 varietà a nord fino a Sennariolo, Scano Montiferro, Santu Lussurgiu, Norbello, Aidomaggiore, Sedilo, Teti) e da parte capidanese la cosiddetta "limba de mesania" (include la zona di Samugheo e comprende dal confine tra le 2 varietà a sud fino a Seneghe, Milis, Bauladu, Fordongianus, Busachi, Samugheo, Neoneli, lasciando fuori Meana Sardo Atzara, Ortueri e Austis) e l'"ogliastino" (l'ambito è grosso modo quello della provincia). Per le zone di trasnsizione si potrebbe anche, per non moliplicare l'uso dei colori, usare una campitura mista diagonale (come per Olbia).

Per le altre varietà nel logudorese abbiamo il "logudorese settentrionale" (include la zona di Bonorva, Ploaghe, l'Anglona, il Monteacuto, Luras e Olbia e comprende dal confine con gallurese/sassarese a sud fino a Villanova Monteleone, Padria, Pozzomaggiore, Semestene, Bonorva, Nughedu San Nicolò, Ozieri, Oschiri, Berchidda, Monti, Berchiddeddu, Olbia), il "logudorese centrale o comune" (include la zona di Bosa, Macomer, Il Goceano, Alà, Buddusò, Posada e comprende la fascia compresa per differenza tra il confine con il logudorese settentrionale a sud fino a Tresnuraghes, Flussio, Sagama, Dindia, Macomer, Borore, Dualchì, Noragugume, Bolotana, Illorai, Bottida, Bono, Benetutti, Nule, Pattada, Buddusò, Alà dei Sardi, Padru, Torpè, Posada e parte di Budoni). Per il gruppo "nuorese" abbiamo il "barbaricino" (include la zona di Ollolai, Fonni, Orgosolo, Oliena, Ovodda, Mamoiada, Lodine, Gavoi, Olzai e comprende la fascia compresa per differenza tra il confine con il campidanese a nord fino a Ovodda, Ollolai, Mamoiada, Orgosolo, Oliena, escluso Dorgali) e il "nuorese e baroniese" (include il nuorese e le Baronie e comprende la fascia compresa per differenza tra il confine con il limba sarda comuna/barbaricino a nord fino a Ottana, Orotelli, Oniferi, Nuoro, Orune, Osidda, Bitti, Lodè, Siniscola).

Più problematiche sono le divisioni interne del campidanese (che è comunuqe relativamente omogeneo). L'"Oristanese o Arborense" comprende oltre alla LDM, Oristano, Cabras, fino ad Arbus, grosso modo a sud i confini provinciali più Arbus). Il "campidanese delle zone interne o barbaricino" comprende grosso modo la zona dei comuni di Austis, Tiana, Tonara, Belvì , Aritzo, Seulo, Gadoni, Laconi, Meana Sardo, Atzara, Sorgono, Ortueri.

Ovviamente correggetemi se sbaglio. Che prog. utilizzi per la carta? --Dch 13:45, 6 lug 2006 (CEST)[rispondi]

Ok, appena trovo un attimo di tempo traccio i confini e disegno la legenda. Ho utilizzato il programma PhotoFiltre (http://www.photofiltre.com/) è gratuito e di semplice utilizzo. I contorni delle mappe sono tratte da google maps. Ci sentiamo.--jkens 13:59, 6 lug 2006 (CEST)[rispondi]

Ho inserito i centri principali e creato una legenda, purtroppo ultimamente ho pochissimo tempo. Ora si tratta di individuare con precisione i confini dialettali, Dch se hai un pò di tempo in più puoi provare tu stesso a tracciarli. --jkens 13:23, 8 lug 2006 (CEST)[rispondi]

Vedo che la voce e molto dettagliata e contiene anche la grammatica e il vocabolario. Sicuramente e anche interessante, però io che non voglio imparare il sardo;) aspettavo una voce più leggibile che contiene solo i concetti fondamentali. Una parte del contenuto potrebbe essere trasferito su wikibooks facendo un corso di sardo o simile (vedi per esempio wikibooks:Corso_di_napoletano. Credo anche, che il contenuto di qualche paragrafo non è da enciclopedia, ma non metto il template Template:Trasferimento per darvi un po' di tempo prima. --Trifi 18:34, 25 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Preferirei si spezzasse la voce in più parti.. non sono quasi mai d'accordo a disperdere e rimadare ad altri progetti il lavoro di wikipedia. Felisopus (abusa pure del mio tempo) mail 18:45, 25 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Intervento di Roberto Bolognesi[modifica wikitesto]

Vedo che questa pagina `e poco visitata. Forse `e meglio cos`i. Sono un linguista sardo e sono rimasto sgradevolmente sorpreso dalla povert`a e imprecisione della informazioni sulla mia lingua. Ho intenzione di rimediare al pi`u presto. Oggi ho solo iniziato. Non me ne voglia chi in buona fede e con tanta buona volonta` ha curato la pagina esistente. Un grazie di cuore ai miei predecessori.

Roberto Bolognesi

Ma forse "sgradevole è un po troppo... Sicuramente la pagina sarà ricca di imprecisioni, ma era un tentativo, troppo spesso solitario, di creare un articolo sulla lingua sarda che quanto meno facesse capire le sue origini, le sue varianti e alcuni elementi del lessico e della grammatica e che rappresentasse su una cartina la distribuzione geografica delle sue varianti. Di imprecisioni ben più gravi sono ricchi anche molti libri sulla lingua sarda. Inoltre la classificazione delle varianti non la ritenevo poi così scandalosa: vi saranno termini errati e alcuni errori di attribuzione e ogni forma di classificazione è scientificamente soggettiva, ma aveva lo scopo di chiarire le principali differenze tra le varie parlate: sei liberissimo e invitato a modificarla, nel pieno spitito di Wikipedia. Ben vengano gli interventi e l'aiuto di Roberto Bolognesi la cui competenza è indiscutibile, ma ci si renda conto che Wikipedia è un grande progetto collettivo, nel quale sono bene accetti apporti anche da chi, come me, non è certamente un linguista ma cerca di affrontare i relativi argomenti con passione e approfondimento. In ogni caso, il mio più sincero benvenuto. --Dch 18:04, 31 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Scusate sono il solito elefante! In parte dipende anche dal legame affettivo di un sardo per la sua lingua: un po' di gelosia, la mia? Va bene...Mi rendo conto anche che ho molto da imparare sul funzionamento di Wikipedia. Rispetto ai contenuti in fondo quello che non mi va bene e` solo la mancanza degli sviluppi che si sono avuti soprattutto fuori dalla Sardegna (e dall' Italia). E ovviamente chi ha curato la pagina difficilmente poteva esserne al corrente. Io lavoro in Olanda (Amsterdam) e sono in contatto soprattutto con linguisti che lavorano sul sardo in altri paesi rispetto all' Italia. Adesso serve immediatamente un' altra modifica: la questione della parola " proite" che sarebbe soltanto particelle interrogativa, come l' inglese "why". Non `e cosi'! Ieri ho cancellato quella parte, ma oggi c'e' di nuovo. Va davvero eliminata: " proite" e' sia domanda che risposta, come l'italiano "perché". A presto.

Roberto Bolognesi



Sono il responsabile della ricomparsa del paragrafo :) l'ho reinserito non avendo trovato riscontro delle motivazioni, e nel dubbio ho preferito lasciarlo. Su Wikipedia ogni aggiunta è benvenuta, ma le cancellazioni o revisioni profonde vanno motivate. Buon lavoro a tutti! Felisopus (abusa pure del mio tempo) mail 16:43, 1 set 2006 (CEST)[rispondi]

Vorrei aggiungere una considerazione generale rispetto alla questione lingua vs. dialetto: "Una lingua `e un dialetto con un esercito e una flotta", E. Haugen. Chi nega la dignita` di lingua alle lingue minoritarie ha come argomento principale solo la sua capacita` di reprimere le minoranze. I sardi sono riusciti, grazie soprattutto all'Europa, a vedersi riconosciuta la propria lingua come tale. Il sardo, in quanto tale e` rimasto lo stesso: lontano era e lontano e` dalle altre lingue romanze. Vedere alcuni interventi in cui si sostiene di "non aver mai sentito parlare di sardo come lingua, neanche all' universita` (italiana)" e usare questo come argomento per sostenere che il sardo non e` una lingua mi lascia allibito. L'Italia ha sempre represso le sue minoranze etnico-linguistiche e chi ha scritto quelle parole all' universita`, chiaramente, non ha studiato logica. Ora, per fortuna non abbiamo piu` bisogno dei riconoscimenti di chi, all'universita`, ha imparato solo a mettere le parole una dietro l' altra, perche' tanto quello che conta e` il potere coercitivo.

Roberto Bolognesi


Salve a tutti. A mio modesto parere la varietà campidanese dell'alto campidano (Narbolia, Milis, SanVero,Zeddiani, Riola, Baratili, Nurachi, Tramatza e Bauladu; per alcuni anche Seneghe, con l'importante differenza che loro utilizzano sos e sas, non is)dovrebbe essere tenuta distinta sia dai dialetti del Barigadu (finali in os, es e non conservazione delle velari es. angelu e non anghilu, dexe e non deghi; a Busachi e Neoneli si usa poi sos e sas), nonchè dall'oristanese (anche Cabras rientra nell'oristanese visto che non usa i termini abba, limba, fizzu, ozzu, bezzu, ma aqua,lingua, fillu, etc.)


Pro ite e Pro ki[modifica wikitesto]

Il sardo logudorese corretto vorrebbe "pro ite" in posizione interrogativa, "pro ki" in posizione causale; ma come in italiano, sebbene sia più giusto rispondere con "poichè", si ripete "perchè", cosi è accaduto anche in sardo, e "pro ite" ha sostituito del tutto "pro ki".

Galaemyam 19:12 17 nov 2006

Dizione sarda dei paesi[modifica wikitesto]

Salve a tutti, sono un abitante di un paese della marmilla. Il mio commento non riguarda sicuramente una questione di vitale importanza ma vorrei stigmatizzare il fatto che qualche mese fa ho corretto in questa pagina la dizione sarda del mio comune di appartenenza che è Genuri e dopo qualche giorno ho notato con disappunto che la mia correzione è stata eliminata. Essendo un abitante del posto so per certo che il nome del paese in sardo è Giaùni e cosi è conosciuto in tutto il circondario. Chiunque si appresti ad eliminare o correggere il mio contributo, di certo non significativo ma comunque corretto, è pregato di farlo con cognizione di causa. Grazie. P.Piras

Ero stato io a correggere la denominazione del paese. Avevo verificato su diverse fonti (Il "Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani (DETI)" di T.Cappello e Tagliavini che riporta la trascrizione rilevata in loco dei toponimi, i dati della ricerca del 2003/2004 di quella che era allora la Provincia di Cagliari sulla denominazione in sardo dei suoi comuni) e tutte concordavano per confermare la denominazione Genùri/Genùri. Gli stessi documenti storici in sardo del periodo giudicale sembrano riportare ancora una volta Genùri, che è inoltre confermato da diversi siti internet locali in sardo ( [2] , [3] , [4] , [5] ). Giaùni, invece non mi risultava documentato in alcun modo (non esiste neanche alcun sito che utilizzi questa grafia). Pertanto mi ero documentato e quindi avevo provveduto alla rettifica (ritenendo che si trattasse di un fake!).
Ora, assunto per vero quanto sostieni (non ho motivi per ritenere il contrario) e avendo trovato citato su [6] l'aggettivo "giaunesus", mi viene il dubbio che si tratti di un problema di trascrizione della pronuncia locale. Si potrebbe pensare che sia avvenuta nel tempo un'inversione Genùri>Gerùni poi evoluta a Gianùi>Giaùni con l'elisione della r (anch'essa avviene talvolta in campidanese) o - meno probabilmente - della n intervocalica (tipica dell'Alto e Medio Campidano, come Aristanis e Pabillonis che vengono localmente pronunciati Aristãis e Pabillőis) e con l'evoluzione e>a. Tieni comunque conto che nella trascrizione non si tiene conto di alcuni fenomeni fonetici esclusivamente locali (inversioni e elisioni di pronuncia). Occorre comunque per prima cosa verificare se a Genuri viene esattamente confermata la pronuncia da te riportata e soprattutto se questa è effettivamente la trascrizione consolidata (anche a livello letterario) del toponimo. Se trovi qualcosa fammi sapere. Nel frattempo va bene la tua versione. Ciao. --Dch discutiamone 12:20, 26 ott 2006 (CEST)[rispondi]

Dizione sarda dei paesi[modifica wikitesto]

Ciao Dch, ho letto con molto interesse la tua risposta al mio commento. Io ti posso assicurare che in sardo Genuri si pronuncia Giaùni. Al momento non posso fornirti alcun documento storico su tale fatto ma puoi certamente verificare di persona che la dizione invalsa da almeno un secolo è questa. Prendo atto del fatto che la trascrizione di molti toponimi non tiene conto di fenomeni fonetici e in effetti basta leggersi una tavoletta sarda dell'IGM per renderseno conto. Semmai mi sorge qualche perplessità sul metodo epistomologico adottato in questo e altri campi del conoscere quando vengono citati come fonte di verità ufficiale dei siti Web che forniscono informazioni al riguardo ma senza alcun richiamo bibliografico o comunque documentaristico e sono dunque da verificare anchessi. Tornando a noi, quando vuoi venire qua a verificare di persona che Genùri in sardo si pronuncia Giaùni sarai il benvenuto e se magari verrai a Novembre discuteremo amichevolmente di toponimi della zona davanti a un buon bicchiere di vino novello di produzione propria. Atrus'annusu e Deu Bollada. Ciao. P.Piras


Se posso dire la mia...[modifica wikitesto]

Posso confermare che in Sardegna purtroppo esiste una vera e propria martirizzazione dei vocaboli, nomi, toponimi etc. un' "italianizzazione" dei termini sardi spesso per favorire la lingua ufficiale e comunque sempre a danno di quella dei nativi. Questo spesso porta a credere che molti termini siano di pronuncia e derivazione italiana (o di altro genere). Nella realta', checche' ne dicano i linguisti che continuano a scrivere su falsarighe e sempre pronti a screditare con studi campati per aria, abbiamo solitamente una metamorfosi inversa, un passaggio dal sardo all'italiano. A Cagliari -ad esempio, c'e' un quartiere chiamato "Genna e'Cruxi". In meno di trent'anni il nome proprio e' diventato piu' scorrevole, "Gennereruxi", per poi trasformarsi definitivamente(?!) in "Generusci. Il quartiere e' infatti registrato con questo nome. Oggi solo pochi anziani lo ricordano e lo chiamano con quello originario, usando quindi una pronuncia diversa. Vorrei anche ricordare che la lingua parlata nell'estremo nord dell'isola di Sardegna non e' corso o derivato dal corso. E' esattamente l'opposto. E' storicamente ed archeologicamente provato che furono colonie sarde a spingersi nell'estremo sud della Corsica portando la loro lingua e cultura (e non mi riferisco solo all'architettura, le famose torri dei torreani). Ci si dimentica pure che i Toscani erano nell'isola di Sardegna ben prima del XV secolo. Sarebbe pertanto piu' corretto dire che il dialetto del sud della Corsica e' di base sarda, derivante dalla lingua parlata nel nord Sardegna. Non il contrario, voluto forse da alcuni autori perche' dire che in Sardegna si parla la lingua corsa o una variante del corso fa piu' esotico. --[Utente:Stefano] 12:39, 30 dic 2006 (CEST)

Certo che puoi dire la tua, Stefano ... è proprio questo che caratterizza e distingue Wikipedia. Ti rispondo per punti:
  1. Sull'italianizzazione dei toponimi sardi credo che questo sia un fenomeno presente in verità già da alcuni secoli (e tra i cui precedenti vi è stata anche la spagnolizzazione di altri toponimi come Elmas, Las Plassas), ma comunque in diminuzione da diversi anni (visto che ha crescente diffusione l'impiego dei nomi originali anche nella toponomastica ufficiale) e in ogni caso meno grave che in altre parti d'Italia. Da esterno conoscevo "Genneruxi" (peraltro attestato da tantissime fonti), in questa forma grafica. Potevo desumere che derivasse da "Genna 'e Cruxi" (o se preferisci "Genna 'e Gruxi") ma non mi era mai giunta la forma alterata "Generusci", probabibile frutto dell'ignoranza. Ma per converso mi fanno paura anche le sardizzazioni a tutti i costi secondo regole ortografiche strampalate tipo "Armunja", "Jrexei" o "Cuartuçu" per Armungia (Armungia), Gerxei o Grexei (Gergei) e Cuartucciu (Quartucciu), che insinuano il dubbio su possibili pronuncie errate /armunia/ /ireʒei/ o /kwartussu/, quando il sardo possiede tradizioni scritte quasi millenarie abbastanza consolidate (altro che lingua orale...). Comunque colgo l'occasione per invitarti a integrare e correggere l'elenco dei toponimi in lingua sarda dell'articolo secondo le tue conoscenze.
  2. Per quanto riguarda l'influenza del sardo sul còrso non posso essere d'accordo con te. E' per vero che esistono collegamenti tra la cultura sarda del periodo preistorico e quella della Corsica del Sud, come testimoniato dalla presenza delle civiltà torreana (sia pure con alcune specificità). Che la matrice culturale dei due popoli fosse anticamente simile non è solo possibile ma anche probabile, così come il fatto che si siano verificati scambi economici e demografici. Così nella Gallura interna è attestata la presenza di genti còrse già in periodo romano. Intorno all'anno mille, in una realtà ormai romanizzata in entrambe le isole, con elementi anche comuni alle due lingue (a questo periodo risale probabilmente buona parte del lessico comune delle due isole) diversi documenti del periodo giudicale attestano la presenza di cognomi còrsi fino al sud della Sardegna. Al crescente spopolamento della Corsica cerca di porre rimedio Pisa, incentivando la colonizzazione dell'isola con popolazioni toscane (prevalentemente pisane) incidendo profondamente sulla situazione linguistica dell'isola, a noi sconosciuta ma probabilmente in parte riconducibile alle caratteristiche le varianti pomontinche più conservative dell'Alto Taravo e dell'Alta Rocca, comunque profondamente differenti dal sardo sotto l'aspetto linguistico. All'epoca in tutta la Sardegna veniva parlato il sardo in una forma arcaica ma già matura e perfettamente riconoscibile (come attestata dai vari condaghes e in parte sopravvissuta nelle varianti più conservative del nuorese), nelle sue due varietà principali, inclusa la Gallura in cui si parlava il logudorese. Nelle città la situazione poteva essere differente, con Cagliari, Sassari e Castelgenovese dove la lingua dominante (sia in periodo pisano che genovese) era ormai divenuta il toscano, sorta di "lingua franca del Tirreno" e dove in questi ultimi centri sono attestate forti presenze di nuclei di origine toscana e còrsa, mentre in tutto il nord Sardegna inizia dal '300 al '700 quel fenomeno di insediamento sparso di popolazioni corse (solitamente nelle aree di margine), che almeno nella spopolata Gallura riescono a divenire maggioranza e sostituire le popolazioni sarde, portandovi il dialetto gallurese, ancor oggi il più simile a quello còrso delle zone interne dell'Alta Rocca, ma che presenta alcune caratteristiche tratte da dialetti di altre zone dell'isola, a testimonianza della sua origine immigratoria. Il sassarese si sviluppa con lo stesso meccanismo ma trattandosi di una città dove era stata più forte la presenza pisana e genovese e dove il retroterra era sardofono, ha aquisito delle particolarità che lo hanno differenziato dal gallurese soprattutto nella fonetica e nel vocabolario. Questo flusso migratorio dalla Corsica verso il Nord Sardegna è stradocumentato ed è testimoniato anche dalle caratteristiche antropologiche differenti dei galluresi. E' vero che la civiltà torreana è legata a quella nuragica, ma non è vero può essere stato il gallurese a influenzare il còrso, sia in quanto in questa regione prima della colonizzazione era abitata da sardi e si parlava il logudorese, e sia in quanto il còrso pur nella differenziazione delle sue varietà possiede una certa uniformità che travalica la toscanizzazione medioevale e che comunque lo differenzia nettamente dalle caratteristiche della lingua sarda. E il gallurese, come il sassarese, è un dialetto solo geograficamente sardo, ormai pienamente autoctono ma che mantiene ancora oggi la struttura delle parlate còrse più conservative.
Un solo appunto. Un cortese invito a registrarti, visto che sembra che il tuo IP abbia poco a che fare con l'utente registrato come Stefano... Ciao. --Dch discutiamone 01:36, 31 dic 2006 (CET)[rispondi]

Rimozione copyright[modifica wikitesto]

O_o Sinceramente ma di questo avviso ci capisco poco. E' stato rimosso un elenco di comuni, ovvero dei contenuti oggettivi, provenienti da una legge, un atto pubblico. E solo gli admin possono fare rollback. --Felisopus (abusa pure del mio tempo) felis@katamail.com 20:18, 9 feb 2007 (CET)[rispondi]

contatto linguistico[modifica wikitesto]

Salve a tutti

Mi son permesso di modificare e riformulare alcune affermazioni riferite alla variante campidanese o meridionale della lingua sarda, soprattutto laddove insistentemente si affermava l'importanza del contatto linguistico esterno a partire in particolare dall'inizio del II millennio, come principale responsabile delle differenze osservabili tra queste varietà e quelle "conservative" centrosettentrionali.(tesi dalla linguistica classica wagneriana) Laddove attualmente autorevoli studiosi riterrebbero il problema in realtà ben più complesso, collocando l'origine di alcuni fenomeni che hanno portato alle attuali divergenze già ai tempi della latinizzazione (Pittau, Blasco, ecc)e attribuendo importanza ben più sostanziale alle dinamiche intrinseche al sistema linguistico, ridimensionando così notevolmente il ruolo del contatto esterno, sulla base di ragioni storiche, linguistiche, antropologiche ecc ecc.(bolognesi, virdis, ecc) Tuttavia non essendoci ancora comune accordo a riguardo all'interno della comunità scientifica, ho preferito presentare la questione in maniera quantomento più problematica.

Ovviamente se ne può discutere.. saluti rhubex

Scusate ma nell'elenco dei comuni minoritari la cosa sta diventando un po' ridicola... ogni ip che passa aggiunge il wl al suo paese. Togliere o mettere tutti i wikilink? Per me è indifferente. --felisopus (abusa pure del mio tempo) mail 13:19, 22 giu 2007 (CEST)[rispondi]

SARDO...lingua meridionale?[modifica wikitesto]

ma quando mai scusate il sardo è definito "lingua meridionale? per sotria(dai pisani ai secoli piu recenti) il sardo è+ sempre stato considerato un centro-nord atipico.. (storicamente considerato piu legato a Roma che Napoli, e come se non bastassesede dei savoia durante il periodo napoleonico, ....)

Si tratta di una classificazione linguistica e non culturale ;-) le lingue romanze meridionali includono sardo, còrso e sassarese, e secondo alcuni anche il siciliano e gli scomparsi idiomi africano-romanzi. --felisopus (pensaci bene) posta 16:34, 20 feb 2008 (CET)[rispondi]


Voglio l'ultima versione!!!![modifica wikitesto]

Non c'e ragione per non accettarla dato che quello che vi è scritto è la sacrosanta verità!!! che vi costa accettarla??? perchè continuat a cancellare riferimeni al fatto naturale che la Sardegna è una nazione senza stato??? come si fa a dire, in buona fede, che non c'entra nulla con il discorso della lingua sarda? ma una lingua che cosa è se non espressione di un popolo???

Ecco il testo senza censure (ammesso che non venga censurato anche qua).


La lingua sarda si trova in condizione di subalternità alla lingua italiana e, soprattutto nelle città più grandi, essa non viene più parlata dai giovani, i quali conoscono praticamente solo l'italiano, spesso come lingua materna e non come seconda lingua; ciò è dovuto al processo di colonizzazione culturale di cui è stata fatta oggetto la Sardegna negli ultimi 250 anni, già prima che la regione geografica italiana giungesse alla sua quasi integrale unità politica, che impose, in modo ormai non più rimandabile, la necessità di una lingua comune per l'Italia, lingua che non potè che essere la variante letteraria del dialetto fiorentino della lingua toscana, eletta al rango di lingua italiana, già a partire dal sedicesimo secolo, per via del suo prestigio in quanto lingua di cultura.

Il sardo antico si è evoluto assimilando parole dai popoli che dominavano di volta in volta l'isola; successivamente il sardo resistette all'influsso del castigliano e del catalano, modificando pressocchè soltanto il lessico; ma negli ultimi 250 anni, già per volontà dei Savoia (e, per loro procura, di Giovanni Battista Lorenzo Bogino), poichè volevano unire linguisticamente i territori sotto il loro dominio, la diffusione del toscano letterario ha innescato il processo di estinzione linguistica che potrebbe portare alla definitiva scomparsa la lingua sarda.

Tuttavia è difficile credere che la legge in tutela della lingua sarda, giunta troppo tardi, cioè quando ormai il sardo sta per essere sostituito definitivamente dall'italiano, possa scongiurarne l'estinzione, in quanto l'italiano, ormai diffuso in modo capillare (persino le persone anziane lo parlano fluentemente), rende il sardo inutile, ai fini pratici, come lingua veicolare. Inoltre l'italiano è indubbiamente più prestigioso del sardo e si pone, mutatis mutandis, nello stesso rapporto delle inglese con l'irlandese.

Oltretutto, va aggiunto che i giovani sardi, nella maggior parte dei casi, non trovano interessante valorizzare la lingua della Sardegna, per diue ragioni:

  • 1)Il suo retaggio culturale molto povero
  • 2)Per molti di loro, a causa dell'istruzione e dell' educazione ricevuta, e per via del fatto che la loro lingua materna è, nella maggior parte dei casi, solo l'italiano, e non il dialetto della loro città, la Sardegna è soltanto una delle regioni dello stato italiano, senza più alcuna specificità culturale.

Il recupero e la valorizzazione del sardo è intimamente legato anche al recupero dell'identità nazionale sarda, ed è per questo che la legge che la rende coufficiale all'italiano, è stata dibattuta a lungo in parlamento e osteggiata dai partiti più conservatori.

La difficoltà dell'uso del sardo come lingua veicolare è aggravato anche della frammentazione dialettale tipica di ogni lingua rimasta allo stato naturale, al contrario delle lingue ufficiali degli stati; per il caso dell'italiano si può dire che esso deriva dal dialetto fiorentino della lingua toscana, e ne rappresenta la variante letteraria. Ma è così per tutte le lingue ufficiali: ad esempio il francese in origine era nientaltro che il dialetto di Parigi.

In Sardegna nessuno dei dialetti della lingua sarda verrebbe accettato come lingua ufficiale. Una proposta di lingua sarda comune (in sardo: limba sarda communa), che la regione sta già utilizzando per il suoi documenti in uscita (mentre accetterà in entrata il sardo i tutte le sue varianti), non è stata apprezzata dai locutori della variante campidanese perchè è troppo simile alla variante logudorese; ma i locutori del logudorese considerano la LSC differente dalla loro variante. In effetti la L.S.C. è stata tratta da una variante intermedia tra le due principali: il Sardu de Mesanìa.

Questo campanilismo pone il sardo in difficoltà verso la lingua italiana, che si presenta uguale e standardizzata in tutto il territorio dello stato italiano, quindi anche in Sardegna.

Un altro fenomeno che colpisce la lingua sarda è la carenza del suo lessico per quanto riguarda i fenomeni e gli oggetti dell'età contemporanea. Per esempio: quando si indica la lavatrice in sardo (nella varientà campidanese), si usa un adattamento della voce italiana: sa lavatrici; questo accade nonostante il verbo corrispondente per l'italiano "lavare", in sardo campidanese sia "sciacuai"; quindi la lavatrice sarebbe meglio traducibile come "sciacuadora".

Per tutte le parole indicanti oggetti della tecnologia o termini della scienza il fenomeno è lo stesso: la lingua veicolare è ormai l'italiano e il sardo, ancora resistente nella voce delle persone anziane, mutua da esso i termini che gli mancano.

Galaemyam

Io invece voglio la pace nel mondo. Eh sì, la vita è dura... --Maquesta Belin 16:47, 22 feb 2008 (CET)[rispondi]

Ma quali sarebbero le conseguenze di tenere il testo integralmente??? chi farebbe storie??? ROMA??? e tu che sei genovese non ti rendio conto che l'Italia è tutta un invenzione.... diciamo che abbiamo avuto fortuna che a Firenze qualcuno non ha pensato solo a navigare per i mari ma ha anche pensato e scritto qualcosa, altrimenti non ci sarebbe stata una lingua abbastanza prestigiosa da poter essere accettata in una penisola tanto divisa. Comunque la Sardegna non è italiana, è solo italianizzata. Ma nell'obiettivissima Wikipedia questo non riesco a dirlo nè nella voce sulla lingua sarda, nè in quella sulla Sardegna. Complimenti per la vostra malafede.

Galaemyam


Wikipedia non è un forum di discussione!
Consulta la pagina Esplorare Wikipedia o fai una ricerca direttamente sull'enciclopedia. Se hai una domanda da porre non riguardante il funzionamento di Wikipedia, chiedi all'Oracolo. Se non troverai una voce che appaghi la tua curiosità, prima o poi potresti contribuire scrivendola tu! Grazie.

Okay, finora abbiamo scherzato, molto divertente. Adesso basta, per cortesia. Cercati un bel forum sull'indipendenza sarda e sfogati lì, ma smettila di intasarci le pagine di discussione. --Maquesta Belin 16:53, 22 feb 2008 (CET)[rispondi]


Wikipedia deve forse tenere conto degli interessi dello stato italiano?? o deve raccontare la verità cosi com'è?? La Sardegna è una COLONIA dello stato italiano, piena di servitù militari e la sua lingua è ai ferri corti. Ma dirlo no.. aiuto, chissà che ci farebbe il ministero dell'interno... po caridade de deus, gi seus a froris... Questo è il frutto del conformismo. Pensate che persino i miei parenti credono che il sardo sia una linua inferiore al toscano e un mio zio credeva che fosse una sua derivazione... Gli avevo chiesto da dove derivassero i dialetti italiani (e per dialetti intendo le lingue non ufficiali) e mi ha risposto: "dall'italiano!". Chissà quanta gente in Italia lo crede. L'Italia è stata fatta da un' elite e sulla pellaccia degli ignoranti... intanto culture millenarie muoiono. E purtroppo un giorno morirà anche l'Italia tutta, quando ci saranno solo immigrati... o quando verrà proclamato uno stato mondiale con lingua ufficiale unica: L'INGLESE.

Mi arrendo, tanto persino in Sardegna parlare del sardo fa venire i nervi a un sacco di gente. La gente pensa solo a se stessa e al proprio successo e purtroppo il sardo non serve a trovare successo... dalla Sardegna tutti vogliono scappare perchè non c'è nulla e quel poco che c'è non è più sardo... non saremmo mai indipendenti, non abbiamo le risorse, si dice in giro; intanto la nostra risorsa principale, l'identità nazionale, è andata a perdersi. Io amo la mia lingua materna, l'Italiano, ma non posso riconoscermi in uno stato nato dalla violenza e dal sopruso e spacciato per nazione. La mia vera nazione, la Sardegna, sta morendo e a voi non ve ne frega niente.

-Senti Galaemyam tu vuoi una sardagna stato, c'è un mio amico che vuole la padania libera...e io che voglio ritornare ai tempi dell'antica roma? come la mettiamo?? visto che se non siamo italiani, siamo "Romani" no? quindi ok preservare i dialetti e lingue che fanno l'Italia una NAZIONE bellissima, ma adesso dire dividiamoci specialmente da voi sardi che volenti o non siete italiani più di un napoletano (io) visto che eravate il REGNO DELLA SARDEGNA!! e non siete stati colonizzati, come non lo sono stati i "padani" visto che ci sono stati dei plebisciti. (il dividiamoci è uno sfogo per tutti quelli che non vogliono più l'Italia)

In Sardegna non vi fu alcun plebiscito, l'isola fu merce di scambio passata dagli spagnoli e austriaci ai savoia nel 1720.

qual è l'inno nazionale sardo?[modifica wikitesto]

Alla voce "curiosità" si fa riferimento ad un presunto "inno nazionale sardo". Ma tutti vi sarete resi conto che tale componimento, a dispetto del nome, è decisamente poco corrivo a celebrare la nazione sarda. A partire dall'invocazione al re. Nel panorama culturale sardo è riconosciuto invece da tutti come inno nazionale il componimento di Francesco Ignazio mannu "Su patriottu sardu a sos feudatarios", meglio noto come "Procurade 'e moderare". E' riconosciuto come inno ufficiale anche dal Partito Sardo d'Azione (articolo 5 comma 8 dello Statuto), che, a prescindere dalle posizioni politiche di ognuno di noi, è un autorevole portavoce dell'identità nazionale sarda. Per chi fosse interessato ad un confronto fra i due testi, il testo dell'inno del Mannu è facilmente reperibile in internet, per esempio nel sito della sezione di Cagliari del PSd'Az. Tzinnibiri

infatti qui c'è scritto solo che è stato il primo inno nazionale italiano ed era l'inno del regno di Sardegna, non viene spacciato come inno nazionale sardo --Bultro (m) 16:52, 6 apr 2008 (CEST)[rispondi]

Pronuncia delle vocali[modifica wikitesto]

[a], [ɛ/e], [i], [ɔ/o], [u], come -a-, -e-, -i-, -o-, -u-, come in italiano e spagnolo, senza segnare la differenza tra vocali aperte e chiuse...

Leggendo questo non capisco affatto se si distingue tra le vocali aperte e quelle chiuse o meno! Sarebbe come scrivere Tarapia tapioco con scappellamento a destra e a sinistra, cioè non ha senso quello citato sopra.--Daviduzzu (msg) 15:18, 14 set 2008 (CEST)[rispondi]

Lingua Sarda non neolatina[modifica wikitesto]

Secondo delle autorevoli fonti il sardo non deriva dal latino ma bensi da una lingua indoeuropea del ramo occidentale simile al latino che si parlava in Sardegna gia dal II millennio a.c. , questa teoria sembra essere confermata dalle iscrizioni ritrovate nella necropoli di Is Loccis Santus , forse si potrebbe accennare a questo nell articolo , posso procurare le fonti se necessario. --Agrippa87 (msg) 09:32, 16 nov 2008 (CET)[rispondi]

E' molto necessario --Bultro (m) 13:51, 16 nov 2008 (CET)[rispondi]
Pare invece che proprio il substrato della lingua sarda non fosse neolatino (lo dimostrano i residui di archeologia linguistica nei toponimi, nei nomi delle piante, etc.) ma questo è comune alla maggioranza delle lingue neolatine. Io starei attento a non accreditare per troppo "autorevole" la teoria fantastica in base alla quale il latino sarebbe una lingua neo-sarda. C'è molto da studiare sulla storia dell'isola ma si rischia di ripetere l'equivoco delle Carte di Arborea, che dopo aver apparentemente esaltato la storia medioevale dell'isola, si sono rivelate un falso documentale ed ideologico, facendo cadere nel ridicolo e nel disinteresse tutti gli studi storici fin lì seriamente compiuti sulla Sardegna. Per correttezza la citerei comunque come una teoria in discussione, documentandola per quanto più possibile con le relative fonti ma esplicitando anche perplessità, dubbi e controprove di coloro che non la condividono. A meno di grandi scoperte di archeologia linguistica... --DirkCherchi Dch discutiamone 15:37, 16 nov 2008 (CET)[rispondi]

Attenzione , non si dice che il latino sia una lingua originiaria della Sardegna , si dice solamente che in Sardegna a partire dal II millennio a.c. si parlava una lingua indoeuropea del ramo occidentale ossia una lingua indoeuropea centum come il latino ma anche come il celta , il germanico , il greco , l' illirico etc...Questo a dimostrazione della non veridicità delle improbabili teorie che nel corso degli anni hanno presentato la lingua sardiana di volta in volta come lingua basca,semita,camita etc...--Agrippa87 (msg) 18:22, 16 nov 2008 (CET)[rispondi]

Prova a inserirlo in modo neutro e scientifico documentandone le fonti. Considera che c'è anche la voce Lingua protosarda. --DirkCherchi Dch discutiamone 10:16, 17 nov 2008 (CET)[rispondi]

Template e "status" di lingua[modifica wikitesto]

Stavo cercando di migliorare le voci sardo campidanese e sardo logudorese quando mi sono trovato ad affrontare il punto dei template, che per tutti erano indicati come dialetti. Ero sul punto di fare di testa mia (cambiando quello di questa pagina come "lingua" e inserendo template "dialetto" per le due voci "figlie" citate), quando ho avuto la buona idea di venire qui a leggere che s'era già detto al riguardo. E ho scoperto il lungo "dibattito" qui consumato, ed apparentemente conclusosi senza arrivare ad un punto chiaro di compromesso.
Vedo però altrove che questo punto dovrebbe essere stato risolto, utilizzando lo standard ISO 639-3 per distinguere tra lingue e dialetti. E tra le lingue identificate dallo standard ISO citato ci sono Sardo, Veneto, Friulano, Piemontese, Siciliano... e non solo: ho trovato tra le lingue codificate anche Sardo campidanese, Sardo logudorese, Sardo gallurese, Sardo sassarese. A questo punto, chiedo: che si fa? Possibile cambiare i template secondo lo standard individuato senza scatenare guerre di campanile, oppure è necessario cambiare la tassonomia alla base del template lingua? --capt yossarian - [d] 14:23, 1 mar 2009 (CET)[rispondi]

...sulle divisioni linguistiche nella nuova cartina di Dch.[modifica wikitesto]

Riporto dalla mia pagina di discussione e quella di Dch.--Shardan (msg) 23:18, 28 mar 2009 (CET)[rispondi]

Un breve commento sulle cartine che hai messo: UNA FIGATA!!!!! ;) Buona serata, --S141739 ufficio proteste 25h24 19:12, 26 mar 2009 (CET)[rispondi]

Ciao Dch, ho molto apprezzato le nuove cartine sulla Sardegna, veramente belle! Però mi sembra che nella suddivisione linguistica dell'area in cui si parla il logudorese, hai tralasciato il comune di Torpè. In tutto il territorio di quel comune infatti si parla logudorese, come anche in quello pasadino, e ti assicuro che coprono un'area molto vasta. Quella striscia che dal Montacuto, attraverso Buddusò, Alà e poi Torpè, è arriva fino al mare con Posada e Budoni, è molto estesa, tenendo anche conto che la maggioranza del territorio budunese è logudoresofono, come anche il territorio comunale di Padru. E poi non bisogna dimenticare che il comune di Olbia, andando oltre il comune di Loiri, possiede una grande enclave territoriale, tra il comune di Padru, Telti e Loiri, zona perlopiù montagnosa e poco abitata ma logudoresofona. Per cui il territorio dove si parla logudorese sulla costa orientale, parte dalla Caletta di Siniscola (ovvero S.Giovanni di Posada) fino a Budoni (bilingue), ma poi, andando verso l'entroterra arriva alle pendici del Monte Albo, fino a Lodè, e comprende per intero i territori comunali di Posada, Torpè, Alà dei Sardi, Buddusò, Padru, e questo ultimo comune, come ti dicevo, confina con quello di Olbia (enclave oltre Loiri), portando la striscia logudoresofona fino ad Olbia stessa. Se hai modo di controllare i limiti comunali (penso su Sardegna 2Dimensioni del portale della Regione), potrai rendertene conto meglio. Saluti --Shardan (msg) 10:30, 28 mar 2009 (CET)[rispondi]
Ciao Shardan. Non mi sono affatto dimenticato di Torpè (tra l'altro la Baronia di Posada è una zona che conosco relativamente bene...). A quanto mi è noto - a seguito di immigrazioni settecentesche dal basso Monteacuto - Posada (e la parte logudorese di Budoni che ne è stata frazione) si differenzia in diversi aspetti dalla parlata baroniese (che come sai presenta un carattere arcaico ben definito). Ritenevo inizialmente anch'io che il fenomeno riguardasse anche la vicina Torpè (che presenta ad es. nel toponimo sia la forma Torpè che Tolpè, vedi DETI) ma alcuni approfondimenti (vedi tra l'altro http://www.galmaremonti.org/newsread.php?newsid=12) sembrerebbero attribuire al tipo logudorese la sola parlata della sua frazione di Brunella (al confine con Budoni) mentre considerebbero il dialetto di Torpè come un baroniese con qualche influenza logudorese. Tieni conto che la distinzione e la classificazione tra dialetti che rientrano nella stessa varietà linguistica è talvolta complessa (così ho ritenuto il dialetto di Posada legato al logudorese comune di Alà e Buddusò ma ho dubbi sull'attribuzione di Padru e Berchiddeddu al logudorese comune o a quello settentrionale di Monti e Olbia). Se conosci una fonte più autorevole su Torpè o ne hai l'assoluta certezza non c'è comunque problema per ricomprendere Torpè... Per quanto riguarda l'inclusione del salto di Berchiddeddu (comune di Olbia) e di Padru pensavo invece di averli inseriti, così come metà del comune di Budoni (la parte nord fino al paese di Budoni è galluresofona, mentre è sardofona la parte a sud da Limpiddu-Tanaunella fino a Solità e Tamarispa all'interno) e Posada fino a San Giovanni (il baroniese inizia alla Caletta), ma comunque verificherò (la carta è stata disegnata avendo come base anche i confini comunali) visto che solo chi non fà nulla non sbaglia mai... Nel frattempo ti ringrazio e segnalami pure altre altre correzioni (me ne sono già annotate alcune io stesso). Se vuoi, per raccogliere qualche altro parere, spostiamo la discussione in Lingua Sarda. Ciao. --DirkCherchi Dch discutiamone 17:17, 28 mar 2009 (CET)[rispondi]
Dch, anche io conosco ....relativamente bene quelle zone, e ti assicuro che i miei amici pasadini e tolpini parlano come me il logodorese. Certo, qualche piccola variante esiste, ma si tratta solo di alcune parole ed espressioni, ma niente a che vedere con il siniscolese ed il lodeino. Nel comune di Budoni poi, il gallurese è minoritario rispetto al logudorese perchè le frazioni galluresofone sono veranente poco popolate. Agrustos è la più grande, seguita da Berruiles, ma poi le altre sono minuscole, mentre sul lato logudoresofono, Tanaunella è grande quanto Budoni stesso, ed anche Tamarispa, Santu Larentu, Solità...ecc, sono abbastanza popolate ed in fin dei conti il comune di Budoni per quattro/quinti è Logudoresofono. Tornando a Torpè, non ci sono dubbi che si parli logudorese, come a Brunella (o meglio Burunella come la conosco io), Talavà, Su Cossu, Sos Rios, Concas e tutte le frazioni di Padru, e Padru stesso. Mi incuriosisce il Salto di Berchideddu che porta la continuità logudorese fin dentro Olbia. A questo punto, la bassa Gallura, quella di San Teodoro, sarebbe nettamente divisa dal resto della Gallura! ....che ne pensi? Ciao--Shardan (msg) 23:14, 28 mar 2009 (CET)[rispondi]
Navigando qua e là, ho trovato alcuni esempi di parlate logudoresi pasadine e torpeine:[7], [8], [9], [10]. --Shardan (msg) 00:36, 29 mar 2009 (CET)[rispondi]
Grazie Shardan. Direi che mi hai abbastanza convinto al riguardo di Torpè (a proposito, preferisci Torpè o Tolpè, visto che si adoperano entrambe le forme?). Quanto alle frazioni logudoresi di Budoni la cartina mi sembra comunque coincidere (salvo l'aggiustamento di Torpè), e così anche a Nord di Padru dove nella zona logudorese si colloca il salto di Berchiddeddu (mentre nella vicinissima Enas, frazione di Loiri-Porto San Paolo si parla il gallurese). Padru è logudorese con eccezione per una frazione, forse Biaxi (?). Sul "canale" lungo la SS199 e la ferrovia compreso tra Su Canale e Olbia (lungo il rio Enas), attorniato da località galluresi, i confini amministrativi comunali creerebbero un vertice geometrico collocato tra Aratena/La Prisciona, Frades Tilignas e Enas/, dove si toccano da un lato i comuni di Telti e Loiri (che erano salti di Tempio, galluresofoni) e dall'altro quelli di Olbia e Monti (di parlata logudorese). Berchiddeddu, salto di Olbia, è collegata invece solo a Monti e a Padru e rientra nella diocesi di Ozieri e non in quella gallurese di Tempio-Ampurias. Attribuire la giusta continuità sarebbe difficile se non fosse che proprio nella piana del canale del rio Enas, nel Comune di Olbia, compaiono sulla carta IGM alcuni toponimi galluresi (Punta lu Lisandru, Lu Nuracu, Ciuddi Canini) che creerebbero un seppur sottile ponte linguistico gallurese tra Telti e Loiri (le località galluresi hanno talvolta conservato gli antichi toponimi logudoresi ma non è ovviamente possibile il contrario... e andando verso Olbia i toponimi tornano tutti logudoresi). Riterrei pertanto IMHO che sia pure per una piccola cesura sia Olbia a costituire oggi un'isola linguistica e non la Gallura meridionale (non che questo fosse fondamentale, visto che la situazione originaria fino al '700 era quella di una Gallura meridionale semi-disabitata ma comunque logudorese e che con il tempo l'espansione dell'area gallurese ha ridotto a isole le residue presenze logudoresi in Gallura...). Cercherò in ogni caso di raccogliere approfondimenti e di "ritoccare" la cartina con i suggerimenti pervenuti. --DirkCherchi Dch discutiamone 01:09, 29 mar 2009 (CET)[rispondi]
Salve Dch, a riguardo di Torpè o Tolpè, da parte mia puoi fare come tu ritieni più giusto, (secondo me, Torpè è usato nel paese stesso, mentre Tolpè mi sembra usato nelle frazioni di Talavà e Burunella, ma è solo una delle tante varianti linguistiche che si notano in tutta la Sardegna anche tra paesi dello stesso comune e che distano tra loro un paio di kilometri. Mi sembra però più degna di nota la storia linguistica dell'alta Baronia e della bassa Gallura. Fino a quando non si sono staccati da Posada, San Teodoro e Budoni erano parte dell'alta Baronia e con pochi stazi galluresi in Offilè, che era comunque poco abitata. Ma la storia galluresofona di san Teodoro è minuscola rispetto a quella logudoresofona della baronia di Pasada, perchè in fin dei conti, storicamente, da Buddusò e da Alà, il logudorese raggiungeva Olbia, ed anche dall'alta Baronia, Olbia rimaneva distante pochi kilometri (...Monte Pedrosu era il limite della baronia di Pasada). Solo molto recentemente (primi ottocento - credo - o fine settecento), rispetto alla lunga storia logudoresofona, ci sono stati insediamenti di stazi galluresi a sud di Olbia ponendo le basi ad un'isola linguistica concretizzatasi poi con la nascita dei comuni di Loiri (da Tempio) e di San Teodoro (da Posada); ma tutti i galluresofoni a sud di Olbia, ai primi dell'Ottocento, non facevano un decimo dei soli abitanti di Posada. In poche parole tra Pasada ed Olbia esistevano pochi stazi galluresi anche perchè sono territori molto più lontani da Tempio che da Posada. Secondo me si è molto magnanimi con il gallurese in quella zona che storicamente non era galluresofona. Comunque apprezzo molto il tuo lavoro sulle cartine e scrivendo sulle lingue sarde, è normale che tracciare i confini sia complicatissimo perchè - come dicevo - variano tra frazione e frazione. --Shardan (msg) 12:48, 30 mar 2009 (CEST)[rispondi]
In un'altra discussione S141739 mi ha posto un dubbio in relazione all'opportunità di mantenere la denominazione bilingue - oltre che in quella linguistica - anche nelle altre cartine tematiche come ad es. in quella politica. In particolare è preoccupato del sovraccarico di informazioni derivante dalla toponomastica bilingue.
La scelta di avvalermi della doppia forma nei toponimi anche nelle altre carte era nata dal desiderio di dare visibilità alla specialità linguistica e culturale dell'isola anche al di fuori dell'ambito specialistico e senza voler attribuire alla cosa alcun valore politico. La diffusione nelle cartine della doppia forma è del resto la normalità nella maggior parte delle regioni in cui sono presenti lingue minoritarie in Europa (senza arrivare all'Alto Adige o ai Paesi Baschi, vedi ad esempio le carte stradali redatte dalla Michelin della Frisia in Olanda o del Galles in Gran Bretagna). La lettura di carta bilingue (o di una segnaletica bilingue) si rende ovviamente leggermente più complessa ma la cosa non è mai stata considerata tanto drammatica. Del resto rappresenta un piccolo prezzo da pagare per la tutela e la visibilità. Se una lingua minoritaria è riconosciuta e tutelata, la stessa deve essere rivitalizzata e utilizzata nelle forme di comunicazione, anche ufficiali, di maggiore visibilità (cartografia geografica, stradale e tematica, segnaletica stradale, atti pubblici, media). Altrimenti, se l'uso deve essere relegato agli aspetti folkloristici o alla festa di paese meglio lasciar perdere perchè è una battaglia persa in partenza... Ma questo è solo il mio parere e auspico commenti e suggerimenti al riguardo. --DirkCherchi Dch discutiamone 12:27, 1 apr 2009 (CEST)[rispondi]
Salve, sono di San Vero e vorrei dare il mio contributo alla cartina. Secondo me è preferibile raccogliere San Vero, Milis e Cabras nella variante Arborense meridionale [in parole povere campidanese (finali in i e u e declinazioni verbali campidanesi) con fenomeni logudoresi: chentu, abba. se andate alla voce San Vero Milis ho cercato brevemente di descrivere le caratteristiche del nostro dialetto] e tenerla distinta dall'arborense orientale di Busachi, Neoneli e Samugheo (più vicino al logudorese: finali in e e o e molti verbi che seguono le declinazioni logudoresi). Per quanto riguarda Fordongianus sinceramente non saprei perchè non ne conosco il dialetto. Saluti
Ti ringrazio per il contributo. E' evidente che in tutta l'area la parlata è di tipo campidanese, anche se in a San Vero Milis, San Vero e Cabras si manterrebbero chentu, abba, battru, chimbi sia pure in compresenza con pa(n)i e domu. La presenza delle velari non è comunque cosa di poco e colloca comunque queste varianti nell'arborense settentrionale (perchè scrivi "meridionale", che mi fa invece pensare ai dialetti a sud di Oristano?), che è di tipo campidanese ma di transizione con il logudorese. Nell'arborense settentrionale rientrano anche le parlate di Busachi, Neoneli, Samugheo e Fordongianus, che comunque - effettivamente- pur essendo di tipo campidanese, si presentano ancora più vicine al logudorese (chimbe, abba, pane). Cercherò di adattare la cartina al riguardo. Grazie. --DirkCherchi Dch discutiamone 22:36, 11 apr 2009 (CEST)[rispondi]
Ho scritto arborense "meridionale" perchè il dialetto che va da Oristano a Sinnai viene definito dai linguisti (es. Virdis) Campidanese occcidentale. L'Università di Cagliari (mastersardo.netsoul.net/servlet/download?id=/public/images/pagine/110/allegati/Commento_bilingue_alla_LSC.pdf -) definisce come arborense un quarto gruppo dialettale sardo (insieme a campidanese, logudorese e nuorese) relativo alla ristretta area della parte settentrionale della provincia di Oristano in cui i fasci di isoglosse sono molto concentrati (nell'Ogliastra, invece, le isoglosse sono molto più frammentate) ripartendola in settentrionale (Montiferru, Guilcier e Barigadu) e meridionale (Campidano di Milis e Campidano Maggiore) a seconda della prevalenza dei fenomeni linguistici di tipo logudorese o campidanese (con un ulteriore ripartizione tra Arborense Occidentale ed Arborense Orientale per l'area in cui si usa l'articolo is: vocali finali i ed u per il Campidano di Milis e il Campidano Maggiore e vocali in e ed o per Allai, Samugheo, etc). Comunque complimenti per la mappa, penso che sia una delle più fedeli alla reale situazione linguistica sarda. M. Masciulli
Buongiorno Masciulli. Adesso ho inquadrato la terminologia (mi era nota la suddivisione tra arborense orientale e occidentale). Io identificavo come arborense l'insieme dei dialetti campidanesi di transizione con il logudorese, escludendo pertanto quelli di tipo logudorese della zona di Ghilarza mentre lei considerava unitariamente tutta la regione di transizione. La ringrazio in ogni caso per il link allo studio dell'università di Cagliari che non mi era noto e del quale terrò conto per gli approfondimenti. --DirkCherchi Dch discutiamone 18:46, 14 apr 2009 (CEST)[rispondi]
Vedo ora questa discussione relativa ad eventuali modifiche della mappa, quindi ne approfitto per suggerirne alcune che mi erano venute in mente in passato, poi decidederà Dch se e come inserirla. In particolare suggerisco di cambiare la dizione "Lingua sarda" e "Lingue corse" con "Lingue sarde" e "Lingue corse" perché non tutti sono d'accordo sul fatto che si tratti di due soli blocchi linguistici, altre cartine presenti su Wikipedia ([[11]]) evidenziano 3 lingue: ancora meglio sarebbe di non operare un raggruppamento nella leggenda scrivendo solo "Lingue della Sardegna". Che ad Alghero venga aggiunto anche il secondo esonimo del territorio, L'Aliera, in virtù anche dell'originaria popolazione che era simile a quella di Castelsardo. Se poi fosse il caso di inserire almeno dei punti relativi a dialetti veneti-romagnoli diffusi a Fertilia ed Arborea, dove vengono effettivamente parlati in numero secondo me simile ad altri paesi della Sardegna. Infine essendo davvero pochi i paesi di lingua sassarese, se, compatibilmente con lo spazio, fosse possibile inserire anche Tergu. Grazie! --felisopus (pensaci bene) posta 20:00, 29 gen 2011 (CET)[rispondi]

Ci ho ragionato sopra... Per quanto riguarda rettifiche e aggiornamenti delle mappe (quella linguistica e quella amministrativa) ci sto lavorando sopra, anche se a tempo perso, anche in funzione degli sviluppi della voce Toponimi in sardo e dell'ufficializzazione del toponimo in lingua sarda (o catalana per Alghero) ai sensi della Legge 482/99 da parte di circa il 50% delle amministrazioni comunali dell'isola. L'obiettivo era quello di tendere a una mappa più rigorosa e legata all'ufficialità.

Sul fatto di cambiare le dizioni "Lingua sarda" e "Lingue corse" in "Lingue sarde e lingue corse" fatto delle "lingue della Sardegna" . La legge 482 tutela solo "le popolazioni (...) catalane" e "quelle parlanti (...) il sardo" per cui non si può non parlare di "lingua sarda". Su Wikipedia invece la convenzione si basa sulla classificazione ISO (basata sul SIL) che ha attribuito, oltre al codice ISO 639-1 "sc" della "lingua sarda" il codice ISO 639-3 "srd" alla "macrolingua" e 4 ulteriori (illeggibili) codici alle sue varianti ("lingue individuali" all'interno della "macrolingua"), ponendo ad es. anche gallurese e sassarese (che in realtà hanno moltissimo in comune) nella macrolingua sarda e non in quella corsa, e considerando il campidanese una lingua separata. Mi chiedo semplicemente se sia corretto da un lato alimentare questa frammentazione dicendo che il campidanese, variante autonoma è anche una lingua autonoma (con il conseguente rifiuto di una standardizzazione almeno ortografica) e dall'altro omologare anche gallurese e sassarese nell'ambito della macrolingua sarda (e non di quella corsa da cui traggono grammatica, struttura, ortografia e gran parte del lessico) e se queste cose siano veramente utili, specie in un momento in cui si susseguono attacchi - anche nel mondo intellettuale - atti a delegittimare proprio il riconoscimento quali lingue del friulano e del sardo.

Per Alghero concordo con la dicitura in sardo (di cui è storicamente presente una notevole comunità) ma non con quella sassarese (da citarsi sicuramente nell'incipit della voce ma non sulla cartina) in quanto, al di là della situazione medioevale, non mi risulta essere una lingua viva parlata da una vasta comunità ad Alghero. Inoltre, in ottica di rigore, ad oggi ritengo debbano essere riportati i soli toponimi ufficiali indicati nelle lingue minoritarie ai sensi dell'art. 10 della Legge n. 482/1999 dal suo Consiglio Comunale con Delibera n. 44 del 01.10.2010 (della quale però non conosco tutto il contenuto perché non consultabile online, anche se si desume da atti successivi che sicuramente comprenda la denominazione in catalano "L'Alguer" mentre è dubbia la presenza anche della voce in sardo).

Per Fertilia ed Arborea, se tu mi confermassi che romagnolo-ferrarese e veneto-istriano-giuliano sono ancora ampiamente vivi e diffusi tra la popolazione di Fertilia (il romagnolo mi risultava scomparso e ritenevo che anche il veneto fosse in via di estinzione...) e il veneto tra quella di Arborea (mi risultava invece essere gradatamente scomparso soppiantato dalle parlate sarde...) sicuramente sarebbe opportuna un'aggiunta. Ma devono essere lingue vive e radicatesi, non legate a un'emigrazione che si è poi linguisticamente assimilata (giusto per non rischiare tra 50 anni di citare il rumeno nella mappa delle minoranze linguistiche di Sassari o di Milano).

Per Tergu avevo evitato per via della sua ridotta popolazione e estensione (meno di 600 ab. su soli 36 km2). Trattandosi di un border-line linguistico potrei comunque aggiungerlo, ma ho notato che lo stesso comune (che mi risultava di parlata sassarese con la denominazione "Zelgu") ha istituito un ULS (in associazione con alcuni comuni confinanti), utilizza la denominazione sarda "Tergu" e propone traduzione di atti ufficiali in solo sardo logudorese. Per cui non avrei saputo che toponimo riportare. --DirkCherchi Dch discutiamone 11:51, 1 feb 2011 (CET)[rispondi]

I più seri sono Michele San Pietro e la sua ABLS[modifica wikitesto]

In mezzo a tanti parolai, i più seri in fatto di lingua sarda sono Michele San Pietro, uno straordinario linguista in grado di parlare 55 lingue, e la sua associazione di volontari per la lingua sarda, basta leggere le loro notizie in sardo sul gruppo di Facebook "Noas e articulos in sardu" per rendersene conto. Antonio Garau.

origine spagnola[modifica wikitesto]

rimosso il sostantivo "bellesa". non deriva dallo spagnolo "belleza" ma, analogamente al "bellezza" italiano, dal latino volgare bellitia. --Fil (msg) 14:14, 4 mar 2012 (CET)[rispondi]

stessa cosa per barracoccu/piricoccu. più che dallo spagnolo albaricoque, deriva dall'arabo 'al-barbaquq attraverso lo spagnolo albercoque. altrimenti sarebbe come dire che anche l'italiano albicocca deriva dallo spagnolo (cosa non corretta) e dunque non vi sarebbe alcuna differenza con il sardo (che effettivamente non c'è). ho dei dubbi anche su adiosu, visto che la stessa locuzione esiste in altre lingue romanze (forse è un'influenza... nel dubbio l'ho lasciato). segnore/sennori mi sembrano avere più una somiglianza che una derivazione dirette con señor, visto che l'origine è quella latina di seniore, comparativo di senex --Fil (msg) 12:27, 4 lug 2012 (CEST)[rispondi]

Guarda che potrebbe benissimo derivare dallo spagnolo "belleza". A sua volta questo deriva dal latino "bellitia", ma è un'altra storia. Idem le albicocche e tutto il resto, quel che conta è da chi l'hanno assimilato direttamente i sardi. Solo fonti linguistiche accurate possono determinare l'origine, non tirare a indovinare --Bultro (m) 12:53, 4 lug 2012 (CEST)[rispondi]
Giusto. Che cosa dicono le fonti linguistiche accurate? --vadsf (msg) 00:28, 7 lug 2012 (CEST)[rispondi]

e le fonti accurate che stabiliscono l'origine spagnola dove sono? io non le ho viste. vediamo comunque di non confondere origine, derivazione e influenza o assimilazione. attenzione perchè il paragrafo parla di origine e bultro parla di assimilazione. e poi dov'è la somiglianza schiacciante tra barracoccu/piricoccu e lo spagnolo albaricoque/albercoque? infine, così come si sostiene che bellesa derivi dallo spagnolo belleza, allo stesso modo qualcuno (non io, discorso ipotetico) potrebbe anche ribattere che derivi dal toscano bellezza. semplice esempio per dire che è un po' campato per aria avanzare con fermezza l'origine spagnola.

discorso analogo potremmo farlo anche per serrar che qui viene fatto derivare da cerrar. per dire "chiudere" al nord esistono sarà, sarar, sarä, sarär, sarer ecc. così come serrare in italiano che non mi risulta siano stati introdotti dagli spagnolo. tutti derivati dallo spagnolo? mah... nel tardo latino esisteva serare. poi può essere davvero che serrar lo abbiano portato gli spagnoli sull'isola, mentre al nord si sia sviluppato contemporanemanete con la castiglia e chissà quale altra terra, ma l'origine è latina. su bellesa non penso ci sia voluto un popolo arrivato dall'altra parte del mare. --Fil (msg) 16:09, 12 lug 2012 (CEST)[rispondi]

Non so dove abbia preso le informazioni chi scrisse originariamente la lista. Può darsi che si sia basato su fonti autorevoli e può darsi di no, la bibliografia è stata riportata e si spera che l'abbia seguita. Ma di sicuro tu non ti stai basando su fonti autorevoli, stai facendo supposizioni personali e quindi ricerca originale --Bultro (m) 16:09, 13 lug 2012 (CEST)[rispondi]

io mi sto basando su suppozioni. tu fai lo stesso ipotizzando che il primo autore abbia consultato fonti autorevoli. i fatti ci dicono però che in latino si diceva bellitia e che la citazione di queste fonti sia assente. e ripeto: chiariamo la questione dell'etimologia e quella del contatto che mi sembra tu voglia ignorare. se bellesa deriva da belleza, dimostratlo senza supporre che gli altri suppongano. --Fil (msg) 17:32, 18 lug 2012 (CEST)[rispondi]

Wikipedia:Presumi la buona fede. Le fonti sono state citate, c'è la sezione bibliografia. Lo vedo anche improbabile che uno si inventi a casaccio che deriva dallo spagnolo. Ovviamente parliamo di contatto e non di origini ancestrali, sennò le sezioni "spagnolo" e "italiano" non esisterebbero per niente, ma neanche "latino", perché anche il latino a sua volta deriva da qualcos'altro--Bultro (m) 18:29, 18 lug 2012 (CEST)[rispondi]

ok, allora presumerò la buona fede. anche quella dei piacentini che fanno risalire al francese mer, mère, père, sel e monde il piacentino mär, mär, pär, säl e mond in quanto perfettamente omofoni nonostante la diversa grafia. --Fil (msg) 20:20, 19 lug 2012 (CEST)[rispondi]

scusi, il tale che ha messo che bellesa derivi da lat. bellitia. Non può esser così: avremmo in sardo logudorese *bedditta; in quello campidanese: *bedditza; in quello nuorese: *bedditha (basta leggersi bene l'HLS del Wagner e il suo la lingua sarda). Per cui non si può sospettare nemmeno l'affermazione di un tipo originario locale su tutto il diasistema. Bellesa è dunque pretto spagnolismo.

ok, deduco allora anche che bellezza è uno spagnolismo. --Fil (msg) 19:10, 13 ago 2012 (CEST)[rispondi]

Cartina linguistica[modifica wikitesto]

Per cortesia, vorrei chiedere all'autore della cartina linguistica, a Dirk Cherchi, se mi può indicare i criteri e le fonti utilizzate per differenziare le macrovarietá. Grazie tante.--5.169.48.76 (msg) 17:43, 2 gen 2013 (CET)[rispondi]

Sulla (presunta?) mancanza di riferimenti[modifica wikitesto]

Salve a tutti, ragazzi. Tempo fa avevo rimosso il banner concernente la mancanza di riferimenti a supporto di quanto è scritto, avendone riportato (a mio parere) abbastanza, ma è stato rimesso. Ordunque, quali sarebbero le frasi che ancor mancano di riferimenti puntuali? A meno che non si voglia lasciare quell'avviso lì per sempre... Grazie! Saludos (msg) 14:09, 1 mar 2013 (CET)[rispondi]

Be' un po' di fonti compaiono nella sezione della storia contemporanea, ma tutte le altre ne sono praticamente prive. Poiché si tratta di una voce piuttosto lunga, la carenza è ancora molto ampia: ricordo che ogni affermazione dovrebb'essere supportata da fonti precise (ed autorevoli.... alcuni riferimenti sono siti che - come si dice - lasciano il tempo che trovano). Dobbiamo cercare di rimediare, prima di togliere l'avviso. --vadsf (msg) 22:38, 3 mar 2013 (CET)[rispondi]

Sardo campidanese[modifica wikitesto]

Salve a tutti, sono una parlante di sardo campidanese e incorro, spesso, in numerose imprecisioni a riguardo del campidanese che mi lasciano sempre interdetta. Già vessato dalla fama maggiore e dalla risonanza di altri dialetti della lingua sarda, come il logudorese e il barbaricino, il campidanese viene ridotto a un'accozzaglia di suoni che sembrano più tratti dal cosiddetto sardo comune, piuttosto che dal reale campidanese. Vi prego di considerare, inoltre, che il campidanese viene parlato su un'estensione di quasi due terzi dell'isola, nelle sue varianti, e che è inaccettabile fare riferimento, come sembra d'abitudine, alle varianti inbastardite cittadine come il cagliaritano o l'iglesiente. Create delle sezioni a parte, se lo desiderate, ma è intollerabile che si prosegua a fornire informazioni inesatte e riduttive a riguardo di un dialetto dalla varietà di suoni molto ampia, che, per giunta, sono fulgidi retaggi linguistici di tutte le dominazioni subite dall'isola - a differenza dei sardi dell'interno che hanno mantenuto identità marcate fino all'arrivo dell'italiano, che li ha ahimè pesantemente influenzati (il campidanese, già sincretico, ha sopportato bene l'invasione linguistica dell'italiano, mantenendo ben distinti i due livelli). In questa specifica pagina, vengono del tutto ignorate, infatti, caratteristiche fondamentali e inconfondibili del campidanese, come le vocali nasali (!) e l'inversione della r. Per non parlare della riduzione e alterazione del lessico e dell'errata trascrizione. Qualora non aveste le conoscenze necessarie alla stesura di una sezione, permettete ad utenti più informati di contribuire, evitando la diffusione di erroneità o di distorsioni.

Grazie.Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 188.104.159.221 (discussioni · contributi).

Questa pagina parla infatti del sardo comune. Esiste Lingua sarda campidanese per i dettagli. Comunque questa cosa dell'inversione della r non pare maggioritaria, visto che ad esempio qua non la chiamano "sadra" --Bultro (m) 12:57, 17 giu 2014 (CEST)[rispondi]

No, veramente anche il Sardo è un dialetto. E questa cosa di wikipedia sidi chiamare i dialetti "lingue" la trovo erronea, Barjimoa (msg) 19:41, 20 mag 2020 (CEST)[rispondi]

Sardo lingua e gli altri dialetti? No![modifica wikitesto]

Salve ragazzi, vorrei discutere in questa sezione su delle questioni che la gente non ha ancora ben capito (esperienza personale). Una di queste è, che noi definiamo i classici dialetti italiani come il siciliano, il piemontese, il ligure, ecc... derivanti dell'italiano, però tranne il sardo perché il sardo giustamente è una lingua, NO! anche le altre sono lingue che vengono considerati dialetti per scopi politici e perché l'italiano è la lingua nazionale e non puoi definire li altri dialetti come lingue. Se la mettiamo a questo punto anche il Sardo è un dialetto o anche il friulano che sono le uniche lingue regionali ad essere riconosciute minoranze linguistiche. Non è che se non lo dice lo stato dev'essere per forza così, infatti le regioni le riconoscono come lingue e anche l'Unione Europea. I dialetti veri della lingua italiana sono quelli centrali, i dialetti toscani, laziali, gli umbro- marchigiani e quelli abruzzesi. Ma poi perché proprio il Sardo e il Friulano?! Cos'hanno fatto a sorteggio?! Comunque io non sto dicendo che è sbagliato definirli dialetti, però bisogna essere consapevoli del fatto che sono anche lingue e la cosa che mi da fastidio è che per esempio, io sto parlando con una persona e gli scappa qualcosa in Sardo e io dico "ah vedo che lo conosci il dialetto" e lui mi risponde "guarda che il Sardo è una lingua" lo mando proprio a fanculo. Quindi se dobbiamo continuare a chiamare le lingue regionali dialetti, non abbiate paura di dirlo anche per il Sardo o il Friulano.

Chi eventualmente statuisca l'ovvio (ovverosia il fatto che il sardo sia una lingua a sé nel panorama romanzo) non può che far bene! Quanto allo status di dialetto/lingua pertinente ai vari idiomi italoromanzi, ciò è a mio parere questione di schietta opportunità politica e di confusione relativa al concetto di minoranza linguistica storica (quelle menzionate dalla legge del 1997) ed alloglossia (condizione in cui rientrerebbe, in teoria, qualsiasi idioma, finanche un dialetto, alternativo a quello statale).--Dk1919 (msg) 10:37, 27 dic 2014 (CET)[rispondi]

Proposta di spostare alcuni paragrafi in apposita pagina[modifica wikitesto]

Per quanto alcuni paragrafi scritti dall'utente Justinianus da Perugia siano molto interessanti (più precisamente, per quanto finora si legge, mi riferisco a Persistenza dell'italiano nel giudicato di Arborea in epoca catalano-aragonese, Influenza della lingua e cultura italiane in epoca rinascimentale, Tentativi della Spagna di sradicare la lingua italiana dalla Sardegna), ritengo siano di gran lunga più consoni nella pagina relativa all'italiano in Sardegna, in cui fra l'altro già esiste un paragrafo dedicato ai suoi trascorsi storici, che non a questa, già ora piuttosto densa, in cui si espone (o si dovrebbe esporre) l'argomento esplicitato nel titolo.--Dk1919 (msg) 17:08, 11 apr 2017 (CEST)[rispondi]

Ti ringrazio per l'interesse mostrato, che ricambio nei confronti dei tanti tuoi interventi in questa voce. Credo però che parlare dell'influenza della lingua italiana sulla lingua sarda sia attinente a questa voce, come è attinente illustrare l'attività degli scrittori sardi che utilizzavano il catalano e il castigliano ed altri che scrivevano in italiano o anche in italiano. Per il resto ti invito a leggere il mio interventi di oggi.--Justinianus da Perugia (msg) 11:32, 12 apr 2017 (CEST)[rispondi]
Son d'accordo. L'articolo di pertinenza è Italiano regionale della Sardegna, l'argomento di questo è unicamente la lingua sarda. Altrimenti bisognerebbe parlare anche del greco e del latino in Sardegna, che ebbero un utilizzo ed una diffusione anche maggiore, soprattutto nei documenti ufficiali. E non è ovviamente il luogo adatto per questo.--L2212 (msg) 21:34, 11 apr 2017 (CEST)[rispondi]
E perché no? Sarebbe bello se qualcuno descrivesse il ruolo del latino nella Sardegna medievale e moderna visto che il sardo è in assoluto la lingua più prossima al latino. Se non qui, dove lo vuoi sviluppare questo tema? --Justinianus da Perugia (msg) 11:32, 12 apr 2017 (CEST)[rispondi]
Perchè questo articolo non è un articolo sulla Sardegna medioevale e sulle lingue presenti in Sardegna nella storia (dati che troverebbero posto in un articolo ad hoc, o in vari articoli quale, per le altre lingue, Italiano regionale della Sardegna, Lingua gallurese, Lingua sassarese etc.) ma un articolo sulla lingua sarda. Per cui qui va scritto solo ciò che riguarda il sardo (definito con i vari codici ISO all’inizio, infatti) e la sua, di storia. Mischiare argomenti differenti crea solo confusione.--L2212 (msg) 16:37, 12 apr 2017 (CEST)[rispondi]
Mi sono permesso di ripristinare la situazione preesistente. Forse si può aspettare ancora qualche ora e sentire qualche altro parere. Che fretta c'è? --Gac 23:44, 11 apr 2017 (CEST)[rispondi]
Grazie Gac.--Justinianus da Perugia (msg) 11:32, 12 apr 2017 (CEST)[rispondi]

L'italiano (e/o il toscano), è sempre stato presente in maggiore o minor misura in Sardegna, non solo in epoca pisano-genovese, ma a anche in epoca giudicale, catalano-aragomese e spagnola (castigliana). Questo mi sembra importante per capire come mai ancora oggi per il gallurese e il sassarese esiste un dibattito aperto: sono da considerarsi varietà del sardo oppure dell'italiano? Parlare della diffusione del corso in Gallura a partire dal XVI secolo rientrerebbe nell'italiano regionale? Non credo proprio. Perché parlare delle influenze del toscano sulla fonetica del logudorese in età spagnola avrebbe attinenza con l'italiano regionale della Sardegna e non con la Storia della lingua sarda? Non se ne capisce proprio il motivo. Lo dico francamente. Se nell'articolo si accenna, e giustamente, agli scrittori nativi di Sardegna che utilizzavano lo spagnolo e/o il catalano come lingua di espressione scritta (questo era già nel testo prima dei miei interventi) perché non possiamo fare accenno agli scrittori sardi che utilizzavano l'italiano? Come mai due pesi e due misure? Come si fa a spiegare al lettore la composita realtà linguistica sarda se non gli si parla del genovese, del toscano, del corso (che è una variante del toscano), dell'italiano, al pari di quanto si fa, e giustamente, per il catalano e il castigliano? Scrivere che Vicente Bacallar y Sanna fu tra i fondatori della Real Academia Española è permesso, ma che Vitale, Merlo, Buragna, Delitalia ecc. usarono quasi nella stessa epoca l'italiano nei loro scritti, no. Sono anch'essi da inserire nell'italiano regionale della Sardegna? L'italiano è oggi la lingua romanza lessicalmente più vicina al sardo, secondo Ethnologue (ed. 2007), che nonostante i suoi limiti è una fonte utilizzatissima in Wikipedia. Come si è arrivati a questo? Io ho cercato di colmare un vuoto storico attenendomi a delle fonti di alto profilo, un vuoto che va dal 1300 circa al 1600 proprio quando la lingua italiana esercitava il suo massimo influsso sulle lingue iberiche. Come poté la Sardegna (e la sua lingua), che dalla Spagna dipendeva, restare immune da questa influenza? In realtà restò tutt'altro che immune, a giudicare dalle fonti riportate. Perché è sconveniente, o comunque non attinente, segnalare tutto ciò in questa sede? L'influenza fu esercitata anzitutto sulla lingua sarda e, attraverso questa, sull'italiano regionale di Sardegna, sorto in età contemporanea, non prima. Trasferire lì quanto ho scritto qui mi sembra francamente privo di senso. Oltretutto io non sono neppure intervenuto nel periodo sabaudo e italiano.

La verità è che le critiche che mi sono state rivolte in questa sede, a mio avviso, hanno una loro ragion d'essere più per la forma che per la sostanza di quanto ho scritto. Forse il titolo di alcuni sottoparagrafi andrebbe infatti modificato, altri sottoparagrafi andrebbero accorpati ai paragrafi precedenti e alcune informazioni possono anche trovare posto in nota (quelle ad es. relative all'italiano usato nella redazione degli statuti delle confraternite sassaresi) per non appesantire troppo il testo. Io stesso mi riprometto di mettermi al lavoro, in questo senso, quanto prima.

Per tornare al testo devo riconoscere che è stato compiuto da chi mi ha preceduto un grande lavoro, la cui entità, sia in termini quantitativi che qualitativi, non può essere in alcun modo sminuita dall'anomalia da me rilevata precedentemente. Vorrei tuttavia esprimere qualche perplessità:

  • forse sarebbe più giusto anticipare di un secolo il periodo spagnolo (il castigliano fa capolino in Sardegna solo nel 1600 circa, ma la politica linguistica spagnola inizia già con Carlo V nella prima metà del XVI secolo e troverà la sua massima espressione con Filippo II nella seconda metà del Cinquecento)
  • lo spagnolo (castigliano) non ebbe minor importanza del catalano nella formazione del sardo come si potrebbe desumere dal testo, ma per lo meno pari se non superiore
  • si dovrebbe anche spiegare perché nel 1643 venne imposto il castigliano come lingua ufficiale in Sardegna mentre nella Corona d'Aragona, da cui il Regno di Sardegna dipendeva, venne lasciato il catalano nelle aree in cui era lingua autoctona (Catalogna e la massima parte del Regno di Valencia). Del resto negli stati italiani (Regno di Napoli, Ducato di Milano, ecc.) ed europei (Franca Contea, Fiandre, ecc.) soggetti alla Spagna gli Asburgo erano sempre stati rispettosi delle lingue locali (con i Borbone al potere la situazione, com'è ben noto, cambiò radicalmente)
  • il dizionaretto etimologico riportato nella voce non è indicativo della reale entità degli apporti lessicali italiani presenti nella lingua sarda

Ringrazio tutti per l'attenzione. --Justinianus da Perugia (msg) 11:32, 12 apr 2017 (CEST)[rispondi]

Il punto è che, come ho scritto in un’altra risposta poco sopra, l’articolo non è sulla storia linguistica della Sardegna, ma sulla lingua sarda. Il dibattito intorno alla categorie nelle quali rientrerebbero il gallurese ed il sassarese andrebbe fatto nelle pagine a loro dedicate (Lingua gallurese e Lingua sassarese), in quanto si tratta di lingue separate dal sardo, e non qui. I riferimenti al catalano ed al castigliano sono limitati, e servono solo come indicazione per comprendere il ruolo del sardo per le varie epoche (così come è stato fatto nei capitoli dedicati alle epoche successive, dove giustamente si parla dell’italiano solo per spiegare meglio le politiche riguardanti il sardo). Le ultime modifiche, invece, si staccano dall’argomento “lingua sarda” per parlare estensivamente di italiano e di cultura italiana in Sardegna (es. le politiche spagnole contro la lingua italiana), cose che appunto hanno il loro articolo dedicato. In questo articolo si dovrebbe parlare della lingua italiana solo in relazione al sardo, e con questo intendo per ciò che riguarda le eventuali influenze lessicali e sintattiche. L’elenco degli scrittori in italiano potrebbe anche andare bene, ma il resto, personalmente, credo sia superfluo e quindi andrebbe spostato.--L2212 (msg) 16:37, 12 apr 2017 (CEST)[rispondi]
Beh, già è stato fatto un notevole passo avanti e come vedi anche a te forse appare adesso eccessivo eliminare tutte le modifiche (come hai fatto ripetutamente). Non capisco perché il sassarese e il gallurese siano qui considerati idiomi o varietà non sarde, visto che il dibattito è ancora aperto, ma se così avete deciso non sarò certo io a questionare le vostre scelte (ti avverto però che senza la Gallura e i Sassarese il numero dei sardofoni espresso dal Calendario Atlante de Agostini potrebbe forse subire una flessione. Bisogna a tale proposito verificare). Credo però sia attinente alla voce determinare quando e come il sassarese e il gallurese abbiano imboccato un cammino che li ha portati al di fuori dalla famiglia sarda (nel caso specifico le forti immigrazioni di corsi soprattutto, che, secondo taluni si sono protratte fino al XVIII secolo, ma forse anche tradizioni culturali che si richiamavano, in parte, a quelle genovesi e pisane: Il gran numero di studenti della Gallura e di Sassari che andavano a laurearsi a Pisa nel XVI secolo non fu probabilmente casuale). Anche le trasformazioni fonetiche del logudorese settentrionale sono attinenti alla voce, oppure no?. Sugli scrittori sardi che scrivevano in italiano ti sei già espresso favorevolmente. Per cui resta la resistenza dell'italiano (e del sardo) ai tentativi di sradicamento dalla Sardegna. Tutto ciò lo vogliamo mettere in nota? Benissimo...Anche ciò che riguarda Sassari dal 1600 circa in poi si può mettere in nota, come per la Gallura. Aspettiamo però se ci sono altri interventi nei prossimi giorni prima di iniziare qualsiasi lavoro.--Justinianus da Perugia (msg) 20:24, 12 apr 2017 (CEST)[rispondi]
Evidentemente non ci siamo capiti, succede. Ho eliminato tutte le modifiche (a parte le cose come i titoli) perché andavano eliminate. Non ho affatto cambiato idea. L’elenco degli scrittori italiani, in sé, non dovrebbe stare qui, potrebbe starci solo se fossero multilingui o in un discorso di percentuali del sardo rispetto alle altre lingue (sardo x%, con catalano y% ed altre z%). Altrimenti va spostato nell’altro articolo. Così come la differenziazione del sassarese e del gallurese dal sardo, che vanno nei rispettivi articoli in quanto appunto si tratta già, a quel punto, di cose diverse.
La resistenza dell’italiano allo sradicamento va assolutamente tolta (non vedo perché dovrebbe stare in nota, non c’entra proprio nulla), così come la storia di Sassari e della Gallura, e le rispettive culture (che hanno a loro volta altri articoli che le spiegano). Di nuovo: l’articolo è sulla lingua sarda, e da quell’argomento non bisogna uscire.
Il numero dei parlanti del sardo è già quello giusto, comunque. I galluresi ed i sassaresi non vengono mai inclusi, così come le altre minoranze linguistiche.--L2212 (msg) 00:54, 13 apr 2017 (CEST)[rispondi]

Cerchiamo di fare tutti e due uno sforzo supplementare per poterci capire, visto che stiamo entrambi collaborando a uno stesso progetto (mi riferisco ovviamente a Wikipedia). Cercherò di essere il più sintetico possibile nelle risposte:

1) hai scritto a chiare lettere che gli scrittori sardi che utilizzavano l'italiano potevano essere lasciati nel testo, non torniamo un'altra volta, per favore, sullo stesso tema;

2)La resistenza dell'italiano allo sradicamento ha la sua importanza, anche perché contribuì probabilmente a rendere possibile una progressiva italianizzazione della Sardegna e, in certa misura, anche della lingua sarda, proprio come era avvenuto con il catalano e lo spagnolo dal XIV al XVII secolo. In altre parole: se la lingua italiana fosse stata sradicata totalmente dalla Sardegna questa italianizzazione ci sarebbe potuta essere nei termini e nei tempi entro i quali si produsse? Vogliamo fornire al lettore tutti i dati per poter fare una lettura critica della storia della lingua e della letteratura sarda, proprio come hanno fatto Alziator, Casula, Wagner, ecc. dove l'ambito linguistico e letterario è sempre inquadrato nel contesto storico, sociale e culturale della Sardegna?. Per questo mantenere in nota delle informazioni sulla presenza costante dell'italiano in Sardegna e della sua influenza sulla lingua sarda non mi sembra affatto un'operazione peregrina. Lasciamo decidere al lettore: chi vuole leggere la nota può farlo, chi la considera superflua può tranquillamente ignorarla;

3) ho già chiaramente espresso che tutto ciò che ho scritto su Sassari e il sassarese verrà messo in nota dal 1600 circa, da quando cioè il sassarese e il gallurese iniziarono a distanziarsi definitivamente dal lugodorese. Lo faccio per rispetto a delle scelte fatte da chi ha contribuito alla stesura dell'articolo, non per convinzioni personali. Sull'eliminazione si deve valutare caso per caso. Qui, ad es. c'è in nota (nota 76) una testimonianza di un certo Andrea Marca Dell'Arca, di Sassari, vissuto nel Settecento, in cui, da sassarese, non certo da filologo o da linguista visto che era un agronomo, fa delle considerazioni sull'italiano, il francese e il latino. Vogliamo eliminare anche quella?;

4) Tu scrivi che Il numero dei parlanti del sardo è già quello giusto, comunque. I galluresi ed i sassaresi non vengono mai inclusi, così come le altre minoranze linguistiche. Vorrei sapere su quali basi fai affermazioni di questo genere. Ethnologue, citato come fonte in questa voce (e in molte atre voci di Wikipedia), considera il sassarese e il gallurese lingue sarde, guarda un pò qui: [12]. Il numero di 1,200,000 parlanti comprende pertanto anche quelle e dovrà essere soggetto a revisione.--Justinianus da Perugia (msg) 11:40, 13 apr 2017 (CEST)[rispondi]

Allora, è una discussione interessante. Cerchiamo di procedere con ordine.

1) Innanzitutto, direi che debba essere eliminata l'asserzione posta all'inizio, che cito testualmente: italiano, idioma quest'ultimo con il quale il sardo presenta oggigiorno un'affinità lessicale superiore a quella intercorrente con qualsiasi altra lingua romanza[13]. Segue una fonte di Ethnologue, che però è una delle relativamente poche (per usare un eufemismo) a sostenere la inclusione di gallurese e sassarese nel gruppo sardo, rendendo quest'ultimo una macrolingua come l'albanese. Non solo, include anche il sardo e il corso moderno in un supposto sottogruppo romanzo meridionale, all'interno del quale si presume che le due lingue (forse anche per via della suddetta decisione di inserire i dialetti sardo-corsi di Sardegna nel gruppo sardo) condividano più tratti di quanti non siano presenti fra le altre lingue romanze, pur essendo idiomi appartenenti addirittura a famiglie romanze diverse! Nel caso sardo, insomma, Ethnologue non è decisamente la Bibbia (libro della cui pubblicazione in lingue diverse ironicamente si occupa l'organizzazione cristiana), specie se si considera un vizio metodologico molto grave nello stabilire la somiglianza lessicale fra il sardo e l'italiano: non specifica quale supposta variante della "macrolingua sarda" da loro così considerata sia presa in analisi; ciò è molto importante, dal momento che il tempiese (cioè gallurese) riporta una divergenza media dall'italiano pari al 37,5%, laddove il sardo nel complesso ne riporta una in media (min. dialetto di Atzara: 46,6%; max. dialetto di Gonnosfanadiga: 51,1%) pari al 48,7% (fonte: Sardegna fra tante lingue, pp.125, Bolognesi Roberto, Heeringa Wilbert). Per dire, lo spagnolo è dal punto di vista lessicale meno distante, seppur di poco, dall'italiano rispetto a quanto non lo sia il sardo. 2) Il paragrafo "Il corso meridionale in Gallura e influenze corse, toscane e genovesi sulla varietà sassarese" può essere (imho) tranquillamente integrato in quello "Distribuzione geografica", in cui gli idiomi sardo-corsi ricevono già una menzione. 3) Per quanto concerne il paragrafo "Persistenza dell'italiano nel giudicato di Arborea in epoca catalano-aragonese", direi che parte possa essere integrata (previa rimozione del titolo del paragrafo) in quello più ampio del periodo catalano-aragonese, parte ancora in quello giudicale. Le informazioni ivi contenute possono sì riguardare il tema di questo articolo, dati i contatti occorsi anche con le varietà toscane in quel lasso di tempo, ma occorre riformularne l'impostazione. 4) "Influenza della lingua e cultura italiane in epoca rinascimentale": buona parte può essere spostata nella voce riguardante la storia dell'italiano in Sardegna, come suggerito da L2212. Manterrei il riferimento ad Araolla, poeta che ben testimonia il carattere plurilingue dell'isola, a cavallo tra il "continente" spagnolo e quello italiano. Il resto è costituito da informazioni che, secondo me, per quanto interessanti sono off-topic. 5) Sul periodo spagnolo, nulla da dire, anzi: bravo. Ora, avevo a suo tempo introdotto molte informazioni dal libro di Eduardo Blasco Ferrer "Storia della lingua sarda", sinceramente non ero a conoscenza di autori quali Eusebio Soggia, Prospero Merlo e Carlo Buragna (specialmente i primi due). Possono tranquillamente rimanere. 6) "Tentativi della Spagna di sradicare la lingua italiana dalla Sardegna". Questo paragrafo può essere invece interamente spostato nella voce relativa all'italiano regionale e alla sua storia, dal momento che risulta essere fuori contesto (si parla infatti dell'italiano/toscano piuttosto che del sardo). Al momento non ho altro da dire, keep calm and keep up the good work.--Dk1919 (msg) 14:42, 13 apr 2017 (CEST)[rispondi]

Possiamo discettare su tutto, ma non sulla soppressione di una informazione supportata da una fonte (Ethnologue) che in Wikipedia e in questa stessa voce è sempre stata ed è tuttora utilizzata (vedi tabella sinottica). Una fonte non può essere usata ad intermittenza: quando fa comodo a qualcuno è ritenuta affidabile e quando non fa più comodo diviene improvvisamente ambigua (come tu hai scritto). Certamente Ethnologue non è la la Bibbia, ma tuttavia è presente nella maggior parte delle voci di lingustica. Se ci mettessimo a questionarla sarebbe impossibile lavorare in questo settore e dovremmo riscrivere centinaia e centinaia di articoli. Hai delle fonti alternative? Inseriscile pure, ma senza sopprimere le precedenti. La frase che tu hai eliminato con tanta disinvoltura (oggi 13/4 ore 12,46) poteva benissimo essere riformulata in questo modo: secondo Ethnologue il sardo presenta oggigiorno un'affinità lessicale con l'italiano superiore a quella intercorrente con qualsiasi altra lingua romanza, mentre secondo altr fonti, ecc. ecc.. Non puoi imporre il tuo punto di vista stabilendo quali fonti, comunemente accettate in WP, sono ambigue, quali non lo sono e quali una volta lo sono e l'altra no. Questo è veramente inaccettabile. Ti invito a riflettere. Adesso ti lascio perché mi è passata la voglia di lavorare sulla pagina. Quando tornerò a farlo, visto che non mi piace lasciare le cose a metà, inizierò dal punto in cui l'ho lasciata, tenendo conto di quanto è stato fino a qui discusso.--Justinianus da Perugia (msg) 19:21, 13 apr 2017 (CEST)[rispondi]
Mi sono permesso di eliminare quella frase (non con quella leggerezza che forse ti è parso intendere) in quanto presenta quale fonte un lavoro che risente di un non veniale vizio metodologico, partendo oltretutto da un punto di vista (idiomi sardo-corsi come parte del gruppo sardo, a sua volta parte di un'ipotetica famiglia romanza meridionale che include anche il corso moderno) assai discutibile che non gode di così grande seguito nella letteratura linguistica. Ora, non prendertela: nessuno cerca di imporre un pov sugli altri, ma capirai che dare a tale asserzione particolare rilievo addirittura in fase di introduzione, nella misura in cui essa procede da un punto di vista comunque minoritario, potrebbe risultare fuorviante, soprattutto se si considera che i dialetti autenticamente parte del gruppo sardo (passando da un range minimo di divergenza presente in Atzara a uno massimo in Gonnosfanadiga), non risultano lessicalmente più affini rispetto all'italiano di quanto non lo siano italiano e spagnolo, anzi. Purtroppo si tratta di un vizio non solo di forma, ma anche sostanziale che neanche una riformulazione potrebbe sanare, dal momento che a detta di Ethnologue non esiste proprio "il sardo", ma quattro lingue sarde diverse, due delle quali strutturalmente diverse dalle altre. Inoltre, per quanto non vada certo matto per Ethnologue (fosse per me, si potrebbe tranquillamente rimuovere il riferimento qui presente nella già citata tabella sinottica al romanzo meridionale), sostenere che la fonte particolare sia ambigua (lo è, in questo caso) non significa necessariamente asserire che Ethnologue di per se non sia affidabile. Per ciò che riguarda lo status di sassarese e gallurese, sono generalmente considerate lingue sarde (perché parlate in Sardegna) così come lo è l'algherese, ma non parte della lingua sarda (idioma ben definito da alcuni caratteri non osservabili negli idiomi sardo-corsi). Ciò non vuol dire che i territori in cui tali idiomi sono di gran lunga diffusi in maniera maggioritaria siano interamente "alloglotti", essendo storicamente rilevabile (addirittura ad Alghero, nell'agro!) anche la pratica del sardo presso la popolazione locale. Ti saluto e rinnovo il mio invito a non prendertela.

PS: ragazzi, non si potrebbe seguire un ordine cronologico per rispondere anziché riempirci di quote? Si rischia di frammentare la discussione.--Dk1919 (msg) 23:47, 13 apr 2017 (CEST)[rispondi]

Sulla presenza di "quella frase" nell'incipit puoi anche avere ragione, ma ci potrà pur essere un'altro posto nella voce dove inserirla. Per quanto riguarda Ethnologue non è la sola fonte a considerare il sassarese e il gallurese del gruppo sardo (vedi più avanti). Sul catalano di Alghero non sono invece mai esistiti problemi (tutti sono d'accordo che è un idioma alloglotto). A proposito, che intendi per "ordine cronologico"? Rispondere di volta in volta o inserire tutte le risposte alla fine?--Justinianus da Perugia (msg) 19:11, 18 apr 2017 (CEST)[rispondi]
Ok, rispondo punto per punto a Justinianus:
1- “ hai scritto a chiare lettere che gli scrittori sardi che utilizzavano l'italiano potevano essere lasciati
No, ho scritto “potrebbero anche andare bene”, ed intendevo con quel condizionale il fatto che nell’articolo potrebbe anche essere inserito, ma di certo non in quella maniera. Ho già fatto l’esempio corretto nella mia risposta precedente. Non dovrebbe prendere di certo più di una riga, e dovrebbe stare lì solo se avesse un’immediata connessione con il sardo. Appunto, per fare solo un discorso sul plurilinguismo.
2- “ La resistenza dell'italiano allo sradicamento ha la sua importanza, anche perché contribuì probabilmente a rendere possibile una progressiva italianizzazione della Sardegna e, in certa misura, anche della lingua sarda
Servirebbe una citazione per quel “probabilmente”. Inoltre la sua storia non andrebbe comunque qui neanche in quel caso. La resistenza dell’italiano andrebbe comunque nell’articolo Italiano regionale della Sardegna, qui sarebbe già molto inserire la frase che hai scritto in questa maniera:
La resistenza dell'italiano allo sradicamento tentato nel periodo spagnolo contribuì probabilmente a rendere possibile una progressiva italianizzazione della Sardegna e, in certa misura, anche della lingua sarda[1]
3- Ed io ripeto che, dato che si parla di due lingue che hanno il loro articolo, quelle modifiche starebbero meglio lì. Anche se, come dice DK1919, in effetti si potrebbe integrare qualcosa nella Distribuzione Geografica (in quanto lì l'argomento risulta sempre il sardo, e le altre lingue vengono incluse solo per spiegare che non sono la stessa cosa). La citazione numero 76 ha senso solo nell’ottica “sardo vs italiano”, cosa che tiene il sardo come argomento principale, quale è, per cui può stare.
4- Il numero dato da Ethnologue è giusto, è sbagliata la composizione. Ad esempio, il campidanese ed il logudorese non hanno lo stesso numero di parlanti (sono entrambi sottostimati, comunque). Invece sul sito appare questo:
https://www.ethnologue.com/18/language/sro/ Campidanese: 500’000 persone
https://www.ethnologue.com/18/language/src/ Logudorese: 500’000 persone
E, come ha scritto DK1919, l’appartenenza del gallurese e del sassarese a gruppi differenti dal sardo è generalmente accettata.--L2212 (msg) 15:12, 13 apr 2017 (CEST)[rispondi]
1-E cosa vuol dire per te potrebbe andare bene?. Più chiaro di così...--Justinianus da Perugia (msg) 19:21, 13 apr 2017 (CEST)[rispondi]
2-semmai si dovesse spostare io lo sposterei alla voce [Sardegna] o [Storia della Sardegna], o [Regno di Sardegna], creando un sottoparagrafo a parte (come ho fatto per il Regno di Napoli, che ho curato personalmente). Per quanto riguarda la frase che hai citato non è stata certamente da me riportata nel testo. Se dovessi farlo sarà mia cura corredarla con una fonte (come ho fatto finora).--Justinianus da Perugia (msg) 19:21, 13 apr 2017 (CEST)[rispondi]
3-Ma come poteva riferirsi al sardo Andrea Marca Dell'Arca? (rif. n. 76). L'agronomo in questione si riferiva semmai alla sua lingua, il sassarese, che secondo quanto è scritto nella voce, ha una struttura corso-toscana, anche se influenzata dal lugodorese.--Justinianus da Perugia (msg) 19:21, 13 apr 2017 (CEST)[rispondi]
4-Insomma, qui bisogna decidersi, il gallurese e il sassarese fanno parte o no del sardo? Se ne fanno parte è giusto indicare il valore riportato nel testo (1,200,000) altrimenti bisognerà per forza di cose abbassarlo.--Justinianus da Perugia (msg) 19:21, 13 apr 2017 (CEST)[rispondi]
Ho sistemato l'impostazione della discussione, così è più chiara.
1-Cosa vuol dire per me l'ho spiegato sopra. Ho usato il condizionale per esprimere un "potrebbe andare bene se", in quanto l'informazione potrebbe pure trovare un suo posto, ma solo con i necessari adattamenti (che ho spiegato ampiamente negli ultimi due commenti). Altrimenti avrei usato l'indicativo.
2-La storia linguistica dell'italiano regionale dovrebbe stare nell'articolo relativo all'Italiano regionale della Sardegna, in quanto ciò permette di avere un articolo completo riguardo a quell'argomento e non avere doppioni inutili in più articoli che creerebbero solo confusione.
3-La citazione non parla del sardo, ma si riferisce sempre al rapporto delle lingue locali (e quindi anche del sardo) con l'italiano. In sostanza quello che dice Andrea Marca Dell'Arca (che l'italiano altro non era che una lingua straniera al pari del francese) ha una sua importanza nel rivelare il ruolo del sardo nell'epoca, e l'articolo è impostato in maniera da rendere quell'informazione chiara.
4-Il gallurese ed il sassarese non fanno parte del sardo, ma il numero è giusto. Ethnologue sottostima i parlanti dei gruppi di varianti conosciute con il nome "logudorese" e "campidanese".--L2212 (msg) 11:14, 14 apr 2017 (CEST)[rispondi]
Ma sì, al massimo la disputa su Ethnologue si può risolvere rimuovendo il riferimento alle lingue romanze meridionali e, per quanto attiene al numero di parlanti, scrivere semplicemente ~1 milione sulla base delle stime riservate a campidanese e logudorese (anche se, a parer mio, sono sovrastimate piuttosto che il contrario, ma almeno in questo caso si tratta di informazioni sulla cui attendibilità non sono stati avanzati dubbi). Per il resto, nei prossimi giorni proverò a sistemare un poco il paragrafo storico integrando quanto è stato finora scritto in altre voci e nel contenuto generale della pagina.--Dk1919 (msg) 22:25, 14 apr 2017 (CEST)[rispondi]
Si può anche lasciare 1,200,000 mettendo in evidenza che nel numero sono compresi anche i parlanti del sassarese e del gallurese, considerate da Ethnologue due lingue (o varianti) del gruppo sardo. Anche la Treccani esita molto ad inserirle nel gruppo italo-romanzo ed accenna a un dibattito tuttora aperto...Per non parlare di Loporcaro e di altri...--Justinianus da Perugia (msg) 19:11, 18 apr 2017 (CEST)[rispondi]
Riguardo questa frase In tal modo tutto il settentrione della Sardegna graviterà linguisticamente sulla Toscana..non sarebbe meglio della Corsica, il sassarese e il gallurese sono molto più simili al corso (anche se a differenza di questo presentano sardismi e spagnolismi) che al toscano. Ok che il corso è un dialetto del toscano, però...--Xoil (msg) 22:40, 16 apr 2017 (CEST)[rispondi]
Nel riferimento esibito c'era scritto proprio così. Tieni presente che fino alla metà circa del XVI secolo toscano e italiano erano sinonimi (Treccani on-line, non la Treccani degli anni Trenta) e che il corso, come tu giustamente hai messo in evidenza, è un dialetto [o una variante] del toscano...--Justinianus da Perugia (msg) 19:11, 18 apr 2017 (CEST)[rispondi]

Rientro in pagina di discussione per dire che ho apportato alcune modifiche, spostando un paragrafo all'articolo sull'italiano in Sardegna. Ho lasciato anche la nota 62 (in realtà, più che una nota vera e propria è il capitoletto sulle policy linguistiche spagnole nei confronti dell'italiano in Sardegna), per quanto secondo me si debba spostare anche quella. Il resto va bene. Cheers!--Dk1919 (msg) 12:22, 20 apr 2017 (CEST)[rispondi]

Allora, a distanza di qualche mese dalla qui presente discussione ho trasferito il testo presente nella nota 64 nella pagina "Italiano regionale della Sardegna", in cui oltre a essere ben più visibile e pertinente è anche in posizione meno isolata rispetto all'argomento del testo. Il testo figura a fatica come nota, in quanto non indirizza il lettore a eventuali riferimenti bibliografici ma è a sua volta un corpo testuale che rimanda ad altri. Ho notato che un utente anonimo ha annullato la modifica: dal momento che vorrei scongiurare estenuanti guerre di IP, lo pregherei di presentarsi col suo account in tale pagina di discussione.--Dk1919 (msg) 17:02, 7 giu 2017 (CEST)[rispondi]

Incipit[modifica wikitesto]

L'influenza dell'italiano non è certo iniziata nel 1720 o nel 1760. Secondo fonti di alto profilo (Francesco Bruni) in Sardegna c'è stata una italianizzazione primaria (età medievale) e una italianizzazione secondaria (età moderna e contemporanea). Per cui quel per ultimo nell'incipit potrebbe dar luogo a malintesi. Meglio toglierlo.--Justinianus da Perugia (msg) 19:11, 18 apr 2017 (CEST)[rispondi]

Tabella sinottica[modifica wikitesto]

Mi è sembrata una buona idea inserire una tabella sinottica sulla diffusione del sardo nelle varie aree della Sardegna per poter approfondire ciò che è in parte già contenuto nel testo. La fonte, oltretutto, è più che affidabile. Forse sarebbe stato meglio collocarlo all'interno del paragrafo di cui fa parte, e non alla fine come un sottoparagrafo a sé stante. Insomma, vedete un po' voi...--Justinianus da Perugia (msg) 11:42, 22 apr 2017 (CEST)[rispondi]

Ho visto, ben fatto. Tuttavia, non capisco se faccia riferimento al sardo o includa anche le altre lingue locali.--Dk1919 (msg) 09:54, 11 giu 2017 (CEST)[rispondi]

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 2 collegamento/i esterno/i sulla pagina Lingua sarda. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

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Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 21:03, 12 gen 2018 (CET)[rispondi]

Veridicità o meno di questa mappa[modifica wikitesto]

Frequency of Dialect Use in Italy (2015) ????

Secondo questa mappa praticamente nessun sardo in Sardegna utilizzerebbe la lingua sarda o qualunque altro idioma parlato nell'isola come principale lingua nella propria casa e con la propria famiglia e gli amici. La cosa sembra totalmente assurda e irrealistica, non solo considerando che questa mappa sembra realizzata da uno che non è nemmeno italiano, ma addirittura indichi dei dati ISTAT inesistenti, dato che il link allegato al file riconduce ad una pagina del sito dell'istat dove le cose dicono tutt'altro (a pagina 5 c'è una mappa che indica percentuali ben diverse) [13] Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 94.39.125.215 (discussioni · contributi) 04:50, 11 mar 2018‎ (CET).[rispondi]

Ciao! Ho esaminato i dati suggeriti, ma non sembrano indicare alcunché di sbagliato rispetto alla mappa. La pagina cinque riporta infatti la somma di coloro che riferiscono di parlare prevalentemente in dialetto (sic) e di parlare sia in quest'ultimo sia in italiano. Le percentuali riferibili al primo campo (nel secondo si parla di code-switching e potrebbe includere coloro che in italiano - fenomeno assai comune in Sardegna - inseriscono a corrente alternata un semplice eja o un ajò credendo così di parlare anche in sardo), come anche indicato dal secondo quotidiano più importante per diffusione nell'isola, sono davvero insignificanti.
Purtuttavia, vi è un'importante considerazione che potrebbe ribaltare i risultati della ricerca, a partire da alcune perplessità su diverse scelte metodologiche, non ultima quella di usare il termine dialetto in un contesto scientifico. Alla grande maggioranza dei sardofoni nativi, tale formula risulta infatti perlopiù indigesta ("dialetto" è stato infatti il processo discorsivo attraverso il quale la cultura egemonica e osservante ha storicamente identificato quella sarda subalterna, allo scopo di assimilarla facilitando il processo di italianizzazione), per cui non è affatto scontato che i (comunque pochi) parlanti nativi rimasti abbiano riportato di parlare un' altra lingua (15%) anziché un dialetto (0,6%). La Nuova Sardegna parla della percentuale di chi riferisce di parlare altre lingue come "segno di una certa multietnicità che penetra in modo importante anche in Sardegna", ma i dati sulla popolazione straniera presente nell'isola (tenendo conto anche di quella originata dalle recentissime crisi migratorie, che a parte l'Algeria non sembrano investire la Sardegna in maniera significativa) non vanno oltre il 3%. La ragione per cui questa mia ipotesi non è affatto peregrina è che anche in Friuli e in Val d'Aosta solitamente i parlanti nativi delle lingue minoritarie riferiscono di parlare un altro idioma, piuttosto che un dialetto. Se tale mia ipotesi rispondesse al vero, si tratterebbe di un grave vulnus metodologico adottato dall'ISTAT invece di un errore della mappa. In ogni caso, è pacifico sostenere che il tasso di italofonia prevalente riscontrabile in Sardegna possa essere decisamente sorprendente (in realtà, molto di meno per chi questi fenomeni li osserva da tempo), pari a quello delle regioni italiane nordoccidentali in cui però, a differenza dell'isola, il declino delle lingue locali è dovuto alle correnti migratorie interne provienienti dal sud del paese piuttosto che a veri e propri processi di acculturazione.--Dk1919 (msg) 13:22, 11 mar 2018 (CET)[rispondi]


Quella mappa è qualcosa di assolutamente fuorviante, nel caso escluda le lingue minoritarie e le distingua dai dialetti, dato che lo scopo in teoria dovrebbe essere quello di indicare la percentuale della popolazione che parla idiomi diversi dall'Italiano. Quindi non vedo a che pro dovrebbe trovarsi nella voce dedicata alla Lingua Sarda, vedendo quella mappa chiunque giunge alla conclusione che meno del 4% dei sardi parla il Sardo.

Qualcuno mi spiega invece il perchè il Sudtirol viene indicato con il verde scuro? Se dalla mappa fossero esclusi gli idiomi catalogati come lingue, il Sudtirol non dovrebbe essere in grigio come la Sardegna e la Valle d'Aosta? Oppure il Tedesco e il Ladino sarebbero due dialetti? E il Veneto? Non è classificato come una lingua? In ogni caso, qualsiasi sia il significato di quella mappa, il risultato è fuorviante, quindi sarebbe il caso di eliminarla da questa voce.

Ormai quella mappa ha infettato tutta wikipedia (incluse le versioni estere), come già successo con buffonate varie create su questa enciclopedia, da oggi in poi sarà ufficiale e globalmente riconosciuto che in Sardegna meno del 4% dei sardi parla sardo.

Non capisco da quale dato inferisca che la ricerca non prenda in considerazione gli idiomi catalogati come lingue. Si è già detto che i dati *possono* creare confusione per il semplice fatto che si riferiscono al dialetto prevalente di qualsiasi lingua l'intervistato dichiari di parlare, sia essa germanica (come avviene in SuedTirol) o italica (vedasi la grande maggioranza delle regioni italiane). In Sardegna, dove è giustamente diffusa la denominazione di lingua per l'idioma locale e dove soprattutto la parola "dialetto" è storicamente associata a caratteri negativi e/o indesiderati (vedi sopra), è molto probabile che il grosso dei sardofoni abbia dichiarato di usare un'altra lingua. Non conosco la situazione valdostana, ma è probabile intervenga la medesima dinamica. In Toscana, infine, per ragioni storiche ben conosciute i parlanti identificano il proprio vernacolo con l'italiano e non gli attribuiscono l'etichetta di "dialetto". Al massimo, si potrebbe contestare non la mappa, bensì la ricerca stessa dell'ISTAT e il suo impianto metodologico che non problematizza tali percentuali, assimilandole a quella di lingue parlate da popolazioni immigrate. Purtroppo lo stato, con l'eccezione del Suedtirol, non avvia periodiche indagini sulle consuetudini linguistiche delle minoranze etnico-linguistiche riconosciute, perciò non abbiamo dati aggiornati sulla reale percentuale d'uso del sardo che, comunque, si attesta su valori relativamente bassi.--Dk1919 (msg) 16:02, 17 apr 2018 (CEST)[rispondi]

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Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 14:12, 31 ott 2018 (CET)[rispondi]

Allegerimento della pagina[modifica wikitesto]

Visto che la pagina pesa ben 259.702 bit non sarebbe il caso di scinderla in due o più parti? Per esempio la parte dizionario farla divenire una voce a se stante? --84.253.136.14 (msg) 17:09, 30 dic 2018 (CET)[rispondi]

Sono d'accordo. Penso si possa dedicare una pagina a sé al paragrafo 7 (Grammatica) e a parte di quello 8 (Lessico).--Dk1919 (msg) 15:22, 31 dic 2018 (CET)[rispondi]

Parere personale[modifica wikitesto]

Vivo in Sardegna da oltre 4 anni, direi che quello che parlano qua non solo non è una lingua, ma neanche un dialetto unitario o omogeneo, qui si hanno diverse parlate, incomprensibili tra loro con l’aumentars della distanza. Il Sardo standard è un qualcosa di artificiale tipo esperanto, infatti le parlate non sono mai state scritte ma solo orali. Il fatto che ci sia un riconoscimento legislativo, deriva dal fatto che si sentono popolo a se, ma non da effetto della effettiva presenza di questa fantomatica lingua.

DarkTino ti consiglio di leggerti sia la voce sia le discussioni già avute in questa pagina. Il sardo è una lingua, come sanno tutti i linguisti che l'hanno studiato (e le numerose università dove è materia di studio), e le sue varianti sono perfettamente intellegibili fra loro. Se hai conosciuto qualcuno che non capiva bene il sardo il suo problema è quello, non di una supposta "poca unitarietà" della lingua sarda. Puoi leggerti gli studi di Roberto Bolognesi, se vuoi approfondire. E comunque anche l'idea che le parlate non siano mai state scritte è quanto di più lontano dalla realtà sia possibilie scrivere, dato che esistono documenti ufficiali scritti in sardo sin dal XI secolo d.C., come il Condaghe di San Pietro di Silki o il Privilegio Logudorese. E interamente in sardo è scritta pure la Carta de Logu, utilizzata fino all'800. Inoltre ci sono i vari secoli di poesia, i romanzi (più di 200 in sardo solo negli ultimi 20 anni), i testi delle canzoni e così via. Quello che hai scritto è oggettivamente falso. Infine il sardo standard non è un esperanto, ma una grafia simile al sardo delle zone centrali dell'isola, quindi realmente esistente (ad es. coincide al 90,03% con il sardo di Abbasanta).--L2212 (msg) 13:39, 6 feb 2019 (CET)[rispondi]
Continuo a pensare quello che penso. I linguisti chi. Io ci vivo in Sardegna è continuo a dire che non si capiscono fra di loro in maniera direttamente proporzionale alla distanza. Ci fino centinaia di parlare diverse, che poi la parlata del nuorese viene fatta assurgere al vero sardo non capisco in base a cosa.
Tu dove vivi?
Per piacere firma i commenti, altrimenti si crea confusione. Io vivo in Sardegna da quando sono nato (quindi gli anni sono parecchi), ma soprattutto la lingua sarda la conosco bene, la parlo quotidianamente e l'ho studiata. Mi spiace se non hai avuto l'occasione di approfondire bene la questione, ma come ho già scritto non è un discorso dove le opinioni hanno alcun valore. Se continui a pensare quello che pensi semplicemente hai torto e vuoi continuare ad avere torto. La linguistica è una scienza, ci sono i fatti e gli studi (che puoi trovare nell'articolo, io ti ho già citato Roberto Bolognesi ma puoi andarti a vedere quello che ne pensano nelle università di Stoccarda, Monaco, Tubinga, Mannheim, Brno, Waseda (Tokyo) e dell'Islanda, dove il sardo si studia e si è studiato), e gli aneddoti chiaramente non contano. Per cui no, non è vero che non ci si comprende da un paese all'altro. Quando succede, è semplicemente perché i parlanti in questione, in realtà, il sardo non lo conoscono bene. Anche l'inglese americano rispetto a quello australiano o a quello dell'Inghilterra stessa hanno parole e accenti differenti (difficili da comprendere per un principiante), ma rimangono comunque la stessa lingua.--L2212 (msg) 16:55, 7 feb 2019 (CET)[rispondi]
Senti la lingua sarda è una finzione, esistono delle
Parlate, ma parlare di lingua mi sembra fuori luogo ed esagerato. La Sardegna esiste come isola fisica, ma non c’è quella eterogeneità che si vuole fare credere, è più una cosa folcloristica.
In base a questi elementi di indagine, in Sardegna gli studiosi hanno individuato e distinto sette varianti appartenenti a tre sistemi linguistici indipendenti.
Tratto da http://guide.supereva.it/lingua_sarda/interventi/2009/01/le-varianti-della-lingua-sarda
Allora è chiaro che non hai ancora capito, o che stai facendo orecchie da mercante. La tua opinione non è scientificamente rilevante, in alcun modo. La lingua sarda è una lingua, e a te può sembrare quello che ti pare, ma la realtà è quella e quella rimane, a prescindere dal fatto che possa piacerti o meno. E l'accusa di "folcloricità", oltre ad essere offensiva, è perfino più soggettiva, e quindi irrilevante, del resto. Ti ho citato studiosi ed università che queste cose le hanno studiate per anni, quando non decenni, e tu mi citi un articolo da un sito qualunque che rimanda a Wikipedia, quando la stessa Wikipedia dice cose diverse? Sei evidentemente nuovo su questo sito, per cui ti consiglio di andarti a studiare la pagina che parla delle fonti attendibili, perchè ne hai evidentemente bisogno.--L2212 (msg) 00:12, 11 feb 2019 (CET)[rispondi]

Avevo scritto due post ma qualcuno li ha cancellati solo perché non è d’accordo con quello che ho scritto. Il sardo di oggi non è una lingua ma una serie di parlate incomprensibili tra loro man mano che ci si allontana. Oramai è diventata una parlata infarcita di italiano sardizzato. Che sia riconosciuta da legge non vuol dire niente, ci sono lingue che non lo sono ma vivono. Poi si cerca di costruire sta Limba Sarda a tavolino, ma Una lingua uniforme non c’è. DarkTino

Nessuno ha cancellato nulla. Ho spostato tutto giù, in una sezione a parte, perché è così che si fa. Le nuove discussioni vanno messe in fondo alla pagina, non in mezzo a dei commenti del 2004 come hai fatto tu. E infatti lascio questo commento giusto il tempo che tu possa vederlo, e poi lo sposterò giù insieme al tuo. E sempre giù ti ho anche risposto. Il sardo è una lingua unica e le varianti sono perfettamente comprensibili tra loro, come hanno dimostrato gli studi a riguardo. Tu di linguistica non ne sai chiaramente nulla e la tua opinione non ha il benché minimo valore scientifico. E insistere non cambierà questo fatto. Il tuo atteggiamento è lo stesso degli antivax che vogliono dare lezioni alla gente senza capire nulla della medicina. Inoltre la firma va aggiunta con il pulsante apposito, leggiti la guida che ti è stata postata nella tua pagina di discussione prima di scrivere.--L2212 (msg) 22:43, 11 feb 2019 (CET)[rispondi]

Li sposti perché non ti piace io che scrivo, Mi parli di studiosi, io ti parlo da vivente in Sardegna. Studiosi (a casa l’iro e avulso dalla realtà), ma cosa vuoi provare? Se esisteva esisteva mille anni fa, ora sono rimasto dei brandelli sapientemente mischiati alle neolingue. Ma tanto continuerai a dire le tue convinzioni senza soluzione di continuità.

Quindi non spostare i post perché lo trovo scorretto

Non cancellate i post argomentate le risposte, è da idioti fare quello che qualcuno ha fatto

Wikipedia non è un forum di discussione. Hai avuto tranquillamente più che modo di esprimere la tua personalissima opinione, che vale nella misura in cui, per l'appunto, fai affidamento all'aneddotica in qualità di "residente in Sardegna da quattro anni", non sei evidentemente sardofono e ti dichiari diffidente al parere tanto dei native speaker quanto degli studiosi competenti in materia. Invitandoti a leggere qualche libro di filologia e linguistica, credo che la "discussione", per così dire, si possa chiudere così (non che sia iniziata come tale, essendo per l'appunto solo un parere da profano).--Dk1919 (msg) 10:59, 12 feb 2019 (CET)[rispondi]

Mi sa che sei abbastanza fuori, ma cosa vuoi dire, ma chi sei la verità eterna, a parte a sblatetare, parere di profano e altre cavolatw di cui tu solo sai il senso e di cui ti compiaci. Parli di scientificità, tu basta sparare fud i tre nomi e ti sei creato un mondo.

Ma chi ti credi di essere, argomenta invece di sparare cacciate o citare pseudo studiosi che non sono mai stati in Sardegna. Quello che dico non è da profano, ma di uno che vive quotidianamente la Sardegna e i Sardi, avendo il privilegio di parlare con tanti Sardi dei posti più diversi. Sarai sicuramente uno di Nuoto che si ostina a dire che il vero Sardo lo parlate voi è che gli altri si devono uniformare a voi, senza sapere che uno che parla il campidanese sarrabese vi capisce a stento. Ma di cosa parliamo di coriandoli sparsi al vento. DarkTino

Per me, puoi tranquillamente continuare a sostenere, forte della tua conoscenza di un milione e mezzo di sardi, che la Sardegna sia linguisticamente una Papua Nuova Guinea mediterranea; non è mica un mio lavoro cercare di persuaderti. Solo, ti è stato fatto presente che la tua posizione è opposta all'indirizzo consolidato della comunità linguistica, e la questione si è chiusa qui. Mi sa che se hai voglia di passare cinque minuti della tua vita pubblicando contenuti da troll hai trovato l'interlocutore sbagliato. A nos bìere.--Dk1919 (msg) 21:54, 15 feb 2019 (CET)[rispondi]

Primo non sono un troll, sono un siculo che vive ad Olbia, tu non lo so chi sei, sicuramente un provocatore. Continui a parlare con frasi fatte, a citare studiosi che ti convengono, Bolognesi in testa, ma ignori la realtà. Per te il Gallurese è Sardo? Il Sassarese è sardo? Il Sarrabese, il Catalano, il tabarchino.

Ma Sei sicuro che esiste un sardo standard? A Me non risulta. Quello che vorrebbero proporre come sardo standard è compreso dal 4% della popolaZione, è che fa lo Imponiamo al resto?

Tu sogni ma per cosa, ti serve come strada per l’indipendenza? Guarda che L’Unità d’italia È colpa del Popolo sardo che ha dato terreno ai Savoia, veri invasori. Di che parliamo, prima siete stati complici a unire l’italia E ora volete andarvene?????

No mio caro rileggiti la storia è poi valuta le conseguenze.

Niente hai i paraocchi da scecco, ma non hai ancora detto di dove sei e che fai nella vita oltre che avere questo hobby

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Tabelle delle coniugazioni[modifica wikitesto]

Ho pensato di sistemare le coniugazioni dei verbi in tabelle come in Wikipedia tedesca. Ho messo la prima redazione nella mia pagina delle prove. Qualcuno ha osservazioni/suggerimenti? Una considerazione a sfavore potrebbe essere che la pagina e' gia' lunga e le tabelle la appesantirebbero ulteriormente (cfr. Discussione:Lingua_sarda#Allegerimento_della_pagina). In caso, potrei avere bisogno di un controllo della correttezza delle forme verbali (ed eventualmente di una correzione).

Utente:Pireddag

Suspu, proposta di paragrafo[modifica wikitesto]

Buonasera a tutti i wikipediani! Stavo leggendo un vecchio articolo de La Nuova Sardegna su una ricerca effettuata a suo tempo nel campo del codice con cui gli allevatori solevano rivolgersi agli animali, il cosiddetto suspu (diventato metafora per "discorso sibillino, misterioso, addirittura confusionario"). La ricerca metterebbe in evidenza alcuni aspetti peculiari non legati strettamente alla lingua sarda ma a un sistema ancora più ancestrale (si fa riferimento addirittura alla conservazione dei "clic" ormai da tempo persi in gran parte del globo e conservati solo in Sudafrica presso le etnie Koisan). Ora, questa è chiaramente una proposta, qualora qualche anima pia riuscisse ad avere in merito più notizie (magari consultasse la stessa ricerca con annesse fonti), penso si potrebbe dedicare quantomeno un piccolo paragrafo a questo aspetto ai più sconosciuto.--Dk1919 (msg) 23:22, 18 giu 2021 (CEST)[rispondi]

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Affinità etniche?[modifica wikitesto]

questa frase è da eliminare in quanto viene citata un'opera degli anni '50 che non. ha nessun valore scientifico, almeno per quanto riguarda l'antropologia "dando credito alla teoria che il latino volgare sia in Africa che in Sardegna mostrasse una significativa quantità di parallelismi non già solo per via di antiche affinità etniche". Non c'è affinità tra Sardi e nord Africani, tanto meno con i Sardi antichi χοιl (msg) 00:14, 18 mar 2022 (CET)[rispondi]

vedi studi sul DNA antico e moderno delle due zone geografiche χοιl (msg) 00:15, 18 mar 2022 (CET)[rispondi]
questo studio è uscito pochi giorni fa https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2022.03.13.483276v1. Come si può vedere dal PCA i campioni sardi dell'età del bronzo ferro sono ben lontani da quelli del nord Africa, che ha ricevuto migrazioni dall'Europa più che il contrario. Poi c'è qualche individuo nord Africano in Sardegna nel periodo punico ma il contributo nei sardi moderni è minimo. Ciao χοιl (msg) 06:20, 20 mar 2022 (CET)[rispondi]

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Lunghissime RO

sono andante a Cagliari. Seu andendi: participio presente.

Ti sto guardando: ti seu castiendu: ti sto ascoltando : gerundio. --151.57.38.68 (msg) 17:26, 2 set 2023 (CEST)[rispondi]

Posizione mediana intervocalica[modifica wikitesto]

Un paragrafo a caso a manifestare il totale disaccordo.

babà e cioè bava è la contrazione di babada o babatha, e cioè bavata. In sardo non si dice bava ma bavata, contratto babà .

Lardu si può dire indifferentemente ladru ed ha il suono identico allo italiano.

La parola gatu non esiste. Si dice pisittu. Pisu vuol dire seme in italiano, potrebbe essere una evoluzione di persiano: gatto persiano= pisittu.

Volendo sardizzare gatto si dice s'aggattu. --151.57.38.68 (msg) 17:40, 2 set 2023 (CEST)[rispondi]

azzardando una ipotesi se pisittu è legato a Persia aggattu e cioè gatto è legato ad Egitto in quanto nei sussidiari di un tempo si insegnava che gli egiziani adoravano i gatti. Pisittu e Persia e gatto con Egitto. --151.43.27.69 (msg) 19:16, 2 set 2023 (CEST)[rispondi]

Pronuncia rafforzata di consonanti iniziali[modifica wikitesto]

A ti nde pesas? (pron. "a tti nde pesasa?") = Ti alzi? (esortativo)

La a non serve, è un modo gergale come nello italiano la congiunzione "e": e te ne alzi?

Ti inde pesas? te ne alzi? è uguale allo italiano. Se davanti c'è una vocale, ad esempio ma ti inde pesas? ma te ne alzi? qui la t si affievolisce verso la d d: ma thi inde pesas, pronuncia come nel th inglese circa: ma tdi inde pesas?

Nos ch'andamus a Nùgoro / nosi ch'andaus a Nùoro (pron. "noch'andammus a Nnugoro / nosi ch'andaus a Nnuoro") = Ce ne andiamo a Nuoro

Si inde andaus a Nuoro. Perfettamente speculare a ti inde pesas.

Ti inde andas a Nuoro! (Nos) si inde andaus a Nuoro.

Non si dice ci (mi ti ci si vi) si dice si : mi ti si si si, si vale ci si vi italiani. il ci si aggiunge ad inde per intendere ivi, è un pronome di luogo e non personale.

Ti inde andas! te ne vai! Ti inci andas! te ne vai via! --151.57.38.68 (msg) 17:51, 2 set 2023 (CEST)[rispondi]

Qui facciamo una concessione allo utilizzo di "a" quale preposizione allo interno di un Predicato - Wikipedia in vece di usare la preposizione semplice "di".
Ti ho detto DI andartene = ti happu nahu a ti inde andahi = ti ho detto A te ne andare.
Che io sappia in sardo si usano entrambe le forme "a" oppure "di".
E' verosimile che la forma in "a" sia desueta e più antica ma non del tutto disprezzabile.
Facciamo un raffronto con l'inglese: "i say you to.." oppure "i say you of..."
La forma in "di" appare più sghemba ma di fatto nello italiano contemporaneo ha prevalso. --151.47.23.126 (msg) 07:53, 3 set 2023 (CEST)[rispondi]
Andiamo a mangiare. Questa è la forma normale. Ti ho detto a mangiare. Però in italiano qui si usa di. Ti ho detto di mangiare. --151.47.23.126 (msg) 07:57, 3 set 2023 (CEST)[rispondi]

Morfologia e sintassi[modifica wikitesto]

L'articolo determinativo campidanese è identico al francese nella struttura: maschile e femminile su e sa ed il plurale neutro is. (le, la, les francesi)

Puddu non vuol dire pollo ma pullo (pulcino, da cui forse "pulcinata" toscano nel senso di autoerotismo anche in campidanese).

Futuro: ci va il verbo avere al tempo presente quale ausiliare.

Rimarrò: happu a ab arrahi= ho a rimanervi.

Condizionale:

Hia a ab arrahi: rimarrei= avevo a rimanervi. Qui il medesimo verbo ausiliare è avere ad un tempo passato. Passato semplice non esistendo passato remoto. Questo è un condizionale presente. E' equivalente a first conditional inglese: hia a ab arrahi chi prohessat= rimarrei se piovesse.

Happu a ab arrahi chi prohit: ho a rimanervi se piove: rimarrò se piove. E' uno zero conditional.

La congiunzione italiana "che" o anche "cosa" varia in sardo a seconda della interrogativa (ita) o della responsiva (ca) a somiglianza di what inglese. Dunque "perchè" è una articolazione di che e segue la stessa regola: nella interrogativa è po ita (for what: perchè) e nella responsiva è ca.

Cosa stai dicendo?

Ita ses narendi? letteralmente cosa sei narrante?

Sto dicendo che non sono d'accordo

Seu narendu ca non seu de accordiu.

Il pronome personale tonico di prima e seconda persona singolare non può finire in s perchè in sardo la s è plurale. Cun mei e cun tui, con me e con te. Chen'e mei è una forma contratta di chenza de mei (senza di me).

Viceversa nei plurali ci va la s, cun nos (con noi) cun osatrus (con voi) cun issus (con loro).

--151.57.38.68 (msg) 18:22, 2 set 2023 (CEST)[rispondi]

così puddecu è il puledro. Non sono polli ma pulli. Puddu non è pollo ma pullo, da cui puddecu è puledro in italiano. --151.43.27.69 (msg) 19:23, 2 set 2023 (CEST)[rispondi]
visto che però questa analisi sulle forme affermative è stantia introduciamo una ulteriore complessità.
Ti ho detto: che cosa devi fare?
ti happu nahu: ita depis fahi?
ti ho detto che cosa devi fare
ti happu nahu ita depis fahi. Questa è affermativa e si usa ita. Il punto è capire se si sta usando un pronome oppure una congiunzione.
Ti ho detto che cosa devi fare> ti ho detto quello che devi fare= ti happu nahu cussu chi depis fahi. Qui cussu=quello è un pronome dimostrativo, anche "ciò". La congiunzione che in italiano diventa chi in sardo, però "chi" sardo in italiano diventa "se" italiano.
Chi mi inde bandu...= se me ne vado...
Nella interrogativa: "ti ho chiesto che cosa devi fare?" non ci può essere per definizione il pronome dimostrativo essendo interrogativa e si dice "ita" in forma di congiunzione. Il punto fondamentale è dunque questo, pronome dimostrativo oppure congiunzione. --151.19.253.246 (msg) 08:46, 3 set 2023 (CEST)[rispondi]
In pratica siamo certi che nelle interrogative c'è la congiunzione ita e non ci può essere il pronome dimostrativo. Non possiamo però escludere completamente una frase affermativa con la congiunzione ma senza pronome dimostrativo.
Sebbene desueto, per definizione il modo congiuntivo italiano è esattamente questo:
Congiuntivo presente - Wikipedia
congiunzione senza dimostrativo. --151.57.36.54 (msg) 09:06, 3 set 2023 (CEST)[rispondi]
Allo stesso modo non possiamo escludere che la parola sarda "ita" possa in un determinato contesto assumere valore di pronome.
Che io faccia.
Chi deu fatsa su sindigu du happu a bihi deu.
Se (che) io faccia il sindaco lo vedrò io.
Ita deu fatsa du happu a bihi deu
Quello (ciò) che io farò (farei, dovrei fare) lo vedrò io.
Non è detto che io lo faccia.
Non è nahu ca deu du happu a fahi. --151.35.170.188 (msg) 10:13, 3 set 2023 (CEST)[rispondi]

vocale paragogica.[modifica wikitesto]

Gli esempi qui portati in particolare con nome hanno eccezioni anche in italiano.

Il letame in sardo si dice ladamini. Teoricamente con questa forma si intende che non è numerabile.

Semini e cioè seme non è numerabile. 10 semi in sardo divengono 10 semisi (numerabile e plurale) ed una manciata di seme è una farrancata de semini (non numerabile, nota bene singolare).

Nome è in generale non numerabile: il nome= su nomini.

10 nomi sono numerabili: 10 nomisi --151.43.27.69 (msg) 19:31, 2 set 2023 (CEST)[rispondi]

La parola riccio nel Campidano ha la a davanti : arritzu semplicemente perchè la r iniziale viene sempre e comunque raddoppiata.
Ricotta= arres cottu; arrabbato= arr enn egau, e così via.
La conversione della vocale da italiano a sardo è lineare: la "e" diventa "i" sarda e la o diventa u. Questo però solo nei sostantivi.
La questione dei verbi è più difficile.
Ad esempio qui andare è andahi o maglio bandahi. Questa b che in italiano vale v ci consente di raccordare il verbo con le forme italiane irregolari.
Essi vanno= issus bandanta. Il verbo sarebbe "vandare" anche in italiano.
Qui la finale in a dipende dalla vocale penultima del verbo all'infinito: bandAhi=bandAntA (vanno).
castiAhi=guardare=castiantA (guardano).
ScIhi=sapere =shintI (sanno).
Bihi=vedere=binti (vedono) --151.47.43.142 (msg) 19:46, 2 set 2023 (CEST)[rispondi]
Dunque se noi modifichiamo andare in "vandare" io vado diviene "io vando" ed il verbo è regolare.
Allo stesso modo per me la forma regolare di uscire è bessiri, meglio ancora nel medio Campidano bessihi o bessì senza la r. Questo evita i conflitti col verbo essi e cioè essere italiano ad esempio essendo, in sardo essendu o essendi nei gerundi di essere e bessendi nel verbo uscire.
Al tempo stesso ci spiegherebbe perchè l'italiano usa la u invece degli altri verbi esalare, esultare, evolvere e via dicendo. Invece di usare la forma vessere o vessire ha usato uscire, sempre per non avere conflitti con essere.
Di fatto dunque la forma regolare sarda di uscire è bessiri e forme come 'essì sono una contrazione utilizzabile solo nel contesto. --151.44.138.144 (msg) 20:35, 2 set 2023 (CEST)[rispondi]
Per spiegare invece meglio la questione dei sostantivi e della vocale paragogica diamo preminenza al genere: maschile, femminile, plurale. In italiano teoricamente la i finale indica parole plurali. Il maschile singolare può finire con la o oppure con la e ma non con la i. Perciò la parola italiana domani è irregolare, si dovrebbe dire dì mane e la parola campidanese crasi è regolare e da trascriversi "crase" in italiano, dì mane: maschile singolare. --151.35.170.188 (msg) 10:25, 3 set 2023 (CEST)[rispondi]
crasi è regolare ovviamente rispetto al campidanese: omini= uomo, in campidanese i maschili sono indicati con la i oppure con la u, come detto traslitterabili e ed o in italiano. --151.35.170.188 (msg) 10:28, 3 set 2023 (CEST)[rispondi]
su nomini de su omini= il nome dello uomo. "Domani" è irregolare rispetto allo italiano. --151.35.170.188 (msg) 10:30, 3 set 2023 (CEST)[rispondi]
Di fondo qui si voleva mantenere un approccio didattico e intellegibile che si distacca dalla vita di tutti i giorni dove invece si sarebbe detto: su nomin'e s'omini. --151.47.88.254 (msg) 20:25, 3 set 2023 (CEST)[rispondi]

Pronuncia rafforzata[modifica wikitesto]

No. E' un localismo piuttosto ristretto e non assolutamente sardo.

Nosu s'inci andausu a Nuoro.

A cument'e cussu maccu.

A mesu de Nuoro e Alghero

T'indi pesasa? --151.47.88.254 (msg) 20:30, 3 set 2023 (CEST)[rispondi]

Deu tui issu nosu (b)osatrusu issusu (personali)

Confermo l'accusativo: happu mottu a Fabiu, la preposizione a ci va. E' un complemento di termine. Complemento di termine - Wikipedia

Nel verbo avere secondo me sarebbe meglio indicare la h: io ho = deu happu.

Pronomi personali complemento:

forma forte:

mei tui issu-sei-cussu (lui, se, ciò) nosu (b)osatrusu issusu-sei-cussusu

Alcuni contestano l'ineleganza di cussu e cioè "quello" quale pronome ma di fatto "ciò" si dice cussu o qussu oppure q/cuddu cioè codesto e quello, anche riferito a persone.

forma debole: mi, ti, du-di-inde-si (terza persona, in italiano lo gli ne si), ed infine si. Il si copre tutte le plurali (ci vi si in italiano) ed una terza persona: egli si confonde= issu si cunfundidi.

La combinazione non varia da quanto già esposto.

Forzisi mi da donada= forse me la dà.

La particolarità è piuttosto in forme quali "dammela"! Qui la pronuncia è donamidda. Teoricamente dunque qui scomponiamo un ulteriore pronome idda distinto da da. Come se in italiano si dicesse dammilla al posto di dammela da cui isolare un ulteriore pronome in forma (atona) debole illa distinto da la.

Quindi per completare il confronto con l'italiano occorre distinguere un ulteriore pronome atono iddu-idda alla terza persona che si aggiunge a du e da (lo e la).

Il discorso è affine a "glielo" italiano, e cioè le forme unverbate. In sardo questo è si du se diciamo "glie lo dico" mentre "diglielo" diviene "narasiddu" ed io ritengo che qui si potrebbe scomporre nara si iddu. Da notare poi che esistono le forme plurali di du e iddu e cioè dusu e iddusu. Lo dico loro= si dusu nahu. Diglielo (ad essi sottinteso): narasiddusu. --151.47.88.254 (msg) 21:17, 3 set 2023 (CEST)[rispondi]

Se la vedo glie lo dico. Se glie la vedo lo dico.
Chi da bihu si iddu nahu. Chi si idda bihu si iddu nahu.
Analogamente al sardo "iddu" anche "glie" italiano ha una funzione distinta che però noi intravediamo e non riusciamo ad inquadrare con precisione.
Il problema è secondo me nel concetto di "altro" da alcuni recentemente ripreso come "meta" greco ed "oltre".
Come lamentato più volte in sardo i pronomi sono: qustu e cioè questo: un oggetto vicino; cussu e cioè codesto: un oggetto lontano ma entro il campo visivo; cuddu e cioè quello: un oggetto che sta altrove rispetto a chi parla. Lo scivolamento nella attuale consuetudine di "quello" a "codesto" ci ha fatto perdere il concetto di "altrove".
Allo stesso modo gli avverbi di tempo sono innoi (qui) ingui (li) e inguddai (di là): la parola italiana di là sarebbe da intendersi al di là del campo visivo, altrove.
Dunque qui il pronome sardo iddu è come cuddu e cioè "quello" e "glie" italiano si riferisce ad un "altrove" rispetto alla frase.
Se la vedo glie lo dico=se la vedo le dico "quello", dove quello risulterà una astrazione, un altrove. --151.47.244.145 (msg) 06:52, 4 set 2023 (CEST)[rispondi]
Ho però tradotto male.
Se glie la vedo lo dico (nel contesto, in pubblico: dico ciò)= chi si idda bihu si du nahu
Quanto scritto sopra chi si idda bihu si iddu nahu è se glie la vedo ve glie lo dico (a lei) --151.47.244.145 (msg) 06:59, 4 set 2023 (CEST)[rispondi]

Il sardo ed il berbero[modifica wikitesto]

Dalle prove archeologiche sulla vinificazione del Cannonau - Wikipedia se ne desumerebbe che il berbero "acina" deriva dal sardo. Può darsi che i nuragici avessero delle colonie e dunque mire espansionistiche ed imperiali nel Mediterraneo preistorico.

Anche se spanus vuole dire rossiccio in sardo rosso si dice "arrubiu". Ad esempio: Nuraghe Arrubiu - Wikipedia . Mai sentito un sardo dire spanu invece di arrubiu e mai letto toponimi con spanu invece di arrubiu.

Il cognome Spanu o Spano potrebbe essere:

-il solito sbaglio della anagrafe in vece di Scanu e Scano

-Il soprannome sardo per un sardo accusato di avere origini spagnole, a somiglianza di Gregu che non è greco ma è una parola sarda

Via della paglia per dire via lattea è una parola medio orientale: Nomi della Via Lattea - Wikipedia e dunque la ovvia considerazione è che sia stata importata dai Fenici - Wikipedia e non ci sono misteri a riguardo. --151.37.99.84 (msg) 09:04, 4 set 2023 (CEST)[rispondi]

Peraltro in sardo si dice spahinare per dire spargere, scompaginare, allargare.
Piuttosto dunque il contrario: la parola latina pagina: Pagina - Wikipedia significa "pergolato di viti" e deriva da "acina" sardo e questa parola Spanu potrebbe avere la stessa etimologia: "spaginato" nel senso di sparso e scompaginato. --151.37.99.84 (msg) 09:12, 4 set 2023 (CEST)[rispondi]
Più precisamente dunque in lingua contemporanea tradurrei spahinai con spandere e dunque Spanu è nella ipotesi il suo participio passato: spanduto o spanto. "Spanto" in sardo è anche "spavento", forse perchè nel figurato aprire il cuore in forma passiva ("me ne è aperto il cuore") vuole dire per l'appunto un grande spavento. --151.37.102.73 (msg) 09:24, 4 set 2023 (CEST)[rispondi]
In questo senso dunque i Romani avrebbero introdotto questa parola "Hispania": Spagna romana - Wikipedia quale sinonimo di provincia, colonia, riprendendo in senso figurato la "pagina" e cioè il pergolato di vite. "Espansione" in senso moderno. --151.35.225.49 (msg) 09:45, 4 set 2023 (CEST)[rispondi]
Perciò spanus nella pagina della lingua sarda è latino berberizzato e vuol dire rossiccio ed invece span Spagna - Wikipedia nella pagina della Spagna è fenicio latinizzato e vuole dire occulto. Sarebbe dunque ora di dare maggiore ordine a questi libri scritti nei secoli ed assolutamente contraddicentisi tra loro.
Una ulteriore ipotesi è che qui si faccia confusione con "apparire", in sardo "parrihi", circa pàrrere italiano.
Spar piuttosto che span è opposto di apparire: spirito, sparire, sparuto, e confina in sardo con "spriahi" che è di nuovo spavento-apertura del cuore. --151.35.171.111 (msg) 10:15, 4 set 2023 (CEST)[rispondi]
Di fondo è qui una idea viscerale dello Infarto - Wikipedia per cui lo spavento viene definito apertura del cuore come oggi si dice infarto nel senso di spavento. Peraltro in sardo non esiste la parola "paura" e si dice "timoria". Pertanto la radice che ho prima ipotizzato "apparire" per giustificare "spar" in sparito e spirito è valida anche per "paura" che dunque sarebbe una "apparizione" negativa. E non se ne vede il nesso con Spagna. --151.37.218.43 (msg) 15:02, 4 set 2023 (CEST)[rispondi]
Notavo dunque casualmente la somiglianza tra la parola campidanese brebei = pecora = erbeche nuorese e la parola Beriberi - Wikipedia che sarebbe pecora in Lingua malese - Wikipedia . La possibile spiegazione è che sia una onomatopea da "belare" o simile e che dunque due lingue usano la stessa onomatopea ma non hanno nessun contatto. --151.37.195.63 (msg) 07:55, 26 set 2023 (CEST)[rispondi]
Per semplificare dunque parlerei di "omonomatopea".
In senso più generale i linguaggi dovrebbero seguire la Teoria del caos - Wikipedia per cui due isole con un linguaggio fortemente autoctono avranno una certa possibilità di usare onomatopee.
In questo senso le parole dei fumetti Disney The Walt Disney Company - Wikipedia hanno una qualche rispondenza nel sardo.
"Rumble Rumble" è nel sardo il verbo "a rumbulare" che vuole dire letteralmente rotolare. Invece di usare ruota si usa "ball" overro palla, ma per Disney è una onomatopea "rumble". Tsk tsk nel sardo è tsuqullitto ovvero il singhiozzo (sigh sigh) in italiano.
Brebei (pecora) potrebbe avere un contenuto più complesso da "pei" e cioè piede: prepiede (avanpiede) oppure brepiede (piede corto o breve) mentre nel nuorese erbeche è bruca erba.
Comunque l'introduzione della onomatopea seppure parziale in queste parole consente di approcciare la teoria del caos nel linguaggio. --151.57.181.151 (msg) 08:41, 26 set 2023 (CEST)[rispondi]
Sempre in questo senso negli esempi già citati in sardo tsugu vuole dire collo e dunque possiamo assimilarlo allo italiano "gozzo". Per cui tsuqullittu e singhiozzo sono parzialmente onomatopeiche ma ricomprendono la rispettiva parola "collo".
Sgrunt sgrunt sarebbe in italiano grugno ed in sardo "bruncu".
Bruncu è traslitterabile bronco, che in italiano è muso oppure gola oppure cespuglio.
Per cui in sardo inciampare, finire faccia a terra si dice "in bruchionare" e così diamo una diversa spiegazione di "brucare l'erba" delle pecore: mangiare a faccia a terra, simile a "grugnire" degli animali in italiano.
Grugnire e belare sono onomatopee e tutto il resto lo è solo parzialmente. --151.57.102.22 (msg) 09:17, 26 set 2023 (CEST)[rispondi]
Rivediamo dunque da un altro aspetto il "berbero" quale Barbaro - Wikipedia dei romani.
Ho insistentemente proposto "tallone" quale spiegazione dello etnonimo Galli - Wikipedia a partire da una possibile etimologia di Cagliari - Wikipedia .
La antinomia non sarebbe dunque tra greco romani e barbari ma piuttosto tra galli e barbari. La questione della scrittura e della cultura è da riferirsi alla epoca della Storia - Wikipedia .
Durante la Cronologia della preistoria - Wikipedia non esisteva la scrittura in Europa ma forse esistevano già i Galli. Il momento fondamentale anche in Sardegna si lega alla Età del bronzo - Wikipedia : Bronzetto nuragico - Wikipedia .
Sebbene dunque la questione del tallone è ambigua: Achille - Wikipedia oppure Passo dell'oca - Wikipedia oppure Caliga - Wikipedia potrebbe avere un concreto sostrato morfologico.
La parola barbaro è stata dunque rimaneggiata sia nella storia che nella recente propaganda e non si può arrivare ad una soluzione univoca se non nel senso da me proposto di antinomia: galli oppure oche versus pecore, in base alla forma del piede ed alla camminata .
Da questo ozioso spunto vediamo la notevole contraddizione nelle recenti teorie sugli Indoeuropei - Wikipedia.
In particolare dunque la Ipotesi kurganica - Wikipedia fa riferimento allo Aplogruppo - Wikipedia di tipo Aplogruppo R1a (Y-DNA) - Wikipedia .
Sulla scorta di quanto esposto dunque mi chiedo se i Galli oppure i barbari sono lo aplogruppo R. I Romani parlano della Germania come Gallia magna ed il riferimento alle tribù barbare sarebbe da intendersi quale invasori e nemici sia di Roma che dei Galli.
In breve le popolazioni europee della età della pietra e fino al menzionato periodo del bronzo potrebbero invece appartenere allo Aplogruppo I (Y-DNA) - Wikipedia
e dunque le strutture megalitiche quali ad esempio Tomba dei giganti - Wikipedia sarebbero ascrivibili a tale popolazione e non alle tribù barbare arrivate in Germania in epoca storica e portatrice del gene R. --151.43.214.72 (msg) 11:54, 26 set 2023 (CEST)[rispondi]
Chiaramente la questione delle Lingue indoeuropee - Wikipedia ci ripropone un identico dubbio. Come se fra migliaia di anni si attribuisse il Colosseo - Wikipedia e la Lingua inglese - Wikipedia ai migranti africani che arrivano in questi giorni. --151.47.15.239 (msg) 12:45, 26 set 2023 (CEST)[rispondi]
Da un altro punto di vista la questione linguistica di pecore ed oche riprende le più classiche teorie della Evoluzione - Wikipedia .
Dunque il gene della steppa che alcuni individuano come indoeuropeo tout court Aplogruppo R - Wikipedia è avvantaggiato appunto nella steppa. Nei terreni impervi della Europa ed in particolare dunque in Italia o anche in Sardegna questo gene è svantaggiato e dunque questa mia ipotesi sulla forma del piede e della camminata rispecchia il tipo di terreno.
La questione è stata riproposta anche di recente a proposito della impossibilità di invadere la Russia. Campagna di Russia - Wikipedia
La superiorità in battaglia di un dato gene che viene insinuata dunque Protoindoeuropei - Wikipedia è relativa al terreno, alla morfologia del suolo. --151.19.49.228 (msg) 14:58, 26 set 2023 (CEST)[rispondi]
Pertanto il tradizionale avvicinamento dei Sardi agli Irlandesi è da mitigare.
Aplogruppo R1b (Y-DNA) - Wikipedia
Come ho già detto la cultura del Megalito - Wikipedia è altera rispetto agli Anglosassoni - Wikipedia ma è invece affine alla Britannia - Wikipedia.
In poche parole le affinità con gli attuali inglesi ed irlandesi da parte dei sardi sono riferibili alla Britannia, però i bretoni sono stati completamente scacciati dalla Gran Bretagna che è abitata oggi esclusivamente da popoli della steppa.
Dunque tutti i riferimenti inglesi ed irlandesi a Celti - Wikipedia e Lingua gaelica - Wikipedia oppure a Stonehenge - Wikipedia vanno visti in questo stesso modo: gli anglosassoni sono subentrati a tutto questo e lo Aplogruppo R1b (Y-DNA) - Wikipedia rispecchia perfettamente questo concetto.
I discendenti dei costruttori di Stonehenge sono stati scacciati via, uno per uno. --151.57.26.170 (msg) 16:18, 26 set 2023 (CEST)[rispondi]
Qui pertanto notiamo una interessante comparazione:
Lingua armena - Wikipedia
Molte di queste parole corrispondono anche in sardo. Noteremo dunque che la Lingue indoeuropee - Wikipedia non hanno la stessa distribuzione geografica Indo-European Language Family Branches in Eurasia - Lingue indoeuropee - Wikipedia del presunto gene Haplogroup R (Y-DNA) - Aplogruppo R (Y-DNA) - Wikipedia perchè la presunta culla della lingua sarebbe Indo-Aryan languages - Wikipedia invece che Cultura kurgan - Wikipedia .
Come ripeto il latino o il greco non sono associabili alla teoria di Marija Gimbutas - Wikipedia. E nemmeno il sardo. La più probabile deduzione è che la migrazione da lei ipotizzata si è poi integrata nel linguaggio indoeuropeo in un momento successivo.
Storia genetica dell'Europa - Wikipedia qui si direbbe dunque che la popolazione sarda è legata al paleolitico ed invece la teoria di Kurgan inizia a valere nel Neolitico senza però in realtà prevalere nel Mediterraneo a tutto oggi per cui il mondo greco romano non appartiene a questo gene nemmeno oggi.
Sebbene qui il numero dei campioni appare esiguo per come lo sto interpretando:
Y-DNA haplogroups in populations of Europe - Wikipedia
appare evidente che la distribuzione genetica non è uguale nei latini e negli scozzesi, vedi dunque in particolare il riferimento a sardi e scozzesi che si trovano uno di fianco all'altro. Peraltro la notevolissima concentrazione del gene negli anglosassoni può essere frutto di politiche governative piuttosto che di selezione naturale. --151.44.199.5 (msg) 20:44, 26 set 2023 (CEST)[rispondi]
Per esempio noi sappiamo della pulizia etnica nella ex Jugoslavia: Guerra in Bosnia ed Erzegovina - Wikipedia
Gli scozzesi sono più concentrati di loro su un unico gene, che è quello subentrato ai costruttori di Stonehenge.
Y-DNA haplogroups in populations of Europe - Wikipedia --151.44.199.5 (msg) 20:51, 26 set 2023 (CEST)[rispondi]
Avevo dunque già notato la somiglianza tra Ziqqurat - Wikipedia e Nuraghe - Wikipedia e Kurgan - Wikipedia e Pozzo sacro di Cuccuru Nuraxi - Wikipedia .
Avevo peraltro contestato la etimologia di Genna sarda quale porta Massiccio del Gennargentu - Wikipedia.
Una diversa etimologia è che cuccuru e genna sono affini a kurgan e Cultura di Jamna - Wikipedia e fra l'altro in Sardegna esistono tombe simili.
cuccuru e genna sono circa cocuzzolo italiano, la cima di qualcosa.
La diffusione potrebbe essere dunque legata allo Aplogruppo G (Y-DNA) - Wikipedia . --151.43.176.31 (msg) 09:06, 29 set 2023 (CEST)[rispondi]
visto che poi il sardo appare fin troppo esotico e rifiuta la scrittura facciamo il paragone con lo italiano per ritrovare il fantomatico sostrato indoeuropeo.
Dunque traduciamo "genna" di Gennargentu con la parola italiana "cima": Vetta - Wikipedia , per inciso notiamo il francese "dôme" .
Quali parole affini avremo nel sardo il camino e cioè sa giminera: Camino (edilizia) - Wikipedia .
Sebbene dunque in italiano la Ciminiera - Wikipedia e in sardo fumaiolo la parola "giminera" indica il camino.
Thòlos (tomba) - Wikipedia oppure Tumulo - Wikipedia oppure Tomba a pozzetto - Wikipedia .
La parola originaria affine a Cultura di Jamna potrebbe essere dunque genna o giminera, in italiano cima o camino. --151.44.212.200 (msg) 09:40, 29 set 2023 (CEST)[rispondi]
A questo punto dunque immaginiamo che le tombe sono dapprincipio il camino dove si accende un fuoco, non necessariamente questo presuppone la completa cremazione.
La ciminiera è un elemento accessorio che però diventa nel tempo preponderante per cui il nuraghe è una ciminiera senza più il camino sottostante.
Dunque da un lato bisogna correggere le moderne classificazioni per cui le tombe si riconoscono dal tipo di ciminiera. In realtà dapprincipio lo aspetto fondamentale era solo il camino.
Da un altro lato vediamo una distinzione non ideologica da culture quali quella egizia che seguiva la strada opposta della Mummificazione - Wikipedia .
Però una cultura non equivale ad un unico gene, per esempio guardiamo alle cronache egizie e capiamo che questo discorso non è fondato. --151.43.171.237 (msg) 11:13, 29 set 2023 (CEST)[rispondi]
A questo punto vediamo meglio le Domus de janas - Wikipedia.
La parola domu potrebbe essere affine a dôme dei francesi per dire cima italiana.
Janas è una evoluzione di genna e come ipotizzato prima ha lo stesso identico significato.
Queste tombe sono anche dette forreddus che vuole dire fornelli in italiano.
In tal modo abbiamo la nostra chiusura perfetta sul discorso della Cultura di Jamna , in senso moderno il concetto è quello del camino. --151.19.107.20 (msg) 11:26, 29 set 2023 (CEST)[rispondi]
In senso traslato dunque domus de janas potrebbe divenire case delle vette o case delle cime intendendo in questo modo i capitribù o comunque la nobiltà.
Pertanto anche le Tomba dei giganti - Wikipedia potrebbero essere viste allo stesso modo, casa delle cime o gennas .
Come si fa notare qui le tombe dei giganti non hanno legami con la nobiltà. Dunque anche questa è una reinterpretazione moderna, un traslato successivo quando oramai non venivano più usate a partire dalla parola camino .
La questione è comunque da rivedersi perchè i greci fanno spesso riferimento ai giganti, potrebbe essere una deformazione di parole come Massiccio del Gennargentu. --151.47.12.176 (msg) 11:53, 29 set 2023 (CEST)[rispondi]
Rivediamo dunque la critica a Gimbutas che ha comunque il merito di avere aperto il discorso.
Nelle Domus de janas - Wikipedia ci sono affinità notevoli con la Cultura di Jamna - Wikipedia nel disporre i morti in posizione fetale e nello uso della ocra rossa.
Però le domus de janas sono più vecchie : Cultura di San Ciriaco - Wikipedia e la eventuale diffusione è da riferirsi al periodo neolitico. Nel 4400 avanti Cristo queste tombe erano già in Sardegna, contrariamente a quanto si sostiene nella teoria della steppa e del Equus ferus caballus - Wikipedia . --151.19.77.2 (msg) 13:01, 29 set 2023 (CEST)[rispondi]

cominciamo dalla solita questione facile facile.

I verbi campidanesi non troncano prima della r. Bisogna aggiungere la h e poi la vocale.

Per esempio il verbo finire non si dice in campidanese "fini" come la parola "sottile". Teoricamente la parola è "finihi" e siccome le ultime consonanti sono uguali si accenta: finì. Finire si dice finì e non fini. Allo stesso modo ad esempio "tuo" è effettivamente "tuu" ma viene pronunciato "tù".

Partendo dunque da questo esempio più lampante io riscriverei tutto il resto delle coniugazioni.

Qui volendo riprendere il testo: "hai mangiato" diventa nel campidanese: hasi pappahu? La h in italiano è t, in sardo di altre zone è d oppure è intermedia tra t e d ma comunque equivale alla t nel participio italiano.

In questo modo si riesce a dare una regolarità a verbi più difficili come narrare:

deu nahu (io narro)

tui naras (tu narri)

issu narat (egli narra)

nosu narraHus: qui la h diventa m in italiano e nel nuorese= narriaMo (naramos)

bosatrus narais (voi narrate)

issu narrant (essi narrano)

E' solo un esempio per significare che l'uso della h rende molto più facile trovare una traduzione e capire il verbo. --151.44.144.36 (msg) 20:33, 7 set 2023 (CEST)[rispondi]

Issus narant. --151.44.144.36 (msg) 20:35, 7 set 2023 (CEST)[rispondi]
Dunque il verbo all'infinito è nahi= narrare. Il verbo vedere all'infinito si dice bì mentre a Cagliari è biri. Bì è la contrazione di bihi.
Deu bihu
tui bisi
issu bidi
nosu BiHeHus (noi VeDiaMo)
bosatrus bihehis
issus bihinti= essi vedono. Qui bisogna considerare la divisione in sillabe ve (bi) do (hi) no (inti).
In un tempo gerundio o participio vedendo-vedente= bihendu-bihendi --151.44.144.36 (msg) 20:43, 7 set 2023 (CEST)[rispondi]
A questo punto la terminazione -are, -ere, -ire italiana risulta di difficile applicazione in Campidano.
Mangiare= pappahi
credere=crehi
partire=partihi , anche qui pronunciato "partì".
Potrebbe suonare a un estraneo "pappai crei e partì". Comunque è are ere ed ire se non che il verbo vedere già citato come esempio è in sardo ire: bihi e ovviamente non è raro. --151.44.144.36 (msg) 20:51, 7 set 2023 (CEST)[rispondi]
Come detto altrove la questione dell'ordine soggetto-verbo-oggetto è solo una questione di retorica. Non esiste una regola grammaticale per cui necessariamente nelle interrogative si anticipa uno di questi elementi.
"Fave ne vuoi"? vuole dire che ti sto offrendo delle fave, si intende mettere l'accento su questa cosa, è solo retorica e non grammatica.
La questione invece del passato remoto va chiarita, è impensabile che in una lingua non si possa dire.
Quando ero bambino ricordo che andai in gita a Carloforte.
Qandu fia pippihu m'arrecodu ca fia andahu in gita a Carloforte.
Invece di dire andai è "ero andato". E' un tempo trapassato. Il passato remoto italiano si può tradurre con il trapassato prossimo, si intende che è una azione conclusa.
Tutti i verbi direi che si possono coniugare così. Mangiai=avevo mangiato (hia pappau). Fui= ero stato( fia stetiu). Ovviamente tradotti in sardo, ma funzionerebbe anche in italiano. E così via. --151.44.144.36 (msg) 21:06, 7 set 2023 (CEST)[rispondi]
La questione è dunque del tema e della desinenza.
Riprendiamo il verbo andare (andahi) in campidanese
deu andu
tui andasa
issu andata
nosu andahusu
bosatrusu andaihisi
issusu andanta
qui il tema è anda che viene usato in tutte le persone tranne la prima.
confrontiamo mangiare (pappahi) per avere la stessa coniugazione (are) ed estrapoliamo le desinenze:
deu pappu
tui pappasa
issu pappata
nosu pappahusu
bosatrusu pappahisi
issusu pappanta
come spiegavo la vocale paragogica dipende dalla desinenza, ripete la vocale: pappaus=pappahusu, pappahis=pappahisi.
Il tema (pappa) di pappahi viene usato per tutte le persone eccetto la prima.
Le desinenze al netto della paragogica sono :
u (io)
s (tu)
t (egli)
hus (noi)
his (voi)
nt (essi)
L'uso della paragogica dipende dalla lettera che segue: se è una consonante si mette ma se è una vocale spesso si toglie.
Issus pappant 'a lestru= loro mangiano lestamente.
Prendiamo la seconda coniugazione: credere (crehi)
deu crehu
tui crehisi
issu crehiti
nosu credehusu
bosatrusu credehisi
issusu crehinti
Vendere (bendihi)
deu bendu
tui bendisi
issu benditi
nosu bendehusu
bosatrusu bendehisi
issusu bendinti
direi che la struttura è simile allo italiano. Nella prima plurale (noi) c'è una lettera in più alla seconda sillaba: ven-dia-mo ; cre-dia-mo quella a aggiunta in sardo corrisponde alla irregolarità del tema: invece di ben-di è ben-de
Le desinenze sono uguali siano in are che in ere.
Ad esempio la A di mangiAre in sardo entra nel tema pappA e sicchè la desinenza in voi mangiate= bosatrus pappaHIS e voi vendete= bosatrus bendeHIS sono uguali.
Bosatrus bihehis, verbo ire (bihi) ha la stessa desinenza, sono quelle indicate sopra per tutte le coniugazioni are-ere-ire:
u (io)
s (tu)
t (egli)
hus (noi)
his (voi)
nt (essi) --151.19.5.194 (msg) 22:40, 7 set 2023 (CEST)[rispondi]
come speculazione oziosa vediamo meglio il Dittongo - Wikipedia "ia" che è nella prima persona plurale italiana: noi mangiamo (are) noi vediamo (ere) noi finiamo (ire). Si potrebbe dunque dire che in italiano il dittongo è nella desinenza.
Dagli esempi portati sopra si vede che in sardo nei verbi regolari pappahi (mangiare) oppure andahi (andare) il tema è sempre uguale (pappa-anda) e la equivalente di -iamo italiano che è -ehus sardo è da considerarsi una irregolarità, ad esempio nel verbo bendihi (vendere) mostrato sopra: noi vendiamo>nosu bendehus e dunque dovremmo inserirla nel tema, quale irregolarità del tema.
A questo punto dunque il verbo "mangiare" italiano contiene questo stesso dittongo in tutte le coniugazioni, quasi fosse una evoluzione di un verbo straniero ed importato, ed in effetti in sardo non esiste. --151.46.152.255 (msg) 08:30, 8 set 2023 (CEST)[rispondi]

Verbi ausiliari e tempi composti[modifica wikitesto]

Nonostante abbia già anticipato alcuni temi provo a dare maggiore ordine alla coniugazione del sardo in generale.

I verbi ausiliari sono due allo stesso modo dello italiano: essere ed avere.

Una prima differenza è che il verbo avere è esclusivamente ausiliare. Vale a dire che la forma "io ho" per intendere "io possiedo" in sardo è priva di senso compiuto. Per dire io ho una casa si dice io "tengo" una casa, sostanzialmente sinonimo di possiedo. Si usa il verbo tenere per dire "avere" nel senso di possedere. Io ho è un ausiliare e si rimane così sospesi "io ho..." in attesa di una azione.

In secondo luogo non esistono i tempi del futuro semplice e passato remoto. Di conseguenza i tempi elementari sono presente e imperfetto italiano e tutti gli altri tempi risultano composti tramite questi, futuro compreso.

Allo stesso modo non esiste lo ausiliare "stare" italiano: io sto andando. Questa cosa si dice "deu sehu andendu/i" e cioè "io sono andando/andante". Sebbene dunque la forma col participio in italiano è desueta ad un occhio più attento questo è funzione del medesimo ausiliare. E cioè quando in italiano si usa essere allora si usa il participio: io sono collaborante, egli è ricevente, loro sono perdenti posto. Qui in italiano questo participio presente tende a diventare un complemento oggetto: egli è il ricevente, a somiglianza del gerundio in inglese (esempio: the buiding). Comunque sia in sardo questa è la regola: lo ausiliare è essere e la forma col gerundio risulta stramba ed è preferibile il participio e dunque il finale col la "i", equivalente ad "e" italiana, ad esempio andendi=andante, sono andante al mare.

Altre forme particolari sono legate ad esempio al verbo avere per dire "contenere" come nel francese "il y a". Di recente si è diffusa una espressione gergale what's up, assimilabile a qu'est-ce qu'il y a. In cagliaritano si tradurrebbe ita c'esti ma i miei nonni usavano una forma particolare con avere, "ci inde hati" che in italiano è "ce ne ha" come sinonimo di ce ne è. In particolare dunque "non ce ne è" si può tradurre "non ci inde hati", il n'y a pas. Però questo uso di avere si riferisce esclusivamente a questa frase che risulta quasi idiomatica, si usa solo per dire ce ne è oppure non ce ne è: ci inde hati, riferito a quantità non numerabile. Ci inde hati de pressuaba? ce ne è di pesca (frutta)?

I verbi essere ed avere risultano irregolari nelle desinenze come pure in italiano e dunque andrebbero visti separatamente.

--151.43.44.108 (msg) 07:26, 9 set 2023 (CEST)[rispondi]

verbo ausiliare avere[modifica wikitesto]

Partiamo dal principio già accennato che in sardo il verbo avere è esclusivamente un ausiliare e più precisamente è l'ausiliare che si abbina alla azione. Sebbene dunque troviamo agere latino agere - Wikizionario (wiktionary.org) in parole come abiga o alliga (immondizia) o in italiano in "pigliare" e cioè pigahi sardo anche il verbo avere si potrebbe tradurre quale "azione".

Dunque "egli ha mangiato il pane" si intende che "egli ha compiuto la azione di mangiare il pane". Dunque "egli ha il pane" in sardo significa "egli ha compiuto la azione pane", è priva di senso. Bisogna dire egli "tiene" il pane per dire che lo possiede, il verbo avere quale azione non ha nulla a che vedere.

La conseguenza è che in quanto ausiliare si può coniugare solo presente e passato. I tempi quali il passato prossimo "io ho avuto" diventano "io ho compiuto la azione di agire", sono insensati e non esistono e dunque non esiste la parola "avuto".

presente:

deu happu (io ho)

tui hasi (tu hai)

issu hati (egli ha)

nosu ehusu (noi abbiamo)

bosatrusu ehisi (voi avete)

issusu hanti (essi hanno)

La prima persona è irregolare mentre le altre hanno le stesse desinenze generali accennate sopra:

u (io)
s (tu)
t (egli)
hus (noi)
his (voi)
nt (essi)
Però derogano sulla paragogica che invece di essere la penultima è sempre la i tranne sul noi (abbiamo) come se in italiano terminasse per e: tu hae, egli hae, voi avete, essi hanne.

Il passato è invece

deu hia io avevo

tui hiasta tu avevi

issu hiata egli aveva

nosu iasu noi avevamo

bosatrusu iahisi voi avevate

issusu hianta essi avevano

Eviterò ulteriori questioni di desinenze e ribadisco che lo Iato - Wikipedia è necessario per capire la divisione in sillabe e traslare in altre lingue.

Per quanto ci siamo detti la questione della Azionalità - Wikipedia condiziona anche poi la formazione dei tempi.

In particolare dunque la azionalità al tempo futuro dello italiano in sardo non esiste. Dunque non si dice "domani mangerò una mela". Si potrebbe dire "domani mangio una mela" sebbene poi è sottinteso che ci sia un margine di incertezza. Oppure si dice "crasi (domani) happu (ho) a pappahi (a mangiare) uha meba (una mela)": domani ho a mangiare una mela. Questo è al tempo stesso condizionale oppure futuro, non esiste una grande differenza. Si potrebbe dire crasi "hia a pappai uha meba": domani avevo a mangiare una mela e cioè con lo ausiliare al tempo passato e questo è un vero e proprio condizionale, ha grande incertezza. Di fondo comunque bisogna ricordare la azionalità: domani agisco di mangiare una mela (futuro) oppure domani agivo (agirei) di magiare una mela (condizionale).

Il tempo passato e trapassato lo ho già spiegato sopra. Ieri ho mangiato, ieri mangiavo, tanti anni fa avevo mangiato, queste sono le possibili sfumature della azione di mangiare: durante la azione (mangiavo) oppure con azione conclusa: ho mangiato, avevo mangiato.

Rimane il tempo congiuntivo

ca deu happa (che io abbia)

ca tui happasta (che tu abbia)

ca issu happata (che egli abbia)

ca nosu ehusu (che noi abbiamo)

ca bosatrusu heisi (che voi abbiate)

ca issusu happanta (che essi abbiano)

Questo è pur sempre un ausiliare che si aggiunge al participio passato di altri verbi ad esempio che io abbia mangiato ma non esiste una forma "che io abbia avuto" o simili.

Risulta indispensabile introducendo le forme congiuntive: "Può essere che io abbia capito male", ad esempio. Potiti essihi ca deu happa cumprendihu mali". Che io sappia funziona così". Qui la congiunzione è più spesso "se": se io sappia funziona di così, "chi deu scipia funzionata de aici"

--151.47.91.204 (msg) 19:08, 9 set 2023 (CEST)[rispondi]

Vediamo così due implicazioni nel discorso che già si sono intuite.
Dopo tolta la ambiguità di avere-possedere il verbo avere in quanto ausiliare di una azione non può essere concepito al presente. Dunque io ho (mangiato, bevuto, dormito) è sempre una azione terminata. "Avere" al tempo presente non può esistere.
I due tempi sopra accennati di avere sono in senso di ausiliari e non hanno senso a se stante.
Dunque il discorso fatto sui futuri passati e condizionali è per tutti gli altri verbi e non per avere. E cioè il condizionale-futuro di mangiare non è "mangerò-mangerei" ma "ho a mangiare" oppure "avevo a mangiare".
Gli altri verbi come mangiare hanno la coniugazione elementare al presente indicativo e al passato imperfetto. Inoltre avremo il congiuntivo e lo imperativo. Tutto il resto è composto con ausiliari essere ed avere e rimangono da trattare le forme composte come participi e gerundi che non hanno valore a se stante. --151.46.218.233 (msg) 20:18, 9 set 2023 (CEST)[rispondi]

verbo ausiliare essere[modifica wikitesto]

Premetto che vado a braccio e dunque alcuni dettagli potranno essere corretti.

In italiano come in sardo essere è un puro ausiliare e teoricamente sarebbero identici.

Qui vale ancora la notazione sul futuro che in sardo non esiste ed anche sul modo condizionale che in sardo è quasi identico: si deve usare anche "avere".

Ad esempio: se domani fa bel tempo sarò al mare = chi crasi faiti tempu bellu happu a essihi a mari. La considerazione è già stata detta, non ha senso parlare di "sarò" e cioè di essere al futuro. E' un concetto simile al trapassato anche nel futuro, domani "ho sostato al mare".

A differenza di avere esiste il participio passato "stetihu", qui il discorso sulla "Azionalità" non è importante ma piuttosto ci concentriamo sullo Status - Wikipedia.

Tipicamente dunque "ieri sono stato al mare"= arisehu sehu stetihu a mari. Il participio ha una sillaba in più "statuto" invece di "stato": ieri sono statuto al mare.

In questo senso dunque bisogna valutare la transitività e la riflessività del verbo per capire se è una azione per cui ci va avere oppure uno status a cui premettere essere.

Permangono le stesse difficoltà dello italiano: ho mangiato una mela oppure mi sono mangiato una mela, "forma pronominale" che si usa anche in sardo.

I verbi di movimento come andare e tornare, partire e simili sono visti come cambiamenti di status e dunque hanno ausiliare essere e non avere.

Discordo dunque totalmente con la analisi della "entità" e dello "ente", queste per me sono contrazioni di "agente". Ente pubblico è paragonabile ad agente pubblico da cui la nota problematica dello status di Pubblico ufficiale (ordinamento italiano) - Wikipedia.

Il verbo essere si lega ad uno status in senso ampio ed invece l'ente o entità è il participio presente di agire= agente mentre il participio presente di essere e cioè "essendo" non si distingue dal gerundio e peraltro la coniugazione al presente di essere in sardo è già al presente perchè non esiste ausiliare "stare".

Io sto mangiando= deu sehu pappendi= io sono mangiante. Peraltro qui stare è al participio presente "stante" e questo è il concetto che voglio sottolineare: stante quale sinonimo di status e non di ente.

--151.35.183.35 (msg) 13:18, 15 set 2023 (CEST)[rispondi]

Dunque al presente:
io sono deu sehu
tu sei tui sesi
egli è issu è oppure issu esti oppure issu èhi : qui credo che la prima (è) sia una consuetudine mutuata dallo italiano. Teoricamente essere è uguale in sardo agli altri verbi e dunque la desinenza comprensiva di paragogica è "ti": issu esti.
noi siamo nosu sehusu
voi siete bosatrusu sehisi
essi sono issusu funti : sebbene in posizione diversa il sardo ha la stessa irregolarità in f dello italiano, non solo qui. Ad esempio "io ero"= deu fiha. Essi erano= issusi fihanta, lo iato è circa la r italiana: essi feranta mentre in noi siamo è m (nosu semusu) ed in voi siete è t (bosatrusu setisi). --151.35.183.35 (msg) 13:32, 15 set 2023 (CEST)[rispondi]
In altre parole lo Ente (diritto) - Wikipedia è un organo esecutivo dello Stato - Wikipedia sebbene si sia usata la parola traducibile oggi "essente" nel senso di "stante". A sua volta lo Stato in sardo si dice stadu o stathu mentre il participio di essere: "stato" si dice "stetihu" e le parole sono molto diverse. Il "sentimento" è in sardo sentidu o sentithu e qui troviamo il senso dello Sato quale "stabilimento", come nel "parlamento" piuttosto che "parlato", luogo dove si parla: lo Stato è un luogo dove si resta.
Entità è da ritenersi una abbreviazione di entitade, così le parole sarde "bontadi" o bontade" per dire bontà e simili, è un aggettivo.
Cogito ergo sum - Wikipedia sarà da rivedersi come "mi sento (possiedo il sentimento) e dunque conosco la mia entitàde (conosco il mio modo di essere)", in breve ho la Autocoscienza - Wikipedia.
Il sentidu in sardo corrisponde al sentimento, è una sfumatura di coscienza. Teoricamente entità è una qualitade che noi riusciamo a riconoscere. --151.46.167.156 (msg) 14:26, 15 set 2023 (CEST)[rispondi]
all'imperfetto che però è poi l'unico tempo passato semplice non esistendo un concetto di passato remoto:
io ero deu fiha
tu eri tui fihasta
egli era issu fihata
noi eravamo nosu fihahusu (nos feramos)
voi eravate bosatrusu fihahisi
essi erano issusu fihanta
Ieri ero al mare= arisehi fiha a mari, qui in sardo mare si considera indeterminato e dunque la preposizione è "a" invece di "al".
Mentre ero al mare stavo bevendo acqua e mi è andata di traverso. Qandu fiha a mari fiha bufendi acqua e mi esti andata de tressu. Quando ero al mare ero bevente acqua e mi è andata di traverso: lo ausiliare "stare" non esiste, si usa "essere" anche in quel caso. Sto bevendo= sono bevendo /bevente. --151.46.167.156 (msg) 14:38, 15 set 2023 (CEST)[rispondi]
Ei fu. Siccome immobile.
Il cinque maggio - Wikipedia
Egli era. E' ugualmente passato, l'azione si è conclusa altrimenti egli è. Egli era è già di per se passato, anche se non fu.
Issu fiata. Sicumentisi firmu,
donahu su abithu de motti,
ab arràta su corpusu scarescihu
tsurpu de tanti suitu,
aicci scutta, spantàta
sa terra a sa noba ab arrata... --151.46.167.156 (msg) 14:48, 15 set 2023 (CEST)[rispondi]
Noteremo come corollario lo uso di ab e del suddetto "issu esti" terza persona singolare "egli è".
Per cui abithu o abitu è in italiano "alito", è una traduzione di ab suitu, ab soffio.
Abito italiano in sardo è besti (ab esti) = veste, bistiri = vestito ma anche uguale a "vestire" e cioè "il vestire", bistimenta = "la vestimenta".
E lo italiano "restare" diviene "ab arrahi". --151.19.106.14 (msg) 15:04, 15 set 2023 (CEST)[rispondi]
Pertanto qui rivediamo cogito ergo sum.
La autocoscienza del respiro viene dal vederlo, per cui Manzoni scrive "orbo di tanto spiro"?
Vagamente forse dal suono, "surdu de tanti suitu". --151.19.106.14 (msg) 15:10, 15 set 2023 (CEST)[rispondi]
così vediamo meglio che in sardo sentire i rumori come udire si dice intendihi e cioè intendere. Penso sia affine ad "interiorizzare", comprende l'idea di endo o intro. Intendihi vuol dire "udire" ed intrendi vuol dire "entrando" in un luogo.
Sentidu e cioè sentimento italiano nel senso di feeling ha invece una forma tutta sua.
Dunque sentidu è il sentimento e intendihu è il participio di udire. --151.57.39.208 (msg) 15:31, 15 set 2023 (CEST)[rispondi]
Però rimane da precisare che mal di testa o simili non sono dei sentimenti.
Dunque mi sento male e simili in sardo si dicono intendihi uguale ad udire un cane che abbaia.
Invece autostima, orgoglio e simili sono sentimenti ed il verbo è sentihi, sentire nel senso di feeling che però non comprende feeling good e simili. --151.35.116.75 (msg) 15:47, 15 set 2023 (CEST)[rispondi]
Sebbene non se ne venga a capo la questione è dello Essere senziente - Wikipedia
Ho dunque tradotto alla lettera "immemore" di Manzoni come "scarescihu" ovvero "dimenticato".
Credo che lui volesse però dire "non senziente" che in sardo si dice "innotsenti". Una persona che è priva di autocoscienza perchè ha una mancanza cognitiva anche sopraggiunta è detta "innotsenti".
Quindi la "sensazione" dovrebbe legarsi agli organi di senso. Ad esempio il mal di testa è da valutarsi quale sfumatura del Tatto - Wikipedia .
Invece la paura quale sentimento sarebbe da legarsi al Sistema endocrino - Wikipedia e dunque è da valutarsi quale aspetto della coscienza. Capire di avere paura è un sentimento ed udire un suono è una sensazione.
Peraltro il sentimento è una parte del verbo essere ma il verbo essere non si riduce al solo sentimento, allo ente o entità. --151.47.83.28 (msg) 17:10, 15 set 2023 (CEST)[rispondi]
Neppure a sua volta la paura in sè dovrebbe qualificare lo essere senziente. Un cane ha un Istinto - Wikipedia che è legato poi alla Contingenza - Wikipedia . La capacità di astrarre ad esempio una paura o un altro sentimento, di estrarlo dal contingente e di parlarne in un altro contesto è la coscienza. --151.46.215.255 (msg) 17:43, 15 set 2023 (CEST)[rispondi]
Ho qui tradotto la lettera di "siccome" con sicumentisi sardo. Questa vuole dire circa "poichè", "per il motivo che". Nella sostanza credo che Manzoni voleva dire "così come" e cioè introdurre una similitudine: così come è immobile il corpo così è attonita la terra.
La traduzione sarebbe dunque "a cumenti" per siccome ed aicci oppure de aicci per il così.
A cumenti fiata firmu su corpusu de aicci fiata spantada sa terra= a come era fermo il corpo di così era attonita la terra. --151.43.244.123 (msg) 22:24, 15 set 2023 (CEST)[rispondi]
Ciao! Le pagine di discussioni servono per discutere come migliorare e sviluppare le voci. (Aiuto:Pagina di discussione#e pagine di discussione delle voci.
Non ho capito a cosa serva quello che hai scritto qui Discussione:Lingua sarda. Stai forse proponendo di inserire quel testo in voce? --Meridiana solare (msg) 17:40, 29 set 2023 (CEST)[rispondi]
  1. ^ citazione da inserire