Discussione:Fotone

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---proposta--- Forse sarebbe meglio modificare il nome "momento" nell'equazione p=h*v / c con il più usato in Italiano "quantità di moto". Immagino che sia un refuso della traduzione inglese, poichè in inglese la quantità di moto si chiama, appunto, "momentum". In italiano il nome momento potrebbe essere equivocato con numerose altre grandezze, come il momento angolare o l momento meccanico... grazie e scusate l'ip  :-), michele

Ma il termine "fotone" non fu coniato da Einstein in occasione dello scritto per cui ha vinto il Premio Nobel? o è solo una leggenda metropolitana? Skywolf 19:38, 20 ott 2007 (CEST)[rispondi]

La versione inglese sembra chiarire con tanto di fonti questo dubbio. --Brownout(msg) 19:42, 20 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Grazie! ora è tutto chiaro. Skywolf 19:48, 20 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Se hanno massa 0 secondo la celebre equazione di Einstein E=mc^2 dovrebbero avere energia 0 ma in realtà hanno energia. Come è possibile?

da PlicoDiCarta: appunto, secondo l' eq. E=mc^2 dovrebbero avere energia 0. Comincio a pensare che la fisica fatta dal bamboccione coi capelli da forsennato è roba da poco. Sapete qual' è l' unica fisica? E' quella che si trova nella birra, nel water, nel letto pulito e nei calzini appena lavati. Ne conoscete altre?

Prima di giudicare gli altri così aspramente ti suggerirei di imparare l'italiano. Altro che "penso che [...] è roba da poco" e "qual' è".

Risposta: L'equazione di Einstein è una formula che indica la corrispondenza, e quindi la possibile conversione, tra energia e materia (mentre il fotone è energia). Per l'esattezza poi in questa formula m non è la massa come la intendiamo comunemente (che è solitamente indicata con m0, massa a riposo), ma è m0/(1-v^2/c^2). Siccome il fotone è una particella che viaggia a velocità v=c, sarebbe m0/0, senza significato e quindi la formula non si applica.

Dunque: parlare di massa a riposo di un fotone è improprio, in quanto il fotone ha sempre una velocità pari alla velocità della luce; in ogni caso, dalla formula scritta sopra risulta che m0 = 0, essendo l'energia finita. Per il fatto che si muove alla velocità della luce m0/(1-v^2/c^2) dà un risultato finito, che poi è uguale ad . Questa massa (molto piccola) è soggetta alla forza di gravità, come si può vedere nelle lenti gravitazionali. --Cruccone (msg) 13:28, 19 gen 2008 (CET)[rispondi]
Secondo quel poco che ho potuto comprendere dai corsi di fisica di base l'effetto delle cosiddette "lenti gravitazionali" non è dovuto alla massa del fotone, che è sempre nulla, cioè proprio "zero", e non piccola o piccolissima o quasi zero, ma al fatto che la massa tende a curvare lo spazio-tempo e i fotoni nel loro moto tendono a seguire tale curvatura. Non so se qualcuno possa in qualche modo dirmi se ci ho capito qualcosa oppure no. Grazie.

Secondo me, leggendo l'ultima parte "I fotoni nella materia" ci si può fare l'idea che, a differenza del vuoto, i fotoni in un qualsiasi mezzo "vadano" più lentamente...in realtà, credo, dovrebbe essere che, incontrando gli atomi, interagiscono, vengono riemessi, "rimbalzando" da un atomo all'altro, questo semplicemente gli fa "allungare" la strada che devono percorrere...così non rallentano affatto, hanno solo più strada da fare, ma sempre a velocità c, se no non sarebbero fotoni. Può essere? Se è corretto forse è utile ribadirlo...(oppure solo a me non sembrava ovvio) Marta

La parte sui fotoni nella mateira è, in effetti, un po' scarna. Tuttavia non mi sembra che dica (o lasci intendere) in alcun modo che i fotoni vadano più lentamente. Quello che descrive è il caso particolare in cui a propagarsi non sia il fotone ma un polaritone (il quale ha massa e quindi si propaga più lentamente di c). Che poi la sezione vada ampliata siamo anche d'accordo. --J B 11:41, 4 lug 2008 (CEST) p.s. l'idea che un fotone si propaghi rimbalzando da un'atomo all'altro ha una forte valenza didattica ma è sbagliata (a meno che non si parli di scattering multiplo della luce[rispondi]
L'idea che un fotone si propaghi rimbalzando da un'atomo all'altro NON ha per nulla una forte valenza didattica, è terribile e produce solo misconcezioni!!!!

Scusate, ma non ho ancora ben capito cosa sono: Vanno alla velocità della luce e non hanno massa, quindi non sono materia, ma non sono onde elettromagnetiche da quanto ho capito. Da quello che ho capito sono delle "particelle di energia" ma una definizione simile non ha senso

C'è scritto: un fotone è un quanto del campo elettromagnetico. Se non hai voglia di leggerti le voci sui quanti e sul campo elettromagnetico allora mettiamola così: il suono emesso dalla corda di un violino è una sovrapposizione di onde armoniche, ognuna di definita frequenza, e ogni onda armonica può avere, nei limiti della meccanica classica, un'ampiezza non nulla arbitrariamente piccola. La meccanica quantistica prevede invece che l'ampiezza di ciascuna onda armonica non possa arbitrariamente piccola: o è nulla, oppure l'energia dell'onda è multipla di una energia minima. Uno stato della corda vibrante caratterizzato da una vibrazione armonica con l'energia minima possibile si chiama un "fonone" (con la enne). Nota che le frequenze di una corda di violino non sono arbitrarie nemmeno classicamente, sono multiple della frequenza fondamentale della corda (questo dipende dal fatto che la corda è fissa agli estremi, su una corda ideale "infinita" tutte le frequenze sarebbero possibili); l'effetto quantistico è che sono "quantizzate" anche le ampiezze di eccitazione. Similmente, ogni eccitazione del campo elettromagnetico (cioè ogni onda elettromagnetica, che si propaga alla velocità della luce) è la sovrapposizione di eccitazioni di frequenza definita, ciascuna delle quali ha necessariamente un'energia multipla di un valore "indivisibile". Un'eccitazione corrispondente all'energia minima possibile è detta "fotone". Un'eccitazione di energia doppia è - per definizione - la sovrapposizione di due fotoni, ecc. --Guido (msg) 18:34, 1 mar 2009 (CET)[rispondi]
Talvolta nelle discussioni si trovano commenti illuminanti come il tuo qui sopra. Grazie. Roberto

Come possiamo dire che la vita dei fotoni è infinita se l'universo ha una data di nascita? Dire che hanno una vita infinita significa dire che esistevano prima della formazione dell'universo! Come è possibile che qualcosa che fa parte dell'attuale universo esistesse prima della formazione di quest'ultimo? A meno che i fotoni non siano stati i "generatori" dell'universo stesso. Dormiglione

Stiamo parlando di particelle, non di esseri viventi, e "vita infinita" non è mica un sinonimo di "vita eterna". Vuol dire semplicemente che un fotone può essere emesso o assorbito in qualsiasi istante, ma a differenza di varie altre particelle elementari non ha una vita media oltre la quale (in media, appunto) decade spontaneamente dando luogo ad altre particelle: da quando viene emesso, e finché non viene assorbito, resta indefinitamente com'è. Che cosa c'entra la durata della vita dell'Universo? --Guido (msg) 18:17, 1 mar 2009 (CET)[rispondi]
OK, piccola confusione fra il concetto di "eterno" e di "infinito" per il significato dei quali a volte non è facile fare distinzione.--Dormiglione (msg) 09:32, 11 mar 2009 (CET)[rispondi]

In Proprietà fisiche è presente la formula: è corretta? Oppure dovrebbe essere: come modificato da un IP anonimo? Grazie. --Harlock81 (msg) 10:33, 13 giu 2010 (CEST)[rispondi]


Perdonate l'intervento, ma com'è che sempre in Proprietà fisiche manca ancora una formula? Non si può almeno sistemare o rimuovere il testo relativo mentre non si conosce la formula? Perché così non si può proprio vedere. --87.22.5.81 (msg) 14:34, 31 gen 2012 (CET)[rispondi]

Generalità[modifica wikitesto]

Non credo sia il caso di riportare le unità di misura nel SI per le grandezze elementari come la quantità di moto e l'energia. Inoltre è scorretto scrivere che "Si noti che il valore numerico della quantità di moto di un fotone è 300 milioni di volte più piccolo della sua energia (proprio il valore di “c” arrotondato)." dato che energia e quantità di moto hanno dimensioni fisiche diverse e non possono essere comparate (sarebbe come dire che un tavolo di mezzo metro è più piccolo di un'ora perché "0.5" è più piccolo di "1"). E' fondamentale invece sottolineare la linearità della relazione fra energia e momento (al contrario di una particella libera classica dove la relazione è quadratica). Infine toglierei l'esempio numerico successivo perché non aggiunge nulla in termini di argomenti (oltre ad essere non preciso, l'effetto fotoelettrico dipende dal materiale preso in considerazione e non esiste una soglia "universale" di 546 nm). X-Dark (msg) 16:18, 10 ott 2012 (CEST)[rispondi]

RISPONDO a X-Dark. Come prima cosa penso che i lettori di wikipedia sono per la maggior parte studenti (più o meno preparati) e curiosi che vogliono informarsi sull’argomento (i professori e gli scienziati si leggono le pubblicazioni scientifiche). Pertanto quando scrivo su qualche argomento di fisica penso al lettore con preparazione media, ma anche limitata. Quindi la chiarezza e la completezza diventano fattori essenziali. Passando alle tue osservazioni:
  1. Se scrivi le grandezze senza neppure un collegamento di rimando alle unità di misura SI, le formule rimangono oscure e di difficile comprensione (wikipedia è zeppo di queste formule non spiegate che sarebbero tutte da risistemare); quindi questi richiami (o almeno rimandi) sono certamente utili;
  2. So bene che il confronto tra hf e hf/c dal punto strettamente fisico non è corretto (parliamo di Kg•m²/s² e Kg•m/s, che comunque sono grandezze simili, e non di tesla e velocità). Infatti ho parlato di “valore numerico” - matematico e su questo aspetto non c’è dubbio che la quantità di moto è 300 milioni di volte più piccola dell’energia (serve solo a dare un’idea della differenza tra i numeri in campo);
  3. Tu scrivi che la q.m. differisce dall'energia solo per una costante dimensionale, che poi è il denominatore “c” (E' fondamentale invece sottolineare la linearità della relazione fra energia e momento) allora spiegati meglio perché così com’è mi sembra proprio superflua;
  4. Quanto all’esempio, l’ho ripreso dall’Amaldi (vol. 3, ed. Zanichelli, 2012, pag. 449 – adesso inserisco la nota), ma l’ho sviluppato io. E’ l’Amaldi che scrive “Per effetto fotoelettrico gli elettroni sono estratti da una superficie solo se la luce incidente ha una lunghezza d’onda λ ≤ 546 nm”. Quindi non credo che possiamo contestare questa affermazione. Può darsi che Amaldi l’ha scritto facendo implicito riferimento al materiale (non indicato) che consente più facilmente l’effetto fotoelettrico. In ogni caso questo semplice esempio consente a tutti di prendere confidenza con questi calcoli, che riguardano anche le relative unità di misura SI.
Visto che tieni tanto, giustamente, alla correttezza, la nota l’hai spostata male; non puoi attribuire all’Amaldi una frase scritta da te (che comunque dovresti chiarire meglio).
In generale voglio dirti, infine, che io non ho mai tagliato niente a nessuno (salvo le fesserie); aggiungi il tuo contributo, ma perché tagliare qualcosa di corretto?
Quindi sistemo le note e mi riservo di reinserire i riferimenti alle misura SI (magari dopo che ho sistemato i rimandi).
Erococo, 11 ott. 2012, 14,37. Erococo (msg) 14:37, 11 ott 2012 (CEST)[rispondi]
Difficilmente inserire le unità di misura migliora la comprensione del concetto di fotone o delle formule inserite. Dopo che sono venuto a conoscenza che nel SI l'energia si misura in Joule e che , non è che abbia capito molto di più della formula , che tra l'altro non è da capire, dato che a questo livello resta un postulato da verificare con gli esperimenti. Si potrebbe eventualmente notare che la costante di Planck si misura nel SI in e che quindi moltiplicare per la frequenza fornisce almeno le unità di misura corrette per una energia (e sto volutamente trascurando la differenza fra unità di misura e grandezza fisica, quando forse sarebbe meglio riferirsi direttamente alla seconda).
Insisto nel far notare che non esiste nessun concetto di similarità fra grandezze fisiche, due grandezze fisiche o sono dimensionalmente identiche oppure sono diverse. Dire che un tavolo di un metro è uguale ad un intervallo di tempo di un'ora perché "1"="1" è palesemente privo di senso, se non altro perchè è anche vero che "1" ora è anche 3600 secondi, quindi si dovrebbe avere adesso che un'ora è 3600 volte più grande di un tavolino di un metro. Scriverò anche di più: esiste un sistema di misura (non quello internazionale, quello naturale) in cui le unità sono scelte in modo tale che si abbia . In questo caso "numericamente" quantità di moto e energia di un fotone coincidono. Tutto questo non è un paradosso, si tratta solo di grandezze fisiche diverse che come tali non possono essere comparate. La differenza nei "numeri" da mettere in evidenza sta invece nelle grandezze con le stesse dimensioni, come energia con energia o quantità di moto con quantità di moto. Si potrebbe quindi osservare che un fotone nello spettro del visibile è una particella che ha energia o quantità di moto molto più piccole di quelle ad esempio di una sfera classica di un chilo (per cui ovviamente nessuno "si sente" colpito quando si espone ai raggi solari).
Notare la linearità della relazione di dispersione non è affatto superflua, dato che questa è una caratteristica essenziale dei fotoni. Per una particella classica si ha una relazione quadratica:
per una relativistica:
mentre per il fotone:
Quindi il fotone è una particella che però non si comporta come una palla da biliardo, la sua energia è direttamente proporzionale alla quantità di moto a meno di una costante dimensionale. Questa importante differenza andrebbe sottolineata.
Attenzione che magari il testo di Amaldi non stesse facendo un esempio specifico. Per l'argento la lunghezza d'onda di soglia è di circa 290 nm, per il rame è di 265 nm, per il ferro 275 nm, per il sodio 540, ecc (dati tratti da qui). Sarebbe meglio riferirsi ad un materiale specifico.
Sono concorde che la voce dovrebbe essere comprensibile ad un pubblico più vasto possibile, ma questo non significa che, finché il lettore non è un professore, lo si possa "fuorviare" con ragionamenti qualsiasi. Soprattutto a chi dovrebbe servire quell'esempio? Davvero chi non sa cosa sia un fotone (e quindi di conseguenza non sa cosa sia l'effetto fotoelettrico, dato che il concetto fotone è stato introdotto proprio per spiegarlo) troverebbe quell'esempio comprensibile? Ne dubito, sarebbe meglio rimandarlo a dopo aver spiegato le fondazioni dell'introduzione del fotone, oppure meglio sarebbe fare confronti con altre situazioni fisiche che permettano di capire e di prendere confidenza con la grandezza dei fenomeni in gioco (dato che per i calcoli esiste per sempre lei). X-Dark (msg) 18:48, 11 ott 2012 (CEST)[rispondi]

Tu dici, in sostanza, che le formule sono complicate di per sé e anche i tentativi di spiegarle servono a poco. Scusa tanto, ma allora perché dobbiamo spendere parte del nostro tempo a scrivere su Wikipedia? Dietro qualsiasi formula di fisica ci sono secoli di esperimenti e studi su fatti e fenomeni fisici e la formula non è altro che la sintesi matematica di questi fenomeni (grazie all’intelligenza umana). Un bravo insegnante dovrebbe partire dai fenomeni fisici per poi arrivare alle formule, cioè rifare il percorso degli scienziati con metodo galileiano (ma spesso si fermano alle formule). Su Wikipedia ovviamente non ci può dilungare ma questo non significa che un esempio è inutile o superfluo. Fare un esempio vuol dire portare il lettore dalla formula (che evidentemente ha sempre un tasso più o meno ampio di astrazione) alla realtà del fenomeno fisico e, quindi, alla sua concreta comprensione. Joule è un simbolo ma se lo traduciamo in Kg, m e s diamo ai lettori un’immagine concreta: il Kg. tutti sanno che cos’è, m² è l’area, m/s² è l’accelerazione, Kg x accelerazione è un Newton (forza), Kg x velocità (m/s) è la quantità di moto, ecc. Certo poi il lettore ci deve mettere del suo per capire e approfondire, ma intanto lo riportiamo alla concretezza. Penso che è inutile che ti ricordi che in queste moltiplicazioni (che non sono complicate, esponenti a parte) si moltiplicano o dividono tra loro anche le unita di misura SI; quindi un non esperto può scoprire anche questo. Perciò su questo punto non sono d’accordo con te. Parlare di fisica senza fare esempi significa rimanere ad un livello di astrazione che serve a poco e non porta lontano. Anche per questo ti dicevo che quasi tutte le voci di fisica sarebbero da rivedere. Poi non ho capito quando parli di E = hf “che non è da capire” e “resta un postulato da verificare con gli esperimenti”. Guarda che questa formula è stata verificata migliaia di volte, l’energia del fotone è quella, non ci sono dubbi. Inoltre direi che il concetto di fotone è semplice (è quello che ho scritto io all’inizio di generalità – prima non c’era). Invece sono d’accordo con te su altri aspetti:

  • evitare confronti tra grandezze non omogenee (anche se simili); il rigore è importante;
  • sull’effetto fotoelettrico conosco bene il discorso della “soglia minima di energia” dei fotoni incidenti. Ho cercato a quale materiale corrisponde questo valore di 546 nm riportato dall’Amaldi, ma non l’ho trovato (stavolta Amaldi è stato poco rigoroso), quindi sostituisco quell’esempio con un altro di cui conosco la soglia-metallo. A proposito volevo dirti che il sito che mi hai segnalato è poco attendibile (c’è scritto che Einstein ha vinto il nobel nel 1922, invece era il 1921). Quindi ho ripescato un buon sito che già conoscevo (http://www.lucevirtuale.net/percorsi/b2/effetto_fotoelettrico.html ), ho ricavato l’energia di soglia dei principali metalli (da una tabella animata di un fisico americano) e predisposto una tabella alla voce “effetto fotoelettrico” (vai a vederla): le soglie che mi avevi indicato sono molto diverse da quelle che ho trovato io. Tra l’altro alla voce mancava completamente la parte descrittiva (generalità), quindi l’ho inserita.

--Erococo (msg) 19:49, 13 ott 2012 (CEST)[rispondi]

Non sto affatto sostenendo che le formule non vanno "spiegate", ma semplicemente che il concetto di fotone riguarda fenomeni a scale microscopiche i quali spesso sono impossibili da correlare a eventi tipici delle scale della nostra esperienza quotidiana (e quindi in qualche misura impossibili da "capire", "Io credo di poter sicuramente dire che nessuno capisce la meccanica quantistica" come diceva Feynman, variamente parafrasato in: "Chiunque crede di aver capito la meccanica quantistica non l’ha capita abbastanza da capire di non averla capita"). In particolare, classicamente l'energia di un'onda è proporzionale al quadrato della sua ampiezza (fatto facilmente intuibile dai principi della meccanica), qui invece l'energia di un "quanto di vibrazione" è direttamente proporzionale alla frequenza, fatto che di suo non credo abbia analoghi macroscopici. Il legame fra i due fenomeni è tutt'altro che banale. La formula a questo livello non può essere dedotta e dimostrata a partire da principi primi (lo si potrebbe fare se si assumessero i fondamenti della meccanica quantistica), ma deve essere semplicemente postulata e accettata in quanto in grado di riprodurre i dati sperimentali (non solo dell'effetto fotoelettrico, ma anche dello spettro del corpo nero, dello scattering compton, ecc). Quello che quindi andrebbe fatto sarebbe mostrare il legame fra tutti questi fatti sperimentali. Esistono due possibili approcci, entrambi validi per diversi motivi: nel primo di parte dagli esperimenti e si arriva alle formule, nell'altro si procede all'opposto. Nei prossimi giorni per passare ai fatti cercherò di intervenire per migliorare l'approccio. X-Dark (msg) 21:18, 14 ott 2012 (CEST) PS1: Sull'effetto fotoelettrico commenterò nella discussione dell'altra voce. PS2: Einstein ricevette fisicamente nel 1922 il premio Nobel per il 1921, in quanto nel 1921 il comitato non aveva dato premi Nobel rimandando la decisione all'anno successivo. PS3: Non aprire una sezione per ogni risposta, diminuisce la leggibilità della discussione: Evita di aprire una nuova sezione, se stai intervenendo su un tema già in discussione ... [rispondi]

Mi sembra opportuno rimarcare meglio il passaggio da semplice "pacchetto di luce" a particella vera e propria. Ho tolto il termine luce perché mi sembra superfluo: penso tutti sappiano che la luce è radiazione elettromagnetica.--93.37.211.203 (msg) 14:38, 13 nov 2017 (CET)[rispondi]

Proprio tutti non credo. Anche se non ho una statistica da presentare, è sempre bene scrivere gli incipit pensando ad un lettore che abbia poca familiarità con l'argomento. Altrimenti, perché mai dovremmo rimarcare che il fotone ha massa nulla? Tutti sanno che il fotone non ha massa. X-Dark (msg) 21:17, 13 nov 2017 (CET)[rispondi]
Mi sembrano due nozioni di livello abbastanza diverso e c'è anche la precedente definizione di quanto di luce che forse può essere sufficiente, ma comunque si può rimettere. Mi fa piacere la non obiezione sulla prima considerazione--93.37.211.203 (msg) 21:44, 13 nov 2017 (CET)[rispondi]

Rientro.
Non vedo perché specificare chi ha scoperto i raggi gamma e chi ne ha scoperto la natura: è informazione che nell'incipit della voce relativa al fotone è non attinente e impropria e andrebbe rimossa. E' più che sufficiente richiamare la natura di radiazione elettromagnetica di tali raggi per spiegare la correlazione. Per chi fosse preso dalla curiosità sull'argomento c'è il link.
La presunzione che la non veridicità dell'affermazione sul fotone "non creabile e indistruttibile" potesse ostacolare l'adozione del termine è molto labile: andrebbe tolto l'avverbio "sebbene"--93.39.6.211 (msg) 21:15, 14 nov 2017 (CET)[rispondi]

Nell'incipit possono essere inserite diverse informazioni, ed è certamente vero che il concetto fotone ha avuto una lunga storia. In generale è preferibile mantenere link diretti, come a particella elementare, che poi al suo interno ha il link a particella (fisica), in forma ipertestuale. Credo che l'ultima modifica sia stata annullata perché scambiata per un vandalismo, lascerei comunque il rimando all'origine dell'uso della lettera greca gamma. X-Dark (msg) 14:28, 15 nov 2017 (CET)[rispondi]
Il rimando, come già accennato, è opportuno, ma lo intenderei limitato al fatto che i raggi gamma sono a loro volta una forma di radiazione elettromagnetica, senza specificare chi e quando ha fatto la scoperta.--93.36.193.113 (msg) 14:38, 15 nov 2017 (CET)[rispondi]

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Fotone. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 04:52, 6 mar 2018 (CET)[rispondi]

Ritengo che ci sia un errore nella didascalia dell'animazione che rappresenta i campi elettrico e magnetico oscillanti. Si legge: "ma l'oscillazione del campo elettrico non è in fase con quella del campo magnetico; l'animazione purtroppo NON riproduce correttamente lo sfasamento di un quarto di periodo." L'affermazione non è vera in generale: uno sfasamento di pi/2 è possibile ma non necessario. Se sussiste, l'onda è polarizzata circolarmente. Se lo sfasamento è 0, invece, l'onda è polarizzata linearmente. Per valori intermedi si ha un'onda con polarizzazione ellittica, fino a che lo sfasamento non arriva a pi. Da lì a 2*pi la situazione si ripete, ma la polarizzazione ha segno opposto. Si può trovare una visualizzazione interattiva del fenomeno molto chiara qui: https://www.microscopyu.com/tutorials/polarized-light-waveforms

La stessa considerazione è ripetuta in una didascalia più in basso, che contiene il medesimo errore in forma diversa: "Anche in questo caso, per essere precisi, se il campo elettrico oscillasse con un seno il campo magnetico dovrebbe oscillare come un coseno: cioè con sfasamento di un quarto di periodo."

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 2 collegamenti esterni sulla pagina Fotone. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 13:59, 5 ott 2019 (CEST)[rispondi]

Collegamenti esterni interrotti[modifica wikitesto]

Una procedura automatica ha modificato uno o più collegamenti esterni ritenuti interrotti:

In caso di problemi vedere le FAQ.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 11:51, 2 nov 2022 (CET)[rispondi]

Dualismo onda-particella del fotone[modifica wikitesto]

"Il fotone, come ogni oggetto quantistico, possiede sia le proprietà di una particella sia quelle di un'onda. Tale caratteristica, detta dualismo onda-particella, è provata da fenomeni come la diffrazione e l'interferenza, verificati da molti esperimenti tra cui l'esperimento della doppia fenditura, in cui il passaggio di un singolo elettrone genera una figura di diffrazione."

Diffrazione e interferenza sono in accordo con una natura ondulatoria del fotone: è errato dire che provino il dualismo. Patrizio --93.65.152.235 (msg) 11:42, 14 mar 2024 (CET)[rispondi]

Introduzione[modifica wikitesto]

"Classicamente, ogni onda, secondo il principio di sovrapposizione, può essere sempre scomposta come la somma o il contributo di altre due o più onde."

Il termine "ogni" non mi torna: come si scompone in più onde qualsiasi sinusoide y = sin(kx), o cosinisoide y = cos(kx)? Patrizio --93.65.152.235 (msg) 11:49, 14 mar 2024 (CET)[rispondi]