Discussione:Filosofia greca

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Sposto qui questo brano, probabilmente ricerca originale e cmq estremamente POV, inserito da anonimo ma firmato "Enzo Coniglio". Da valutare il da farsi.--Antiedipo 08:17, 6 nov 2007 (CET)[rispondi]

Il vero grande problema della Filosofia greca e presocratica in particolare, rappresentata soprattutto da Parnmenide, è quello di capire chi siamo noi e come ci relazioniamo con il mondo che ci circonda.

È quello di compiere un viaggio ideale guidati dalle figlie della luce (Heliades) verso la Dea che tutto conosce: sia la verità ben rotonda che le opinionini dei mortali in cui non vi è verace certezza". Per entrare al cospetto della Dea bisogna però arrivare alla sua porta custodita da Dike e da Ananke.

Contrariamente a quanto affermato da molti commentatori occidentali, la filosofia greca delle origini non è dominata dalla razionalità ma, al contrario, dal desiderio di conoscere (Thumòs), dalla fede, dalla scienza, dalla tecnica e dalla politica, il tutto con una forte connotazionale logica.

È importante non dimenticare che nel VI Secolo A.C. esiteva una comune matrice culturale indo-europea che univa idealmente i Veda-Upanishad indiani, i Profeti in Israele e Parmenide nella Magna Grecia. In questa comune matrice, vedere e conoscere sono i pilastri portanti del Sapere non solo filosofico ma anche religioso e umano nella sua totalità. Basti pensare alla radice eid-id-oid (vedere-conoscere) della lingua greca e alla stretta connessione tra Episteme, Pistis e Tekne.

Elea è la città del sole-verità; è il luogo dove i suoi abitanti conducono un viaggio ideale per la ricerca di se stessi (il GNOTI SEAUTÔN scritto sul tempio)e del fondamento della realtà che ci circonda. Ma i suoi abitanti non si limitano a pensare; conducono una vita concreta e completa in tutti i suoi aspetti. La verità vive nella fede, nella esperienza di ogni giorno e addirittura nelle opinioni dei "mortali". Affermare che Parmenide pone a fondamento del suo pensiero il tema ontologico significa trasformare una persona umanamente equilibrata e completa.leader indiscusso del suo popolo, in una specie di mostro incomprensibile ai nostri studenti che, grazie a questi paroloni, imparano a odiare la filosofia.

In concreto la cosiddetta "ontologia" esprime semplicemnete la convinzione secondo cui colui che ha visto la luce "l'EIDÒS FOS" si rende conto, dopo aver compiuto il suo viaggio che lo ha condotto alla Dea che tutto governa, che dal nulla non può nascere nulla e che pertanto esiste una dimensione originaria totalizzante e globalizzante.

Non dimentichiamo che anche "IAWÈ" oppure "IEOWA" dell'ebraismo -a secondo della vocalizzazione - non è il nome di Dio ma il participio presente del verbo essere. Esso esprime, come in Parmenide la dimensione originaria da cui tutto deriva. Tutto ciò che è, è iscritto nella dimensione dell'essere come principio e come fine secondo il concetto che la verità è ben rotonda e che non c'è un principio o una fine ma un tutto che come in un cerchio ben rotondo, non ha in un certo senso Corsivonè principio nè fine.

Il problema vero è il seguente: Capire come l'Essere si articoli negli enti sui quali non vi è verace certezza ma soltanto delle opinioni dei mortali (cioè di noi uomini). Queste opinioni non sono però da disprezzare; al contrario: la Dea parmenidea chiede espressamente a Parmenide che egli tutto indaghi: sia la verità ben rotonda che le opinioni dei mortali su cui non vi è verace certezza.Una cosa è la verità e altra cosa è la certezza delle opinioni espresse sulla verità.

In questo modo il filosofo alla Parmenide è molto simile al Saggio orientale che medita, che ricerca la illuminazione, andando là dove lo sospinge il suo cuore-desiderio (thumòs) non la sua "razionalità" nel senso occidentale moderno.

La tragica realtà è che noi abbiamo perso il senso della originaria matrice indo-medioorientale della nostra cultura greco-mediterranea ed è per questo che diamo un significato diverso sia al concetto di ontologia che a quello di "GNOSEOLOGIA" che non è solo un metodo razionale ma una sofferta e continua esperienza di vita vissuta in tutti i vari aspetti : religiosi, filosofici, etici,politici e perchè no, anche fisici e tecnici. Il metro della gnoseologia è la propria vita nella sua interezza. Ed è proprio per questo che il filosofo Parmenide, guida spiritale della sua città, ne scrive anche le leggi e così facendo detta le "regole della polis" cioè la sua politica.

In questa ottica appare evidente che l'etica, cioè il comportamento degli individui e dei cittadini associati trova il suo fondamento nel risultato dialettico del viaggio in cui verace certezza ed opinioni - DOXA e ALETHEIA - si ntrecciano e si integrano a vicenda.

In Conclusione, la filosofia greca delle sue origini è una testimonianza profonda del viaggio ideale che i nostri Padri hanno compiuto per meglio conoscere se stessi e la realtà che li circondava facendo tesoro delle espeienze dei nostri vicini asiatici e medio orientali, sempre con molta umiltà, chiarezza di idee e comportamento ineccepibile.

E su questa riflessione poggia la efficace affermazione di San Agostino: "Noi siamo dei nani sulle spalle di giganti".

Enzo Coniglio

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