Discussione:Dialetto triestino

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Linguistica
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Note: a
Monitoraggio effettuato nel febbraio 2012

Influenza del triestino nelle parlate oltre confine[modifica wikitesto]

Propongo una discussione. Secondo voi sarebbe utile inserire anche un capitolo dove si spiega che il triestino non è solamente parlato nella città di trieste ma che è usato per le comunicazioni con persone oltre confine? a Sesana, Kosina è più facile sentire gli sloveni rispondere in triestino piuttosto che in italiano quando si fa loro una domanda. Nella costa istriana, fermo restando il dialetto istriano, normalmente è usato il veneto o triestino per comunicare con connazionali.


Nella parte di vocabolario, si cita "cocal" (gabbiano) dicendo che ha un'etimologia greca (KAUKALIAS). Ho fatto qualche breve indagine. In greco moderna la parola corrente e' GLAROS (perdonate la traslitterazione), e non ho trovato parole vicine a quella citata. Similmente, in greco antico non ho trovato parole vicine a quella citata. Chi puo' commentare?

Cito dal n° 79 della rubrica "Si dice (a Trieste)" di Lino Carpinteri, sul Piccolo del 21 maggio 2005: "Troppo sbrigativamente qualcuno considera onomatopeica, ossia suggerita dal grido del gabbiano, la voce «cocal», mentre altri tengono conto sia delle parole greche «kaukalìas», uccello non identificato e «kokalòs», gallo, sia della voce provenzale «caucala», cornacchia." Radagast1975 04:02, 12 dic 2006 (CET)[rispondi]

Aggiungerei che il dialetto triestino sloveno usa kavka (leggi càuca) per la cornacchia e per una persona bisbettica, in quanto nome sloveno del Pyrrhocorax graculus. --IvaTrieste 10:23, 12 dic 2006 (CET)[rispondi]

Non ho mai sentito che il "furlan" daùr sia usato a Trieste. Piuttosoto si usa indrìo o drio. Forse sei giovane o non hai sentito parlare i vecchi in dialetto scherzoso quando dicevano daùr. L'unico vero errore è nella parola cheba ovvero nella sua derivazione da kibl che trova nel triestino chibla a sua volta dallo sloveno Kibla prestato dal Tedesco Kubel meglio dall' Austriaco-Carinziano-Stiriano Kibl. Cheba deriva dal Tergestino Cheiba che a sua volta deriva dai vari diletti istro-veneti nelle forme di: Gheba, Ghebia, Ghieba, Gaiba, Cabia, Gabia, Capia. Tutti riflessi dal latino Cavea (passato a Cavia e poi Gaiba).

Padre nostro[modifica wikitesto]

Mi sono permesso di operare alcune rettifiche alle recenti modifiche apportate alla sezione dedicata al Padre Nostro.
1) La scelta di usare una grafia di tipo slavizzante per il triestino è indubbiamente interessante, ma contraria alla tradizione. Non mi sembra il caso di innovare in questo senso, pertanto ho adattato la grafia a quella comunemente usata.
2) È consigliabile (anche se non indispensabile) mantenere la froma CANONICA italiana del Padre Nostro, altrimenti non si apprezzano facilmente le differenze con quella triestina annotata durante la Seconda Guerra Mondiale.
3) La frase "e kome noi se rimetemo i nostri debitori" non è una traduzione della corrispondente frase del Padre Nostro italiano. Ritradotta in italiano, infatti, suonerebbe "e come noi ci rimettiamo ai nostri debitori".
4) Si noti che in triestino non esistono le consonanti "doppie", per cui la forma "rimettine"`era errata.
5) In generale, è bene usare gli accenti sulle vocali, e non sostituirli con un apostrofo.
Cordialità, Mj6s 20:25, 11 set 2007 (CEST)[rispondi]


Io credo che mettere il Padre Nostro come prima cosa non abbia molto senso, può essere una cosa simpatica da proporre ma metterla addirittura per prima, non vi sembra? --151.65.10.104 22:44, 29 nov 2007 (CET)[rispondi]



Il problema è un altro[modifica wikitesto]

Direi che c'è un problema a monte di questa discussione. Il dialetto che oggi si parla a Trieste non è più il dialetto triestino, ma una "semplificazione" della lingua italiana, in quanto nessuno ha più insegnato il dialetto ai bambini nati dopo gli anni '50. Quel poco che rimane di dialettale è il lascito di alcuni genitori non abbastanza ligi alla volontà di parlare "in lingua" - o non abbastanza capaci di farlo correttamente. Più che certamente nessuno ha mai pregato in dialetto, non nell'ultimo secolo almeno, dato che si è passati dal latino direttamente alla forma italiana. Se è interessante sapere come viene recitato il Padre nostro in una data lingua, non si può dire lo stesso di un dialetto, proprio perché è una forzatura in quanto assolutamente ipotetico. E se è mera ipotesi, tanto vale conservare (ma solo come curiosità) la versione antica, o neanche quella, tanto più che la versione recente è in pratica quella italiana. Nel dialetto triestino non esiste, ad esempio, il verbo rimettere con significato perdonare, sebbene esista remission per perdono. Come non esiste il verbo indurre o l'aggettivo quotidiano e neppure i cieli al plurale. Insomma, non basta togliere le vocali finali delle parole italiane per ottenere il dialetto triestino. Si ottiene ciò che oggi molti abitanti di Trieste parlano, ma non è dialetto, è lingua italiana bastardata. Ecco perché il triestino "non si è ridotto per diffusione" come riporta l'articolo. Si è infatti ridotto "per contenuto" e sta semplicemente sparendo. --IvaTrieste 11:43, 13 set 2007 (CEST)[rispondi]

Hai perfettamente ragione, purtroppo ho notato che in molte pagine di lingue e dialetti regionali viene riportato il padre nostro o la dichiarazione dei diritti umani (che quella ci può ancora stare). E in effetti non ha senso perchè illustra poco nulla della struttura di questi idiomi. Perciò mi chiedevo come possiamo propporre di sostituire padre nostro con dei testi che riportano le particolarità lessicali, e in più, delle tracce audio (a mio avviso migliori della prima alternativa)? --Marculì-pà-e-ì (msg) 17:07, 24 mag 2022 (CEST)[rispondi]

Vocabolario[modifica wikitesto]

Vorrei suggerire di togliere del tutto il paragrafo Vocabolario, diventato una specie di ricettacolo di parole più o meno triestine che qualcuno (spesso anonimo) presume derivanti da qualche lingua da lui conosciuta. Finchè non si aggiungono fonti credibili, queste presunzioni di origine sono nocive, rimangono solo illazioni e puro NNPOV. Tanto più che moltissime parole veramente triestine non compaiono in questo elenco, forse proprio perché non è facile determinarne l'origine. Citerei per esempio grìzoli (solletico), combinè (sottoveste), iuza (donna del contado), carèga (sedia) e caregòn (seggiolone per bambini), pèrsigo (pesca) e ermelìn (albicocca), ma anche espressioni come mato e mulo che non credo derivino dal vocabolo italiano più simile, cioè matto come scemo e mulo come il quadrupede. Ma io non sono un linguista e non voglio certo compettere con gli studiosi, sono solo un quasi settantenne sempre vissuto a Trieste che ha parlato questo dialetto per tutta la vita. Per cui, se uno sa quello che dice, ben venga, ma se uno suppone di sapere - scriva di altre cose. E, ripeto, eliminate il paragrafo che tanto alletta autoproclamati esperti. --IvaTrieste (msg) 15:32, 14 set 2009 (CEST)[rispondi]

Italiano e triestino nell'Impero Austro-Ungarico[modifica wikitesto]

Buon giorno. Ho aggiunto l'articolo sul triestino nella Wiki in lingua portoghese e vorrei dei chiarimenti su questa affermazione:

1) "In quel periodo Trieste era la principale città di lingua italiana dell'impero, ..."

D'accordo, cf. la citazione esistente di Italo Svevo, ecc., che conferma la diglossia italiano standard/triestino;

2) " ... di conseguenza il dialetto triestino sostituiva completamente la lingua italiana in tutta l'Austria-Ungheria ...";

Secondo me, qui si vuol dire che: " ... di conseguenza il dialetto triestino (parlato) era meglio conosciuto dell'italiano standard (parlato) in tutta l'Austria-Ungheria ...";

cioè dubito che molti magiari, cechi, polacchi, ecc. fossero in grado di scrivere in triestino, alla pari degli stessi triestini, che a scuola imparavano a scrivere in italiano standard, no?

E' interessante a questo proposito il capitolo "Scuole come trincee nazionali" nel libro di Claus Gatterer, "Italiani maledetti, maledetti austriaci", Praxis 3, Bozen/Bolzano, 1986;

3) "... e veniva utilizzato anche in comunicazioni ufficiali." Orali suppongo, o gli austriaci usavano davvero il triestino scritto?

E' noto che nella Marina imperiale K&K, la lingua parlata più diffusa doveva per forza di cose essere l'istro-veneto e/o il triestino puro, mentre mi risulta che dal 1850, a livello scritto e ufficiale, l'italiano (standard) è stato sostituito dal tedesco, con il trasferimento dell'Accademia navale da Venezia a Fiume e con il cambio del nome stesso della Marina da "Regia Veneta Marina" (mi sembra, non ancora "Regio-Imperial Marina da Guerra"), in quanto, con base a Venezia, non era altro che la continuazione della Marina di San Marco, in "K.u.k Kriegsmarine".

Analogamente, la marina mercantile con base a Trieste continuava a usare l'italiano standard a livello scritto, cf. Lloyd Austriaco (Austrian Lloyd) (1836) [1], Unione Austrica (Austro-American Line) (dopo Cosulich Line) (1903) [2], Navigazione Libera Triestina (1906) [3]. Questi sono i nomi registrati, senza una versione in tedesco.

Poi, se gli austriaci hanno usato davvero il triestino scritto, mi sembra un'iniziativa poitica "anti-italiano" (nel senso di un atto diretto contro le pretese irredentische del Regno d'Italia). La stessa cosa è avvenuto con i ladini, ad esempio il giornale "L'Amic di Ladins", i quali prima erano considerati alla stregua di tutti gli altri Welschen.

Qualcuno mi può dare delle risposte. Grazie.--LombardBeige (msg) 09:26, 25 mag 2010 (CEST)[rispondi]

La lingua parlata a Trieste durante l'impero Asburgico era il triestino e NON l'italiano, tanto che era parlato nelle istituzioni al pari del tedesco, parlato dalla nobiltà e dagli artisti, pur stranieri ( J.Joyce, Goethe ecc ). La Lingua italiana era usata solo per le affisioni di Legge, vista l'affluenza in città di marinai italiani, di contadini dal friuli. Red Dragon TS (msg) 15:43, 01 set 2011 (CEST)[rispondi]

Grammatica e Vocabolario[modifica wikitesto]

in triestino XE si scrive XE' ( xè ) con l'accento sulla è

Vocabolario : COCAL : non è di origine friulana, ma neanche veneta come dicono qua : Magoga: gabbiano vecchio normalmente grigio (www.venessia.com/terminicomuni.htm) è termine autoctono, preso in uso in friuli e NON dal friuli. Si ricorda che la bassa friulana, unica area del friuli a contatto col mare, una volta NON era friuli, ma territorio di Trieste e/o Gorizia e comunque Impero Asburgico, popolazioni che tutt'ora parlano un dialetto a metà tra il triestino e il bisiaco. DAUR dal friulano daûr, dietro; meno usato di indrìo o dedrìo.. pertnato NON E' usato, non risulta essere triestino, e quando a TRieste si usa questa parola è per sfottò verso i friulani. WITZ ( scherzo, battuta ) si scrive proprio come in tedesco e non con la V al posto della W utente : Red Dragon TS 01 set 2011 15:57

Riguardo al vocabolario: viene riportata una etimologia che sarà di certo ragionata, e non sono in grado di confutarla o confermarla, ma trovo interessante che alcune parole siano essenzialmente identiche nella lingua greca. Non sono affatto un linguista, ma indovinerei che le parole siano finite nel triestino o nel veneto per quella via, con i viaggi via mare. Per esempio:

  • papuza: in greco "papuzi" significa scarpa
  • carega: in greco "karekla" è la sedia
  • luganiga: in greco "lukaniko" è la salsiccia
  • piron: in greco "piruni" è la forchetta

Forse questa nota sarà di interesse per qualcuno.

2A07:7E81:3BC:0:2175:F59F:D578:D708 (msg) 01:35, 30 mag 2023 (CEST)[rispondi]

ein bisschen[modifica wikitesto]

Avevo corretto la parola ein bisschen nella parte Vocabolario, correzione che però è stata annullata. La grafia ein bißchen non è conforme all'ortografia tedesca attuale (cioè a quella dopo l'ultima riforma ortografica) che prevede la geminazione dopo vocale breve, cf. la voce relativa nel Duden. --Galtzaile (msg) 10:50, 21 gen 2014 (CET)[rispondi]