Discussione:Dialetto reggino

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La d col puntino sotto ḍḌ credo sia in realtà la pronunzia di nuddu, per patri e nostru credo si utilizzino una specie di t e r allungate con una coda.--Zoologo (msg) 00:23, 6 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Nei dialetti meridionali estremi vi è un suono particolare corrispondente al fonema tr in italiano. Es. : nostru, vostru, patri, matri. Ora questi vocaboli vanno scritti con tr semplice, non shtr o sthr, sistemi di scrittura adatti alla lingua inglese, ma assolutamente alieni al nostro dialetto. Quindi non è corretto scrivere noshtru o voshtru oppure nosthru o vosthru ma si deve scrivere nostru e vostru. Villese92, 10:50, 5 lug 2007.

se tolto, andrebbe specificato, bisogna comunque far capire che non diciamo "tr" ma qualcosa di differente, c'è un modo per scriverlo? magari utilizzando l'alfabeto fonetico internazionale (che io non so usare)? =) --ΣΑΛΛΙSalli · ΣΑΛΛΕΙΩΝ 15:26, 5 lug 2007 (CEST)[rispondi]

Mi pare che si debba scrivere con due puntini sotto, o qualcosa del genere. Così ho visto in un dizionario di dialetto reggino pubblicato recentemente. Villese92, 22:21, 5 lug 2007.

dunque ragionando un po' sulla pronuncia il fonema dovrebbe essere - facendo un esempio molto grossolano - una via di mezzo tra "nostru" e "nosciu", dunque leggendo un po' sulla voce Consonante fricativa ho trovato qualche indizio e ho pensato che tale fonema potrebbe essere classificato tra queste, ma al momento non sono riuscito a trovarlo...
stessa storia credo valga per "jèu" che dovrebbe essere - ma non ne sono sicuro essendo poco ferrato in materia - una Consonante approssimante, qualcosa del tipo /'jɛu/ ...
ad ogni modo penso che dovremmo discutere di questo argomento insieme a chi si occupa di lingua siciliana, perchè - se non vado errato - sono fonemi che abbiamo in comune, vista la stretta parentela linguistica =)
qualcuno può illuminarmi/ci? --ΣΑΛΛΙSalli · ΣΑΛΛΕΙΩΝ 23:18, 5 lug 2007 (CEST)[rispondi]
ho postato un avviso su Discussione:Lingua siciliana, Discussioni progetto:Dialetti d'Italia e Discussioni_progetto:Linguistica, vediamo se qualcuno ci può aiutare ;-) --ΣΑΛΛΙSalli · ΣΑΛΛΕΙΩΝ 09:31, 6 lug 2007 (CEST)[rispondi]

Bravissimo Salli, anche in Sicilia c'è questo fonema, esattamente come lo pronunciamo noi. Il problema è che forse esiste solo da noi !!! Vi potrebbero essere altre lingue che hanno questo suono ??? Comunque anche secondo me si tratta di una consonante fricativa. Villese92, 12:29, 6 lug 2007

Ciao ragazzi ho appena visto l'avviso di questa discussione sul bar del Progetto Linguistica. Io non sono siciliana, ma penso di aver capito a quali fonemi vi riferite: si tratta di consonanti retroflesse; nell'IPA, esistono simboli corrispondenti che in pratica aggiungono una specie di coda ai relativi simboli delle consonanti alveolari: t diventa ʈ. Non è quindi un diverso modo di articolazione, ma un diverso luogo, nel senso che il modo in cui è pronunciata la consonante non cambia (con un'occlusione, una frizione, una vibrazione ecc.), cambia il modo in cui la lingua è disposta nella bocca (invece di toccare le gengive, è leggermente piegata all'indietro). Era questo che cercavate? Ciao --Gwenaeth 14:48, 7 lug 2007 (CEST)[rispondi]
c'è anche una Fricativa postalveolare sorda in questione, o no?--Wentosecco 15:52, 7 lug 2007 (CEST)[rispondi]
Dopo attenta analisi ( provando le varie pronuncie come uno scemo =D ), ho concluso che il suggerimento di Gwen è corretto, ma manca qualcosa... secondo me ciò che cerchiamo è una via di mezzo tra la Occlusiva retroflessa sorda e la Occlusiva retroflessa sonora o meglio:
  • la Occlusiva retroflessa sorda va bene per esempio la parola "treno" può essere pronunciata ['ʈɽeno]
  • la Occlusiva retroflessa sonora mi lascia perplesso, perchè l'esempio calzerebbe perfettamente se venisse utilizzata la lingua con i termini come effettivamente sono, non con delle "italianizzazioni":
    • le parole "padre" e "madre" pronunciate nell'esempio ['paɖɽe] e ['maɖɽe], in realtà sarebbero "patri" e "matri", dunque come andrebbero scritte le pronuncie? io azzardo ['paʈɽi] e ['maʈɽi]. pensate sia giusto?
    • o ancora l'altro esempio della parola "nulla", pronunciata ['nuɖɖa], calzerebbe meglio con "nudda", pronunciato appunto ['nuɖɖa] (almeno credo)
storia differente secondo me sono parole tipo "nostru" e "vostru", che come ho già spiegato se pur con un grossolano esempio, si avvicinano vagamente a "nosciu" e "vosciu"; sembrano essere giuste scritte ['nosʈɽu] e ['nosʈɽu], dunque con una "s" prima del fonema indicato, un po' sibilanti, ma non ne sono ancora del tutto sicuro. che ne pensate?
grazie a tutti, ciao ;-) --ΣΑΛΛΙSalli · ΣΑΛΛΕΙΩΝ 12:36, 9 lug 2007 (CEST)[rispondi]
Le trascrizioni non sono ottimali: sembra più Hindi che reggino! :D Credo che la trascrizione migliore sia ad esempio [ˈpaʈ͡ʂɻi] o [ˈpaʂɻi] a seconda del grado di affricazione (anche se credo che il secondo sia più vicino a ciò che si sente nel corrispondente reggino dell'italiano "pesca", se non sbaglio parola). --SynConlanger (msg) 19:28, 2 nov 2012 (CET)[rispondi]

Cari amici vi invito a effettuare una modifica...e cioe voglio comunicarvi ke il reggino o cmq come la kiamo io la lingua dello stretto nn è parlato a bagnara ke ha un dialetto e un accento tipicamente calabbbresi...il reggino comincia ad essere parlato da scilla ke anzi ha cadenze molto piu siciliane rispetto al resto della costa reggina dello stretto. includere bagnara è un errore. saluti miki

il dialetto e la sintassi è una cosa, la cadenza o l'accento è ben altro, ciao ;-) --ΣΑΛΛΙSalli · ΣΑΛΛΕΙΩΝ 12:22, 5 nov 2007 (CET)[rispondi]

appunto anke xqsto includere bagnara è un errore...oltre la cadenza e l accento anke la sintassi cambia...dovresti informarti meglio...io studio qsto anke xqsto v l ho segnalato...scusa l insistenza...ciao da miki

bene: aspettiamo che ci illustri le differenze ;-) ciao =D --ΣΑΛΛΙSalli · ΣΑΛΛΕΙΩΝ 17:21, 15 nov 2007 (CET)[rispondi]
A me non pare proprio che a Bagnara si parli un dialetto molto diverso di quello di Reggio, Villa e Scilla. Mia madre ha insegnato molti anni a Solano, a Pellegrina, a Porelli ed a Bagnara stessa, e mi diceva che la lingua parlata (perchè lì il dialetto è per tutti lingua quotidiana) non era molto diversa dalla nostra, specialmente a Bagnara centro, sulla marina. Cambia sicuramente la cadenza e la pronuncia, ma penso proprio che la grammatica e la caratterizzazione siano le stesse. La grammatica è molto simile pure spingendosi verso Palmi e Seminara, perciò... . Certo, se poi il nostro Miki ci vorrà ben illustrare queste differenze così profonde, ogni contributo è prezioso e ben accetto. Villese92 12:45. , 17 nov 2007.

Bene...contribiro cn piacere...comincio col segnlarvi che nelle pagina publcata scrivete "tra bagnara e bova dove presenta un assenza delle consonanti dure tipike della 'cadenza' del resto della calabria" e poi qui nella discussione salli dice "la 'cadenza' e l'accento è ben altro" e villese92 dice "Cambia sicuramente la 'cadenza' e la pronuncia...". Qndi nella pagina publcata dite ke la 'cadenza' è uguale e poi qui dite ke cambia?! Decidetevi...cmq se puo esservi d aiuto la cadenza e l accento cambiano totalmente...(Miki)

Accento e cadenza cambiano, è vero, ma la grammatica non cambia. Per fare un esempio: esistono molte pronunce della lingua tedesca in Germania, in Baviera, in Austria, in Svizzera, nell'Alto Adige. Ma finchè la grammatica è uguale, o con minime differenze, è sempre lingua tedesca. Se verrà dimostrato che la grammatica e la sintassi del dialetto di Bagnara sono diverse da quelle del dialetto reggino, si assicurerà che a Bagnara non si parla il dialetto reggino. Villese92 18:00, 17 nov 2007  ::P. S. : Miki ma tu sei di Bagnara ?
ciao mi è capitato di vedere questa discussione,sono cabo e non so miki ma io ho origini "bagnarote" mia madre e di bagnara e mio padre di reggio e per quello che mi riguarda ha ragione miki,ora io non studio niente che riguarda le lingue o i dialetti ma vi porto degli esempi:Reggio:iddu-Bagnara:iu (lui),Reggio:dda-Bagnara:ia (li-là),Reggio:pirchì-Bagnara:pecchì (Perchè),Reggio:chiddu-Bagnara:chiu (Quello),Reggio:veni ccà-Bagnara:vene pè ccà (Vieni qua),Reggio:barca-Bagnara:varca (Barca),Reggio:ceddu-Bagnara:ceu (Uccello),Reggio:cresia-Bagnara:chiesa (Chiesa),Reggio:chjazza-Bagnara:piazza (piazza),Reggio:beddu o pulitu-Bagnara:bellu o sapuritu (Bello o Carino)...c ne sarebbero degli altri di esempi ma per ora mi fermo qui,e per quanto riguarda la cadenza e l'accento vi dico che sono totalmente diversi perciò credo che dovreste correggere quanto scritto nella pagina pubblicata. cabo 17:00, 19 nov 2007
Bene, facciamo il punto della questione:
Dagli esempi riportati (ma anche dalla lingua parlata che ascoltiamo quotidianamente), è chiaro che si tratta di cadenze, o accenti, o chiamateli come volete, che riguardano esclusivamente delle "contrazioni", non vi è alcuna variazione linguistica. Da ciò risulta chiaro che tale dialetto è uno ed uno solo; il vostro dubbio nasce dal fatto che, come in ogni idioma, vi sono delle varianti al variare dei luoghi, e ciò è infatti espresso proprio nell'incipit della voce. Vi è infatti la cosiddetta variante più pura, parlata grossomodo tra Scilla e Bova, e vi sono delle diversificazioni che si fanno sentire maggiormente allontanandosi da Reggio, questo è ovvio ma non consente di affermare che dovremmo "correggere quanto scritto nella pagina pubblicata". Le diversificazioni, come è naturale che sia, avvengono sia che si vada in direzione tirrenica che jonica.
Differente è il caso delle isole linguistiche, come ad esempio avviene per il Greco di Calabria, ma nel caso di Bagnara non credo proprio vi sia nulla di particolare da dover differenziare.
Potrei però essere d'accordo nel curare meglio gli esempi linguistici, mettendo ad esempio tra parentesi alcune varianti... ;-)
Ciao =D --ΣΑΛΛΙSalli · ΣΑΛΛΕΙΩΝ 18:14, 19 nov 2007 (CET)[rispondi]

D'accoro con Salli. In caso specifichiamo queste piccole differenze (perchè sono solo piccole differenze) accanto alle forme del reggino proprio. Si potrebbe affermare che in tutta la provincia di Reggio (eccezion fatta per i paesi intorno Stilo e Bivongi, con dialetto più catanzarese) si parla il dialetto reggino, ma certo è che la sua forma più pura si trova fra Scilla e Bova (o meglio Melito). Il dialetto di Bagnara è lo stesso dialetto, che presenta qualche differenza fonetica:

  • Contrazione o vocalizzazione della dd in i o j in posizione iniziale (iu per iddu, chiu per chiddu, per 'ddà, ceu per ceddu, e ancora mi diceva mia madre cujura per cuddura).
  • Qualche e che rimane tale e non si tramuta in i (vene in luogo di veni, pecchì invece di picchì, ma non è detto che sia sempre così).
  • Semplici modi di dire (vene pè ccà invece di veni ccà, ma anche nei paesi prossimi a Reggio si dice veni pi ccà, la differenza può essere addirittura nel modo personale di parlare).
  • B che si tramutano in v (barca diventa varca, ma è così anche nel siciliano più puro, dove si ha vasata per baciata).
  • Forme più simili all'italiano (piazza per chjazza, bellu per beddu, chiesa per cresia, ma spesso anche molti parlanti reggini dicono così, dopo molti anni di completa italianizzazione).
  • Differenze varie di lessico ecc.. .

E' vero che Bagnara ha forme più dolci in luogo delle consonanti forti (i per dd), ma è anche vero che ha una pronuncia molto più marcatamente calabrese già rispetto a Scilla. Ma queste sono caratteristiche anche di tutta la Piana di Gioia Tauro. Ripeto l'esempio della lingua tedesca: differenze di pronuncia, accento, lessico o piccolezze fonetiche non fano un'altra lingua o, come in questo caso, un altro dialetto. Spero che la questione sia chiara: il dialetto reggino è parlato in tutta la provincia di Reggio, e la sua variante più pura si trova fra Scilla e Melito. Va bene per tutti ? Villese92 20:55, 19 nov 2007

tra Scilla e Bova Marina ;-) --ΣΑΛΛΙSalli · ΣΑΛΛΕΙΩΝ 09:20, 20 nov 2007 (CET)[rispondi]

é qsto ke cercavo di dirvi...solo ke la variante piu pura nn è parlata tra bagnara e bova ma tra scilla e bova...pienamente daccordo...ciao da miki

l'importante è che alla fine ci siamo capiti ;-) --ΣΑΛΛΙSalli · ΣΑΛΛΕΙΩΝ 13:11, 20 nov 2007 (CET)[rispondi]

Perché nel template il nome del dialetto in lingua siciliana è introdotto dall'articolo? Mi sembra che il nome attualmente presente sia la traduzione de Il reggino e non di Reggino. --Crisarco 20:52, 31 dic 2007 (CET)[rispondi]

hai ragione, ho provveduto io, anzi u 'rriggitanu suona più come l'abitante di Reggio! --Vito Buon 2008!! 20:55, 31 dic 2007 (CET)[rispondi]

La d col puntino sotto ḍḌ credo sia in realtà la pronunzia di nuddu, per patri e nostru credo si utilizzino una specie di t e r allungate con una coda.

si credo tu abbia ragione, bisognerebbe sostituire tutte le "ddh" con "ḍḍ", facendo un confronto con la voce sul dialetto messinese che, foneticamente, è identico al reggino. appena posso me ne occupo.
sostituito ddh con ḍḍ
adesso rimane solo da trovare la pronuncia di trhi, quattrhu, nostrhu, vosthru... qualcuno sa come si scrive?

La fonetica del reggino è per molti versi identica a quella del dialetto messinese, con cui condivide molte caratteristiche, e dal cui articolo su WP la sezione è stata copiata con copia e incolla. Perciò, l'affermazione "unica" mi sembrava fuorviante. Paryeshakaya (msg) 21:33, 5 lug 2009 (CEST)[rispondi]

Ancora su tr e simili[modifica wikitesto]

Ho letto che tr sarebbe un fonema, mentre a mio avviso è più conveniente considerare questi foni realizzazioni peculiari di /#r, tr, dr, str/; trascrizioni abbastanza precise possono essere rispettivamente [ɼ], [t͡ɼ̊], [d͡ɼ] e [st͡ɼ̊], quest'ultimo con la variante [ʃˠ]; in ogni caso non si tratta di foni retroflessi come [ɖ]. Da notare che il simbolo IPA [ɼ] che si trova in poche lingue tra cui ceco e siciliano (compreso calebrese centromeridionale e salentino) è stato ufficialmente abolito e dovrebbe essere trascritto, più scomodamente, con [r̝] e [r̝̊] per la variante non-sonora.--Carnby (msg) 15:02, 26 nov 2009 (CET)[rispondi]

Tavuto/Tabuto correggere prego.[modifica wikitesto]

Tavuto/Tavut/Tabuto etc viene dal greco tapto seppellire ..basta cercare un qualsiasi sito di traduzione italiano greco antico...o fare una breve ricerca su internet per rendersi conto che il termine era già presente prima dell arrivo degli arabi Il termine e diffuso in tutto il sud italia e ho forti dubbi che l intero sud italia sia stato cosi fortemente influenzato dall arabo,giacche tale termine compare in pugliese, campano, lucano,calabrese,siciliano....Tabuto (siciliano) è l unico termine che deriva "parzialmente " dall arabo Tabut..la parola originaria in siciliano era Tavuto come nel resto del sud italia con l arrivo degli arabi la parola Tavuto (che è praticamente identica alla parola araba Tabut) si è trasformata in Tabuto..ritengo quindi che la citazione sia perlomeno molto "dubbia". ricerca all interno del documento la parola tavutu! [1] --87.19.115.36 (msg) 10:32, 2 dic 2009 (CET)[rispondi]

mi dispiace ma tambutu non è arabo ma greco,gli arabi neanche sapevano che era un tabbutu.la tradizione araba non prevede l uso di bare ma di avvolgere il corpo in stoffe,mentre i greci si.

Documentazione


http://www.old.consiglio.basilicata.it/pubblicazioni/rossi/Rossi.pdf Etimologia Greco-Latina di Vocaboli Dialettali

http://www.arabismo.it/?area=costume&menu=religione&pag=ritofunebreislamico

La sepoltura araba , islamica è definitiva, non prevede cioè riesumazioni, e ove possibile non prevede l’uso di una bara; deve tassativamente avvenire in piena terra, in una fossa in cui il defunto possa essere coricato su un fianco, di nuovo con la testa in direzione della Mecca

http://www.onoranzafunebre.com/rito-funebre-islamico.html

La tradizione islamica richiede funerali semplici, umili, molto rispettosi, è rifiutata l’ostentazione, generalmente non si usano lapidi né mausolei, non si usa mettere la foto del defunto o fiori vicino al corpo. Generalmente non sono consentite le bare, se la legge locale lo permette, a meno che non ci siano motivi di danneggiamento del corpo o di malattie infettive del defunto.

http://www.oltremagazine.com/index.html?id_articolo=1364

È utile ricordare che la tradizione islamica,araba tende a seppellire i morti senza bara, avvolgendoli con un pezzo di stoffa; il corpo viene posato sul fondo, non direttamente a contatto con la terra ma su un letto di foglie, e poi viene coperto con lastre di pietra grezza per non fare giungere direttamente la terra sul corpo.

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