Discussione:Dialetto pavese

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Secondo me bisognerebbe fare una distinzione tra oltrepò e resto della provincia. Se è lampante che nell'oltrepò si parli un dialetto emiliano molto simile al piacentino, a Vigevano il dialetto è al 100% lombardo.

Sono d'accordo sulla necessità di distinguere fra dialetto pavese e lomellino (ovvero la parte della provincia di Pavia al di sopra del Po) ed i dialetti oltrepadani. Mentre i secondi possono essere inquadrati in dialetti di tipo misto, dove la base lombarda riceve un'influenza importante del piacentino (ma anche dal piemontese a ovest e dal ligure nelle ultime propaggini a sud), i dialetti della parte nord della provincia sono decisamente lombardi. Esiste difatti un continuum che va dal Canton Ticino fino a Pavia, in cui i vari dialetti sono altamente intelleggibili fra di loro. Lo stacco con il piacentino, anche se già di per sè un dialetto emiliano molto influenzato dal lombardo, è deciso. Le somiglianze del pavese con il milanese non si limitano ad essere superficiali. Non solo il lessico del pavese è praticamente uguale a quello milanese, ma anche strati più "profondi" della lingua come la morfologia e la grammatica sono molto simili, facendone una variante della stessa lingua. Rispetto alla fonetica, sebbene è vero che il pavese manchi del suono "sc" come in milanese, o dica "al" invece di "el" (anche se poi non è proprio un "al", ma un suono intermedio fra la "a" e la "e"), per il resto le assonanze con il milanese sono molto grandi, e la cadenza è decisamente lombarda. Anche ammettendo che il pavese fosse un dialetto intermedio fra il milanese ed il piacentino durante il medioevo, è divenuto con il tempo un dialetto del tutto "satellite" del milanese, per ragioni storiche e di influenza economica, culturale, ecc. Mentre l'appartenenza del dialetto Vogherese e dei dialetti dell'Oltrepò Pavese ad un'area linguistica "puramente" lombarda sarebbe discutibile, annoverare il Pavese ed il Lomellino fra i dialetti emiliano-romagnoli mi sembra una forzatura enorme. A nessun pavese, fra l'altro, verrebbe mai in mente di parlare un dialetto emiliano. La parentela del pavese è molto più stretta con i dialetti di Lomellina, Basso Milanese, Lodigiano etc, che non con quello piacentino. Molto più logico e convincente sarebbe inserire il pavese nella famiglia dei dialetti "insubri" o lombardo-occidentali.

PACIFICO! Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Grifter72 (discussioni · contributi) 16:44, 2 lug 2008 (CEST).[rispondi]

emiliano o lombardo?[modifica wikitesto]

vandalizzazioni a parte, quella della classificazione sembra essere una questione alla quale non si riesce a venire a capo. qualcuno continua a sostenere che sia un dialetto lombardo, ma quali sono le fonti? siti web non specialistici che lo annoverano tra i dialetti lombardi? pubblicazioni della regione lombardia che trattano di dialetti lombardi in quanto non di tipo lombardo ma presenti nel territorio lombardo? relazioni di qualche linguista? la classificazione di biondelli mi sembra adeguata. da piacentino, il pavese mi sembra senza dubbio il dialetto più affine al mio, molto di più del parmigiano. che poi il pavese si stia milanesizzando sempre di più è un altro discorso... ma intanto la questione come si risolve? --Fil (msg) 12:32, 18 ott 2011 (CEST)[rispondi]

Buonasera,
Abito in Oltrepò esattamente a Casatisma dove la mia famiglia risiede da almeno tre generazioni, e ho avuto la fortuna di essere cresciuto con nonni da cui ho imparato a parlare la "lingua" tanto quanto l'italiano. Una forma parlata di tale lingua, che mantiene dei significanti ancora legati a caratteristiche formali meno "italianizzate" e riconducibili ad una forma parlata a parer mio metà del secolo scorso. Conscio che il valore del dialetto non possa essere la rigidità, ma la duttilità, valore proprio del linguaggio orale, credo che nella lettura degli aspetti strutturali della costruzione delle frasi ed espressivi nel ritmo e nella pronuncia si possano trovare le somiglianze o differenze tra un sistema linguistico e un altro. Vorrei inoltre segnalare che il contesto d'uso della lingua, o quello che può essere definito il suo campo semantico ovvero il sistema di significati e significanti di cui i mittenti e destinatari di un linguaggio utilizzano nella costruzione stessa di una forma comunicativa, debba essere preso in considerazione e studiato per definire l'appartenenza o meno a "testi" più grandi. Il saggio del Biondelli nato da un approccio di tipo qualitativo rimane il testo di riferimento nella definizione del dialetto Pavese e Vogherese: egli riconduce a quelli che sono gli aspetti meno lombardi e quindi aperti alle influenze piemontesi ed emiliane come fondanti della differenza rispetto alla lingua insubre. Ma a mio parere questa lettura non può essere accettata completamente:
esistono dei contenuti molari propri del vogherese che nel pavese non esistono, ma che tradotti possono essere riconducibili a forme di rappresentazione più simili nella lingua emiliana così come nella piemontese. Si deve perciò ricondurre quelli che sono non solo come già detto gli aspetti formali e strutturali, ma anche di campo dialogico : dall' esperienza dei fruitori, ai luoghi intesi come indici alle influenze culturali ( economia e cultura imposta). Esempio, in Oltrepò, le colline così come nel piacentino o nel tortonese sono un aspetto fondante dell' esperienza di vita degli abitanti e sono già un elemento di distinzione nella costruzione di frasi e di significati.
Bisognerebbe parlare a mio parere di reti e di scambi di comunicazione, Pavia rimane così come è ora una città satellite di Milano al di là del Po. Piacenza, Alessandria sono capoluoghi al di qua della barriera naturale e pertanto più capaci di rappresentare e essere presenti come continuità nella cultura di un territorio. Anche per questo motivo non si sono notate ad una lettura più ampia ( la grana di lettura) quelle caratteristiche proprie del Vogherese, ma intese come forme ibride. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Gian04 (discussioni · contributi) 23:00, 1 dic 2012 (CET).[rispondi]

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