Discussione:Dialetti italiani meridionali estremi

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Linguistica
Calabria
Puglia
Sicilia
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Espressioni trovate nella rete[modifica wikitesto]

Altri nomi del gruppo siciliano:[modifica wikitesto]

Altri nomi incompleti o incorretti del gruppo siciliano:[modifica wikitesto]

Perché nomi "incompleti" o "scorretti"? Campanilismo?

Chiamarlo gruppo siciliano è incompleto, perché sembra una cosa solo siciliana, e ciò non è vero. Tutti sanno che è parlato in ben 3 regioni (Calabria, Puglia, Sicilia). Con "siciliano" si dovrebbero indicare solo le varietà siciliane di questo gruppo di dialetti. Con un nome generale e (neutro) si dovrebbero indicare invece sia i dialetti siciliani che Calabresi e salentini appartenenti a questa lingua. Il nome Italiano meridionale estremo è tecnicamente perfetto, riferito alla locazione geografica dell'area linguistica (le estremità meridionali della penisola e la Sicilia). Talenome è stato dato da studiosi che la sapevano lunga. Dire che il siciliano (calabrese centro meridionale, o il salentino) fanno parte della lingua centro meridionale è giusto. Dire che questi fanno parte del siciliano è campanilistico a mio parere modesto. Dire che il siciliano appartiene al siciliano, che senso ha? Mastru Cicciu 21:33, 15 dic 2007 (CET)

Per me è completamente indifferente. I nomi sono convenzioni, non rappresentano la realtà delle cose, a meno che non vogliamo essere platonici, ma in questa sede sarebbe improprio. Cambia pure, imho, in dialetti meridionali estremi, no? --Wentofreddo 11:07, 8 mar 2009 (CET)[rispondi]

Titolo della voce[modifica wikitesto]

Ancora non sono riuscito a trovare uno straccio di fonte (autorevole) che attesti la denominazione di "gruppo siciliano" per quelli che il Pellegrini classificò come "dialetti meridionali estremi": non vi sembra il caso di spostare (cioè cambiare) il titolo della pagina? --Μαρκος 18:43, 31 mag 2013 (CEST)[rispondi]

Argomento di linguistica o di amministrazione del territorio?[modifica wikitesto]

La ripartizione geografica non rischia di creare confusione nel lettore dell’articolo? Già il fatto che storicamente si sia più o meno sempre parlato di “dialetti ITALIANI meridionali estremi” ha portato la gente a interpretare questa definizione in maniera enormemente sbagliata. Ovvero la gente ha sempre pensato che “dialetti ITALIANI meridionali estremi” fosse da intendere come “dialetti dell’italiano” e non come “dialetti vari di un gruppo univoco, parlati nello stato italiano, ma che sono qualcosa di diverso dalla lingua italiana”. Bisogna specificare che “dialetti italiani” deve essere letto come “dialetti dello stato Italia”. Non è sbagliato dire “dialetti meridionali estremi” ma non bisogna scordare che significa “dialetti della lingua siciliana”. Uso il termine lingua siciliana per convenzione, ma visto che l’area che copre, va fin’oltre l’isola, in realtà risulta improprio. Quest’articolo basato essenzialmente sulla ripartizione geografica, penso che possa dar luogo nuovamente a equivoci. Sembra che voglia dire “in Sicilia si parla un dialetto della lingua siciliana, nel Salento e in una parte della Calabria si parlano altri due dialetti”. In realtà già nell'isola stessa c’è un’enorme varietà di dialetti, che persino la cartina qui riportata non esemplifica in maniera soddisfacente. La questione è molto più complessa e articolata. Il messinese (tanto per dirne uno) sta alla lingua siciliana tanto quanto il salentino meridionale; il palermitano sta alla lingua siciliana come il messinese, il salentino meridionale, o il calabrese centrale stanno alla lingua siciliana. Cioè ogni singolo dialetto sta alla lingua siciliana allo stesso identico modo, indipendentemente dalle suddivisioni regionali, che sono legate solo a questioni amministrative e politiche. Quindi la suddivisione in questi tre gruppi la trovo inopportuna, perché se di suddivisione si deve parlare, va fatta su base linguistica e non territoriale. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 93.150.209.211 (discussioni · contributi) 20:46, 18 gen 2014 (CET).[rispondi]

Già sopra consigliavo il cambio dell'attuale titolo, peraltro inesistente nella letteratura scientifica. Non sono molto d'accordo sulla polemica intorno alla suddivisione dei tre gruppi, che - com'è noto - è stata effettuata dal Pellegrini nella sua Carta. Poi è anche vero che sui glottonimi possiamo discutere giorni e giorni senza mai pervenire a una conclusione univoca. --Μαρκος 18:42, 20 gen 2014 (CET)[rispondi]
Io mi ero interessato alla questione anni fa, ma poi mi sono arreso; vi lascio un breve riassunto. Visto che oggi tutti conosciamo l'inglese meglio dell'italiano metto la premessa (in corsivo): in italiano, nessuno dice dialetto "di" una lingua. Rimanendo alle parlate romanze, sappiamo tutti che non c'è stata una lingua italiana dalla quale si sono staccati i dialetti, ma che questi sono derivati parallelamente dal latino. Il fatto di dire "dialetto di una lingua" è un inglesismo: ormai l'inglesizzazione è a tali livelli che ci fa confondere il significato delle parole nostre (anche perché spesso per pigrizia si traducono gli articoli da en.wp). Infatti sappiamo che l'inglese, pur essendo scritto (quasi) allo stesso modo, viene pronunciato in modi diversi. Questa diversa pronuncia, per gli anglosassoni (ma non per noi!) è un dialetto. Detto questo, dire che il friulano, il salentino ed il fiorentino sono dialetti italiani, è una cosa chiarissima: nella penisola ed isole italiane, significa che stiamo parlando di evoluzioni moderne del latino in Italia,che è un'unica regione geografica. Ancora a testimonianza dell'uso geografico del termine, notare anche il termine "italici".
Ciò detto, (italiano) meridionale estremo è più che accettabile, chiaro e neutro. È vero che la Sicilia ha avuto un ruolo predominante nel Regno delle Due Sicilie, ma anche la Campania ha avuto un ruolo predominante nel Regno di Napoli. Eppure non mi risulta che i napoletani non accettino la dicitura "Italiano meridionale" e si ostinino a dire che a Bari si parli il napoletano. Per non nascondersi dietro ad un dito, la questione vera che è traspariva nelle citate vecchie discussioni un'altra: c'erano (pochi) utenti che volevano cancellare la parola Italia dalla Sicilia per motivi politici (secessionisti?), al costo di "colonizzare" Calabria e Salento. Cioè, per non dire italiano meridionale estremo, suddiviso tra le varianti calabrese, siciliano e salentino, si sono inventati siciliano (che indicherebbe sia il dialetto di Palermo che di Lecce e Cosenza) o, dopo varie discussioni "gruppo" meridionale estremo, che tra l'altro è solo un reindirizzamento a questa pagina, dove "gruppo" è usato per evitare di dire "italiano". Dall'impossibilità di far cambiare idea a pochi deriva l'attuale confusione sia negli articoli che "la guerra delle mappe" come, ad esempio vedesi qui.--Francescost (msg) 21:59, 23 gen 2014 (CET)[rispondi]

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Dialetti italiani meridionali estremi. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 03:48, 20 set 2017 (CEST)[rispondi]

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Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Dialetti italiani meridionali estremi. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

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Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 06:08, 28 ago 2018 (CEST)[rispondi]

Unire a lingua siciliana?[modifica wikitesto]

L'utente:IvanScrooge98 ha inserito il template {{Unire}} a lingua siciliana ma personalmente rimango molto perplesso su questa richiesta, non solo (o non tanto) perché creerebbe confusione (ad es. nel template:Dialetti d'Italia il siciliano figura come uno dei dialetti meridionali estremi), quanto piuttosto perché il siciliano di Sicilia vanta una tradizione letteraria medievale (l'Aulico siciliano) cui invece la Calabria e il Salento sono del tutto estranei (ecco perché si parla di lingua siciliana ma di dialetto calabrese o salentino). È vero che a Reggio Calabria si parla un dialetto pressoché identico al messinese (ma non al palermitano o al catanese), ma è anche vero che il cosentino con il siciliano non ha mai avuto nulla a che spartire--3knolls (msg) 11:52, 8 set 2018 (CEST)[rispondi]

[@ 3knolls] Trovo soltanto poco sensato che nell’articolo sulla lingua siciliana si raggruppino praticamente gli stessi dialetti con l’esclusione del cilentano e del salentino, di cui invece si parla in quest’altro articolo. Di fatto sono considerati un unico gruppo linguistico, noto anche (come spiegato proprio in questo articolo) con il nome di lingua siciliana anche per le varietà parlate al di fuori del continuum siculo-calabrese. Credo che laddove un lettore si ritrovasse un articolo separato solo sulle varietà insulari e calabresi meridionali intitolato proprio “Lingua siciliana” resterebbe un poco perplesso. Quanto al cosentino, mi risulta che appartenga al gruppo napoletano (ovvero dei dialetti italiani meridionali, nel cui caso l’articolo è ben distinto da quello sul dialetto di Napoli). In poche parole, un conto è un articolo su un gruppo linguistico/lingua e un conto è quello su una più specifica area al suo interno (il siciliano di Sicilia, per esempio). IvanScrooge98 (msg) 12:40, 8 set 2018 (CEST)[rispondi]
Trovo giusto il voler unificare le pagine, ma io lo farei sotto questo titolo, mentre lingua siciliana si potrebbe trasformare in un redirect con in più una nota disambigua verso aulico siciliano, per una questione di chiarezza. Del resto, proprio per evitare equivoci, si è preferito intitolare Dialetti italiani meridionali e non Lingua napoletana (che è solo un redirect, con tanto di nota disambigua aggiuntiva in testa alla voce). Propongo dunque di inserire l'avviso {{U}} nella voce lingua siciliana e non in questa.
In quanto al cosentino, occorre fare attenzione: nella voce dialetto cosentino è scritto che appartiene al gruppo intermedio, ma nella voce Dialetti italiani meridionali è esclusa mentre è inclusa in questa voce. Comunque questo è un problema a parte, decisamente più complesso.--3knolls (msg) 13:23, 8 set 2018 (CEST)[rispondi]
[@ 3knolls] Sì, sono anch’io d’accordo nell’unirle sotto quel titolo con redirect da “Lingua siciliana”, come per l’articolo sul gruppo napoletano; ho messo l’avviso su entrambe le pagine solo perché raccomandato nella documentazione del template. Ci sarà poi eventualmente modo di chiarire riguardo il cosentino, per quanto mi sembra abbastanza chiaro (viste anche le mappe e la mancanza di fonti) che sarebbe opportuno rimuoverlo da questo articolo. Grazie!Questo commento senza la firma utente è stato inserito da IvanScrooge98 (discussioni · contributi) 8 settembre 2018 13:48.
Ho provveduto io ad aggiungere il parametro "verso" nel template.
PS In quanto al cosentino, il problema grosso sta proprio nelle mappe, le quali seguono la linea Cetraro-Bisignano-Mèlissa che passa un pò più a nord di Cosenza; comunque questo è un problema annoso e di non facile soluzione. Saluti!--3knolls (msg) 14:23, 8 set 2018 (CEST)[rispondi]

[ Rientro] Sono favorevole all'unione, ma la pagina di destinazione dev'essere Lingua siciliana, poiché l'idioma possiede un codice ISO ed Ethnologue mostra chiaramente che il codice include anche i dialetti calabresi e salentini. Sarebbe invece interessante creare una nuova voce per quell'insieme dialettale che la carta del Pellegrini definisce "gruppo siciliano", ovvero i dialetti della Sicilia e di Reggio, come sottogruppo all'interno dei dialetti meridionali estremi. Volendo e avendo il materiale, si potrebbe quindi pensare di spostare questa voce a Lingua siciliana e l'attuale voce "Lingua siciliana" a Dialetto siciliano o Dialetti siciliani. Pingo [@ Mαρκος] che potrebbe avere materiale sull'argomento.--Memnone di Rodi Κώνσυλτα λ΄ωράκολο 15:10, 20 dic 2018 (CET)[rispondi]

Nulla in contrario alla creazione della voce dialetti siciliani (o dialetti della Sicilia) ma, per quanto riguarda il resto, non condivido l'idea di voler far credere che la lingua siciliana (che ha alle spalle una storia che non ha nulla da invidiare all'italiano) non sia altro che un'accozzaglia di dialetti. È vero che attualmente la situazione è confusa (la voce lingua siciliana dovrebbe parlare della lingua mentre invece parla dei dialetti) tuttavia resto contrario all'idea di voler sopprimere la voce Dialetti italiani meridionali estremi, poiché le somiglianze e le distinzioni tra dialetti intermedi ed estremi rimangono un punto focale della dialettologia italiana e non possono essere cancellate con un colpo di spugna sulla base di classificazioni ancora allo stato di ipotesi. In quanto al codice iso, non vedo dov'è il problema: qui nessuno sta proponendo di modificare i codici.--3knolls (msg) 18:13, 20 dic 2018 (CET)[rispondi]
Non facciamo confusione. Altro è l'insieme dei "dialetti meridionali estremi", accomunati da tutta una serie di caratteristiche morfosintattiche e lessicali (ma fino a un certo punto); altro è il siciliano, il diasistema formato dai dialetti parlati in Sicilia e isole minori, nonché, escludendo certi parametri, nell'estremità meridionale della Calabria. Unire le due voci non avrebbe alcun fondamento, anche se sono consapevole dell'ambiguità generata dalle approssimative definizioni di ISO ed Ethnologue. --Μαρκος 21:53, 20 dic 2018 (CET)[rispondi]
Non ci sono "certi parametri" per quanto riguarda l'estremità meridionale della Calabria. Come ho evidenziato nelle note, tutte le isoglosse che separano il siciliano dalle varietà linguistiche del Meridione continentale passano in Calabria, e la prima di queste si trova all'altezza di Rosarno e di Locri. Ciò rende il dialetto di Reggio Calabria (soprattutto quello urbano, che si parla tra Scilla e Bova Marina, che è caratterizzato perfino da un'intonazione siciliana - nella fattispecie simile a quella messinese) appartenente in toto al siciliano isolano. -- 1204grandine 14:24, 26 dic 2018 (CET)[rispondi]
Certo, G., ma esistono anche parametri extra-linguistici. --Μαρκος 14:32, 26 dic 2018 (CET)[rispondi]
Sì, è sociolinguistico perché comunque la gente comune è in gran parte abituata a considerare la propria varietà solamente entro i suoi confini cittadini o regionali, per cui ad esempio pochi reggini ammettono di parlare siciliano (chiamando invece il proprio dialetto "riggitanu" o "calabbrisi"). E' una situazione simile a quelle di altre aree di confine, come ad esempio Trieste - dove si parla una varietà della lingua veneta - o Novara (dove invece si parla un dialetto di tipo lombardo). -- 1204grandine 14:48, 26 dic 2018 (CET)[rispondi]
Gli scambi tra le due sponde dello Stretto sono stati intensissimi fin dalla più remota antichità, per cui è del tutto normale che reggino e messinese siano così simili fra loro. Resta il fatto però che il messinese costituisce una forma dialettale piuttosto atipica rispetto al siciliano "standard" (ammesso che sia possibile stabilire uno standard), così come in Calabria riesce impossibile stabilire un confine netto tra le due tipologie dialettali (intermedia ed estrema): a meno che non si voglia scegliere un'isoglossa a caso, gli unici confini davvero netti sono quelli tra i dialetti romanzi e le minoranze linguistiche greche e albanesi.--3knolls (msg) 15:49, 26 dic 2018 (CET)[rispondi]
Ogni lingua può essere standardizzata (per quanto riguarda il siciliano, c'è lo standard ortografico elaborato dalla Cadèmia Siciliana, e che include anche il reggino). Detto questo, tutto il continuum linguistico romanzo è appunto tale, quindi tracciare certi confini non è sempre facile; però, per quanto riguarda il reggino, c'è da dire che: 1) l'isoglossa da prendere in considerazione è probabilmente quella citata da Avolio (che ho riportato nelle note all'articolo sulla lingua siciliana, vale a dire la Rosarno-Locri), secondo la quale al di sopra di questa isoglossa è presente il tipo alto-meridionale "fratima", "mammata", mentre al di sotto di essa "me' frati", "to' mamma" 2) il messinese si discosta sotto certi aspetti dagli altri dialetti siciliani (con alcuni accordi lessicali e sintattici con la Calabria meridionale, che per il Rohlfs sono dovuti alla più forte grecizzazione che ha caratterizzato le due aree), ma paradossalmente il reggino presenta alcuni tratti presenti nel resto dell'isola ma sconosciuti a Messina, come la perdita del condizionale (Messina è sostanzialmente l'unica città della Sicilia ad usarlo ancora, così come in Calabria continua ad essere utilizzato nell'area di Catanzaro), o l'uso di "jiri" (andare) in luogo di "annari". -- 1204grandine 13:22, 27 dic 2018 (CET)[rispondi]

[ Rientro] A me risulta che siciliano (inteso come lingua) sia sinonimo di dialetti meridionali estremi (codice linguistico scn), per questo ho proposto l’unione. Nulla in contrario però a una bella ripulitura dei due articoli dei quali l’altro potrebbe riferirsi esclusivamente alle varietà insulari (eventualmente includendo il reggino; tuttavia c’è da tenere conto del fatto che si tratta di un continuum dialettale che a mio avviso è difficile separare in modo netto, e che quindi potrebbe estendersi anche oltre). IvanScrooge98 (msg) 17:24, 26 dic 2018 (CET) PS In tal caso però lingua siciliana dovrebbe comunque cambiare nome. IvanScrooge98 (msg) 17:27, 26 dic 2018 (CET)[rispondi]

Sì, il codice linguistico è lo stesso, però mentre i dialetti sono tanti (uno per ogni luogo, o quasi), la lingua costituisce (o dovrebbe costituire) un unico standard generale. Pertanto la sovrapposizione non dovrebbe esserci: dialetti italiani meridionali estremi dovrebbe trattare delle differenze tra le singole parlate (o tra gruppi di parlate), mentre lingua siciliana dovrebbe descrivere quello che è (o dovrebbe essere) lo standard linguistico unitario. Una dicotomia analoga si ha, ad esempio, tra dialetti arabi e lingua araba.--3knolls (msg) 17:51, 26 dic 2018 (CET)[rispondi]
Non proprio. Solo Ethnologue mette il salentino dentro il "siciliano", senza neanche chiamarlo col nome giusto (mi pare che venga definito «Pugliese dialect of Italian», che non vuol dire nulla); di "dialetti meridionali estremi", inclusi salentino e (forse) cilentano, se ne parla nella Carta del Pellegrini. --Μαρκος 18:17, 26 dic 2018 (CET)[rispondi]
[@ 3knolls] in verità per per tante lingue non esiste uno standard unitario, ma ciò non impedisce che vengano definite tali, o che vengano percepite solo come un insieme di dialetti eterogenei. In verità poi su Ethnologue ([@ Mαρκος]) sembrano avere proprio inventato il “dialetto pugliese”, che fa già abbastanza ridere di suo, considerato che in ogni caso i dialetti di area salentina sono ben distinti da quelli più a nord. Perciò già di suo quella classificazione perde valore. Tuttavia, la voce dialetto salentino crea confusione allineandolo alla lingua siciliana da una parte ma ai dialetti meridionali estremi dall’altro, che però continuano a essere i titoli di due articoli diversi. IvanScrooge98 (msg) 11:39, 27 dic 2018 (CET)[rispondi]
Diciamo che alcune lingue hanno più di uno standard (ad es. il serbo-croato, l'urdu-hindi, il malese-indonesiano), ma se ogni singolo villaggio ha un proprio standard credo che sia più corretto parlare di "dialetti" piuttosto che di "lingue". Comunque il siciliano un proprio standard ce l'ha eccome (o almeno ce l'aveva in passato), ed è (era) l'aulico siciliano che, a mio modesto parere, potrebbe essere anche unito a lingua siciliana per formare una voce davvero degna.--3knolls (msg) 12:03, 27 dic 2018 (CET)[rispondi]
[@ 3knolls] il tuo argomento è che il termine "lingua" non può indicare un'insieme, più o meno omogeneo, di dialetti, ma per fare quest'affermazione servono fonti: esistono concetti intermedi come "macrolingua" (utilizzato per il sardo) o "cluster dialettale" (utilizzato per il lombardo, che non ha neanche una koinè regionale, ma, a ragione o a torto, è indicato come "lingua"). Occorre quindi un'attenta analisi delle fonti per stabilire :
  1. se la maggioranza delle fonti autorevoli usa il termine lingua per il siciliano;
  2. se la maggioranza delle fonti autorevoli usa il termine siciliano solo per i dialetti della Sicilia (eventualmente inclusi Reggio e provincia) o per tutti i dialetti meridionali estremi.
Lo stesso identico discorso lo faccio anche per la discussione sorella sulla lingua napoletana. Segnalo infine che anche l'UNESCO, oltre al SIL, usa il termine siciliano per i dialetti meridionali estremi, anche se ammette la possibilità che il salentino sia indipendente ([1]).--Memnone di Rodi Κώνσυλτα λ΄ωράκολο 14:56, 4 gen 2019 (CET)[rispondi]

Taglio tecnico[modifica wikitesto]

Appunto, non c'è accordo tra le fonti. E noi non abbiamo la facoltà di scegliere la fonte che preferiamo, e nemmeno quella maggioritaria; dobbiamo invece concedere spazio a tutte le teorie autorevoli (giuste o sbagliate che siano) e ammettere l'esistenza di ciascuna voce che si basi su di esse. Il concetto di "lingua siciliana", originariamente riferito alla sola Sicilia (l'aulico siciliano), è stato talvolta esteso fino alla Calabria meridionale, talaltra fino al Salento, ma senza che siano mai stati fissati confini precisi e condivisi oltre lo stretto di Messina. Il concetto di "dialetti meridionali estremi" si basa invece su di una teoria totalmente diversa, secondo la quale i dialetti italiani (o meglio, italo-dalmatici) si suddividerebbero in due grandi gruppi divisi dall'Appennino settentrionale con il dialetto toscano a fare da transizione (teoria questa risalente ai tempi di Dante) e con il gruppo meridionale, a sud dell'Appennino, che sarebbe a sua volta suddiviso in due sot9togruppi (intermedio ed estremo). Giusta o sbagliata che sia, è comunque una teoria storica che ha trovato larghi consensi pure in epoca moderna e contemporanea (anche l'enciclopedia Europea della Garzanti mi sembra che la segua). Pertanto a mio parere questa voce non può essere cancellata con un colpo di spugna né unita ad altra voce, in quanto il concetto di lingua siciliana non risulta sovrapponibile né complementare a quello di dialetti meridionali estremi (ad esempio, il dialetto cosentino viene spesso aggregato ai dialetti meridionali estremi, ma mai e poi mai alla lingua siciliana). Analoghe considerazioni valgono anche per l'altra questione lingua napoletana/dialetti meridionali, fermo restando che una voce a sé stante lingua napoletana andrebbe certamente creata. --3knolls (msg) 16:05, 4 gen 2019 (CET)[rispondi]

Hai ragione, dobbiamo fare un attento studio delle fonti ed elencare nelle due voci tutte le principali teorie sulla definizione di siciliano e di dialetti meridionali estremi: se da questo studio risulterà prevalente la teoria che vuole siciliano e dialetti meridionali estremi come un'unica cosa, allora uniremo le voci e nella nuova voce voteremo anche le altre teorie, altrimenti manterremo due voci distinte, ognuna delle quali citi la teoria dell'unità dei due sistemi.--Memnone di Rodi Κώνσυλτα λ΄ωράκολο 01:24, 5 gen 2019 (CET)[rispondi]

Area di diffusione[modifica wikitesto]

L'utente:Mauro pip aveva esteso unilateralmente l'area di diffusione di tali dialetti fino al Pollino (a nord) e fino a Malta (a sud), senza citare alcuna fonte a supporto, innescando anche un'edit-war e perfino scrivendo commenti poco educati in campo oggetto. Per tali ragioni, ho dovuto ripristinare l'ultima versione stabile e (causa edit-war) semiproteggere la voce.-- 3knolls (msg) 15:02, 2 set 2020 (CEST)[rispondi]

Collegamenti esterni interrotti[modifica wikitesto]

Una procedura automatica ha modificato uno o più collegamenti esterni ritenuti interrotti:

In caso di problemi vedere le FAQ.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 09:31, 26 mar 2021 (CET)[rispondi]