Discussione:Dialetti della Puglia

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Cronologia della voce Dialetto garganico


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Ho modificato il redirect di dialetto pugliese perchè identificato con il dialetto barese, in modo troppo riduttivo. Per i ragruppamenti, il link dialetti meridionali fa riferimento al napoletano solo provvisoriamente e la questione è ampiamente da discutere (vedi Dialetto e Elenco dei dialetti d'Italia dove c'è bisogno di collaboratori). --Wentofreddo 17:53, 16 apr 2007 (CEST)[rispondi]

Perplessità[modifica wikitesto]

Allora...mi sembra che abbiamo già discusso fino alla nausea per dire che il tarantino fa parte dei dialetti del salento. Però, quello che ancora non so è come classificare il tarantino; di fatto ha punti in comune sia col napoletano sia col siciliano, ma presenta sostanziali differenze con entrambi i dialetti. Ora, se dal punto di vista fonetico il tarantino potrebbe essere classificato fra i dialetti italiani meridionali, dal punto di vista grammatico-lessicale si avvicina al ramo meridionale estremo, anche se con numerose eccezioni e differenze di un certo grado, che farebbero pensare ad un classificazione del tarantino a sé. Quindi cosa facciamo? Lo classifichiamo come dialetto a sé stante di transizione? :/

Beren85 13:57, 22 apr 2007 (CEST)[rispondi]


per classificare il dialetto tarantino si dovrebbero usare fonti tradizionali e consolodiate, e ci sono...--Wento 15:10, 30 apr 2007 (CEST)[rispondi]


Ciao a tutti. No, per classificare il dialetto tarantino, si deve usare la Classifica scientifica delle lingue romanze! Il dialetto tarantino appartiene al gruppo siciliano Saluti cordiali. --89.128.189.103 21:28, 24 lug 2007 (CEST)[rispondi]


Il dialetto tarantino fa parte del gruppo siciliano, ma è comunque molto diverso dal punto di vista della pronuncia poichè non esiste una sola parola in dialetto tarantino che abbia anche una sola vocale aperta e/o una conzonante dolce, cosa che invece riscontriamo nel leccese. Inoltre ho trovato obbrobrioso come un utente possa buttare al monte notizie che fanno parte del patrimonio linguistico di una regione. Eliminare le minoranze linguistiche equivale a dire che non esistono. Qui bisogna riportare una descrizione quanto più minuziosa e veritiera della reale situazione dei dialetti in Puglia. La voce non è fine a se stessa, ma deve dare un servizio. Eliminando parti importanti, o dando una descrizione imprecisa e/o incompleta si crea un danno. Per non parlare della semplice cultare generale. Tanto per fare un esempio: le classificazioni seguono sempre un ordine decrescente quindi non capisco come si possa scrivere dialetti meridionali italiani anzichè dialetti italiani meridionali. A rigor di logica: insieme "dialetti"; sottoinsieme "italiani (settentrionali, meridionali, montani, ecc)"; sottoinsieme "meridionale". Spero sia chiaro. Grazie.

AleCervellera 21:57, 22 mag 2008 (CEST)[rispondi]

Zappuddu, potresti gentilmente esporre le motivazioni che ti spingono a ritenere la tua versione migliore della mia? Grazie.

AleCervellera 22:51, 22 mag 2008 (CEST)[rispondi]


La suddivisione dei dialetti in base alla vicinanza al mare (adriatici, jonici ecc) non ha rilevanza a differenza dei gruppi dialetti italiani meridionali e dialetti italiani meridionali estremi, usata in tutta wikipedia. --Zappuddu dimmi tutto 22:55, 22 mag 2008 (CEST)[rispondi]


Allora si potrebbe trovare una definizione diversa, ma non si può annullare di conseguenza tutto il contributo apportato. A questo punto andrebbe eliminata la parte del dialetto della Valle d'Itria. L'identificazione "Adriatici" piuttosto che "Jonici" credo non si rifesca all'influenza che la vicinanza al mare abbia sui dialetti, ma semplicementi per renderli identificabili in un'area geografica. Concordo con te che in tutta wikipedia si usano le suddivisioni di cui sopra, ma se la zona di Foggia-BAT-Bari può essere indicata nord-Puglia (e di conseguenza "dialetti del nord Puglia"), come definiresti quelli dello Jonio? Capisco che la loro differenziazione non dipende dalla vicinanza al Mar Jonio, ma è semplicemente una caretterisctica che rende identificabile la zona di cui si sta parlando.

Alecervellera 23:16, 22 mag 2008 (CEST)[rispondi]

E' presto detto: tutti i dialetti della provincia di Foggia, Bari e BAT sono sicuramente meridionali. Il tarantino è meridionale estremo, così come quelli salentini. Per il momento, possiamo mettere una sezione a sè per la valle d'Itria, aspettando nuove ricerche per capire a quale delle due famiglie aggiungerli. --Zappuddu dimmi tutto 23:24, 22 mag 2008 (CEST)[rispondi]


Concordo, ma il dialetto italiano meridionale comprende anche altre regioni. Qui si parla solo della Puglia quindi vanno differenziate. La Valle d'Itria non ha mai avuto un proprio dialetto. Il martinese (Martina Franca) è spiccicato al tarantino così come il fasanese è molto simile al brindisino. Essendo la Valle d'Itria al centro dell'unione delle tre province ha influenze di tutte queste tre, ma ciò non significa che creano un dialetto a parte. Credo che lo stesso valga alche per il gallipollino. Non mi risulta che a Gallipoli si parli un dialetto diverso dal leccese, salvo forse una paio di parole, ma non mi esprimo in quanto non certo. Per il resto ti posso assicurare che la Puglia me la sono girata per bene ed ho parenti un pò ovunque tra Castellana, Manfredonia, Ceglie e Lecce. Troviamo un accordo su come definirli, in maniera locale però. Alecervellera 23:34, 22 mag 2008 (CEST)[rispondi]


Ecco io pugliese lo sono. Conosco benissimo il martinese così come il fasanese. Sono sicuramente diversi dal barese e dal tarantino, non ti dico dal brindisino. Essi rientrano, però, nei meridionali. Il confine evidenziato dalla voce è Tranato-Ostuni-Ceglie: sotto salentino (meridionale estremo) sopra merdionale. --Zappuddu dimmi tutto 23:38, 22 mag 2008 (CEST)[rispondi]

Non sono esperto del settore, ma credo che i dialetti vengano classificati in qualche modo ufficiale. Ci sarà un organismo super partes che li classifica, giusto? Jalo 23:49, 22 mag 2008 (CEST)[rispondi]


Ti stai contraddicendo da solo. Ci sono i dialetti italiani meridionali ed i dialetti italiani meridionali estremi. Essendoci delle sottocategorie come il barese, il tarantino, il leccese, ecc bisogna pur dar valore culturale a queste lingue. Se però ci fossilizziamo sulla loro distinzione che l'Europa ha fatto sulle lingue indoeuropee allora dobbiamo parlare solo ed esclusivamente di quelle comparando il leccese al tarantino, al siciliano ed al calabrese. Ma non essendo così mi spieghi cosa non va nella versione corrente?

Alecervellera 23:51, 22 mag 2008 (CEST)[rispondi]

Che tutta l'enciclopedia fa riferimento a queste divisioni, ben documentate:

Raggruppamenti dei dialetti d'Italia

Perchè solo questa voce deve avere una descrizione sui generis? --Zappuddu dimmi tutto 23:53, 22 mag 2008 (CEST)[rispondi]


Per come poni la questione allora dobbiamo abbandonare ogni distinzione fatta fin'ora! Scusa, ma a parer mio sono ricerche effettuate troppo sui libri e poco sentendo come realmente parla la gente. Inoltre nella voce Puglia, al punto 9.2 ci sono indicati quattro famiglie dialettali: barese, foggiano, tarantino e brindisino. Già così si omette il brindisino che ha parole totalmente originali. A questo punto, se proprio dobbiamo tener fede alle tue fonti dobbiamo dire che in Puglia si parlano solo 2 dialetti: il pugliese settentrionale ed il salentino. Per me non è accettabile!

AleCervellera 1:51, 23 mag 2008 (CEST)


Forse non mi sono spiegato. Una cosa sono i dialetti e un'altra il gruppo dialettale. Per essere precisi e seri bisogna basarsi sulle pubblicazioni, e iniziare dai gruppi dialettali, all'interno dei quali vengono elencati e descritti i singoli dialetti (barese, leccese, foggiano, sanseverino, gallipolino ecc...) --Zappuddu dimmi tutto 09:46, 23 mag 2008 (CEST)[rispondi]


Ora si. Per come ti eri espresso sembrava molto diverso. Così come impostato ora mi va bene. Sto provvedendo a sostituire l'immagine con una più corrispondente a quanto scritto.


AleCervellera 10:49, 23 mag 2008 (CEST)[rispondi]


Bene, son contento di essere giunto ad un accordo :-) --Zappuddu dimmi tutto 10:55, 23 mag 2008 (CEST)[rispondi]

Alcuni interventi mi lasciano piuttosto interdetto:
martinese uguale al tarantino? simili ma sicuramente distinguibili (ho amici martinesi ed ho lavorato a taranto);
fasanese uguale al brindisino? decisamente no, sicuramente il fasanese fa parte della famiglia a nord (non barese, ma monopolitano e fasanese son "parenti stretti"), la linea di distinzione delle "parlate" comincia ad Ostuni (lo parlo poco ma capisco bene il fasanese);
tarantino appartenente al gruppo salentino? ancora no, forse influenzato, ma non di quella famiglia (a taranto ci son stato per motivi di lavoro, e con il mio monopolitano capisco meglio il tarantino del barese).
--Cenzin (msg) 23:23, 13 gen 2009 (CET)[rispondi]

Una lingua unica? LINGUA NAPOLETANA per tutto l'Alto Sud[modifica wikitesto]

Allora i dialetti alto-meridionali sono sí o no un'unica lingua articolata in vari gruppi dialettali? Questo è quello che si evince dalla carta dialettale che appare anche in questa pagina ("Italian languages" http://it.wikipedia.org/wiki/File:Italian_languages.png). Secondo questa carta dialettale la lingua piemontese è diversa da quella lombarda quanto la lingua napoletana (o pugliese) è diversa da quella calabro-siciliana(-salentina).

Si deduce che la lingua napoletana/pugliese sarebbe, semmai, suddivisa in gruppi interni (napoletano-molisano, abruzzese, pugliese [settentrionale], lucano, etc.), ma fra questi gruppi le differenze risultano essere relativamente marginali.

Tutto questo è corroborato dall'illuminante tabella lessicale (Avolio, 1995; http://it.wikipedia.org/wiki/Dialetti_italiani_meridionali#Lessico). Purtroppo dalla tabella mancano i corrispettivi pugliesi, coi quali il quadro sarebbe veramente completo.

A questo punto mancherebbe una lista di tratti veramente distintivi, cioè di caratteristiche comuni fra tutti i dialetti della lingua alto-meridionale, una lista che permetta la distinzione del napoletano/pugliese dal calabro-siciliano. Sarebbe preferibile una lista di tratti morfosintattici e lessicali, non semplicemente fonetici. Anche perché alcuni degli esempi fonetici molto spesso sono comuni anche ai dialetti del siciliano-calabrese ("sonorizzazione delle consonanti sorde"; "assimilazione progressiva dei nessi consonantici"), e perfino a molti dialetti umbri ("indebolimento delle vocali atone"). La metafonesi poi è fenomeno morfologico che interessa tutto quello che non è toscano centrale: dunque anche il Nord, e perfino dialetti toscani rustici (Giannelli, 1976); quindi, per quanto sia doveroso menzionarla in quest'articolo, non aiuta molto, non è un tratto distintivo dell'Alto Sud.

I tratti fonetici solitamente passano anche alle varietà d'italiano regionale: in un articolo di dialettologia sono meno validi e significativi di quelli morfosintattici e lessicali; che vi invito gentilmente a fornire, completando anche il "prospetto lessicale" di Avolio http://it.wikipedia.org/wiki/Dialetti_italiani_meridionali#Lessico.

Grazie. Viktor Laszlo (msg)

Dialetto bitontino[modifica wikitesto]

Un anonimo aveva aggiunto in questa voce il seguente testo:

    • Dialetto bitontino: parlato solo ed esclusivamente nella città di Bitonto. E' un dialetto molto strano, pieno di forme verbali e di termini, si dice che questo dialetto derivi dal francese, altri sostengono che sia solamente una forma distorta del dialetto barese. Il dialetto bitontino si distingue per il suo accento, cadenza e diversità da tutti gli altri dialetti della provincia di Bari, che si rifanno tutti a quest'ultimo per la loro lingua.
credo si possa creare una voce a parte (sul modello di dialetto brindisino o dialetto gallipolino) o aggiungere una sezione in dialetto barese. --Zappuddu 13:02, 30 apr 2007 (CEST)[rispondi]
IMO voce analitica... da integrare altrove (sennò l'elenco dei dialetti di puglia non finisce più! Se poi ci sono ragioni per voce autonoma... discutiamone)--Wento 15:09, 30 apr 2007 (CEST)[rispondi]

dialetti della puglia: il foggiano[modifica wikitesto]

Dire che il dialetto foggiano sia un dialetto barese influenzato dal napoletano mi sembra assolutamente semplicistico e superficiale (oltre che poco cortese). Un dialetto nasce in una città dalle influenze che gli abitanti della stessa hanno avuto (A Foggia francesi di lingua d'Oil e spagnoli soprattutto) e con l'uso che i cittadini ne fanno. Altra cosa è affermare che il dialetto foggiano ha elementi in comune con altri proprio per via delle stesse influenze.

Il dialetto tarantino, un dialetto di tipo siciliano pure se viene parlato in Italia continentale[modifica wikitesto]

Vi propongo di paragonare il dialetto tarantino e il siciliano:


TARANTINO -> SICILIANO (it: ITALIANO)


tarandíne -> tarandinu/tarantinu (it: tarantino)

ca -> ca (it: che)

sì' -> si’ (it: tu sei)

jndr'a -> jintra, intra, dintra (it: in, dentro)

cíele -> cielu, celu (it: celo)

sandefecáte -> sandificatu / santificatu (it: santificato)

'u -> ‘u (it: il)

tuje -> toi, tò (it: tuo)

'a -> ‘a (it: la)

vulundáte -> vulundati / vuluntati (it: voluntà)

'ngiéle -> ‘ncielu (it: nel celo)

accussij' -> accussì (it: così)

'ndèrre -> ‘nderra / ‘nterra (it: sulla terra)

'u páne -> ‘u pani (it: il pane)

a nnu' -> a nnui, a nnu’ (it: a noi)

debbettúre -> debbituri (it: debitori)

nuèstre -> nuòstri (it: nostri)

'ndendazzióne -> ‘ndendazzioni, ‘ntentazzioni (it: nella tentazione)

d'ô mále -> d’ô mali (it: dal male)

chijne -> chijna, chjina, china (it. piena)

de -> de (it: di) La forma siciliana-calabrese-salentina "de" invece di "di" è usata in particolare nella provincia siciliana di Messina (vicina alla Calabria), come a Lipari ad esempio.

grazzie -> grazzi (it: grazie)

cu ttéje -> cu ttìa (it. con te)

fèmmene -> fìmmini (it. donne)

jè -> jè, è (it. è)

figghie -> figghiu (it. figlio)

d'a -> d'a, d'â, dâ (it. della)

mènna -> minna (it: seno)

tova -> toa, tò (it. tua)

sanda -> sanda, santa (it. santa)

prije > preja, priga (it: prega)

pe' -> pi' (it. per)

peccatúre -> peccaturi, piccaturi (it. peccatori)

vògghie -> vògghiu (it. voglio)

accàtte -> accàtta (it. lui compra)

fïure -> fïura (it. figura)

curtíedde -> curtieddu, cutieddu (it. coltello)

cu -> cu (it. con)

addà -> 'ddà (it. là)

aqquà -> 'ccà (it. qui)

cchiù -> cchiù (it. più)

pe' -> pi' (it. per)

sì -> sì, si' (it. tu sei)

so' -> su' (it. io sono)

hè fatte bbuéne -> ha' fattu bbuonu (it. hai fatto bene)

è ffatte bbuéne -> è ffattu bbuonu (it. è fatto bene)

vògghie cu vvóche -> vogghiu ca vaiu, vogghiu mi vaiu (it: voglio andare: lett. voglio che vado)] è usato a Messina, in Sicilia.

'a máne -> 'a mànu (it. la mano)

a mmáne -> a mmànu (it. a mano)

pètre -> petra (it. pietra)

cu ppètre -> cu ppetra (it. con pietra)

'a cáse -> 'a casa (it. la casa)

'nu -> 'nu (it. un)

'na -> 'na (it. una)

l'acchiále -> l'acchiali (it. gli occhiali)

l'ome -> l'omu (it. l'uomo)

'n'àrvule -> 'n'àrvulu (it. un albero)

le uáje -> li uàj, li uài (i guai)

'u libbre -> 'u libbru (it. il libro)

le libbre -> li libbri, li libbra (it. i libri)

'a fogghie -> la fogghia (it. la foglia)

'u pertúse -> 'u pertùsu, 'u pirtusu (it. il buco)

'u paìse -> 'u paìsi (it. il paese)

l'anijdde -> l'anieddu (it. l'anello)

bèdde -> beddu (it. bello)

longhe -> longa (it. lunga)

chidde -> chiddi (pronome it. quelli)

quidde -> chiddu (pronome it. quello)

chiste -> chisti (pronome it. questi)

quiste -> chistu (pronome it. questo)

'stu -> 'stu (aggettivo it. questo)

'sta -> 'sta (aggettivo it. questa)

'ste -> 'sti (aggettivo it. queste)

ije -> je, jeu, ji, ju (it. io)

tune -> tuni, tu (it. tu)

jidde -> iddu (it. lui)

jèdde -> idda (it. lei)

nuje -> nuj, nui (it. noi)

vuje -> vuj, vui (it. voi)

cchiù ttarde -> cchiù ttardu (it. più tardi)

ussegnorije -> vossignurìa, vossia (it. Lei, forma di cortesia)

no'nge ne sciáme -> nun ci ni jamu (it. non ce ne andiamo)

ca -> ca (it. il quale, la quale, i quali, le quali, di cui, a cui)

ci sì tu'? -> cu sì tu' (it. chi sei?)

'a cristiáne -> 'a cristiana (it. la signora)

hagghie -> haggiu, haiu (it. ho)

ajére -> ajeri (it. ieri)

hé parláte -> hà parlatu, ha' parratu (hai parlato)

'a màchene -> 'a màchina (it. la macchina)

suse -> susu (it. su, sopra)

sutte -> sutta (it. sotto)

abbàsce -> abbasciu (it. sotto, giù)

d'u -> d'u, d'û, d'ô (it. dello, del)

d'â -> d'â, d'a (it. della)

de le -> di li (it. delle)

a'u, ô -> a'u, ô (it. al, allo)

d'ô -> d'ô, d'û (it dal, dallo)

jacchie -> acciu (it. trovo)

sacce -> sacciu (it. so)

pare -> pari (it. sembra)

'na bibbliotèche -> 'na bibbliotèca (it. una biblioteca)

fodde -> fudda (it. folla)

tagghiáre -> tagghiàri (it. tagliare)

vôle -> voli (it. vuole)

cu tutte ca -> cu tuttu ca (it. con tutto che)

avàste -> abbasta (it. basta)

ppáje -> pàji (it. tu paghi)

'nu pìcche -> 'nu picca, 'na picca (it. un poco)

pozze -> pozzu (it. posso)

hagghie accattáte -> hagghiu accattatu (it. ho cmprato)

fazze -> fazzu (it. faccio)

cògghiere -> cògghiri (it. raccogliere)

attruppecáre -> attruppicàri (it. inciampare)

durmèscere -> durmìsicri (it. dormire)

còsere -> cùsiri (it. cucire)

tu' canúsce -> tu' canùsci

addumannà -> addumannà, addumannari (it. domandare, chiedere)

hagghie a ccundà' -> hagghiu a ccundà, hagghiu a cuntari (it. racconterò)

vulìsse -> vulissi (it. vorrei)

scole -> scola (it. scuola)

avìsse -> avissi (it. avrebbe)

ceráse -> cerasa, cirasa (it. ciliegia);

chiaúte -> tabbútu (it. bara)

'mmienze ô camíne -> 'mmienzu ô caminu (it. in mezzo al cammino)

'nu vòsch'uscúre -> 'nu vòscu scùru (it. un bosco oscuro)

cundáre -> cundàri, cuntari (it. contare)

'stu vosche sarvagge -> 'stu voscu sarvaggiu (it. questo bosco selvaggio)

penzière -> pinzieri, pinzieru (it. pensiere, pensiero)

nò ssacce -> nù ssacciu (it. non so)

doppe -> doppu (it. dopo)

ecc.

A me mi sembra ovvio: il dialetto tarantino è di tipo siciliano (e non sono un linguista).

Saluti cordiali

--89.128.189.103 21:50, 24 lug 2007 (CEST)[rispondi]


Ma ce sta disce![modifica wikitesto]

Le similitudini ci sono perchè sia il tarantino che il siciliano derivano dal latino: questo non toglie che tutti i dialetti a nord di Talsano (eccetto Grottaglie, che è salentina, ma non Villa Castelli, fondata da cegliesi, e quindi parlanti un dialetto pugliese) appartengano al ceppo pugliese. Se avete dubbi andatevi a vedere l'ATLANTE DEI DIALETTI ITALIANI del Pellegrini. Non so di dove sia chi ha scritto il messaggio precedente, ma ti assicuro che un tarantino e un barese si capiscono, mentre un tarantino e un leccese hanno serie difficoltà. Se non avete prove scientifiche di quello che dite vi prego di non modificare l'articolo (cegliese e ostunese dialetti salentini influenzati dal pugliese? casomai sarà l'inverso? vai a Ceglie e parla salentino a vedere se ti capiscono!)

Sì e no in verità. A dir il vero neanche un barese capirebbe un tarantino. :/ Poi va be', dipende se i due interlocutori decidono di parlare in maniera più comune (italianizzata) o stretta (vernacolare). Seguendo questo ragionamento anche un tarantino che sente parlare lentamente un leccese potrebbe capire buona parte del suo discorso. Per quanto riguarda il lessico, sono dell'avviso che il siciliano si avvicini di più, che non per esempio il foggiano. Beren85 16:43, 14 nov 2007 (CET)[rispondi]

Vabbè ora dire che il cegliese è un dialetto diverso dal salentino è un'esagerazione. Io sono di San Vito dei Normanni, quindi parlo dialetto brindisino, ma posso assicurare che un cegliese lo capisco bene, come anche un tarantino. Certo mi metterò a ridere per qualche espressione, ma dire che sono due ceppi diversi mi sembra un'iperbole. E' una normale differenziazione nel crogiuolo culturale che è la Valle d'Itria posta tra Taranto, Bari e Brindisi. --Zappuddu 19:42, 14 nov 2007 (CET)[rispondi]

Condivido molte cose scritte in questa pagina, altre no. Una cosa è certa:la Terra d'Otranto politicamente iniziava dal Comune di Mottola, infatti vi è a perenne memoria una lapide in latino.Visto che qui si parla di dialetti e di gruppi dialettali, che bisogna ricordare sempre che sono due cose diverse, è lapalissiano che il mottolese non rientra nei dialetti salentini.Concordo che il tarantino non è leccese, ma insieme al salentino appartengono al gruppo meridionale estremo.Per quanto riguarda la Valle d'Itria, che poi sarebbe il cuore della nostra grande Puglia, confinante con con 4 provincie, è indiscutibile che rientri nell'influenza salentina.

   Non riesco proprio a capire chi scrive commenti senza sapere ciò che dice! Sarebbe meglio che ti facessi un giro in Valle d'Itria (intendo Valle d'Itria in senso  
   geografico, ossia Locorotondo, Martina Franca e Cisternino): parliamo in barese, non in salentino! Peraltro anche a Mottola (dove a ragione dici che iniziava la 
   Terra d'Otranto) si parla barese (e si noti bene, non tarantino!)

Sul Gargano non si parla foggiano[modifica wikitesto]

Faccio notare come l'inclusione del Gargano (e, in un'altra cartina di parte dell'Abruzzo) nello stesso gruppo della provincia di Foggia sia più un errore che un'approssimazione. Non tiene conto del fenomeno della transumanza. Semplificando molto, testimonio, anche per esperienza diretta, che i garganici comprendono meglio gli abruzzesi che i foggiani, avendo in comune con loro non solo gran parte del vocabolario, ma anche l'impianto fonetico e le cadenze (un esempio per tutti: pescarese "coccia", garganico "ciocca", foggiano/napoletano "capa" italiano "testa"). Quella che potremmo chiamare la "lingua del scì" si estende da Pesaro fino al Gargano quasi ininterrottamente, mentre c'è un confine linguistico molto netto, ad esempio, tra San Marco in Lamis e San Severo, molto più netto che tra San Severo e Foggia. Spero che chi ne ha il tempo e la possibilità - ad esempio (ma non solo) chi ha accesso alla biblioteca dell'università di Bari, dove sono state pubblicate un buon numero di tesi in dialettologia italiana, molte delle quali sui dialetti del Gargano - potrà riportare i necessari riferimenti bibliografici per questo fenomeno, che per i parlanti è di un'evidenza lampante. HTH. 213.254.211.110 (msg) 11:20, 23 mag 2008 (CEST)[rispondi]

E' da tempo che cerco qualche wikipediano garganico che mi delucidi la situazione dialettale in Capitanata. Ti invito a cominciare a scrivere ciò che sai. Comunque sia il garganico, che il foggiano se pur diversissimi appartangono alla stessa macrofamiglia: i dialetti meridionali. --Zappuddu dimmi tutto 11:34, 23 mag 2008 (CEST)[rispondi]
Certo, potrei scrivere, ma poiché non posso dare riferimenti bibliografici (di quei pochi libri che ho letto sull'argomento, non ricordo gli estremi, e i libri sull'argomento sono veramente pochi), preferisco non essere tacciato di "ricerca originale" ;) Comunque appena (tempo permettendo) potrò contribuire "scientificamente" lo farò, purtroppo in molti casi non esiste materiale scritto su questi argomenti, per cui andrebbe fatta prima una "ricerca originale" da citare successivamente su wikipedia. La vedo lunga... Cmq se per la tua definizione il pesarese è un dialetto meridionale, ok. Ma credo che sulla fascia costiera adriatica i confini Nord/Centro/Sud vadano un pò a farsi benedire...

Martinese e Valle d'Itria[modifica wikitesto]

Da martinese (con sangue anche cistranese, locorotondese, alberobellese e fasanese: come vedete sono un bel riassunto genetico!) mi sono permesso di eliminare il riferimento al martinese come dialetto influenzato dal tarantino, in quanto fuorviante. Ho anche letto che la Valle d'Itria è un bel crogiuolo culturale perchè posta tra le Province di Bari, Taranto e Brindisi, ma probabilmente dimenticate il fatto che le ripartizioni amministrative italiane e del Regno di Napoli non tengono conto di un'unità culturale che ha origini antiche. Un esempio su tutti: Martina e Locorotondo appartenevano già durante il Regno di Napoli a due province diverse (Terra d'Otranto e Terra di Bari), ma il Duca di Martina aveva giurisdizione anche su Locorotondo. Inoltre tutto il territorio settentrionale del Comune di Martina apparteneva all'Università di Monopoli e gran parte della popolazione martinese si è trasferita in città durante il medioevo dai casali limitrofi in virtù delle franchige concesse (chissà come mai si chiama Martina Franca!). L'unica vera particolarità del martinese rispetto ai dialetti dei paesi limitrofi è la chiusura della vocale i interconsonantica che si pronuncia come una e piena e cupa, secondo gli studiosi probabile residuo delle origini longobarde di parte dei martinesi (Martina deriva dalla fusione di 4 villaggi: 2 greci, 1 longobardo e 1 albanese). Spero di avervi chiarito la situazione linguistica della Valle d'Itria.

E si che mi sembra di parlare in italiano: ho tolto il martinese dai dialetti influenzati dal tarantino e lo mettete in quelli di transizione apulo-salentini? Il martinese è un dialetto pugliese schietto che niente ha a che vedere con l'ostunese o il cegliese, dialetti per così dire ibridi: non vorrei che chi ha modificato la voce non avesse intenti più politici (vedi Grande Salento), che accademici. Prima di scrivere queste inesattezze documentatevi o, se siete sicuri delle vostre convinzioni, indicate le fonti! Se non conoscete il martinese vi invito a visitare questo sito: www.poesiemartinesi.blogspot.com Giuseppe Masciulli


Caro sig. Masciulli la volontà di non inserire il dialetto martinese come un dialetto a se stante è presto chiarita all'inizio della voce in cui è chiarissimo che "i dialetti della Puglia sono numerosi e molto diversi tra loro, ma possono comunque essere classificati entro due gruppi fondamentali: quello dei dialetti italiani meridionali e quello dei dialetti italiani meridionali estremi. Lungo la linea di demarcazione fra questi due grandi gruppi si distinguono poi dei dialetti di transizione di incerta classificazione" e "la distinzione tra dialetti pugliesi settentrionali e dialetti salentini segua una linea piuttosto netta che corre al di sotto delle città di Taranto, Villa Castelli, Ceglie Messapica e Ostuni". Non c'è nessuna volontà politica dietro questo (anchè perchè sappiamo tutti che è nata prima l'organizzazione della Valle d'Itria che quella del Grande Salento)

Infatti io non ho chiesto di classificare il martinese come dialetto a se stante (da cosa lo hai dedotto non riesco a capirlo!), ma solo di farlo rientrare (insieme alle parlate di Locorotondo e Cisternino) nella famiglia dei dialetti di ceppo apulo-barese e di eliminare ogni riferimento a inesistenti influssi salentini che renderebbero il dialetto della mia città un dialetto di transizione apulo-salentino. G. Masciulli

Dialetto o dialetti[modifica wikitesto]

Prima di modificare una voce da altri creata e su cui altri anno speso il proprio tempo mi è sembrato doveroso cercare di conoscere il vostro parere a tal riguardo. Da tempo appassionato di studi associati al proprio vernacolo cittadino e con piccole collaborazioni con studiosi del settore (Luigi Reho il cui lavoro è dedicato ai dialetti di tutta la puglia) mi ha molto sorpreso la divisione che è stata fatta in questa pagina. Parlare di Dialetto Barese esteso su tutta la provincia mi sembra inesatto, potremmo però parlare di dialetti baresi (evito così sospetti di dubbi di natura politica) infatti nel sud-est barese nel raggio di 25/30 Km esistono almeno 5 varietà dialettali con accenti, fonologie, vocabolari e modi di dire differenti o parzialmente differenti e combacianti grosso modo con le aree comunali (ma i più attenti potrebbero apprezzare varianti di accento anche dello stesso dialetto cittadino, nel mio caso almeno 4 di cui una preponderante). Insomma nella mia città parlo spesso dialetto ma studiando e lavorando a Bari spesso non capivo alcune espressioni più strette, differente è il caso del nord dove le varietà "paesane" sono molto meno distanti dal "tipo" generale.--Cenzin (msg) 15:40, 10 gen 2009 (CEST)[rispondi]

Dialetto di transazione apulo-salentina[modifica wikitesto]

Visto anche l'argomentazione avuta con Zappuddu ho ritenuto più consono identificare il dialetto di transazione con l'area della Valle d'Itria. La voce prima aveva un chiaro riferimento al dialetto cegliese. Premesso che non ho nulla contro Ceglie, mi sembrava poco rispettoso nei confronti degli altri Comuni pugliesi poichè ognuno di loro può dire di avere un dialetto a se stante, ma così avremmo avuto una sfilza di dialetti tanti quanti sono i comuni. Credo che sia cosa buona e giusta, inoltre, non fare solo ed esclusivamente riferimento alle fonti scritte ma piuttosto alle testimonianze dirette degli utenti. A volte gli autori nostrani, pur di fare la figura del sapiente, dicono cose non esatte e quindi ci ritroviamo con informazioni errate come, ad esempio, il fatto che il dialetto tarantino si estenda fino a Carosino; mai affermazione è stata più falsa. Credo che, invece, la testimonianza diretta sia più realistica e precisa di un testo scritto. Quindi affidiamoci a ciò che sentiamo per le nostre strade e non a ciò che leggiamo sui libri!

AleCervellera [06/02/09 - 9.43]

D'accordissimo sulla prima parte, in quanto compito dell'Enciclopedia è quella di classificare trovando quanto c'è in comune tra le cose e non diversificare per ogni piccola differenza. Ho, però, dei dubbi sulla seconda parte del tuo post. Meglio affidarsi a chi queste cose le studia... magari ci saranno degli autori non all'altezza, ma sicuramente possono essere vicini alla verità di me e di te. --Zappuddu dimmi tutto 09:54, 6 feb 2009 (CEST)[rispondi]


Si, ma quando leggo che in riferimento ad un libro di uno "studioso" il dialetto tarantino si parla anche a Carosino, mi si accappona un pò la pelle! Comunque, credo che così come è scritta ora la voce vada bene. Al massimo si può vedere di rifare le immagini... Ciao!

A me la voce, così come è stata sistemata, mi sembra completamente errata. Il dialetto di Martina Franca è di tipo barese e non ha nulla di transizione: solo perché Martina Franca appartiene alla Valle d'Itria non si possono scrivere fesserie sul dialetto del luogo. Al contrario il dialetto tarantino, pur essendo foneticamente pugliese, ha molti costrutti simili al salentino (basta leggere la voce Dialetto tarantino per farsene un'idea). Ma siccome Taranto non appartiene alla Valle d'Itria, allora lo avete spostato fuori dai dialetti di transizione. Proprio una bella pensata. Complimenti! --Mino71 (msg) 15:13, 13 feb 2009 (CEST)[rispondi]
Ho rimesso ordine nella voce "dialetti di transizione", i quali non si identificano affatto con la valle d'Itria. I dialetti di transizione sono il tarantino (su cui è scritta una voce esauriente a sé stante), l'ostunese (sul quale invito chi sa a scrivere qualcosa) e il cegliese, sul quale qualcosa è stato già scritto. Se quanto scritto sul cegliese appare eccessivo, allora che si crei una nuova voce "dialetto cegliese" alla quale rimandare, ma che non vada cancellato quanto scritto finora! --Mino71 (msg) 09:32, 16 feb 2009 (CEST)[rispondi]


Caro Mino, è ovvio che in giro c'è gente che cerca di tirare acqua al proprio mulino. Ora, suppongo tu sia di Ceglie e capisco la tua volontà da far risaltare la tua lingua ma, come detto prima, non possiamo fare così altrimenti ogni comune, se non ogni frazione, potrebbe fare altrettanto ed avere la sua voce a riguardo. Tanto per iniziare il dialetto tarantino non è un dialetto di transizione ma, come è giustamente scritto, un dialetto a se stante e ben circoscritto e non "transita" dal barese al salentino! Ostunese e cegliese non si può negare abbiano evidenti punti in comune col brindisino pertanto non capisco la tua volontà di metterli in evidenza come a se. La citazione di autori è inutile, altrimenti dovremmo metterci almeno metà dei professori ed insegnanti attualmente di ruolo della Puglia nonchè quelli del passato. Se proprio vuoi tenerti il tuo cegliese fallo, ma allora facciamo anche una voce per Cisternino, Francavilla Fontana, Fragagnano, San Marzano di San Giuseppe e tutti i restanti comuni della Puglia. Voglio vedere come organizziamo il tutto poi! Ma soprattutto deve essere spostata la voce del dialetto tarantino dal paragrafo "dialetti di transizione" al paragrafo "dialetti salentini" in cui propongo di inserire una voce per il brindisino che è effettivamente diverso dal leccese. AleCervellera 17:13, 17 feb 2009 (CEST)[rispondi]

Caro AleCervellera, anzitutto non sono di Ceglie e parlo sulla base di quello che ho letto e so sull'argomento e non per campanilismo. Gli studi sul salentino sono abbastanza noti: i dialetti che tutti i linguisti riconducono al salentino vanno da San Giorgio Ionico - Grottaglie - Francavilla Fontana - San Vito dei Normanni in giù. Allo stesso modo, tutti i linguisti riconducono alla famiglia dei dialetti meridionali (pugliesi) i dialetti parlati da Taranto - Villa Castelli - San Michele Salentino - Ostuni in su. L'operazione che qui si è cercato di fare, è evidenziare come alcuni di questi dialetti (quelli più vicini alla linea di confine, se da un punto di vista fonetico sono senz'altro pugliesi, dal punto di vista della morfologia e della sintassi sono molto più vicini al salentino. Questi dialetti che foneticamente sono vicini al "barese" e sintatticamente al "leccese" sono i dialetti parlati a Taranto (e paraggi), a Ceglie (e paraggi) e a Ostuni. Per questi dialetti in qualche modo ibridi abbiamo introdotto una classificazione nuova: "dialetti di transizione". Se a te questa cosa non va bene, allora discutiamone. Ma discutiamone sulla base di studi di esperti e sulla base di cognizioni linguistiche, non a casaccio come fai tu che ti ostini a inserire il tarantino fra i dialetti meridionali estremi dimostrando in questo modo che le tue conoscenze linguistiche sono quantomeno fantasiose. Bene fa Zappuddu a stigmatizzare la questione. --Mino71 (msg) 10:32, 18 feb 2009 (CET)[rispondi]
per quanto riguarda la citazione di un poeta cegliese, è utile per dare un'idea del dialetto. Si può fare altrettanto per altri dialetti menzionati, e qualcosa di simile esiste già per il salentino. Ma se proprio non ti piace, sono d'accordo a togliere quel riferimento --Mino71 (msg) 10:50, 18 feb 2009 (CET)[rispondi]

I dialetti di transizione[modifica wikitesto]

Io personalmente non metterei il dialetto tarantino nei meridionali estremi. Per favore, mi citate qualche studio, ricerca o libro? Grazie --Zappuddu dimmi tutto 19:34, 17 feb 2009 (CET)[rispondi]

Io sono di San Vito dei Normanni, quindi conosco bene le differenze a cui si accenna sopra. Io specificherei che, da un punto di vista linguistico, le famiglie sono due (meridionali e meridionali estremi). Nella sezione "Dialetti di transazione", nella quale ci metterei alla grande il cegliese e l'ostunese (ma anche il dialetto di San Giorgio Ionico in realtà), direi che si tratta di un gruppo di dialetti di dubbia attribuzione con le caratteristiche che sappiamo. Unico dubbio è il dialetto tarantino che in alcuni studi è considerato meridionale (come il barese e il foggiano, pur essendo molto diverso da essi). --Zappuddu dimmi tutto 11:39, 18 feb 2009 (CET)[rispondi]

Sono quasi d'accordo con te.
La grande differenza su cui i linguisti si basano per distinguere i dialetti meridionali dai dialetti meridionali estremi sta nella chiara pronuncia delle vocali finali nel Salento di fronte alla pronuncia oscurata in "e" a nord di una linea che approssimativamente congiunge Carovigno a oriente e Palagiano a occidente. Inoltre "nel Salento si parte da un sistema di vocali di tipo analogo a quello siciliano" (che manca nel resto della Puglia). Infine nel salentino c'è la mancanza di metafonia nella sua forma classica condizionata dalla -ù finale in casi in cui essa è invece, nell'Italia centro-meridionale, caratteristica.
Nel campo delle consonanti, il Salento mostra la sua singolarità attraverso la sopravvivenza dei gruppi nd o mb (che nel resto della Puglia sono stati travolti nella soluzione sannitica generalizzata in tutta l'Italia centro-meridionale, ma non in Toscana) secondo il rapporto di quanne (pugliese) e quandu (salentino). Di nuovo radici nel Salento hanno soluzioni arieggianti alle siciliane come il passaggio da -ll- a -dd- cacuminale; analogamente il passaggio del gruppo stru a sciu, come in mesciu, fenescia « maestro » « finestra » a Lecce.
Insomma per tutti questi motivi sopra esposti i linguisti (che guardano soprattutto alla pronuncia delle vocali e delle consonanti) considerano pugliesi (e non salentini) i dialetti di Taranto Ostuni Ceglie. Per cui se vogliamo attenerci ai linguisti facciamo così anche noi e AMEN!
Se però vogliamo evidenziare che i dialetti di Taranto Ceglie e Ostuni costruiscono le frasi secondo costrutti simili più al salentino che al barese (costruzione morfosintattica), allora si poteva introdurre una categoria che sta in mezzo fra le due grandi famiglie. Ma ripeto solo per la costruzione sintattica (presenza di ku e ka, verbo spesso in finale di parola, ecc.), non certo per la fonetica (Taranto non ha un sistema vocalico siciliano, tende a far sparire l'ultima lettera della parola in una "e" indistinta, ecc. ecc.: insomma a Taranto non si ha una fonetica di tipo salentino, ma di tipo pugliese). --Mino71 (msg) 14:48, 18 feb 2009 (CET)[rispondi]
Per dimostrare che quanto scritto sopra non me lo sono inventato, ecco alcune mie fonti: 1 - 2 - 3

Sapiti ce vi dicu? Faciti comu vuliti! Vi fissati ca li cosi onna sta scritti a 'ncuna vanna, ma iu sacciu ca ci mettu cu parlunu nu baresi, nu tarantinu e nu leccesi no ci si capiscunu. Io vi posso dire che a Taranto maestro si dice meastr e nella provincia tranne Sava, Manduria e Avetrana, dove effettivamente si dice mesciu, si traduce grosso modo con maestru. Tirate le vostre conseguenze. Io mi tiro fuori visto che qui si vuole fare il riassunto di studi fatti da altri senza invece affacciarsi dalla finestra e vedere come parla la gente nel reale. A questo punto il contributo degli utenti è inutile, basta che uno si prende l'encarta o la rteccani e ci faccia il riassunto. ADIOS!!! (che non è pugliese ndr) -- AleCervellera 16:06, 18 feb 2009 (CEST)[rispondi]

Be', mi sa che sai male. A Taranto "maestro" si dice mèste. Ad ogni modo non capisco tutta questa foga di classificare a tutti i costi il dialetto tarantino. Se già nella voce c'è scritto che è di dubbia classificazione, perché non lasciarlo scritto anche qua? Credete che a qualcuno freghi qualcosa? No di certo. Per ora le certezze non ci sono ed è giusto specificare questa cosa. Se poi un giorno gli studi e le ricerche andranno avanti, allora si vedrà! Ma mo basta co' 'sta storia! Beren85 (msg) 12:38, 19 feb 2009 (CET)[rispondi]
Il contributo degli utenti è sempre benvenuto, ma non può prescindere o addirittura contraddire (senza dare le opportune motivazioni) gli studi e le ricerche di chi queste cose le studia e vi dedica anni della propria vita. Nel nostro caso, gli studi ci dicono che il salentino (o i dialetti salentini, se preferite) stanno regredendo rispetto al pugliese che invece è in espansione. Una volta a Taranto i suoni erano molto simili al salentino, ora non più. E oggi molte zone al confine dell'isoglossa stanno man mano acquisendo caratteristiche pugliesi abbandonando il salentino. Gli effetti si stanno iniziando a vedere per esempio a San Giorgio Ionico e Grottaglie (per l'influenza del tarantino) o a Carovigno (per l'influenza dell'ostunese). Un giorno il salentino non esisterà più e questa voce sarà senz'altro più facile da scrivere. --Mino71 (msg) 10:30, 19 feb 2009 (CET)[rispondi]
Mino, molto interessante questo spunto. Se volessi approfondirlo dove trovo tali tesi? --Zappuddu dimmi tutto 12:57, 19 feb 2009 (CET)[rispondi]
Sta tte preoccupi ku nu diventi barese? :) Scherzi a parte, non ricordo dove ho letto questa cosa (mi pare fosse un articolo sulla storia del dialetto di taranto, il quale citava varie fonti a riguardo. Il fatto è che mi capita spesso di leggere cose sui nostri dialetti, ma non mi annoto mai le fonti... Comunque di questa cosa della regressione del salentino ne avevo parlato anche qui più di un anno fa. --Mino71 (msg) 13:58, 19 feb 2009 (CET)[rispondi]
O mamma sine, cu no sia nu giurnu pigghia e parlu barese... comunque la differenza con alcuni comuni a nord è incredibile, e questa cosa mi affascina. Su Taranto sapevo che ci sono modi diversi di parlare tra generazioni e tra quartieri diversi, insomma questa città è proprio speciale e unica da un punto di vista linguistico --Zappuddu dimmi tutto 17:46, 19 feb 2009 (CET)[rispondi]
date un'cchiata a questo video http://www.tgnuestre.com/oggi.php e ditemi se il tarantino è di transizione come l'ostunese o è un dialetto a se stante...


Poggio Imperiale (Tarranòve)[modifica wikitesto]

Io credo che una categoria a parte vada fatta almeno per il dialetto di Poggio Imperiale (U' Tanrnués) perché il modo di pronunciare le vocali è più vicino al napoletano ke al pugliese vero e proprio ed essendo quella una terra "giovane" perchè fondata solo 2 secoli fa da famiglie del Principato Ultra, che corrisp. alle prov, di BEnevento e Avellino, per cui penso ke le origini del dialetto in questione sono da ricercare li', ma poi v'è stata inevitabile una mescolanza con gli idiomi locali....

Tarantino: facciamo un po' di chiarezza?[modifica wikitesto]

Non voglio scrivere di nuovo un trattato sull'argomento (chi ha seguito i miei studi sa già le varie pagine dove può trovare tali riferimenti) ma mi limiterò a chiedervi perché fate tanta fatica a capire il perché il dialetto parlato a Taranto sia di dubbia origine salentina.

Lasciando stare la parte geografica che, sappiamo tutti (o almeno lo spero) ci insegna che il salento era la Terra d'Otranto (territorio che comprendeva un'area che, non solo abbracciava la provincia di Taranto, ma si spingeva fino ai confini della Basilicata e della provincia di Bari) e non una zona limitata da (com'è che era?) "una linea che passa al di sotto delle città di Taranto, Ostuni e Ceglie" (cos'è, qualcuno si è preso la briga di tracciare una linea retta nel terreno con bastone di legno? Leggere certe cose lascia la gente alquanto perplessa, ve lo assicuro), vorrei portare la vostra attenzione quello scritto da Mino71. Tale utente, e in diverse parti anche altri, hanno più volte parlato di come TUTTI GLI STUDIOSI, TUTTI I RICERCATORI e via dicendo, classificassero il dialetto tarantino tra i dialetti meridionali. Ebbene, voglio ricordare l'esistenza di un piccolo libro chiamato "Vocabolario dei dialetti salentini" scritto da un tizio di nome Gerhard Rohlfs che, guarda un po', è soltano il più illustre filologo nonché dialettologo italiano (dove per italiano si intende lo studio sui dialetti d'Italia). Mica pizza e fichi. Forse certa gente non sa neanche che tutta quella massa di grandi studiosi e ricercatori che ha nominato - e neanche per sommi capi mi pare - si basano sugli studi del signor Rohlfs. Spero vivamente che qualcuno non voglia mettere in discussione l'autorità di tale figura perché sarebbe come iniziare a polemizzare sulla veridicità della figura di Dante in rapporto alla lingua italiana, prima volgare, e poi moderna.

Inoltre vorrei riprendere quanto detto sempre dall'utente Mono71 che ha scritto "Nel nostro caso, gli studi ci dicono che il salentino (o i dialetti salentini, se preferite) stanno regredendo rispetto al pugliese che invece è in espansione. Una volta a Taranto i suoni erano molto simili al salentino, ora non più". Tutto ciò è assolutamente vero. Per chi storce ancora il naso al pensiero che il dialetto tarantino possa essere un dialetto salentino, dico solo che fino a un secolo fa a Tardə sə parlava 'nu dialettu ca avira parere simile a quistu ca stochə a parlə ìə monə. Ed ancora lu sciorgə, e prima ancora era oziti San Giuanni e non durmiri.... Dovrei avere da qualche parte tutti gli appunti di libri storici letti in bliblioteca comunale, non fatemeli cercare ora, ma sappiate che è tutto documentabilissimo. Di quello studio ricordo così per sommi capi che il cambio fonetico dell'area di Taranto si ebbe per le grandi immigrazioni ecc. ecc. che portarono ad un'accelerazione del processo di defonetizzazione salentina specialmente dagli anni '60 col boom industriale ecc. ecc. e che in seguito portò dapprima all'effievolimento delle sillabe che seguivano parti del discorso dominate da apertura larga per mantenere inzialmente un fonetismo salentino in tutte le sillabe seguenti parti del discorso ancora con fonetica salentina (quistu, lu, accussì, ecc). In seguito si ebbe la perdita che sillaba finale nell'infito dei verbi (cosa che abbiamo sempre mantenuto fino a pochissimi decenni fa e che oggi è tratto tipico dei dialetti meridionali) e per ultimi perdemmo e affievolimmo le ultime parti del discorso lu -> 'u, quistu -> 'stu ecc. Insomma è uno studio complesso ma affascinante che ci fa capire molto bene come a Taranto sia una città linguisticamente viva.

Il succo del discorso è che non si può classificare un dialetto solo su base fonetica. E' assurdo. E' come se volessimo dire che i tedeschi che pruninciano la -g come [ç] in fine di parola siano diversi da quelli che non lo fanno. La verità è che il dialetto taranto è palesemente un dialetto salentino per storia, lessico, sintassi e grammatica ma che per ragione di naturale evoluzione linguistica ha mutato UNA SOLA PARTE di sé (cioè la fonetica) verso un sistema chiuso tipico di altri dialetti. Personalmente capisco più un leccese o un brindisino quando parlano che non un barese, almenoché non legga ciò che dice per iscritto. Non sto dicendo che dobbiamo, senza ombra di dubbio, insirere il dialetto tarantino tra i dialetti salentini, ma almeno lasciatelo come dialetto ancora in fase di studio poiché è davvero un caso affascinante e particolare. Il che è vero. Ma metterlo tra i dialetti di transizione... dio mio, non si può! Come qualcuno ha giustamente detto, non esiste che il tarantino sia il passaggio dal barese o peggio ancora dal lucano al salentino. Ma vi pare?

In ultimo vorrei spendere due parole sulla questione Statte e Talsano. Perché dite che a Statte si parla una variante del tarantino? Statte è comune solo dal 1993 altrimenti è sempre stato parte della città di Taranto dove si parlava e si parla tutt'ora il tarantino (e i tarantini sanno bene che quelli statte sono più sguaiati di quelli dei tamburi - senza offendere nessuno - o di tramontone). Non mi risulta che esiste un dialetto proprio di Statte. Talsano: ma perché leggo qua e là di Talsano come se fosse un comune a sé stante? Talsano è solo UN QUARTIERE di Taranto dove si parla lo stesso dialetto, con un accento vagamente diverso, ma questa è una peculiarità della città di Taranto. Ogni generazione ed ogni quartiere ha sempre qualcosa di diverso. Cioè, ho addirittura letto qui nella voce il tarantino a sud influenza significativamente il dialetto di Talsano. Ma stiamo scherzando? --Beren85 (msg) 12:19, 11 mag 2012 (CEST)[rispondi]

Ma perché persone poco competenti si permettono di dire tali assurdità?[modifica wikitesto]

Il fasanese è simile al brindisino, il martinese al tarantino, ma che state dicendo? ma ce stéte a disce? I dialetti del sud-est barese, della valle d'Itria, del nord-ovest tarantino e della Murgia in generale sono tutti molto simili tra loro e intellegibili. Non a caso è il territorio con la più alta popolazione sparsa della Puglia e le genti di questi paesi si sono sempre influenzate tra loro. Non trovi nessuno del mio paese, Noci (BA), che non abbia genitori provenienti da altri comuni come Martina, Mottola, Alberobello, Putignano ecc...sono comuni davvero molto simili culturalmente e linguisticamente. Riesco a capire tutti i dialetti della zona. Posso parlare Alberobellese, martinese, monopolitano, gioiese, mottolese poiché alla fine le caratteristiche le conosco e sono molto simili. Il tarantino,poi, ha influenze salentine, ma è comunque molto affine ai dialetti del sud-est barese. Le province non tengono conto delle parlate locali. Dove abito io, in campagna, lungo un muretto a secco (u paréte) passava il confine tra la Terra di Bari e la Terra d'Otranto, ma tuttavia le genti al di là e al di quà del confine parlavano comunque lo stesso dialetto.

Su Wikipedia si riporta solo quello che affermano le fonti; l'esperienza personale dei singoli utenti purtroppo non può essere usata per modificare le voci, per cui se trovi delle fonti terze e attendibili che confermano quanto sostieni potrai tranquillamente modificare la voce con quelle informazioni. --Mandalorian Messaggi 17:41, 1 giu 2016 (CEST)[rispondi]

Dialetto Lucerino[modifica wikitesto]

Ho appena dovuto reinserire il "Dialetto Lucerino" dopo che, per l'ennesima volta, era stato eliminato da persone non iscritte nonostante la presenza di diverse fonti. Continuare a sostenere che si tratti di un sottogruppo del foggiano, è completamente falso. Storicamente parlando, il lucerino è nato prima del foggiano, dato che Lucera è una città molto più antica di Foggia, e comunque il dialetto, seppur con alcune affinità, è differente, come spiegano le fonti citate, in particolare il "Dizionario del Dialetto Lucerino" di Morlacco. --Sim85 (msg) 17:19, 2 lug 2016 (CEST)[rispondi]

La prima immagine che appare è da rivedere completamente, i comuni del Gargano fanno parte di un'altra subregione linguistica. I colori dell'immagine sono invece li stessi utilizzati per il dialetto foggiano, questo è l'errore. Seppur sia difficile parlare di un unico dialetto garganico, dal momento che da un comune all'altro si parla un dialetto diverso, occorre modificare. A Manfredonia e Monte Sant'Angelo, entrambe località del Gargano si parla un dialetto completamente differente dal foggiano. A Manfredonia è un dialetto molto influenzato dal garganico, dal dauno e dall'appulo. Le immagini sono molto approssimative.

  • Ha ragione. Ho modificato l'immagine dei dialetti dauno-appenninici, distinguendoli dai dialetti Garganici, di cui ho realizzato una propria immagine. Purtroppo non è semplice mappare linguisticamente il territorio. dato che la Daunia presenta diversi dialetti: ridurre il tutto al "foggiano" è completamente errato, anche perché il foggiano è più recente sia dei dialetti garganici e sia di quello lucerino, che ha influenze arabe e francesi. --Sim85 (msg) 17:52, 17 ott 2017 (CEST)[rispondi]

Dialetti garganici. Ma che razza di immagini caricate[modifica wikitesto]

Innanzitutto vorrei sapere su quali fonti bibliografiche vi basate quando parlate di apulo-foggiano sul Gargano. Poi, per favore, evitate di inserire immagini completamente errate sulla classificazione dei dialetti garganici. Il Gargano sud presenta maggiori affinità con i dialetti apuli in generale, quindi perché qualcuno si ostina a parlare di apulo-foggiano? Tralaltro i dialetti del Gargano meridionale (Monte Sant'Angelo e Mattinata), come scritto, hanno forti affinità con il dialetto apulo centrale. Evitiamo di dire cose sbagliateQuesto commento senza la firma utente è stato inserito da 93.43.182.185 (discussioni · contributi).

Sull'argomento è già in corso una discussione su Discussioni utente:Granatiero, anche se in effetti andrebbe trasferita qui--3knolls (msg) 14:26, 5 mag 2018 (CEST)[rispondi]

Mancano totalmente la sintassi e la morfologia[modifica wikitesto]

Allora prima di tutto sono felice di vedere che c'è stato un miglioramento in questa pagina. Noto però che è puramente fonetica. Ci vorrebbe qualcosa sulla sintassi e la morfologia. Io potrei fare la parte del Gargano. --Ophoryce (msg) 16:54, 3 lug 2023 (CEST)[rispondi]