Discussione:Battaglia di Parabiago

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Versione storica[modifica wikitesto]

La storia di questa battaglia non appare particolarmente fedele alla realtà storica. Nell'intenzione di migliorare la voce, ho preparato una nuova descrizione della battaglia, traendola dagli scritti storici di Simondo Sismondi. Ecco la bozza del testo:

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Azzone Visconti, immobilizzato da un attacco di gotta, affidò il comando delle truppe allo zio Luchino ViscontiLuchino. Il 15 febbraio l'armata viscontea, forte di 3000 cavalli e oltre 10.000 fanti, uscì da Milano e si diresse verso il nemico. La forte superiorità numerica della fanteria convinse Luchino a dividere l'esercito in due colonne. La prima, agli ordini di Giovanni dal Fiesco e Giovannello Visconti, pose il campo a Parabiago, mentre la seconda, comandata da Luchino Visconti, si posizionò nei pressi di Nerviano.

La battaglia che ne seguì, si svolse nell'arco di due giorni, in cinque diverse fasi:

  • Prima fase - Il primo scontro di Parabiago

Avuta notizia dell'improvvida divisione in due tronconi, Lodrisio decise di combatterli separatamente con l'intera sua forza. Nella notte fra il 19 e il 20 febbraio, la Compagnia di San Giorgio lasciò il campo di Legnano e attaccò il corpo di Parabiago, annientandolo completamente. La gran parte dei soldati milanesi furono uccisi o fatti prigionieri. Anche Giovanni dal Fiesco morì in combattimento. Vista la facilità con la quale aveva sbaragliato il nemico, il giorno successivo, Lodrisio decise di lasciare 400 cavalieri a Parabiago a guardia del bottino e dei prigionieri e dirigersi con il grosso delle forze verso Nerviano. Per tagliare la strada alla ritirata dell'esercito milanese, aveva anche inviato 700 cavalieri a presidiare le rive dell'Olona.

  • Seconda fase - La cattura di Luchino

All'alba del 21 febbraio i due schieramenti si fronteggiavano a Nerviano. Questa volta, mancando l'effetto sorpresa, l'azione della Compagnia di San Giorgio incontrò maggiori difficoltà, ma risultò egualmente efficace. Poco dopo mezzogiorno lo schieramento milanese venne sfondato e lo stesso Luchino fatto prigioniero. Ora non restava che mettere a tacere le ancora forti sacche di resistenza e inseguire i i reparti di fanteria che già avevano iniziata la fuga.

  • Terza fase - L'arrivo di Ettore da Panigo

Nel contempo, in forte ritardo, giungeva a Parabiago la compagnia di ventura capitanata dal bolognese Ettore da Panigo, forte di 700 cavalieri che si trovarono improvvisamente di fronte ai 400 lasciati da Lodrisio a guardia dei prigionieri. Il mancato schieramento dei cavalieri tedeschi e l'inferiorità numerica, fecero in modo che lo scontro si risolvesse velocemente in favore di Ettore. Quest'ultimo, avuta notizia degli avvenimenti e dello scontro in atto, si diresse venso Nerviano, seguito dai circa 1.500 fanti liberati.

  • Quarta fase - La vittoria di Nerviano

I soccorsi guidati da Ettore giunsero appena in tempo, prendendo alle spalle le truppe tedesche, ormai esauste per i combattimenti sostenuti e supportate da scarsa cavalleria. Le sorti furono in breve tempo ribaltate con la completa disfatta della Compagnia di San Giorgio, la cattura di Lodrisio e la liberazione di Luchino.

  • Quinta fase - L'ultimo scontro sull'Olona

Rinserrati i ranghi, l'esercito visconteo presa la via del rientro a Milano, con una folta colonna di prigionieri al seguito. Al passo dell'Olona, però, s'imbattè nei 700 cavalieri tedeschi, guidati da Rinaldo di Giver detto "Malerba", precedentemente inviati a presidiare il fiume. L'impatto fu durissimo e la resistenza dei cavalieri tedeschi ostinata, anche se l'enorme sproporzione delle forze in campo assegnò la vittoria ai milanesi, concludendo la serie scontri passati alla storia come battaglia di Parabiago.

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Per ora la posiziono qui e, se non sorgono obiezioni, provvederò ad inserirla e contestualizzarla. --Campera (msg) 11:57, 4 dic 2009 (CET)[rispondi]