Discussione:99 Cent II Diptychon

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Salve a tutti, ho cercato di fontare il più possibile la voce, essendo breve non volevo però essere troppo prolisso. In ogni modo chiedo se è il caso di togliere l'avviso, a mio parere si.
A tal proposito chiedo il parere di altri utenti "anziani" del progetto ;) [@ Fcarbonara][@ IlPasseggero]. Grazie. --Sanghino Scrivimi 01:12, 14 giu 2017 (CEST)[rispondi]

Caro Sangh, 24 ore (il tempo di ultimare alcune pratiche per una sopraggiunta urgenza "fuori programma") e rispondo al tuo invito. Sempre grato per il tuo attento lavoro nel progetto che ci accomuna, un caro saluto.--Fcarbonara (msg) 06:57, 14 giu 2017 (CEST)[rispondi]
[@ Sanghino] rispondo al tuo invito e ho modificato la voce. Dunque, innanzitutto il link al MoMa non ha senso di stare come nota al titolo, l'ho spostato come collegamento esterno. Poi noto che la frase "Il lavoro è stato modificato digitalmente per ridurre la prospettiva", in base alle fonti citate, è errata. Su Artsy viene invece affermato: "and color—effects he often heightens through digital manipulation", cioè "e il colore spesso viene saturato attraverso la manipolazione digitale". E ancora in seguito: "In the end I decided to digitalize the pictures and leave out elements that bothered me", cioè "Alla fine ho deciso di digitalizzare l'immagine per eliminare quegli elementi che mi infastidivano". Quindi si parla sì di manipolazione digitale, ma non atta a "ridurre la prospettiva". Modifico la frase di conseguenza. Per quanto riguarda il titolo, su MoMa viene chiamata "99 cent. 1999", su Artsy "99 cent, 1999". In entrambi i casi sembra che 99 cent stia per il titolo e 1999 per l'anno. In ogni caso il MoMa riporta il copyright al 2001, quindi il 1999 probabilmente è l'anno in cui è stata scattata. 99 Cent II Diptychon, invece viene riportato solo da The Telegraph. Qual è il vero titolo? Non dovrebbe far più fede il MoMa del Telefraph? In ogni caso mi sembra corretto mettere il titolo alternativo in grassetto dopo il primo titolo. A tal proposito: i titoli delle opere vanno sempre in corsivo, anche quando nell'incipit della voce (corsivo+grassetto). Infine: la sezione "Record" parla di una vendita da Sothesby's, ma la fonte indicata non riporta affatto questa informazione, dove viene invece affermato tutt'altro, cioè che è la quarta fotografia più costosa venduta al prezzo di $3,346,456. Con le modifiche apportate, OK, l'avviso F può essere rimosso. Tuttavia secondo me la voce è ancora uno stub, per cui rimuovo l'avviso F e aggiungo l'avviso S. --  Il Passeggero - amo sentirvi 08:34, 14 giu 2017 (CEST)[rispondi]
Rintroduco la nota al MoMa: giusto utilizzarla come fonte del titolo alternativo (era errata come nota al titolo 99 Cent II Diptychon, che non corrispondeva affatto a quanto riportato nella pagina). Attenzione quindi a come utilizziamo le fonti: devono accreditare le informazioni riportate nella voce, non far riferimento a tutt'altro. --  Il Passeggero - amo sentirvi 08:41, 14 giu 2017 (CEST)[rispondi]
Grazie [@ IlPasseggero] per le tue preziosissime osservazioni. Per quanto riguarda il record io avevo interpretato il fatto che quando effettivamente la foto fu battuta all'asta era la più costosa di sempre, le altre tre sono state battute successivamente. Insomma, era in quel momento la più costasa e poi è stata superata da altre. Fra l'altro osservando la classifica lo stesso autore ha anche l'attuale numero uno con altra opera. Rimango in "ascolto" anche della competenza di [@ Fcarbonara]. A presto e ancora grazie ad entrambi. Ps Avevo un po' diradato gli interventi sul progetto, mi ero incaponito nel ridurre le voci che presentavano errori nelle note (due mesi fa erano oltre 400, adesso sono meno di 60) ... qualcuno deve pur farlo questo lavoraccio ;) --Sanghino Scrivimi 10:17, 14 giu 2017 (CEST)[rispondi]
Incomincio col farvi notare che l' Enciclopedia Britannica ha una eccezionale voce biografica su Andreas Gursky, questa, per me è stata una vera (e piacevole) sorpresa che dimostra una aspetto fondamentale delle voci del nostro progetto fotografia: il "modello" di composizione della voce nella Britannica è un modello che noi già seguiamo regolarmente, infatti come la Britannica non riportiamo solo la biografia nuda e cruda del fotografo, ma scriviamo anche del suo stile, della sua tecnica fotografica, dei "filoni" delle fotografie realizzate che poi lo hanno contraddistinto nel tempo. Questo oltre a "confortare" noi, potrà servire come pietra di paragone per future voci anche in vista dei "parametri" da includere nei criteri per scrivere future biografie di fotografi meritevoli (facendo proprio riferimento al modello della Britannica su Gursky che poi se notate, ribadisco, è molto simile a quello dei vari Patellani, Garruba, Bavagnoli, Lucas, Cresci, Magliozzi e tanti altri).
Ciò detto prima di parlare della foto vera e propria (99 Cent II Diptychon), parliamo un attimo di Gursky. Fotografa la società postmoderna con particolare enfasi su alcuni aspetti del consumismo più altri diversi "semplici" temi. Stampa i suoi lavori in grandi formati con la caratteristica di includere quanti più particolari possibili nei suoi "panorama" con una definizione elevata dei particolari.
«le fotografie di Andreas Gursky mostrano panorami vasti ma precisi nel dettaglio in cui la presenza dell'uomo definisce spazi naturali e urbani. Gursky lavora esclusivamente con il colore [....] il punto di vista dell'osservatore è sempre a grande distanza, leggermente rialzato [....]. Le immagini si basano su una rigida strutturazione formale e su una composizione accuratamente bilanciata dei rapporti di colore, superficie e luce. In tal senso hanno una qualità spiccatamente pittorica - Carlolyn Forster, pag. 155 sulla scheda di Andreas Gursky su Fotografi A-Z di Hans-Michael Koetzle, Taschen, Colonia 2011 »
Snobba il B/N preferendolo al solo colore che elabora, manipola e satura, attenzione, per la prospettiva non si fa certo problemi pur di includere più elementi nelle sue immagini, è capace di usare non la tipica scala dei comuni mortali fotografi, ma addirittura gru ed elicotteri. Quindi certo che le sue prospettive sono assai "diverse" (vedi anche biografia della Britannica).
La foto 99 Cent II_Diptychon - Se osservate bene la foto qui titolata: 99 cent, 1999, oltre ad una saturazione del colore (senza dubbio innaturale) e la manipolazione del soffitto, la cosa che colpisce del discount "tutto a 99 centesimi" sono le persone poste su diversi piani nelle corsie ben visibili in parte nonostante gli scaffali, quindi vogliamo o no Gursky modifica la prospettiva. Attenzione però che stiamo parlando di un dittico, si tratta di due immagini "parallele" (simili per intenderci alle due della voce in inglese qui in modo da formane una (quindi anche qui una elaborazione digitale, o più semplicemente ha usato una lunga scala ed ha scattato "dal di sopra" gli scaffali posti "di sotto" tanto da ottenerne una panoramica con le persone ben visibili fra gli stessi scaffali? Una cosa certissima, a mio avviso, se la foto non è stata fatta dall'aggiunta di due foto "parallele" è che non ha scattato avendo i piedi all'altezza del pavimento, non avrebbe colto le persone fra gli scaffali (a parte le prime nelle corsie più vicine) che sembrano "colte" con una esplorazione fotografica fatta "dal di sopra" quelle teste, cosa che il fotografo tedesco fa regolarmente per i suoi "panorama". Tanto per fare un esempio una foto come questa anche se pesantemente elaborata con colori innaturali che non sono della Stazione Centrale di Milano (interessante comunque) è stata ripresa ad altezza d'uomo visto che la prospettiva non è stata cambiata, infatti non ho i particolari p.e. del di dietro le biglietterie automatiche (cosa che se p.e. il fotografo avesse usato una lunga scala e fatta la ripresa dall'alto, sarebbero stati gradualmente sempre più visibili in funzione di quanto "più alto" sarebbe stata il punto della ripresa).
Cambiando tema, un suggerimento: A mio avviso impantanarsi in voce, nella "classifica delle foto più costose" può crearci "problemi", meglio dedicare una voce nuova e a parte (p.e. Le foto più costose al mondo) che potrebbe essere aggiornata volta per volta citando tutti gli elementi riguardanti quelle foto e anche le controversie sulle classifiche. Sanghino aveva fatto bene, a mio avviso a "cristalizzare" il prezzo della foto 99 Cent II, Diptychon, definendola più costosa ma nell'anno specifico della vendita (Sotheby, il 7 febbraio del 2007). Se in voce "aggiorniamo" la classifica ad oggi, qualcuno potrebbe chiederci perchè è definita la quarta più costosa (come riportato ora in voce)? Non dovrebbe essere la sesta, se si considera attendibile (per il Guardian lo è vedi qui anche se poi critica la foto e la fotografia che possa essere considerata arte, per fortuna c'è qualcuno che non ha ancora gli occhi foderati di prosciutto .....) la vendita di Peter Lik per 6.5 milioni di dollari con il suo Phantom (1° posto); quella sempre di Andreas Gursky per 4.3 milioni di dollari di Rhein II (2° posto); Cindy Sherman con 3.9 milioni di dollari per Untitled #96 (3° posto); Gilbert & George per 3.7 milioni di dollari per For Her Majesty (4° posto); Jeff Wall con 3.7 milioni di dollari per Dead Troops Talk (5° posto); Richard Prince con 3.4 milioni di dollari conUntitled (Cowboy), per giungere appunto a Andreas Gursky con 3.3 milioni di dollari di 99 Cent II, Diptychon (6° posto). E in tutti i casi se considerassimo quella di Lik "dubbia" (alcuni mettono in dubbio la vendita perché non si conosce il compratore, che come potete immaginare può significare tutto o niente) non dovrebbe essere la quinta della classifica? Capite cosa voglio dire? Ci conviene impantanarci in un dato che per l'epoca era rilevante ma ora è diventato davvero anacronistico'? Ribadisco, se proprio vogliamo, sarebbe più appropriato creare una voce nuova sulla classifica delle foto più costose citando tutti i particolari (p.e. anche Lik e i dubbi sulla sua vendita). --Fcarbonara (msg) 22:42, 15 giu 2017 (CEST)[rispondi]