Disastro di Kaprun

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Disastro di Kaprun
Memoriale del disastro
Data11 novembre 2000
9:00 circa (UTC+1)
LuogoKaprun
StatoBandiera dell'Austria Austria
Land Salisburghese
DistrettoZell am See
Coordinate47°13′32.26″N 12°43′14.67″E / 47.225628°N 12.720742°E47.225628; 12.720742
Causaincendio del termoventilatore
Conseguenze
Morti155
Sopravvissuti12

Il disastro di Kaprun (in tedesco: Brandkatastrophe der Kaprun) è stato un incidente provocato da un incendio verificatosi nel tunnel della funicolare 2 sul Kitzsteinhorn, in Austria.

L'incidente ha provocato 155 morti.[1]

Antefatto[modifica | modifica wikitesto]

Gletscherbahn Kaprun 2 era il nome del people mover-funicolare che dal comune salisburghese di Kaprun conduceva presso il ghiacciaio del monte Kitzsteinhorn (Alti Tauri). Aperto nel 1974 e rinnovato nel 1993, il tracciato ferroviario era lungo 3 900 metri (di cui 3 300 in una galleria) con uno scartamento di 946 mm. I veicoli attraversavano la galleria alla velocità di 25 km/h con un'inclinazione di 30°.

La tratta era a binario unico, ma le vetture potevano sorpassarsi a metà strada grazie ad una sezione apposita a doppio binario.

Il disastro[modifica | modifica wikitesto]

Alle 9 (UTC+1) dell'11 novembre 2000, una vettura con a bordo 161 passeggeri e un addetto iniziò la salita verso il monte. Poco dopo la partenza il termoventilatore della vettura, posto nella coda del treno, prese fuoco a causa di un malfunzionamento che ne aveva provocato il surriscaldamento. In poco tempo le fiamme raggiunsero il fluido idraulico del sistema frenante, bloccando il treno dentro la galleria ad una profondità di 600 metri.[2] La perdita di fluido causò a sua volta una perdita di pressione che rese impossibile l'apertura automatica delle porte dei quattro vagoni del treno. Il macchinista, resosi conto dell'incendio, contattò il centro di controllo e tentò invano di aprire le porte automatiche. Il fuoco tuttavia distrusse il cavo che attraversava il tracciato ferroviario, causando un totale blackout nel resort soprastante e lungo la ferrovia.

Quando i passeggeri si resero conto dell'incendio tentarono di distruggere i vetri (in metacrilato e pertanto progettati appositamente per resistere agli impatti); solo dodici di loro, nella parte terminale del treno, riuscirono nell'impresa, fuggendo lungo il tracciato del treno. La maggior parte degli altri occupanti del treno perse conoscenza, ma il macchinista riuscì ad attivare l'apertura manuale delle porte, consentendo la fuga ai passeggeri rimasti coscienti. Il tunnel si trasformò rapidamente in un altoforno, investendo i passeggeri in fuga con fumi tossici e asfissiandoli. Anche il conduttore e l'unico passeggero del secondo treno in discesa morirono asfissiati nel tunnel.

Il fumo e le fiamme continuarono a salire, raggiungendo il rifugio posto a stazione di testa del people mover e allertando due dipendenti che, dopo aver avvertito impiegati ed ospiti, fuggirono da una porta di emergenza. L'apertura di quella porta favorì una più rapida invasione del rifugio da parte del fumo. Quattro persone rimasero intrappolate e solamente una di queste fu salvata dai vigili del fuoco sopraggiunti nel frattempo.

Vittime[modifica | modifica wikitesto]

Delle 155 vittime, 150 erano passeggeri del treno che stava salendo verso il monte, mentre 2 erano passeggeri del treno in discesa e gli ultimi 3 erano rimasti intrappolati nel rifugio.

Tra le vittime figura la diciannovenne Sandra Schmitt, campionessa di sci acrobatico.[3]

Nazionalità[4] Morti
Bandiera dell'Austria Austria 92
Bandiera della Germania Germania 37
Bandiera del Giappone Giappone 10
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 8
Bandiera della Slovenia Slovenia 4
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi 2
Bandiera del Regno Unito Regno Unito 1
Bandiera della Rep. Ceca Rep. Ceca 1
Totale[5] 155

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Court Acquits Cable Car Suspects, in Deutsche Welle, 14 febbraio 2004. URL consultato il 28 giugno 2019.
  2. ^ (EN) Alpine inferno suspects acquitted, in CNN, 19 febbraio 2004. URL consultato il 28 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2004).
  3. ^ (EN) The Guardian (a cura di), Obituary: Sandra Schmitt, su guardian.co.uk, 17 novembre 2000. URL consultato il 28 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2012).
  4. ^ (EN) Flashback: Kaprun ski train fire, in BBC News, 19 febbraio 2004. URL consultato il 28 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2009).
  5. ^ (DE) Lilli Zeilinger, Kaprun-Katastrophe: Ex-Anklägerin bricht das Schweigen nach Urteil, in Salzburg 24, 17 febbraio 2014. URL consultato il 28 giugno 2019.

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