Diocesi di Nepte

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Nepte
Sede vescovile titolare
Dioecesis Neptensis
Chiesa latina
Vescovo titolareFrancisco Javier Martínez Castillo
Istituita1933
StatoTunisia
Diocesi soppressa di Nepte
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Nepte (in latino Dioecesis Neptensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nepte, identificabile con Nefta nell'odierna Tunisia, è un'antica sede episcopale della provincia romana di Bizacena.

Sono due i vescovi attribuiti a Nepte. Alla conferenza di Cartagine del 411, che vide riuniti assieme i vescovi cattolici e donatisti dell'Africa romana, fu presente il donatista Quodvultdeus; la sede in quell'occasione non aveva un vescovo cattolico.[1] In alcuni manoscritti, invece di Neptitanus si trova Nebbitanus, cosa che induce Toulotte e Mesnage ad attribuire questo vescovo alla diocesi di Nebbi.

Il vescovo san Lieto subì il martirio durante la persecuzione del re vandalo Unerico, «arso sul rogo» come ricorda il Martirologio Romano alla data del 6 settembre.[2] Il nome di Lieto figura al 14º posto nella lista dei vescovi della Bizacena convocati a Cartagine dal re vandalo Unerico nel 484; Lieto tuttavia non poté presentarsi, perché fu incarcerato e nel mese di settembre di quell'anno morì bruciato vivo.[3]

Dal 1933 Nepte è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 16 ottobre 2023 il vescovo titolare è Francisco Javier Martínez Castillo, vescovo ausiliare di Puebla de los Ángeles.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi residenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Quodvultdeus ? † (menzionato nel 411) (vescovo donatista)
  • San Lieto † (? - settembre 484 deceduto)

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 950, Quodvultdeus 7.
  2. ^ Martirologio Romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2004, p. 701.
  3. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 624, Laetus 2.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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