Diocesi di Amanzia

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Amanzia
Sede vescovile titolare
Dioecesis Amantiana
Patriarcato di Roma
Sede titolare di Amanzia
Resti della basilica paleocristiana di Amanzia, a sinistra
Arcivescovo titolarePaul Tschang In-nam
Istituita1933
StatoAlbania
Diocesi soppressa di Amanzia
Suffraganea diDurazzo
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Amanzia (in latino: Dioecesis Amantiana) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Amanzia, antica città greca nei pressi di Valona in Albania[1] è un'antica sede vescovile della provincia romana dell'Epirus Novus nella diocesi civile di Macedonia, suffraganea dell'arcidiocesi di Durazzo. Fino a metà circa dell'VIII secolo, tutte le sedi episcopali della prefettura dell'Illirico erano parte del patriarcato di Roma.

Si conosce un solo vescovo di questa antica diocesi, Eulalio, presente al concilio di Sardica attorno al 344 e che, aderendo al partito ariano, prese parte al concilio dissidente di Filippopoli. Secondo alcuni autori[2], questo vescovo sarebbe stato invece metropolita di Amasea. Non sono noti altri vescovi, probabilmente perché la diocesi scomparve in seguito alle invasioni barbariche del V secolo (Goti e Unni).

Dal 1933 Amanzia è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 19 ottobre 2002 l'arcivescovo, titolo personale, titolare è Paul Tschang In-nam, nunzio apostolico in Thailandia, Birmania e Cambogia e delegato apostolico in Laos.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi greci[modifica | modifica wikitesto]

  • Eulalio † (menzionato nel 344 circa)

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Halil Myrto (in Albania archeologica. Bibliografia sistematica dei centri antichi Archiviato il 3 dicembre 2013 in Internet Archive., Bari, 1998, pp. 5-9) identifica la città con l'attuale villaggio di Plloçë (Pliocia), 35 km a sud di Valona.
  2. ^ P. Feder, Studien zu Hilarius von Poitiers, Wien, 1911, tomo II, pp. 71-72.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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