Diego Aramburo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Diego Aramburo, all'anagrafe Diego Aramburo Jordán (Cochabamba, 8 settembre 1971), è una regista teatrale, drammaturga e attrice teatrale boliviana, fondatrice e direttrice della compagnia Kiknteatr, vincitrice di 10 Peter Travesí National Theatre Awards, oltre ad aver ricevuto diversi riconoscimenti nel suo paese e all'estero.

Il suo teatro è stato caratterizzato da uno stile contemporaneo, in cui si mescolano arti performative e visive. Aramburo ha trascorso gran parte della sua carriera all'estero, essendo spesso invitata a dirigere teatri e compagnie indipendenti in vari paesi delle Americhe e dell’Europa.

Nel maggio del 2018, l'artista ha effettuato ufficialmente il suo cambio di identità di genere a femmina, in un atto che ha suscitato un intenso dibattito pubblico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia di un architetto, Diego Aramburo è nata l'8 settembre del 1971 a Cochabamba, la città dove ha iniziato la sua carriera di attrice all'età di 17 anni.[1][2] Ha svolto studi in Brasile, Spagna, Francia, Canada e Stati Uniti, e apprendistati con maestri quali Jerzy Grotowski, Declan Donnellan, Yoshi Oida, José Sanchis Sinisterra, Mauricio Kartun e Rafael Spregelburd. Aramburo è diventata rapidamente una nota e controversa regista a Cochabamba. Nel 1996 ha fondato il Kíkinteatro – poi abbreviato in Kiknteatr – il cui nome deriva dalle parole kíkin ("simile a", in lingue quechua) e teatro ("teatro", in spagnolo).[1][3] Il suo primo spettacolo con la compagnia è stato Tres fases de la luna, per il quale ha vinto il suo primo premio teatrale nazionale Peter Travesí.[4]

Le sue opere successive, Feroz, Amataramarta e Ese cuento del amor (scritto con Claudia Eid), hanno rapidamente reso Aramburo la regista più premiata in Bolivia e le hanno procurato inviti a festival in altri paesi.[1] Sebbene fin dall'inizio il Kiknteatr abbia optato per una propria drammaturgia, ha messo in scena anche produzioni di altri autori, come Tierra (2003) del drammaturgo francese Hubert Colas, 4.48 Psychosis (2004) di Sarah Kane e Happy Days (2007) di Samuel Beckett.[3]

Nel 2004, Aramburo ha scritto e diretto una delle sue commedie più famose, Crudo, con interpretazioni di Pati García, Jorge Alaniz, Alejandro Marañón, Lía Michel e Daniel Larrazábal.[5] García, Alaniz, Marañón e Michel hanno recitato in molti spettacoli di Aramburo. Altre opere degne di nota nella storia della compagnia sono state Transparente (2009), Romeo y Julieta de Aramburo (2013) e la Trilogia boliviana, che comprende Ukhupacha, Morales e Hejarei (2014-2015).

In contemporanea al suo lavoro in Bolivia, Aramburo è stata invitata a dirigere spettacoli in Canada, Argentina, Ecuador, Repubblica Dominicana, Francia e Romania. Negli ultimi anni, le sue produzioni sono state scelte anche per esibirsi in festival in Brasile, Cile, Colombia, Cuba, Venezuela, Spagna ed Estonia. Le sue opere Feroz, Ese Cuento del Amor e Fragmentos Líquidos sono state messe in scena all'estero.[6]

Le sue opere hanno ottenuto quasi 30 premi internazionali e nazionali, tra cui due medaglie d'onore assegnate dal governo boliviano, premi alla carriera dal Festival internazionale del teatro di Santa Cruz de la Sierra e dal Festival del teatro nazionale Bertolt Brecht e la sua nomina a docente di Teatro latinoamericano in Colombia.[6][7][8][9]

Cambio di identità di genere[modifica | modifica wikitesto]

Nel maggio 2018, Diego Aramburo è stata legalmente riconosciuta come donna secondo la legge boliviana 807 sull'identità di genere.[10] Secondo l'artista – che non ha apportato modifiche al suo corpo o al suo nome – la misura è stata adottata come “un modo per combattere la rigida eteronormalizzazione della società boliviana” e “rompere le barriere culturali intorno all'identità di genere”.[11] Il processo che l'artista ha attraversato per legalizzare la sua nuova identità è stato documentato in Genero (2018), un’estesa opera d’arte realizzata in collaborazione con Ecuador e Brasile e con l'aiuto di Iberescena. Sebbene abbia ricevuto il sostegno di vari personaggi legati alle arti, all'insegnamento e all'attivismo, Aramburo è stata anche oggetto di critiche per il suo atto, scatenando un intenso dibattito sull'argomento.[12][13]

Stile[modifica | modifica wikitesto]

Le opere di Diego Aramburo hanno luogo all'interno del teatro contemporaneo, con una forte influenza delle arti visive e performative, e un interesse ad alternare linguaggi diversi sul palco, utilizzando proiezioni audiovisive – spesso registrate in tempo reale – musica dal vivo ed esplorazione di nuove tecnologie. Considerata una regista innovativa e trasgressiva, soprattutto per i canoni del teatro boliviano – che rappresenta frequentemente nei festival internazionali, ma allontanandosi dall'idea di “Bolivianità” intesa come qualcosa di folcloristico, costumbrista o autoctono – Aramburo ha collezionato opere in cui è possibile identificare alcuni temi o preoccupazioni ricorrenti: la sessualità, l'identità, la discendenza, l'oscenità, la storia boliviana, i vizi e l'abuso di potere.[14]

Opere da regista (parziale)[modifica | modifica wikitesto]

  • 1997: Tres fases de la luna
  • 2003: Ese cuento del amor
  • 2003: Raspando la cruz
  • 2003: Tierra
  • 2004: 4.48 Psychosis
  • 2004: Amor de Dn. Perlimplín con Belisa en su jardín
  • 2004: Crudo
  • 2004: No hay cosa como callar
  • 2005: A los que no me pueden ver
  • 2005: Fábula del camaleón y la salamandra
  • 2005: Fragmentos líquidos
  • 2005: Gore
  • 2006: Kiknteatr cuenta Pinocchio
  • 2006: Pistolas verdes
  • 2006: Withorwithoutme
  • 2007: Happy Days
  • 2007: Romeo y Julieta
  • 2008: Ocho
  • 2009: King Kong Palace (Argentina)
  • 2009: La escala humana
  • 2009: Macbett (Canada)
  • 2009: Transparente
  • 2010: La librería
  • 2011: El preciso instante para no ser amado (Argentina)
  • 2011: Medea (Canada)
  • 2011: MedeaMaterial
  • 2011: Reflexión (performance)
  • 2011: Texto M
  • 2012: Aecceso
  • 2012: Hamlet de los Andes
  • 2012: Lisístrata (Ecuador)
  • 2013: Romeo y Julieta de Aramburo
  • 2014: 155 (y contando)
  • 2014: Blancanieves
  • 2014: Morales
  • 2015: Hamlet (Repubblica dominicana)
  • 2015: Hejarei
  • 2015: La santa cruz de Sade
  • 2015: Ukhupacha
  • 2016: La casa de la fuerza
  • 2017: Pornografía
  • 2017: Scufita Rosie (Romania)
  • 2018: Dios
  • 2018: Genero

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • 1998: Premio Teatro Nazionale Peter Travesí per Tres fases de la luna[1]
  • 2000: Premio Teatro Nazionale Peter Travesí per Feroz[4]
  • 2002: Premio Teatro Nazionale Peter Travesí per Amataramarta[1]
  • 2003: Premio Teatro Nazionale Peter Travesí per Ese cuento del amor[4]
  • 2004: Premio Teatro Nazionale Peter Travesí per 4.48 Psychosis[5]
  • 2004: Premio Teatro Nazionale Peter Travesí per Crudo[1]
  • 2007: Premio Nazionale Bertolt Brecht: miglior lavoro, regia e drammaturgia per Romeo y Julieta[6]
  • 2008: Premio Nazionale Bertolt Brecht: miglior lavoro, regia e scenografia per Happy Days
  • 2011: Featec Awards, Córdoba, Argentina: miglior lavoro, regia e drammaturgia per El preciso instante para no ser amado[15]
  • 2013: Governo della Bolivia: Medaglia d'Onore al Merito[7]
  • 2013: Festival Internazionale del Teatro di Santa Cruz de la Sierra: Premio alla carriera[16]
  • 2013: Festival Nazionale Bertolt Brecht: Premio alla carriera[17]
  • 2013: Premio Teatro Nazionale Peter Travesí per Aecceso[18]
  • 2014: World Theatre Awards, Argentina: Premio per la migliore produzione straniera per Hamlet de los Andes [19]
  • 2015: Premio Teatro Nazionale Peter Travesí per Morales[20]
  • 2016: Premio Teatro Nazionale Peter Travesí per Ukhupacha[21]
  • 2017: Premio Plurinazionale Eduardo Abaroa per Morales[22]
  • 2018: Premio Teatro Nazionale Peter Travesí per Dios[4]
  • 2018: Premio Plurinazionale Eduardo Abaroa per Genero[23]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f (ES) Lola Proaño Gómez e Gustavo Geirola, ANTOLOGÍA DE TEATRO LATINOAMERICANO, vol. 2, 2016, pp. 7–9. URL consultato il 2 aprile 2023.
  2. ^ (ES) Diego Aramburo, inspiración y carácter en el teatro, in Diario Opinión, 28 marzo 2012. URL consultato il 24 marzo 2023.
  3. ^ a b (ES) Obra: Happy Days, su Santa Cruz de la Sierra International Theater Festival (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2020).
  4. ^ a b c d (ES) Teatro sucrense destaca en los escenarios del país, in Correo del Sur, 30 agosto 2018. URL consultato il 24 marzo 2023.
  5. ^ a b (ES) Kikin Teatro repone su obra “Crudo”, in Diario Opinión, 21 luglio 2010. URL consultato il 24 marzo 2023.
  6. ^ a b c (ES) Kikin Teatro gana premio Bertolt Brecht con obra “Romeo y Julieta”, in Diario Opinión, 17 dicembre 2007. URL consultato il 24 marzo 2023.
  7. ^ a b (ES) Diputados distinguen a 10 instituciones, in Diario Opinión, 11 settembre 2013. URL consultato il 24 marzo 2023.
  8. ^ (ES) Puño y Letra, Aramburo: “La democratización artístico cultural es una ilusión”, in Correo del Sur, 2 gennaio 2016. URL consultato il 18 aprile 2023.
  9. ^ (ES) Diego Aramburo, maestro del teatro latinoamerican, in Correo del Sur, 1º settembre 2013. URL consultato il 2 aprile 2023.
  10. ^ (ES) Jorge Soruco, La directora Diego Aramburo ya es mujer, in La Razón, La Paz, 1º settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2019).
  11. ^ (ES) Miguel Vargas, Diego Aramburo: 'Me siento y me describo en una situación de tránsito de género', in La Razón, La Paz, 4 maggio 2018 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2019).
  12. ^ (ES) Claudia Eid Asbùn, Diego Aramburo cuestiona el lenguaje teatral y la concepción social de género, in Los Tiempos, 6 maggio 2018. URL consultato il 2 aprile 2023.
  13. ^ (ES) Camila Felicio, 'Género': Debate necesario, in La Razón, La Paz, 20 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2018).
  14. ^ (ES) Sergio Marcio Palacios, Sexo, desnudos y obscenidad: el de Aramburo, ¿es un teatro porno?, su Aldea Cultural, Aldea Cultural, 13 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2018).
  15. ^ (ES) Las obras ganadoras del Fondo Estímulo, in La Voz, 24 agosto 2011. URL consultato il 2 aprile 2023.
  16. ^ (ES) Memoria de 11 días de tablas, in El Día, 29 aprile 2013. URL consultato il 2 aprile 2023.
  17. ^ (ES) Reconocen carrera teatral de Franck y Aramburo, in Los Tiempos, 13 dicembre 2013. URL consultato il 2 aprile 2023.
  18. ^ (ES) “Aecceso” y la aceptación del otro, in Los Tiempos, 1º ottobre 2013. URL consultato il 2 aprile 2023.
  19. ^ (ES) Patricia Cadena, Teatro de los Andes obtiene un galardón en Argentina, su eju.tv, 6 dicembre 2014. URL consultato il 2 aprile 2023.
  20. ^ (ES) Acaba un Peter Travesí deslucido por abandonos y deficiencias, in Diario Opinión, 28 settembre 2015. URL consultato il 2 aprile 2023.
  21. ^ (ES) "Ukhupacha" de Kiknteatr se lleva tres menciones especiales del Festival Peter Travesí 2016, in Diario Opinión, 30 settembre 2016. URL consultato il 2 aprile 2023.
  22. ^ (ES) Siete cochabambinos ganan el premio Abaroa, in Diario Opinión, 23 marzo 2017. URL consultato il 2 aprile 2023.
  23. ^ (ES) Cochabamba destaca en Premio Eduardo Abaroa, in Los Tiempos, 17 marzo 2018. URL consultato il 2 aprile 2023.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN90435680 · ISNI (EN0000 0000 6189 7668 · LCCN (ENn2009036720