Dibattito con i sadducei sulla risurrezione

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Il dibattito con i sadducei sulla risurrezione è un episodio della vita di Gesù riferito dai Vangeli sinottici.

Racconto evangelico[modifica | modifica wikitesto]

Mentre Gesù si trovava a Gerusalemme viene avvicinato da alcuni sadducei, che gli pongono un quesito a proposito della risurrezione. In base alla legge sul levirato, se un uomo moriva senza avere figli suo fratello doveva sposare la vedova. I sadducei, che non credevano nella risurrezione, sottopongono a Gesù il caso ipotetico di una famiglia composta da sette fratelli che sposano tutti la stessa donna senza avere avuto figli da lei e chiedono di quale uomo sarà la moglie nel giorno della risurrezione, dato che è stata sposata con tutti e sette. Gesù risponde che coloro che saranno giudicati degni della risurrezione e della vita futura non potranno più morire e perciò non prenderanno moglie né marito, perché saranno come gli angeli. Citando infine il Libro dell'Esodo,[1] Gesù conferma la realtà della risurrezione anche dal punto di vista dottrinale. Alcuni scribi lodano Gesù per avere parlato bene e i sadducei non osano più fargli domande.[2][3][4]

Interpretazione[modifica | modifica wikitesto]

All'epoca di Gesù c’era una concezione materialista del futuro regno messianico e della risurrezione, concepita come la rianimazione del cadavere e il ritorno ad una vita corporea piena di beatitudine. Gesù offre un’altra idea della risurrezione: sarà una nuova creazione e i nuovi corpi saranno diversi da quelli attuali, per cui non saranno più vulnerabili e mortali. Dato che i risorti non moriranno più, non ci sarà più bisogno della procreazione e dell'attività sessuale e quindi non ci saranno più né mogli né mariti. Gesù conferma inoltre l’idea della risurrezione anche dal punto di vista dottrinale. I sadducei non accettavano la risurrezione perché Mosè nel Pentateuco non ne aveva parlato espressamente. Citando il libro dell'Esodo, Gesù ricorda che quando si manifesta nel roveto ardente Dio dice a Mosè di essere il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe: Dio è pertanto il Dio dei vivi e non il Dio dei morti. Gesù accusa i sadducei di non sapere interpretare correttamente le parole di Mosè. Il favore di Dio non consiste nel concedere prosperità e discendenza in questa vita come credevano i sadducei, ma trascende anche la morte, che non è la fine di tutto perché i credenti vivranno in Dio.[5][6]

Note[modifica | modifica wikitesto]