Atto Dichiaratorio delle Colonie americane

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L'Atto Dichiaratorio delle Colonie americane del 1766 (6 Geo. III c 12), comunemente noto come Declaratory Act (Atto dichiaratorio), fu una legge del Parlamento della Gran Bretagna che accompagnò la cancellazione dello Stamp Act (Legge del Bollo) del 1765 e lꞌemendamento allo Sugar Act (Legge dello zucchero). Il Parlamento cancellò lo Stamp Act poiché i boicottaggi stavano danneggiando i commerci britannici e usò la dichiarazione per giustificare lꞌannullamento e salvare la faccia. La dichiarazione stabiliva che lꞌautorità del Parlamento era la stessa in America come in Gran Bretagna e confermava lꞌautorità del Parlamento ad approvare leggi che valevano anche per le colonie americane.

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Rappresentanti di un numero di Tredici Colonie si riunirono in unꞌassemblea chiamata Congresso dello Stamp Act in risposta allo Stamp Act del 1765, per chiamare in questione il diritto di una potenza distante di tassarli senza che questi avessero unꞌappropriata rappresentanza. Il Parlamento della Gran Bretagna dovette quindi affrontare le colonie che si rifiutavano di conformarsi a questa legge. Questo, combinato con le proteste che si erano verificate nelle colonie e, con maggior importanza, le proteste che erano sorte in Gran Bretagna da parte delle aziende manufatturiere che stavano soffrendo per lꞌaccordo di non-importazione da parte delle colonie,[1] tutto volto alla cancellazione dello Stamp Act.

Normalmente lꞌattività economica nelle colonie non avrebbe causato una tale protesta, ma lꞌeconomia britannica stava ancora subendo una depressione postbellica a causa della Guerra dei sette anni. Un altro motivo per la cancellazione dello Stamp Act fu la sostituzione di George Grenville, il Primo Ministro che aveva promulgato gli Stamp Act, con Charles Watson-Wentworth, II marchese di Rockingham. Rockingham era più favorevole verso le colonie e inoltre era contrario alle politiche che Grenville aveva intrapreso. Rockingham invitò Benjamin Franklin a parlare al Parlamento sulla politica coloniale ed egli descrisse i coloni come contrari alle ꞌꞌtasse interneꞌꞌ (che erano derivate da transazioni coloniali interne) come il citato Stamp Act, ma non alle tasse esterne (che erano tasse sui beni importati).[2] Il Parlamento allora fu dꞌaccordo sulla cancellazione dello Stamp Act a condizione che lꞌAtto dichiaratorio fosse stato approvato. Il 18 marzo 1766, il Parlamento abrogò lo Stamp Act e approvò lꞌAtto dichiaratorio.

LꞌAtto[modifica | modifica wikitesto]

LꞌAtto dichiaratorio proclamò che il Parlamento

(EN)

«had hath, and of right ought to have, full power and authority to make laws and statutes of sufficient force and validity to bind the colonies and people of America ... in all cases whatsoever»

(IT)

«aveva avuto e ha il diritto di avere, pieni poteri e autorità di fare leggi e statuti di sufficiente forza e validi a impegnare le colonie e il popolo dellꞌAmerica … in qualsiasi caso.»

.

Il frasario dellꞌAtto era intenzionalmente non ambiguo. In altre parole lꞌAtto dichiaratorio del 1766 asseriva che il Parlamento aveva lꞌassoluto potere di proclamare leggi e di effettuare cambiamenti al governo coloniale, "in qualsiasi caso", anche se i coloni non erano rappresentati in Parlamento.

Reazioni[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene molti nel Parlamento si rendessero conto che le tasse erano implicate in questa clausola, altri membri del Parlamento e molti coloni—che erano impegnati a celebrare quel che essi vedevano come la loro vittoria politica— no. Altri coloni, comunque, erano offesi a causa del fatto che lꞌAtto dichiaratorio nascondeva che più leggi sarebbero arrivate. Questo Atto Dichiaratorio fu copiato quasi parola per parola dallꞌAtto Dichiaratorio sullꞌIrlanda, una legge che aveva posto lꞌIrlanda in una posizione di sudditanza nei confronti della Corona, implicando che lo stesso destino sarebbe toccato alle Tredici colonie.[3] Comunque, i coloni non chiesero mai esplicitamente la sua cancellazione, e cercarono una riconciliazione con la Corona fino allꞌultimo minuto.[4]

Il politico teorico Edward Mims descrisse la reazione americana allꞌAtto Dichiaratorio:

(EN)

«When in 1766 this modernised British Parlamento, committed by now to the principle of Parlamentoary sovereignty unlimited and unlimitable, issued a declaration that a Parlamentary majority could pass any law it saw fit, it was greeted with an out-cry of horror in the colonies. James Otis and[Samuel Adams in Massachusetts, Patrick Henry in Virginia and other colonial leaders along the seaboard screamed "Treason" and "Magna Carta"! Such a doctrine, they insisted, demolished the essence of all their British ancestors had fought for, took the very savour out of that fine Anglo-Saxon liberty for which the sages and patriots of England had died.»

(IT)

«Quando nel 1766 questo modernizzato Parlamento britannico, soggetto ora al principio della Sovranità Parlamentare illimitata e illimitabile, emise una dichiarazione che una maggioranza Parlamentare poteva approvare qualsiasi legge che ritenesse idonea, fu salutato da un grido di orrore nelle colonie. James Otis e Samuel Adams nel Massachusetts, Patrick Henry in Virginia e altri capi coloniali lungo la riva del mare gridarono "Tradimento" e "Magna Carta"! Tale dottrina, essi insistettero, demoliva lꞌessenza di tutto quanto per cui i loro antenati britannici avevano combattuto, escludevano la vera essenza di quella bella libertà anglosassone per la quale i saggi e patrioti dellꞌInghilterra erano morti.»

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Esclusi gli Stati Uniti, lꞌAtto dichiaratorio rimase valido per le rimanenti colonie dellꞌ Impero britannico nellꞌemisfero occidentale. LꞌAtto non fu soppresso fino al 1964 ma per quel tempo la manciata delle colonie britanniche rimanenti nelle Indie Occidentali fu governata in base a costituzioni esplicitamente garantite sotto lꞌautorità del Parlamento (in particolare con il West Indies Act del 1962). Comunque, da quando la Legge sulla tassazione delle Colonie del 1778 fu approvata durante la Rivoluzione Americana, il Parlamento britannico non ha mai più tentato dꞌimporre direttamente delle tasse su qualcuna delle sue colonie (oggi note come Territori d'oltremare britannici). Invece, ogni qual volta il governo britannico percepì la necessità di un contributo delle Colonie per la difesa dellꞌImpero (come accadde durante la corsa anglo-tedesca agli armamenti navali dellꞌinizio del XX secolo), esso si appellò ai governi coloniali stessi per ottenere questi contributi, con vari livelli di successo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) American Revolution: Prelude to Revolution, su historyplace.com, The History Place.
  2. ^ (EN) Benjamin Franklin's Examination Before the House of Commons, 1766, su hal-pc.org (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2009).
    «Americana: Brief Inspirational Stories from American History»
  3. ^ (EN) Gale Encyclopedia of US History: 1766 Declaratory Act, su answers.com.
  4. ^ (EN) Richard Frothingham, The Rise of the Republic of the United States, Little, Brown, 1910, p. 428.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]