De regno ad regem Cypri

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De regno ad regem Cypri è l'opera politica più famosa di san Tommaso d'Aquino. La datazione è incerta e dibattuta[1]. L'opera è dedicata a un re di Cipro del quale non è fornito esplicitamente il nome e che è apparentemente riferito al re dello stato crociato Ugo II oppure Ugo III.

Lo scritto non deve essere confuso col De regimine principum di Egidio Romano.

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

L'opera completa consta di quattro libri, di cui soltanto il primo e i primi quattro capitoli del secondo furono composti da Tommaso d'Aquino. Il suo allievo Tolomeo da Lucca riprese il testo una quarantina d'anni dopo, senza conservare la levatura intellettuale dell'opera né la sua concezione originaria.[2]

Contenuto[modifica | modifica wikitesto]

L'opusculum, così chiamato per la sua brevità, è fortemente condizionato dalla nozione aristotelica dello Stato, ripensata in un'ottica cristiana.[3] Il motivo teologico dell'opera è chiaramente riconoscibile secondo l'orientamento intellettuale del suo autore, in contrasto con Aristotele. Jean-Pierre Torrell sottolineò che il De regno è una fonte problematica, citando come prova Hyacinthe-Françoise Dondaine, curatore dell'edizione critica, secondo il quale: “Questo opusculum è incompiuto, forse anche un incidente... si presenta a noi in condizioni alquanto difficili; queste richiedono che ci si riferisca molto cautamente al testo quale espressione del pensiero del suo autore».[4]

Nel testo emerge una contraddizione fra i passi in cui il dominio dei principi è dichiarato come l'unificazione del corpo politico e il compimento del bene comune, e quelli in cui è considerato il più ingiusto e il più lontano dal bene comune, in quanto il principe è solo un individuo. Questa contraddizione deriverebbe da una fusione incompleta della teoria cristiana della monarchia con la teoria greco-romana della res publica.

Datazione[modifica | modifica wikitesto]

Torrell sottolineò la notevole incertezza nella datazione del De regno : "Fino a quando future indagini non getteranno maggiore luce su queste questioni, non resta altro che dichiarare una datazione altamente incerta, in accordo con l'editore della Leonina (successore di Grabmann)".[5] Eschmann pose il terminus ante quem al 1265; Torrell scelse il 1267 come anno di origine, seguendo Mandonnet.[5] Flüeler fece notare il fatto che Tommaso d'Aquino avesse citato gli ultimi libri della Politica di Aristotele, che, stante il recupero delle sue opere nell'Occidente latino, non avrebbe potuto conoscere prima del 1271. Di conseguenza, suggerì una datazione compresa tra il 1271 e il dicembre 1273.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Comunque compresa tra il 1265 e il 1273 (vedi sotto)
  2. ^ Harald Dickerhof: Der Beitrag des Tolomeo von Lucca zu "De regimine principum". Monarchia Christi und Stadtstaat. In: Festschrift für Eduard Hlawitschka zum 65. Geburtstag, Kallmünz 1993, pp. 383–402
  3. ^ Ulrich Matz: Nachwort. In: Thomas von Aquin: Die Herrschaft der Fürsten. Reclam, Stoccarda 2008. p. 78.
  4. ^ Jean-Pierre Torrell: Magister Thomas, Friburgo in Brisgovia 1995, p. 187 con traduzione dalla prefazione all'edizione critica: S. Thomae de Aquino De regno ad regem Cypri, Editio Leonina, Volume XLII, Roma 1979, p.442..
  5. ^ a b Jean-Pierre Torrell: Magister Thomas, Friburgo in Brisgovia 1995, p. 186.
  6. ^ Christoph Flüeler: Rezeption und Interpretation der Aristotelischen Politica im späten Mittelalter, tomo 1, Amsterdam 1992, p. 28.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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