Cronaca di Seert

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Cronaca di Seert
Emblema della Chiesa d'Oriente
AutoreIshodenah di Bassora e Anonymous (Chronicle of Seert)
1ª ed. originaleIX secolo (probabile)
Generecronaca
Lingua originalearabo

La Cronaca di Seert, chiamata anche Storia nestoriana, è una cronaca, ovvero un saggio storico, scritto in origine da un anonimo in lingua siriaca, ma conservato unicamente in una copia in arabo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Cronaca è giunta fino a noi in due volumi: il primo fu scoperto nella biblioteca del patriarcato caldeo di Mosul e oggi conservato a Baghdad; il secondo fu scoperto da Addai Scher, ultimo vescovo della sede di Seert dei Caldei, nella biblioteca del suo episcopio e oggi conservato nella Biblioteca nazionale di Francia[1]. Quest'ultima scoperta, assieme agli studi condotti da Mar Addai[2], sono all'origine del nome della Cronaca: Seert, l'odierna Siirt in Turchia.

I due volumi mancano delle rispettive parti iniziali e finali[3] e raccontano la storia dei catholicoi di Seleucia-Ctesifonte, primati della Chiesa d'Oriente[4], accompagnata dagli eventi storici contemporanei nell'impero persiano dei Sasanidi e nell'impero romano, e dalle biografie di monaci e di personaggi importanti dell'epoca, soprattutto di re persiani e imperatori romani e bizantini. Il primo volume va dal regno di Valeriano (253-260) fino al pontificato del catholicos Mar Perūkbūkt (o Farbokht), verso il 420; il secondo racconta la storia della Chiesa nestoriana dal pontificato di Mar Babowai (457-484) fino agli inizi di quello di Mar Ishoʿyahb III (649-660), dopo la conquista mussulmana, giudicata positivamente.

Sulla data di composizione della Cronaca, una allusione al califfo fatimide Ali az-Zahir, morto di peste nel 1036[5], ha portato alcuni studiosi a datare l'opera all'XI secolo. Come mostrano gli studi di Addai Scher, l'allusione a Ali az-Zahir può essere una interpolazione del traduttore arabo dell'originale in lingua siriaca, oppure di un successivo copista arabo.

Pierre Nautin[6] ha però dimostrato che la Cronaca di Seert è servita da principale fonte per la stesura nel 1019 della Cronografia di Elia di Nisibi, nella quale è indicato, in sei occasioni, come autore della Cronaca Ishodenah di Bassora, il metropolita nestoriano dell'Arcieparchia di Bassora, vissuto nel IX secolo. Di questo vescovo è stato conservato, in lingua siriaca, il Libro della castità (Liber castitatis), raccolta di brevi biografie dei padri fondatori dei monasteri nell'impero persiano e arabo. Ébedjésus di Nisibi, nel Catalogo della sua biblioteca, attribuisce a Ishodenah una storia ecclesiastica (qlisiasṭiqi), di cui la Cronaca di Seert potrebbe essere la traduzione araba. Jean Maurice Fiey è tuttavia restio ad attribuire la Cronaca al metropolita di Bassora.[7]

Edizione critica[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Manoscritto Arabe 6653.
  2. ^ Sull'opera e i contributi di Addai Scher: Jean Maurice Fiey, L'apport de Mgr Addaï Scher († 1915) à l'hagiographie orientale, in Analecta Bollandiana 83 (1965), pp. 121-142. Ad Addai Scher si deve la pubblicazione della Cronaca assieme alla sua traduzione in francese (1908-1919).
  3. ^ Nel 1984 sono state scoperte alcune pagine mancanti dei due volumi nella biblioteca dei monaci caldei di Baghdad; Sako, op. cit., p. 155, nota 1.
  4. ^ Chiamata in Europa Chiesa nestoriana.
  5. ^ «Il re persiano Kavadh II morto di malattia nel 628, come è capitato ai nostri giorni a az-Zahir».
  6. ^ Pierre Nautin, op. cit..
  7. ^ Fiey, in Parole de l'Orient, pp. 456-457.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN177988834 · LCCN (ENn2010003297 · GND (DE1044185201 · BNF (FRcb15541706s (data) · J9U (ENHE987007522760905171