Crocifissione coi dolenti e due angeli

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Crocifissione coi dolenti e due angeli
AutorePaolo Uccello
Data1423 circa
Tecnicatempera e oro su tavola
Dimensioni60,5×33,5 cm
UbicazioneCollezione privata

La Crocifissione coi dolenti e due angeli è un dipinto a tempera e oro su tavola (60,5x33,5 cm) di Paolo Uccello, databile al 1423 circa e conservato in una collezione privata.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Riferita da Federico Zeri a Giovanni da Modena (catalogandone però la foto tra gli anonimi fiorentini tardogotici), fu Luciano Bellosi, interpellato dal proprietario, a indicarla per la prima volta nell'attività giovanile di Paolo Uccello, vicino a lavori come la Madonna Del Beccuto.

Descrizione e stile[modifica | modifica wikitesto]

Il Cristo crocifisso, su un'esile croce, si leva al centro della tavoletta, compianto in basso dalle mezze figure di Maria e san Giovanni dolenti. Ai lati di Gesù morente due angeli in volo ne raccolgono il sangue che sgorga copioso dalle ferite sul costato e alle mani.

L'opera è scossa dai ritmi ondulati dei panneggi, in pieno stile tardogotico, aggiornati però a un'illuminazione forte e sperimentale, ormai quattrocentesca, e a un significativo studio delle fisionomie dolenti, aggiornati ai più innovativi esperimenti di Masaccio nella Cappella Brancacci. Le incisioni delle aureole sono pienamente compatibili con quelle dell'Annunciazione di Oxford: in quella di Maria si legge "Sa[n]ta Maria ora p[ro nobis]". Anche quella di Cristo presenta un motivo a stuoino intrecciato che si riscontra anche nel San Giorgio e il drago a Melbourne. Analogie si riscontrano inoltre, rispetto alle suddette tavole, nel trattamento dei capelli o nelle spigolose figure angeliche. Il formato originale e l'inconsueto taglio a metà dei dolenti, che giganteggiano proiettandosi in avanti rispetto alla croce, confermano una vivace originalità, che è una caratteristica costante dell'opera di Paolo Uccello.

Le componenti emiliane (nelle filettature d'oro dei panneggi e nel loro sovrabbondante gonfiarsi) sono spiegabili con un primo soggiorno bolognese dell'artista, magari databile verso il 1420.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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