Crassula alsinoides

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Crassula alsinoides
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
OrdineSaxifragales
FamigliaCrassulaceae
SottofamigliaCrassuloideae
GenereCrassula
SpecieC. alsinoides
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseRosidae
OrdineRosales
FamigliaCrassulaceae
GenereCrassula
SpecieC. alsinoides
Nomenclatura binomiale
Crassula alsinoides
(Hook.f.) Engl., 1892[1]
Sinonimi

Cotyledon alsinoides
Engl.
Crassula nummulariifolia
Baker
Crassula pellucida subsp. alsinoides
(Hook.f.) Toelken
Tillaea alsinoides
Hook.f.

Crassula alsinoides ((Hook.f.) Engl., 1892), è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, originaria di una vasta area compresa tra Sudafrica, Camerun e Sudan. È originaria anche di Madagascar e della penisola arabica[2].

Descritta inizialmente come Tillaea alsinoides (Hook.f., 1863) da Joseph Dalton Hooker[3], ha ottenuto la sua attuale denominazione grazie a Adolf Engler nel 1892.

L'epiteto specifico deriva dal nome della sottofamiglia Alsine (oggi in Alsinoideae, si veda anche Stellaria media) e dal greco οειδής (oeides, simile a)[4][5], per indicarne la somiglianza ad altre specie di piante erbacee.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Foglia ed infiorescenza di C. alsinoides.

C. alsinoides è pianta erbacea perenne, a comportamento strisciante e che forma vasti tappeti erbosi. I numerosi steli che la compongono, sia striscianti che ascendenti, possono raggiungere i 50 centimetri in lunghezza. Questi sono generalmente glabri, con due linee longitudinali di peli, ramificano raramente e radicano a partire dai nodi inferiori, con radici filiformi.

Le foglie sono subsessili e lunghe 0,5-2,8 cm, picciolo incluso, e larghe 0,4-1,5 cm, di forma da ovato-cuneata ad ellittica o rombica, più raramente anche suborbiculare-spatulata. I margini sono interi, a volte finemente papilloso-serrulati ed in posizione submarginale si trova una linea di puntini pellucidi. Il picciolo è lungo tra 0,4 e 1,3 cm, glabro ed è appena differenziato dalla lamina.

I fiori sono in genere solitari ed ascellari, si sviluppano dalle estremità degli steli ed uno per ogni coppia di nodi contigui, raramente anche in posizione terminale. Sono uniti alla pianta grazie ad un peduncolo generalmente glabro, lungo tra i 3 e i 21 mm. Il calice, grande all'incirca la metà della corolla, è formato da cinque sepali dalla forma lanceolata e con le estremità acuminate, lunghi 5 mm e larghi 1 mm. La corolla è composta invece da cinque petali di colore bianco o, più raramente, rosato, dalla forma oblungo-lanceolata, che raggiungono una lunghezza di 6 mm per 1,8 mm in larghezza.

I frutti sono dei folliceti lunghi 5 mm e di forma oblunga, contenenti ciascuno tre follicoli. I semi, anch'essi di forma oblunga, misurano circa 0,5 mm in lunghezza[2][6].

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare di C. pellucida all'Orto botanico di Berlino.

Ad oggi la classificazione di C. alsinoides non è universalmente accettata: difatti, più che una specie a sé stante, alcuni autori tendono a considerarla come una sottospecie di Crassula pellucida, col nome di C. pellucida subsp. alsinoides.

La principale differenza tra le due specie è che in C. alsinoides le infiorescenze ascellari sono singole anche se, seppur raramente, possono svilupparsene di simili su esemplari di C. pellucida[7].

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

Vi è una forte somiglianza con la specie C. pellucida che causa ambiguità nella classificazione, essendo questa fondamentalmente identica alla C. alsinoides, tranne che per le già citate infiorescenze.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Deutsche Akademie der Wissenschaften zu Berlin, Abhandlungen der Koniglichen Akademie der Wissenschaften in Berlin., Berlino, Realschul-Buchhandlung, 1891, p. 231.
  2. ^ a b (EN) Crassula alsinoides (Hook.f.) Engl., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 12 dicembre 2020.
  3. ^ (EN) Linnean Society of London, Journal of the proceedings of the Linnean Society. Botany., Londra, Longman, p. 192.
  4. ^ (EN) D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge, Cambridge University Press, 6 marzo 2008, p. 43, ISBN 0-521-86645-6.
  5. ^ (EN) Harold T. Clifford e Peter D. Bostock, Etymological Dictionary of Grasses, 4ª ed., Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 20, ISBN 3-540-38432-4.
  6. ^ Flora of Zimbabwe: Species information: Crassula alsinoides, su zimbabweflora.co.zw. URL consultato il 12 dicembre 2020.
  7. ^ Edit History: Crassula pellucida subsp alsinoides [family CRASSULACEAE] on JSTOR, su plants.jstor.org. URL consultato il 12 dicembre 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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