Corniola

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Corniola

La corniola è una varietà molto nota di calcedonio [1], membro a sua volta della famiglia dei quarzi criptocristallini. Alla stessa famiglia appartengono l'agata, l'onice, l'eliotropio e il crisoprasio. È un diossido di silicio (formula ), cristallizza nel sistema monoclino e i cristalli hanno frattura concoide. [2]

Caratteristiche morfologiche[modifica | modifica wikitesto]

La sua colorazione più pregiata è quella rosso-arancio, più propriamente detta sarda[3] (anche sardio o sardia o sardonica[4][5]), dovuto alla presenza di ossidi di ferro, mentre le tonalità più chiare sono da attribuirsi all'idrossido di ferro. Se si sottopone il minerale ad un leggero riscaldamento, il suo colore diventa più intenso per poi ritornare alla tinta originaria quando è allontanata la fonte di calore.

La durezza va da 6.5 a 7[6] della scala di Mohs, come per tutti i quarzi, e questo fatto la rende molto adatta ai lavori di incisione oltre che alla produzione di sfere per collane.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Per gli antichi Egizi, la corniola era il rosso simbolo della vita (rappresentava infatti il sangue della dea Iside): legata a precise pratiche religiose, aveva il compito di accompagnare i defunti durante il viaggio verso l'aldilà [7], per questo la gemma si ritrova per esempio sul prezioso pettorale funerario del faraone Tutankhamon[8]. In corniola venivano anche scolpiti molti animali sacri come l'ariete di Amon ed il falco Horus (simbolo del sole). Nel Buddhismo la corniola è uno dei sette tesori [9], simboleggiato ognuno da una diversa pietra preziosa, e rappresenta la saggezza.

Paesi di estrazione[modifica | modifica wikitesto]

I giacimenti più noti, anticamente sfruttati già dai Romani [10], erano quelli situati in India (dove l'uso della corniola a scopo ornamentale è attestato già nei primi secoli del II millennio a.C.), in Arabia e Persia. Attualmente la corniola si estrae in Sud America nello stato brasiliano di Rio Grande do Sul e in Uruguay, la più ricercata proviene dalla regione di Pune in India [11]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Carnelian Quartz, su gemstones.com, 1º aprile 2024.
  2. ^ Concòide, su treccani.it, 8 maggio 2024.
  3. ^ sarda, su Vocabolario Treccani on line. URL consultato il 18 aprile 2022.
  4. ^ sarda, su Lessico Summa Gallicana. URL consultato il 18 aprile 2022.
  5. ^ Apocalisse 4:3 varie traduzioni, su La Parola. URL consultato il 18 aprile 2022.
  6. ^ Agata corniola, su it.geologyscience.com, 26 marzo 2024.
  7. ^ (EN) The art of ancient Egypt, su archive.org, 9 febbraio 2022.
  8. ^ (EN) String of Carnelian Beads, su metmuseum.org, 7 maggio 2024.
  9. ^ (EN) Pure Lan of Buddhism (PDF), su buddhanet.net, 8 maggio 2024.
  10. ^ (EN) Carnelian ring stone, su metmuseum.org, 7 maggio 2024.
  11. ^ (EN) CARNELIAN STONEstone, su minerals-kingdom.com, 7 maggio 2024.
  12. ^ (EN) Byron’s letters reveal the real queer love and loss that inspired his poetry, su theconversation.com, 12 aprile 2024.
  13. ^ (EN) Gemstones special to the Muslim world, su gemselect.com, 7 maggio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Gavin Linsell, die Welt der Edelsteine (voce "Chalzedon"; Karneol, p. 113). Juwelo Deutschland GmbH Ed., Berlin 2018. ISBN 978-3-00-026089-6

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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