Coordinate: 40°29′41.75″N 17°19′36.02″E

Convento dei Battendieri

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Convento dei Battendieri
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePuglia
LocalitàTaranto
Coordinate40°29′41.75″N 17°19′36.02″E
Religionecattolica
Inizio costruzione1597

Il convento dei Battendieri è un'antica struttura monastica sita a Taranto nei pressi del Mar Piccolo.

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del convento deriva dall’operazione di battere la lana delle pecore.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni del XVI secolo, i frati cappuccini costruirono un convento "in loco veteri Cappuccinorum" nella zona del Galeso, ma lo abbandonarono a causa del terreno paludoso. Nel 1597, quindi, edificarono un nuovo edificio lungo il fiume Cervaro[1], probabilmente vicino a un tempio dedicato a Diana divinità romana corrispondente dell'Artemide greca e dea della caccia.

I frati si occupavano principalmente della lavorazione della lana attraverso la follatura utilizzando una gualchiera ed erano dediti alla realizzazione di sai. L'edificio, situato su un terreno donato da Francesco Marrese, divenne una masseria privata nel 1867.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portale d'ingresso del convento e della chiesa si affaccia a nord e la struttura della chiesa, seguendo la tradizione dei cappuccini,

presenta una semplice struttura a nave unica e a due campate, con un'attenzione architettonica particolare nei dettagli dei modanature delle cornici.

A circa un chilometro è presente la Riserva naturale regionale orientata Palude La Vela.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giuliano Volpe e Pasquale Favia, V Congresso Nazionale di Archeologia Medievale. Pré-tirages. Palazzo della Dogana, Salone del Tribunale (Foggia); Palazzo dei Celestini, Auditorium (Manfredonia); 30 settembre-3 ottobre 2009, All’Insegna del Giglio, 1º settembre 2009, ISBN 978-88-7814-411-8. URL consultato il 23 giugno 2023.
  2. ^ Domenico De Bartolomeo, In mountain bike tra il Mar Piccolo e l'Albania tarantina, Youcanprint, 4 marzo 2015, ISBN 978-88-911-7783-4. URL consultato il 23 giugno 2023.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]