Controllo dello Stato di approdo

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Il controllo dello Stato di approdo (in inglese: Port State Control, in sigla PSC) è l'attività di ispezione svolta dalle autorità portuali sulla verifica di conformità delle navi mercantili e la loro rispondenza agli standard minimi di navigazione e sicurezza imposti dalle convenzioni internazionali dell'Organizzazione marittima internazionale[1] (IMO) e dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO).

Tali accordi sono stati recepiti nei paesi europei e del nord Atlantico col protocollo d'intesa sul controllo da parte dello Stato di approdo firmato a Parigi il 26 gennaio 1982 ("Paris Memorandum of Understanding on Port State Control"[2] - Paris MoU), stipulato dalle autorità marittime di 27 Stati.

A livello comunitario europeo è stato formalmente istituito con la direttiva 2009/16/CE, in Italia poi convertita con il decreto legislativo n. 53 del 24 marzo 2011.

L'attività di ispezione è svolta da appositi reparti "Nuclei Port state Control", in Italia facenti parte della guardia costiera.

Tutte le navi battenti bandiera delle nazioni che hanno siglato l'accordo o che navigano nelle acque territoriali o sotto la giurisdizione degli stati aderenti, sono obbligate al rispetto di queste norme.

I controlli riguardano sia le caratteristiche strutturali delle navi sia il rispetto delle condizioni di lavoro, le condizioni di vita e il trattamento dell'equipaggio e degli imbarcati[3].

Tutti i paesi aderenti sono tenuti a svolgere l'attività ispettiva secondo una politica di ripartizione dell'impegno fra i vari Stati membri (Fair Share) le navi che non rispettano tali convenzioni sono soggette a provvedimenti che vanno dall’obbligo di rimediare alle carenze prima della partenza della nave o prima del successivo scalo o in un tempo stabilito dall’autorità, e nei casi più gravi fino al fermo e alla detenzione della nave, degli ufficiali e degli armatori e alla salvaguardia degli imbarcati operanti o viventi in condizioni sub-standard, cioè non conformi a quanto previsto dalle convenzioni[1][3][4].

Signatories to the Paris MOU (blue), Tokyo MOU (red), Indian Ocean MOU (green), Mediterranean MOU (dark green), Acuerdo de Viña del Mar (yellow),[5] Caribbean MOU (olive), Abuja MOU (dark red), Black Sea MOU (cyan) and Riyadh MOU (navy).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b http://www.guardiacostiera.gov.it/attivita/Pages/port-state-control.aspx
  2. ^ Stefano Zunarelli e Michele Comenale Pinto, Manuale di Diritto della Navigazione e dei Trasporti I, terza edizione, p.152
  3. ^ a b A.Ma.Di., su amadi.org. URL consultato il 19 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2013).
  4. ^ PSC - Port State Control, su guardiacostiera.gov.it. URL consultato il 19 settembre 2018.
  5. ^ Viña del Mar Agreement: Latin American Agreement on Port State Control of Vessels (PDF), Acuerdo de Viña del Mar. URL consultato il 7 maggio 2018. Ospitato su Центр Морского Бизнеса.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Riferimenti normativi[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]