Confine tra la Giordania e l'Iraq

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Confine tra la Giordania e l'Iraq
Localizzazione della Giordania (arancione) e Iraq (verde)
Dati generali
StatiBandiera della Giordania Giordania
Bandiera dell'Iraq Iraq
Lunghezza181 km
Dati storici
Istituito nel1958

Il confine tra la Giordania e l'Iraq ha una lunghezza di 179 km e parte dal triplice confine con la Siria a nord al triplice confine con l'Arabia Saudita a sud.[1]

Mappa del confine tra la Giordania (a sinistra) e l'Iraq (a destra)

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il confine inizia a nord al triplice confine siriano e procede verso sud attraverso una serie di sei linee rette, fino al triplice confine con l'Arabia Saudita. La base aerea irachena di Ruwayshid si trova immediatamente adiacente al confine.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio del XX° secolo l'Impero Ottomano controllava gli attuali territori di Giordania e Iraq, con le aree interne più meridionali costituite da raggruppamenti arabi vagamente organizzati che formavano occasionalmente emirati, il più importante dei quali era l'Emirato di Nejd e Hasa governato dalla famiglia al-Saud.[2][3] Durante la prima guerra mondiale una rivolta araba, sostenuta dalla Gran Bretagna, riuscì a rimuovere gli ottomani dalla gran parte del Medio Oriente. Come risultato dell'accordo segreto anglo-francese Sykes-Picot del 1916, la Gran Bretagna ottenne il controllo dei Vilayets ottomani di Mosul, Baghdad e Bassora riorganizzati nel mandato dell'Iraq nel 1920, e anche la metà meridionale del Vilayet della Siria (più o meno corrispondente alla moderna Giordania occidentale). Quest'ultima area fu contesa tra varie entità: la Gran Bretagna, il neo-formato Regno Arabo di Siria, i sionisti nel Mandato della Palestina e il nuovo regno di Ibn Saud, ovvero l'Arabia Saudita, creando un periodo confuso in cui la regione era essenzialmente uno spazio non governato.[4] Alla fine, nel 1921, la Gran Bretagna dichiarò un mandato sulla regione, creando l'Emirato della Transgiordania, sotto il governo semi-autonomo del re Abdullah I.[5][6]

In quel periodo non era stato tracciato alcun confine preciso tra i mandati di Iraq e Transgiordania.[3] La posizione del confine orientale tra Transgiordania e Iraq era considerata strategica rispetto alla proposta di costruzione di quello che poi divenne l'oleodotto Kirkuk-Haifa. Fu istituito un trattato il 2 dicembre 1922 nel quale la Transgiordania non rientrava nel Protocollo di Uqair tra l'Iraq e la regione del Najd. Esso descriveva l'estremità occidentale del confine Iraq-Nejd come "il Jebel Anazan situato nelle vicinanze dell'intersezione di latitudine 32 gradi nord e di longitudine 39 gradi est dove terminava il confine Iraq-Najd", confermando così implicitamente questo come il punto in cui il confine Iraq-Nejd divenne il confine Transgiordania-Nejd. Ciò seguì una proposta di T.E. Lawrence nel gennaio 1922 che la Transgiordania fosse estesa per includere il Wadi Sirhan fino a al-Jauf, al fine di proteggere la rotta della Gran Bretagna verso l'India e contenere Ibn Saud.

La frontiera settentrionale dell'Iraq e della Giordania con il mandato francese della Siria fu fissata durante il periodo 1920-23 dall'accordo Paulet-Newcombe.[3] Alla fine un confine tra Iraq e Giordania costituito da un'unica linea retta fu concordato da uno scambio di note tra gli inglesi e il re Abdullah nel luglio-agosto 1932.

Il confine del 1932 è stato rivisto nel 1984, creando la frontiera moderna che consiste in sei linee rette.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Copia archiviata. URL consultato il 17 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2018).
  2. ^ Madawi Al-Rasheed. A History of Saudi Arabia. Cambridge, England, UK: Cambridge University Press, 2002. Pp. 40.
  3. ^ a b c Copia archiviata (PDF). URL consultato il 17 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2019).
  4. ^ Kamal Salibi, The Modern History of Jordan, I.B.Tauris, 1998, pp. 10, 30, 31, 49, 104, ISBN 978-1-86064-331-6.
  5. ^ historynet.com, http://www.historynet.com/creating-chaos-lawrence-of-arabia-and-the-1916-arab-revolt.htm.
  6. ^ League of Nations Official Journal, Nov. 1922, pp. 1188–1189, 1390–1391.
  7. ^ Copia archiviata, su archiveeditions.co.uk. URL consultato il 17 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2019).

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