Codex Cyprius

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Onciale 017
Manoscritto del Nuovo Testamento
NomeCyprius
SimboloKe
Testovangeli canonici
DatazioneIX secolo
Scritturagreca
RitrovamentoCipro, 1673
ConservazioneBiblioteca nazionale di Francia
Dimensione26 x 19 cm
Tipo testualebizantino
CategoriaV

Il Codex Cyprius (numerazione Gregory-Aland: Ke o 017; numerazione von Soden: ε 71) è un manoscritto pergamenaceo onciale in lingua greca contenente i vangeli canonici e datato paleograficamente al IX secolo.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il codice contiene il testo completo dei quattro vangeli canonici, scritto su 267 fogli di pergamena grandi 26 per 19 cm; il testo è disposto su di una singola colonna per pagina, con 16-31 linee per pagina.[1]

Le lettere e le parole sono scritte in scriptio continua, senza cioè essere separate; le lettere onciali (maiuscole) sono grandi (in alcune pagine molto grandi), dritte e compresse. Il manoscritto contiene τιτλοι, κεφαλαια (aggiunte da una mano successiva), στιχοι, e martiriologio. Le sezioni ammoniane sono presenti, ma il canone eusebiano è assente. Il testo è caratterizzato da frequenti iotacismi.[2]

Critica testuale[modifica | modifica wikitesto]

Vangelo secondo Luca 20,9

Il testo greco di questo codice è rappresentativo del tipo testuale bizantino.[3] Assieme al Codex Petropolitanus appartiene alla famiglia Π, che è strettamente imparentata al Codex Alexandrinus. Kurt Aland lo ha inserito nella Categoria V.[1]

In Vangelo secondo Marco 10,19[4], la frase μη αποστερησης è omessa, come nei codici B (dove è aggiunta da una seconda mano), W, Ψ, f1, f13, 28, 700, 1010, 1079, 1242, 1546, 2148, 10, 950, 1642, 1761, syrs, arm, geo;[5] questa omissione è tipica dei manoscritti di tipo testuale alessandrino e cesariense.

In Vangelo secondo Luca 9,55-56[6] presenta la seguente interpolazione, presente anche nei codici Π 1079 1242 1546 (f1 omette γαρ) (Θ e f13 omettono υμεις e γαρ):

(EL)

«στραφεις δε επετιμησεν αυτοις και ειπεν, Ουκ οιδατε ποιου πνευματος εστε υμεις; ο γαρ υιος του ανθρωπου ουκ ηλθεν ψυχας ανθρωπων απολεσαι αλλα σωσαι»

(IT)

«Ma egli si voltò verso di loro e li sgridò. E disse: «Voi non sapete di quale spirito siete animati. Poiché il Figlio dell'uomo è venuto, non per perdere le anime degli uomini, ma per salvarle».»

Il manoscritto contiene il testo della Pericope dell'adultera (Vangelo secondo Giovanni 8,1-11[7]) e Matteo 16,2b-3.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il codice portato da Cipro alla Biblioteca Colbert a Parigi nel 1673,[8] fu esaminato da Richard Simon,[9] John Mill,[10] Bernard de Montfaucon,[11] Giuseppe Bianchini,[12] Johann Martin Augustin Scholz,[13] Tischendorf (nel 1842 e 1949) e da Tregelles nel 1850.

Il codice è conservato alla Biblioteca nazionale di Francia (Gr. 63) a Parigi.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Kurt Aland e Barbara Aland, The Text Of The New Testament: An Introduction To The Critical Editions and To The Theory and Practice Of Modern Textual Criticism, 1995, Grand Rapids, Michigan, p. 113.
  2. ^ Caspar René Gregory, Textkritik des Neuen Testaments, Vol. 1, Leipzig, 1900, p. 54.
  3. ^ Bruce M. Metzger, Bart D. Ehrman, The Text of the New Testament: Its Transmission, Corruption, and Restoration, Oxford University Press, 2005, p. 77.
  4. ^ Mc 10,19, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ UBS3, p. 165.
  6. ^ Lc 9,55-56, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  7. ^ Gv 8,1-11, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  8. ^ Samuel Prideaux Tregelles, An Introduction to the Critical study and Knowledge of the Holy Scriptures, London 1856, p. 201.
  9. ^ Richard Simon, Histoire critique du texte du N. T. Rotterdam 1689, Kap. X, p. 101b, and Kap. XXXII, p. 407f.
  10. ^ Mill, N. T. Gr. Küster's Ausg, Amsterdam 1710, § 1498, p. 166a.
  11. ^ Bernard de Montfaucon, Palaeoraphia Graeca, Paris 1708, p. 41, 231-233.
  12. ^ Bianchini, Evang. quadr. Rom 1749, Teil 1, Vol. 2, p.
  13. ^ Scholz, Curae criticae .... II. De codice Cyprio u. s. w., Heidelberg 1820, pp. 53–90

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Wilhelm Bousset, Die Gruppe K Π (M) in den Evangelien, Texte und Untersuchungen, Bd. 11, Leipzig 1894, Heft 4, S. 111-135.
  • S. Lake, Family Π and the Codex Alexandrinus. The Text According to Mark, S & D V, London 1937.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]