Chiesa di Santa Maria in Grottapinta

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Santa Maria in Grottapinta
Esterno, 2008
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
IndirizzoVia di Grotta Pinta, 21 - 00186 Roma
Coordinate41°53′43.44″N 12°28′24.6″E / 41.8954°N 12.4735°E41.8954; 12.4735
ReligioneCattolica
TitolareMaria
Diocesi Roma
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzioneAlto Medioevo
Completamento1834
Sito webSito ufficiale

La chiesa di Santa Maria in Grottapinta è una chiesa sconsacrata di Roma, nel rione Parione, che si affaccia sulla piazza omonima. Fu edificata sulle fondazioni del corridoio interno del teatro di Pompeo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Non si conosce il tempo preciso in cui venne costruita. In età medioevale era chiamata erroneamente San Salvatore in Arco, in riferimento al vicino arco che mette in comunicazione il sagrato su cui sorge la chiesa con la piazza del Biscione; Armellini ipotizza che quest'arco, in passato affrescato, poté dare l'idea di una grotta dipinta (secondo l'abitudine di denominare "grotte" le rovine di epoca romana), da cui l'attuale nome della chiesa e della piazza.

Un'altra tradizione invece vuole che il nome della chiesa derivi da un'immagine della Madonna che vi si venerava, la quale fu trovata in una cavità pietrosa, probabilmente un'ala del teatro.

Quello che di certo si può asserire è che la chiesa dovette esistere prima ancora del 1186, anno in cui, il 14 febbraio, con una bolla di papa Urbano III, fu affiliata alla basilica di San Lorenzo. La parrocchia fu oggetto di numerosi cambiamenti stilistici che ne stravolsero l'originario impianto romanico: i più importanti furono quelli del 1599 promossi dagli Orsini, e da qui la denominazione di Cappella Orsini, e successivamente del 1725, quando l'altar maggiore fu riconsacrato insieme ai due nuovi altari laterali dedicati a San Giovanni Battista e al Santissimo Crocifisso.

Scrive Armellini che nella chiesa:

«...tre altari vi si veggono. Sul maggiore evvi una effigie di Maria, opera d’autore incognito; in quello a sinistra si osserva un Crocifisso di Giovanni Antonio Valtellina, e in quello a destra v’è dipinta da Francesco Alessandrini un S. Gio. Battista. Questa chiesetta è di giuspatronato degli Orsini, per essere prossima al palazzo Pio, in altri tempi Orsini. Oggi è dell’ospizio detto di Tata Giovanni, che ha comprato l’attiguo palazzo»

Quando l'Istituto Tata Giovanni si trasferì nel 1926, la chiesa, rimasta abbandonata, fu sconsacrata e ridotta a magazzino. Attualmente la chiesa è adibita a spazio espositivo e per conferenze.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La piccola facciata ottocentesca è divisa in due ordini da un cornicione. Sia nella fascia inferiore che in quella superiore si trovano delle lesene con capitelli ionici. Al centro della parte superiore vi è una finestra a lunetta. A destra della facciata si trova il piccolo campaniletto a vela. L'interno è stato diviso in due sale sovrapposte di ugual grandezza. Nella sala superiore si possono ancora notare la possente volta a botte e le parti superiori dei pilastri che la sorreggevano.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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