Chiesa di Santa Lucia (San Polo dei Cavalieri)

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Chiesa di Santa Lucia
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàSan Polo dei Cavalieri
Coordinate42°00′34.29″N 12°50′17.9″E / 42.009525°N 12.838306°E42.009525; 12.838306
Religionecattolica di rito romano
TitolareLucia da Siracusa
Diocesi Tivoli
Consacrazione1400 circa
Stile architettonicoRomanico-Barocco
Inizio costruzionePrima del 1400
CompletamentoPrima del 1400
Sito webwww.tibursuperbum.it/ita/escursioni/s.polo/ChiesaS.Lucia.htm

La chiesa di Santa Lucia è sita presso il centro storico di San Polo dei Cavalieri, vicino alla rocca, nella città metropolitana di Roma Capitale.

Aspetto e storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa risulta già costruita nel 1400 come si evince dagli Statuti Orsiniani, rendendo la chiesa la più antica del paese laziale.

L'accesso è mediante la cappella a destra dell'altare.

L'esterno è stato modificato in modo che non se ne evince nulla dell'edificio originario.

L'interno è a croce greca a navata unica a 2 cappelle laterali, nel 2° dopoguerra risultavano piuttosto fatiscenti.

Il picco del degrado si toccò negli anni sessanta.

Il soffitto è a capriate.

L'altare è incorniciato con stucco a colonne, capitelli e timpano triangolare.

Il quadro raffigurante Santa Lucia che inizialmente era presso l'altare maggiore ora è stato portato nella Chiesa di San Nicola.

Unico residuo dell'arredamento originale è l'attrezzo da processione con la statua dell'Assunta. La Vergine è raffigurata su una nuvola (da cui spiccano delle testine), con le vesti mosse dal vento, le braccia alzate, con un'aureola e lo sguardo rapito dall'estasi. Sul capo i fedeli hanno applicato una corona d'argento.

Una statua lignea della Madonna di questa chiesa è stata portata a Palazzo Venezia a Roma nel 1912.

I restauri[modifica | modifica wikitesto]

Sul rosone si legge un'epigrafe che il primo restauro avvenne nel 1590 finanziato da 2 personaggi d'origine bresciana che fondarono anche la Congregazione dell'Immacolata concezione.

La 2ª ristrutturazione è avvenuta all'incirca nel XVII secolo.

Negli anni ottanta s'incominciò una raccolta fondi che portò al restauro delle parti più lesionate.

All'inizio degli anni novanta il Ministero dei Beni Culturali fece 3 stanziamenti che permisero il completamento dei restauri necessari a donare bellezza, fascino e charme a questa chiesa laziale.

Fu restaurato anche il campanile con la sua campana che, a tutt'oggi, si può udire nelle vie del paese.

Sul campanile vi è l'epigrafe Vincentius et Gabriel fratres benedicti reate fusores MDCCCLVIII.

Nonostante i vari restauri del XX secolo, la chiesa risulta agibile solamente dal 13 dicembre 1995.

I restauri hanno riportato alla luce degli affreschi presso l'altare pseudo-barocco del XIX secolo.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]