Chiesa di Sant'Andrea Apostolo (Jenne)

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Chiesa di Sant'Andrea Apostolo
L'interno
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàJenne
Indirizzopiazza Vittorio Emanuele
Coordinate41°53′13.4″N 13°10′05.12″E / 41.887056°N 13.168089°E41.887056; 13.168089
Religionecattolica di rito romano
TitolareSant'Andrea Apostolo
Diocesi Tivoli
Consacrazione1874
ArchitettoNicola Jona
Stile architettoniconeoclassico
Inizio costruzione1835

La chiesa di Sant'Andrea Apostolo è la parrocchiale di Jenne, in città metropolitana di Roma Capitale e diocesi di Tivoli[1][2]; fa parte della quinta vicaria[3].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La giurisdizione sulla località di Jenne fu conferita intorno alla metà dell'XI secolo da papa Leone IX all'abbazia di Subiaco; questo possesso venne poi confermato "in perpetuo" da papa Urbano VIII nel 1639[3].

All'inizio del XIX secolo l'antico luogo di culto si rivelò insufficiente a soddisfare le esigenze dei fedeli e, così, si decise di costruirne uno nuovo. La prima pietra dell'erigenda parrocchiale venne posta il 6 luglio 1835; l'edificio, progettato dall'architetto Nicola Jona, fu consacrato il 13 settembre 1874 dall'abate commendatario di Subiaco cardinale Raffaele Monaco La Valletta[1][3][4][5].

Nel Novecento la struttura venne interessata da un restauro e nel 2000 fu adeguata alle norme postconciliari mediante l'aggiunta dell'altare rivolto verso l'assemblea[1]; nel 2002 la parrocchia di Sant'Andrea, in ottemperanza al decreto Venerabilis Abbatia Sublacensis della Congregazione per i vescovi, passò dall'abbazia territoriale di Subiaco alla diocesi di Tivoli[6].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La facciata a capanna della chiesa, rivolta a sudovest, presenta centralmente il portale d'ingresso, sormontato da un timpanetto curvilineo, ed è scandita da tre paraste d'ordine tuscanico poggianti su alti basamenti e sorreggenti l'architrave con fregio caratterizzato da triglifi e dalla scritta "Divo Andreæ dicatum"; il prospetto è infine coronato dal frontone triangolare entro il quale s'apre un oculo[1].

Ai lati della parrocchiale si elevano i due campanili gemelli, ognuno dei quali presenta all'altezza della cella quattro monofore a tutto sesto ed è coperto dal tetto a quattro falde[1].

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, sulla quale si affacciano i bracci del transetto e le cappelle laterali, introdotte da archi a tutto sesto, e le cui pareti sono scandite da lesene con capitelli corinzi sorreggenti la trabeazione aggettante e modanata sopra cui si imposta la volta a botte; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di alcuni gradini, introdotto dall'arco santo e chiuso dall'abside di forma semicircolare[1].

Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali il Crocifisso ligneo, intagliato nel XVI secolo[3], le due tele ottocentesche raffiguranti i Santi Antonio Abate e Antonio di Padova e Sant'Andrea Apostolo, eseguite da Natale Carta[7], e le due pale che ritraggono Vergine Immacolata con i santi Pietro e Filomena e San Rocco, realizzate da Alessandro Zamboni rispettivamente nel 1862 e nel 1863[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Chiesa di Sant′Andrea Apostolo <Jenne>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 7 aprile 2024.
  2. ^ BeWeB.
  3. ^ a b c d Jenne - S. Andrea Apostolo, su diocesitivoliepalestrina.it. URL consultato il 7 aprile 2023.
  4. ^ Sant’Andrea Apostolo a Jenne, la “Cattedrale” nel borgo che protegge i suoi fedeli, su jennenews.it. URL consultato il 7 aprile 2024.
  5. ^ Parrocchiale S. Andrea Apostolo, su parcomontisimbruini.it. URL consultato il 7 aprile 2024.
  6. ^ (LA) Congregazione per i vescovi, Decreto Venerabilis Abbatia, AAS 94 (2002), pp. 761-763.
  7. ^ a b Jenne nella storia: Sant’Andrea Apostolo e la Madonna della Rocca, su confinelive.it. URL consultato il 7 aprile 2024.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]