Chiesa di San Sisto (Pisa)

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Chiesa di San Sisto
Esterno
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàPisa
Coordinate43°43′10.27″N 10°23′57.08″E / 43.71952°N 10.39919°E43.71952; 10.39919
Religionecattolica di rito romano
Arcidiocesi Pisa
Consacrazione1133
Stile architettonicoromanico
Inizio costruzione1087
Completamento1133

La chiesa di San Sisto si trova tra via Pasquale Paoli e via Corsica, nei pressi di Piazza dei Cavalieri a Pisa.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Edificata nel luogo della preesistente chiesa di San Pietro in Corte Vecchia, antico centro di potere di epoca longobarda e carolingia[1], l'attuale chiesa fu costruita in stile romanico pisano in pietra sbozzata all'indomani della conquista dell’emporio tunisino di Al-Mahdiya riportata dalla flotta di Pisa nel 1087.[2][3] La chiesa fu intitolata a San Sisto in segno di ringraziamento al santo perché molte delle battaglie pisane ricorrono proprio nel giorno del 6 agosto, allora dedicato al santo.

Fu consacrata nel 1133 ma era già utilizzata da tempo come sede dei più importanti atti notarili del Comune di Pisa. Nonostante alcune manomissioni e restauri avvenuti nel XV, XVII e XIX secolo[2], la chiesa ha mantenuto il suo aspetto medievale. Nel secondo decennio del XX secolo furono asportati le decorazioni e gli stucchi barocchi, contribuendo a ridonarle l'aspetto antico.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

Dettaglio della facciata: archetti ciechi e bacini ceramici, della prima fase della costruzione

La facciata tripartita è a salienti, articolata da lesene, da una bifora e da archetti ciechi che corrono lungo il sottotetto, includendo la tipica decorazione a bacini ceramici islamici dell'XI-XII secolo (copie; gli originali sono nel Museo di San Matteo). La bifora è stata aggiunta in seguito alla costruzione del 1087-1133 e anche le zone dei portali sono interamente rifatte, come testimoniato dalla pietra più squadrata e levigata.

Sul fianco sinistro in pietra sbozzata corre ancora il motivo degli archetti ciechi e dei bacini ceramici e vi si aprono otto e quattro monofore in basso e in alto, rispettivamente.

Sono proprio queste zone del fianco e della facciata in pietra sbozzata a farci vedere lo stile del romanico pisano in un periodo in cui la cattedrale di Pisa di Buscheto, in fase di costruzione in quegli anni, non ne aveva ancora condizionato lo stile, al pari della chiesa di San Piero a Grado del X secolo e dei fianchi e retro della chiesa di Sant'Andrea Forisportam dell'XI secolo.

Il campanile è in pietra in basso e in laterizi in alto ed ha anch'esso monofore ed archetti ciechi nel sottotetto.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Interno

La chiesa è a tre navate, e nove campate, scandite da archi a tutto sesto e colonne con numerosi capitelli romani di reimpiego. La copertura è a capanna a doppio spiovente ed il soffitto è in legno (rifatto). La navata centrale termina con un'abside, mentre quelle laterali hanno terminazioni piatte.

In controfacciata si trova la lapide mortuaria dell'emiro Al Murtada portata a Pisa dopo la conquista delle Baleari nel 1115 e, agli angoli, il timone e l'albero di una nave da trasporto pisana del XIV secolo, a ricordare il ruolo avuto dalla chiesa in relazione alle vicende belliche della Repubblica di Pisa. La funzione civica della chiesa è invece testimoniata daile repliche delle bandiere dei quattro quartieri storici della Repubblica di Pisa.

L'altare maggiore, in marmo policromo, è stato realizzato da Giuseppe Vaccà nel 1730, e presenta cherubini ed allegorie di Fede e Carità. In chiesa è presente anche la celebrata Madonna della Purità di scuola pisana del 1290-1300 (in fondo alla navata destra) e un imponente crocifisso ligneo del 1370 che vuole emulare il celebre e celebrato Volto Santo di Lucca (parete della navata destra).

In chiesa sono anche due importanti tele, una Madonna col Bambino e Santi di Giovan Battista Paggi, ed una Predica del Battista attribuibile a Francesco Vanni.[4]

Dal 1926 era presente nei pressi della chiesa una statua raffigurante Giovanni Pisano. La notte del 6 gennaio del 1945 il monumento venne fatto saltare con una carica di esplosivo da ignoti.

La devozione a san Sisto[modifica | modifica wikitesto]

San Sisto era l'antico patrono di Pisa e veniva festeggiato il 6 agosto. Questo giorno era ritenuto propizio per la città in quanto anniversario di importanti vittorie riportate dalla Repubblica di Pisa. Il 6 agosto 1284 però, Pisa perse 12.000 uomini nella battaglia della Meloria: da allora San Sisto non fu più festeggiato.

Dal 1958 per volontà dell'Associazione degli Amici di Pisa il 6 agosto si è tornati a commemorare i defunti pisani di tutte le battaglie proprio nel giorno di San Sisto. In tale data si tiene una solenne cerimonia nella chiesa e viene posta una corona di alloro sulla lapide che ricorda i defunti alla presenza di militari. Al termine della Messa avviene la lettura del messaggio del Capo dello Stato.

Altre immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dagli scavi di San Sisto emerge la Pisa romana e altomedievale, su PisaToday, 16 settembre 2022. URL consultato il 16 settembre 2022.
  2. ^ a b A. Alberti, Chiesa di San Sisto in Cortevecchia, su comune.pisa.it, Turismo di Pisa (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2019).
  3. ^ a b M.L. Ceccarelli Lemut, M. Manfredi, S. Renzoni, Pisa e le sue chiese dal medioevo ad oggi, Pacini Editore, 2013.
  4. ^ Alessandro Nesi, Per il seicento fiorentino. Note di pittura, Quaderni di Maniera, Firenze, 2023, p. 4.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giorgio Batini, Album di Pisa. Firenze, La Nazione, 1972.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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