Chiesa di San Giovanni Battista de Rossi

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Chiesa di San Giovanni Battista de Rossi
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Coordinate41°52′17.26″N 12°31′08.65″E / 41.87146°N 12.51907°E41.87146; 12.51907
Religionecattolica di rito romano
TitolareGiovanni Battista de' Rossi
Diocesi Roma
Consacrazione22 maggio 1965
ArchitettoTullio Rossi
Stile architettonicorazionalista
Inizio costruzione1938
Completamento1940
Sito webwww.parrocchiaderossi.it/

La chiesa di San Giovanni Battista de' Rossi è un luogo di culto cattolico di Roma, situato nel quartiere Appio-Latino, in via Cesare Baronio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Costruita su progetto di Tullio Rossi tra il 1938 e il 1940, fu consacrata il 22 maggio 1965; ospita le spoglie del santo titolare, Giovanni Battista de' Rossi.

La chiesa è sede parrocchiale, eretta il 26 luglio 1940 con il decreto del cardinale vicario Francesco Marchetti Selvaggiani Pastorale opus. Dal 1969 è sede del titolo cardinalizio di San Giovanni Battista de' Rossi.

La chiesa ha ricevuto la visita di papa Giovanni XXIII il 19 febbraio 1961 e di papa Giovanni Paolo II il 25 novembre 1990.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'esterno della chiesa è in mattoni a vista, ravvivati da pochi elementi di travertino, con una torre campanaria. Sulla sommità della facciata è lo stemma di Pio XII, mentre nella fascia marmorea che la suddivide i due ordini è la scritta dedicatoria con l'anno A.D. MCMXL.

L'interno è a tre navate separate da pilastri squadrati, con soffitto a capriate e tegole a vista. Le pitture della navata centrale sono di D. Duili e raffigurano i Dodici apostoli; queste si alternano con grandi finestre che illuminano la chiesa. Al di sotto di finestre e pitture corre lungo tutto il perimetro della navata centrale la scritta evangelica presa da Mt 28, 18 in finto mosaico dorato. Nell'abside è raffigurato il santo titolare in gloria tra due angeli e ai suoi piedi le due chiese di s. Maria in Cosmedin e di s. Pietro tutto inquadrato tra due gigantesche palme (allusione al salmo 91 Justus ut palma florebit sicut cedrus Libani); al di sotto in un lungo fascione scene della sua vita inscritte tra due citazione in latino: Mt 5 e 1Cor 13; al di sopra, nell'arco di trionfo i simboli dei quattro evangelisti con al centro il Cristo "alfa e omega" inscritto in un tondo. L'intera opera è del grande pittore Alessandro Missori, realizzata nel 1945 su commissione del primo Parroco Mons. Marcello Urilli.

Le navate laterali, in cui è collocata la Via Crucis: quadri in legno scolpiti a mano da Ortisei, terminano con due cappelle: nella cappella di sinistra vi è un affresco raffigurante la Gesù nell'orto del Getsemani e i discepoli di Emmaus; in quella di destra un affresco multiscena con la Natività e il Sepolcro, e la Madonna di Pompei in trionfo.

Sulla vasta cantoria in controfacciata, suddiviso in due corpi posti ai lati del rosone e con consolle nei pressi del presbiterio, si trova l'organo a canne Tamburini opus 333, costruito nel 1950 e restaurato nel 1995 da Carlo Soracco, a trasmissione elettrica e con 20 registri.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • C. Rendina, Le Chiese di Roma, Newton & Compton Editori, Milano 2000, 131
  • A. Manodopi, Quartiere IX. Appio Latino, in AA.VV, I quartieri di Roma, Newton & Compton Editori, Roma 2006
  • G. Fronzuto, Organi di Roma. Guida pratica orientativa agli organi storici e moderni, Leo S. Olschki Editore, Firenze 2007, pp. 149–150. ISBN 978-88-222-5674-4

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