Chiesa di San Donnino (Como)

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Chiesa di San Donnino
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàComo
IndirizzoVia Armando Diaz
Coordinate45°48′27.66″N 9°05′00.99″E / 45.807684°N 9.083608°E45.807684; 9.083608
Religionecattolica di rito romano
TitolareDonnino di Fidenza
Diocesi Como

La chiesa di San Donnino è un edificio di culto cattolico del centro storico di Como.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le più antiche attestazioni scritte dell'esistenza della chiesa di San Donnino risalgono alla fine del Duecento, quando l'edificio costituiva una delle chiese facenti parte della pieve di Zezio.[1]

La chiesa, originariamente in stile romanico, fu ricostruita più volte nel corso dei secoli. Della struttura originaria è ancora oggi visibile il basamento della primitiva abside semicircolare, collocato in un viottolo alle spalle dell'attuale edificio religioso.[2]

Una prima ricostruzione avvenne nel Trecento[3] e comportò la realizzazione di una chiesa a due navate[4], dotata di cinque altari e introdotta da una facciata sulla quale si trovava un affresco del santo titolare della chiesa.[2]

Il più recente rifacimento risale invece Seicento,[4][3] al tempo dei vescovi di Como appartenenti alla famiglia Archinto.[3] Parte delle fondamenta sono visibili nella cantina collocata al di sotto dell'attuale sagrestia.[5] I lavori seicenteschi riportarono alla luce alcuni pavimenti tesselllati e una serie di manufatti antichi[3].

Sempre nel XVII secolo, durante la ricostruzione del campanile, venne rinvenuta una scultura duecentesca, raffigurante una testa di Cristo. L'opera fu ricollocata nella sacrestia,[6] spazio interno che nell'Ottocento venne demolito e ricostruito dal lato opposto del presbiterio[5].

Sede di una parrocchia già nel 1430,[1] dal primo quarto del XXI secolo la chiesa fa parte della comunità parrocchiale afferente alla basilica di San Fedele,[7] oltre a essere il riferimento per i fedeli della chiesa greco-cattolica ucraina presenti nella zona di Como[7][8].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterni[modifica | modifica wikitesto]

Collocata in cima a una scalinata, la chiesa è introdotta da un pronao neoclassico timpanato, realizzato nel 1813[2][9] da Carlo Polti[9], collaboratore di Simone Cantoni.[2][4][10]

Tra il pronao e la chiesa, una nicchia ricavata in uno dei pilastri conserva un gruppo scultoreo in legno raffigurante una Pietà.[2][4][10]

L'attuale campanile, costruito nel 1770[2] e rimaneggiato nel XIX secolo[4], ospita tre campane, installate nel 1947 e ottenute dalla rifusione dei rottami del precedente concerto,[7] requisito forzatamente durante la Seconda guerra mondiale[7].

Interno

Interni[modifica | modifica wikitesto]

L'interno della chiesa, a navata unica con volta a botte[4], è ornato da decorazioni e affreschi del Cinque-Seicento.[11] Le lesene delle pareti sono sormontate da capitelli corinzi[2] disegnati da Federico Frigerio e realizzati a stucco dal cadeglianese Angelo Menotti,[12] autore anche della decorazione della volta (1937)[2]. La navata termina in una finta abside[5] decorata da Giuseppe Coduri Vignoli[2].

Il presbiterio è dominato dall'altare maggiore barocco, rifatto nel 1752[2] e sormontato da una pala seicentesca nella quale il santo titolare della chiesa è in compagnia con la Madonna, Gesù Bambino e un altro santo (forse Pio V[13] ma più probabilmente Abbondio[13][2]).[13] Le pareti laterali del presbiterio ospitano affreschi raffiguranti i profeti Mosè ed Elia[5][2], opere realizzate da Francesco Silva[10] nel corso del XVIII secolo[2].

La sacrestia conserva una serie di dipinti, tra i quali un Crocefisso con San Francesco di Giovanni Domenico Caresana (tela databile tra il 1610[10] e il 1612[2], originariamente collocata nella cappella del Crocefisso[2]) e un dipinto di Torildo Conconi.[5] Un'altra rappresentazione del Crocefisso presenta in chiesa è una statua in avorio databile al Quattrocento, opera d'arte spagnola[14] proveniente da Saragozza[10].

In controfacciata si trova la cantoria, costruita nel 1750 e restaurata nel 1937 da Federico Frigerio.[2] Nello stesso spazio si trova l'organo, comperato all'Esposizione internazionale di Milano in sostituzione di un analogo strumento musicale che venne ricollocato nella chiesa di Santa Maria a Rezzonico.[15]

Sull'esterno si aprono tre finestre, nelle quali sono inserite altrettante vetrate tardonovecentesche di Eugenio Rossi[2][10]. Nella grande vetrata semicircolare al centro della facciata è raffigurato il Martirio di San Donnino[10], mentre le due finestre laterali raffigurano il Risorto e una Madonna in Gloria.[15]

Cappelle[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa ospita quattro cappelle, due per lato.

Nella parete di sinistra della navata, la prima cappella è il risultato di una rielaborazione, commissionata da Volpiano Volpi[16] e dei suoi familiari[17], di una precedente cappella mariana[16]. Gli affreschi della cappella furono realizzati da Antonio Maria Crespi Castoldi (1675), mentre la decorazione a stucco è opera di Gian Battista Barberini (1662).[2][10] L'altare della cappella, costruito nel 1630[16] dal campionese Francesco Rusca[2][16][10], ospita dal 1663 una pala raffigurante una Madonna col Bambino e i santi Domenico[17], Filippo Neri[2] e Antonio da Padova[10]. Nella cappella Volpi trovano inoltre posto due quadri rappresentativi, rispettivamente, di un'Adorazione dei pastori e di uno Sposalizio della Vergine[2][17].

Sempre sul lato sinistro, la cappella del Crocefisso, realizzata fra il 1617 e il 1620 su commissione dell'Ospedale Sant'Anna[2], conserva affreschi in stile luinesco[17] realizzati da Giovanni Domenico Caresana[2][10] (1619-1620[10]). Gli stucchi della cappella, dorati per mano di Marzio Carpano, sono invece opera della famiglia di moltrasini Bianchi[2].

Nella parete di destra della navata, la cappella di sant'Antonio da Padova, affrescata negli anni 1836-1837 dal pittore Chiesa[2][10], è il risultato di rimaneggiamenti, avvenuti a più riprese tra il 1788 e la prima metà del Novecento[13], di una precedente cappella dedicata a san Matteo,[13][2] una statua del quale è ancora collocata in chiesa[5].

Tra le due cappelle del lato destro si trova un pulpito, installato nel 1763[2].

Sempre sul lato destro, la cappella della Madonna ospita affreschi di Giovanni Mauro della Rovere[17][10], una pala di un'Assunta dipinta dallo stesso autore[10] nel 1620, una Natività di Maria dipinta da Lodovico Pogliaghi (1888)[10] e una statua mariana risalente al XVIII secolo.[2]

In uno dei vani anticamente a servizio delle funzioni celebrate nelle cappelle laterali si trova il battistero, spazio che ospita una lapide marmorea commemorativa del battesimo di Alessandro Volta[15] e una statua raffigurante il santo titolare della chiesa[13]. La statua, scolpita dal comasco Ezechiele Trombetta verso la fine del XIX secolo,[10] era anticamente collocata sull'altare maggiore[13].


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b SIUSA - Parrocchia di S. Donnino in Como, su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 22 dicembre 2021.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab Chiesa di S. Donnino - complesso, Via Armando Diaz - Como (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 22 dicembre 2021.
  3. ^ a b c d Cesare Cantù, Storia della città e della diocesi di Como, F. Le Monnier, 1856, p. 327. URL consultato il 22 dicembre 2021.
  4. ^ a b c d e f AA.VV., Breve guida alla chiesa, p. 1.
  5. ^ a b c d e f AA.VV., Breve guida alla chiesa, p. 4.
  6. ^ Cesare Cantù, Storia della città e della diocesi di Como, F. Le Monnier, 1856, pp. 326-327. URL consultato il 22 dicembre 2021.
  7. ^ a b c d Chiesa di san Donnino – Parrocchia san Fedele, su parrocchiasanfedelecomo.it. URL consultato il 22 dicembre 2021.
  8. ^ Natale ucraino a Como : Carlo Pozzoni fotoreporter, su carlopozzoni.it. URL consultato il 22 dicembre 2021.
  9. ^ a b Como, S.Donnino: facciata neoclassica | Memorie in foto, su memorieinfoto.it. URL consultato il 23 dicembre 2021.
  10. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Il cammino della settimana Santa - Camminacittà - Tappa, su camminacitta. URL consultato l'11 maggio 2022.
  11. ^ Alessandro Volta » Chiesa di San Donnino, su alessandrovolta.it. URL consultato il 22 dicembre 2021.
  12. ^ AA.VV., Breve guida alla chiesa, pp. 1-2.
  13. ^ a b c d e f g AA.VV., Breve guida alla chiesa, p. 3
  14. ^ Alberto Rovi (a cura di), La rappresentazione di Cristo nell’arte delle chiese di Como (PDF), in VEDERE IL VERBO: ITINERARI DI ARTE E DI FEDE, Como, 30 settembre 2020.
  15. ^ a b c AA.VV., Breve guida alla chiesa, p. 5
  16. ^ a b c d Como,S.Donnino: epigrafe del vesc. Volpiano Volpi | Memorie in foto, su memorieinfoto.it. URL consultato il 22 dicembre 2021.
  17. ^ a b c d e AA.VV., Breve guida alla chiesa, p. 2

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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