Chiesa dei Santi Vito e Modesto (Pratovecchio)

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Chiesa dei Santi Vito e Modesto
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàPratovecchio
Coordinate43°48′05.94″N 11°44′50.32″E / 43.80165°N 11.74731°E43.80165; 11.74731
Religionecattolica di rito romano
Diocesi Fiesole

La chiesa dei Santi Vito e Modesto è un edificio sacro che si trova in località Lonnano, a Pratovecchio.

Risalente al XII secolo, l'edificio, che ha sul fianco sinistro una torre campanaria, presenta una facciata del tipo a capanna con due tipi di paramenti murari: nella parte inferiore più antico a grandi conci di pietra squadrata, mentre quello superiore è a bozze di pietra più piccole. Il portale, riquadrato in epoca settecentesca, mantiene dell'originaria apertura l'arco e la lunetta sopra l'architrave. La chiesa ha subito rifacimenti sette-ottocenteschi.

All'interno, ad aula unica absidata, coperto da capriate lignee, è conservata in fondo alla parete destra una tela centinata con San Domenico e Santa Caterina di Giuseppe Gori, allievo di Francesco Botti, firmata e datata 1684, che incornicia un'immagine della Madonna col Bambino.[1]

In fondo a sinistra si apre una cappella che contiene un altare secentesco con un dipinto anonimo di una Madonna addolorata dello stesso periodo.

Ai lati dell'arco trionfale sono due tele seicentesche raffiguranti i Santi Vito e Modesto inginocchiati del fiorentino Benedetto Veli: le due figure, ritagliate, facevano parte di un dipinto che fino ad un secolo fa era collocato sull'altare destro.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Liletta Fornasari, Giuseppe Gori, San Domenico e Santa Caterina inginocchiati, in Il Seicento in Casentino. Dalla Controriforma al tardo barocco, catalogo di Mostra, Poppi, 2001, pagg. 308-309.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Casentino e il Valdarno superiore. La storia, l'architettura, l'arte delle città e del territorio. Itinerari nel patrimonio storico-religioso, a cura di Laura Speranza, Firenze, 2000.
  • Il Casentino, a cura di Giovanni Cherubini, Firenze, 2000.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]