Castello di Saint-Blancard

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Castello di Saint-Blancard
Ubicazione
Stato attualeBandiera della Francia Francia
RegioneOccitania
CittàSaint-Blancard
Coordinate43°20′42″N 0°38′51″E / 43.345°N 0.6475°E43.345; 0.6475
Mappa di localizzazione: Francia
Castello di Saint-Blancard
Informazioni generali
CostruzioneXIV secolo-XIX secolo
Proprietario attualeProprietà privata
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Il castello di Saint-Blancard è un castello francese situato nel dipartimento di Gers, nella regione dell'Occitania. Dal 2005 fa parte dei Monumenti storici di Francia.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Sul sito, occupato sin dall'antichità, nel Medioevo era presente una fortificazione. Nel 1303 fu stipulato un accordo tra gli abitanti del villaggio e Pierre d'Orbessan per la costruzione di un nuovo castello.[1]

La costruzione iniziò nel XIV secolo e continuò nel XVI secolo.[1] Nel 1562 nel castello nacque Carlo di Gontaut, che fu decapitato per aver preso parte alla congiura contro Enrico IV.[2] Nel 1888 il castello fu danneggiato da un incendio;[1] la ricostruzione fu seguita da Henri de Gontaut, marchese di Saint-Blanchard, che fece realizzare un mastio a ovest e fece decorare gli interni in stile neogotico. Le mura occidentali e meridionali furono abbattute per permettere la vista dei Pirenei. L'ultima porzione della cinta, che costituisce una copia della seconda cinta muraria di Carcassonne, risale al 1926.[1]

Durante la seconda guerra mondiale il castello ospitò le opere d'arte provenienti dalla sezione di egittologia del museo del Louvre.[3][4][5] Nel 2000 fu creata un'associazione per la tutela e la riqualificazione del castello e del parco, che erano stati lasciati in abbandono per molti anni dalla proprietà inglese che lo aveva rilevato nel 1990.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (FR) Château, su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 31 ottobre 2020.
  2. ^ a b (FR) Saint-Blancard: le château est en péril, in La Dépêche du Midi, 25 ottobre 2000. URL consultato il 31 ottobre 2020.
  3. ^ (FR) Alexis Jakubowicz, Quand le Louvre était occupé, in Libération, 30 giugno 2009. URL consultato il 31 ottobre 2020.
  4. ^ (FR) Un brin d'histoire, su crf-st-blancard.com. URL consultato il 31 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2020).
  5. ^ (FR) Pierre-Jean Pyrda, Auch. Œuvres d'art spoliées par les Nazis: le débat rebondit dans le Gers, in La Dépêche du Midi, 13 marzo 2014. URL consultato il 31 ottobre 2020.

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