Carolino da Viterbo

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Madonna col Bambino e santi, Cleveland

Carolino da Viterbo (Viterbo, ... – ...; fl. XV secolo) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il pittore è noto grazie a un'iscrizione su una tavola, conservata nel Museo Diocesano di Orte. L'iscrizione dice: "MCCCC Carolinus de Viterbo pinxit LXXVIII". Da ciò si desume che il pittore fu originario di Viterbo e che fu attivo intorno al 1478. L'analisi stilistica della tavola di Orte dimostra grande affinità con la pittura tardogotica che trovò applicazione a Roma a livello locale attorno al 1450. Quindi si suppone che Carolino da Viterbo abbia passato un periodo di apprendistato a Roma.[1]

Stile[modifica | modifica wikitesto]

Nella sua unica tavola firmata e datata Carolino da Viterbo dipinge quattro figure dai visi ovali e dalle guance ampie con espressività poco articolata. Mentre il fisico delle figure è generalmente proporzionato, le mani invece sono allungate. Nella rappresentazione del trono non si sviluppa tridimensionalità. Si nota l'affinità con la pittura tardogotica che trovò applicazione a Roma a livello locale attorno al 1450.[2]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cfr. Lagemann, Karin. Spätgotische Malerei in Latium. Münster, 2000.P. 46-8 e p. 148/9
  2. ^ Ib.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bargellini, Sante. I monti del Cimino. Bergamo, 1914. P. 82
  • Faldi, Italo e Luisa Mortari. La pittura viterbese dal XIV al XVI secolo. Viterbo, 1954. P. 56.
  • Faldi, Italo. Pittori viterbesi di cinque secoli. Roma, 1970. P. 23/4 e p. 160/1.
  • Lagemann, Karin. Spätgotische Malerei in Latium. Münster, 2000. P.46-48 e p.148/9.
  • Mortari, Luisa. Museo Diocesano di Orte. 2 ed., Viterbo, 1994. P. 21.
  • Oriolo, Francesco. Florilegio Viterbese: Di alcuni pittori viterbesi che operano nell'evo infino e ne' primi cominciamenti del rinascer delle arti. In: Giornale Arcadico, 140. P.200ff.
  • Pedrocchi, Anna. Il Quattrocento a Viterbo. Roma, 1983. P. 147-50.
  • Thieme-Becker, Vol. VI. P. 25.

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