Canesano

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Canesano
frazione
Canesano – Veduta
Canesano – Veduta
Chiesa dell'Annunciazione di Maria Vergine
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Comune Calestano
Territorio
Coordinate44°34′28.78″N 10°07′41.16″E / 44.57466°N 10.1281°E44.57466; 10.1281 (Canesano)
Altitudine795 m s.l.m.
Abitanti25[2]
Altre informazioni
Cod. postale43030
Prefisso0525
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Canesano
Canesano

Canesano è una frazione del comune di Calestano, in provincia di Parma.

La località dista 3,18 km dal capoluogo.[1]

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

La località sorge alla quota di 795 m s.l.m.,[1] alle pendici del monte Montagnana,[3] su un altopiano che si protende dal versante destro della stretta valle del rio Spingone, affluente destro del torrente Baganza;[4] poco più a valle si trova il piccolo borgo di Alpicella.[5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La zona di Canesano risultava abitata già in epoca preistorica, come testimoniato dal rinvenimento di alcuni resti.[5]

In epoca medievale a presidio della vallata del rio Spingone fu edificato ad Alpicella un castello, appartenente nel 1247 a Giacomo Rossi di Berceto; in quell'anno il maniero respinse gli attacchi delle truppe dell'imperatore del Sacro Romano Impero Federico II di Svevia.[6]

Nel 1249 il Comune di Parma donò al conte Alberto Fieschi il feudo di Calestano, comprendente anche i castelli di Marzolara, Alpicella e Vigolone.[7] Nel 1275 il cardinale Ottobono Fieschi, futuro papa Adriano V, nominò suo erede di tali terre il fratello Percivalle; alla morte di quest'ultimo nel 1290 subentrarono i nipoti Luca, Carlo e Ottobono del ramo di Torriglia,[8] che nel 1313 ne furono investiti dall'imperatore del Sacro Romano Impero Enrico VII di Lussemburgo.[9]

Nel 1650 Carlo Leone e Claudio Fieschi alienarono i feudi di Calestano, Marzolara, Vigolone e Alpicella con tutte le pertinenze al conte Camillo Tarasconi;[10] i suoi eredi ne mantennero i diritti fino alla loro abolizione decretata da Napoleone nel 1805.[8]

L'anno seguente Canesano divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di Calestano.[11]

A causa della sua posizione decentrata rispetto alla strada provinciale tracciata a fondovalle, il borgo subì nel XX secolo un lento spopolamento.[5]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa dell'Annunciazione di Maria Vergine[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa dell'Annunciazione di Maria Vergine
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa dell'Annunciazione di Maria Vergine (Calestano).

Menzionata per la prima volta nel 1493, la cappella romanica, danneggiata da una frana nella seconda metà del XIX secolo, nel 1888 fu abbattuta e ricostruita in stile neoclassico in posizione più sicura; dotata nel 1925 di un nuovo campanile, la chiesa fu modificata nel 1952 con l'aggiunta delle due cappelle laterali e decorata internamente. La chiesa, ornata con lesene e affreschi, conserva un pregevole fonte battesimale quattrocentesco in pietra.[12][13][14]

Antico campanile[modifica | modifica wikitesto]

Antico campanile

Edificato nel XV secolo in prossimità della chiesa originaria, il campanile sopravvisse all'abbattimento ottocentesco del luogo di culto; la torre romanica in pietra si erge isolata in adiancenza al piccolo cimitero.[13]

Oratorio di Sant'Agata[modifica | modifica wikitesto]

Oratorio di Sant'Agata

Menzionata per la prima volta nel 1230 tra le dipendenze della pieve di Castrignano, la cappella di Alpicella, abbandonata in epoca imprecisata, cadde in seguito in rovina; se ne conservano le strutture murarie in pietra, tra cui la simmetrica facciata a capanna caratterizzata dalla presenza del portale d'ingresso centrale, sormontato da una bifora ad arco a tutto sesto e da un piccolo campanile a vela in laterizio di coronamento.[14][15][16]

Castello di Alpicella[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Alpicella.

Menzionato per la prima volta nel 1247, il castello, appartenente a Giacomo Rossi di Berceto, fu occupato nel 1267 dai ghibellini e successivamente distrutto dalle forze guelfe del Comune di Parma; donato nel 1249 ai conti di Lavagna Fieschi, fu alienato nel 1650 al conte Camillo Tarasconi; abbandonato, scomparve in epoca imprecisata.[17]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c La Frazione di Canesano, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 26 ottobre 2018.
  2. ^ [1]
  3. ^ Zuccagni-Orlandini, p. 474.
  4. ^ Canesano e la valle del Rio Spigone: anello da Calestano, su appenninismo.wordpress.com. URL consultato il 26 ottobre 2018.
  5. ^ a b c Rossi, p. 7.
  6. ^ Affò, 1800, p. 10.
  7. ^ Corazza Martini, p. 7.
  8. ^ a b Comune di Calestano (PR), su araldicacivica.it. URL consultato il 26 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2018).
  9. ^ Affò, p. 188.
  10. ^ De Luca, pp. 356-357.
  11. ^ Molossi, p. 50.
  12. ^ Chiesa dell'Annunciazione di Maria Vergine "Canesano, Calestano", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 26 ottobre 2018.
  13. ^ a b Chiesa di Canesano, su caiparma.it. URL consultato il 26 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2018).
  14. ^ a b Arte nel territorio di Calestano (Val Baganza), su provincialgeographic.it. URL consultato il 26 ottobre 2018.
  15. ^ Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 192.
  16. ^ Oratorio di Apicella, su caiparma.it. URL consultato il 26 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2018).
  17. ^ Alpicella, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 26 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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