Camillo Pecci

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Camillo Pecci
Il conte Camillo Pecci, comandante della Guardia Palatina, in una fotografia d'epcoa
NascitaRoma, 1º marzo 1855
MorteRoma, 20 febbraio 1920
Cause della mortenaturale
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servitoBandiera dello Stato Pontificio Stato Pontificio
Forza armataCorpi armati della Santa Sede
CorpoGuardia Palatina d'Onore
Anni di servizio1903 - 1912
GradoColonnello
Comandante diGuardia Palatina d'Onore
Decorazionivedere onorificenze
voci di militari presenti su Wikipedia

Conte Camillo Pecci (Roma, 1º marzo 1855Roma, 20 febbraio 1920) è stato un nobile e militare italiano, comandante della Guardia Palatina d'Onore.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Stemma di papa Leone XIII Pecci

Nato dalla nobile famiglia dei Conti Pecci, originari di Carpineto Romano, Camillo era figlio di Giovanni Battista Pecci, fratello del futuro papa Leone XIII e del cardinale nipote Giuseppe Pecci, e di sua moglie, Angela Salina.[1]

Carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia lo avviò alla carriera militare nell'esercito pontificio, ma quando lo zio divenne pontefice lo fece assegnare col grado di tenente alle milizie di palazzo. Più che il ruolo di militare, durante il pontificato dello zio, Camillo Pecci svolse la funzione di suo confidente e anche di segretario, intrattenendo preziosi rapporti, tra gli altri, anche con Eugenio Pacelli (futuro Pio XII) col quale costruì una solida amicizia.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Anna Laetitia Pecci nel 1952

Sposò Sylvia Bueno y Garzón, nobildonna spagnola dalla quale ebbe l'unica sua figlia, Anna Laetitia Pecci (meglio nota col nomignolo di Mimì, nonna della futura scrittrice Gaia de Beaumont), che fu una nota collezionista d'arte e mecenate nella Roma della prima metà del Novecento.

Comandante della Guardia Palatina[modifica | modifica wikitesto]

Solo dopo la morte di Leone XIII nel 1903 divenne comandante della Guardia Palatina sotto il pontificato di Pio X, rimanendo in carica sino al suo pensionamento nel 1912.

Ultimi anni e morte[modifica | modifica wikitesto]

Si ritirò dunque a vita privata, morendo a Roma nel 1920.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Camillo e Sylvia Bueno y Garzón ebbero una figlia:

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze pontificie[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine Piano - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di San Gregorio Magno - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce per anzianità di servizio militare (30 anni) - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Imperiale di Francesco Giuseppe (Impero Austro-Ungarico) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di I classe dell'Ordine dell'Aquila Rossa (Impero tedesco) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Comandante della Guardia Palatina Pontificia Successore
Fortunato Crostarosa 1903-1912 Giovanni Battista Di Pietro
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie