Bubblebath

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Bubblebath
EP
ArtistaPoppy
Pubblicazione12 febbraio 2016
Durata12:47
Dischi1
Tracce4
GenerePop
Dance pop
EtichettaIsland Records, Geffen Records
ProduttoreTitanic Sinclair, Sir Nolan, Tommy English, Tyler Glenn, Tim Pagnotta
Registrazione2014-2015
FormatiCD, LP, Download digitale
Poppy - cronologia
EP precedente
EP successivo
(2019)
Singoli
  1. Lowlife
    Pubblicato: 24 luglio 2015
  2. Money
    Pubblicato: 29 luglio 2016

Bubblebath è l'EP di debutto della cantante statunitense della cantante Poppy, pubblicato sotto il nome di That Poppy. Venne rilasciato il 12 febbraio 2016[1], sotto le case discografiche Island Records e Geffen Records. Fu il suo primo rilascio come artista musicale.

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

Bubblebath ha un sound pop[2], che incorpora elementi dello ska-pop e punk.[3] Il disco si apre con il primo singolo estratto da esso, ovvero Lowlife, una canzone raggae. Money e Altar, invece, sono descritti come "banger rétro".[4] American Kids, parlando del suo testo, è una canzone chestereotipa i ragazzi del terzo millennio. La TV ha descritto tale canzone come "l'antitesi di New Americana di Halsey". Poppy descrive il titolo dell'album affermando che tale è stato scelto pensando che il mondo fosse sporco e avesse bisogno di essere pulito dentro una Bubblebath, ovvero "una vasca di bolle".[5]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Tyler Peterson di UQMUSIC diede una buona recensione all'EP, chiamandolo "una piccola collezione di alcuni dei più grandi successi di questo millennio". Più avanti nell'articolo, definì la cantante come "fiammeggiante con la sua personalità al massimo da Electra Heart incrociata a Peach. That Poppy sta dimostrando una grande potenza con la sua estetica sonica e la sua immagine seria."[senza fonte]

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

Lowlife venne rilasciata come singolo il 24 luglio 2015. PopularTV la descrisse come una traccia che "ti fa venire voglia di tirare fuori le tue vans a quadri e uscire con gli skater"[4]. La canzone venne immessa nella collezione americana e 58ª edizione di "Now That's What I Call Music". Una versione insieme a Travis Mills venne rilasciata nell'aprile del 2016, che venne trasmessa durante una trasmissione della BBC Radio 1.[6] Il videoclip della canzone venne rilasciato nel luglio 2015, in anteprima su Teen Vogue. Nel settembre 2016, Lowlife venne nominata ai "19 Under 19 Award" della rivista Tiger Beat, nella categoria delle canzoni più influenti.

Nel luglio del 2016, Poppy rilascò Money, insieme ad un videoclip per la canzone, che manteneva un tono simile ai suoi video di YouTube.[7] Venne inserita nella colonna sonora della serie TV Scream e venne usata anche nel videogioco The Sims 4.

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. Lowlife – 3:25 (Moriah Pereira, Nolan Lambroza, Simon Wilcox)
  2. Money – 3:10 (Moriah Pereira, Simon Wilcox, Nolan Lambroza, Tom Schleiter, Corey Mixter)
  3. Altar – 2:40 (Moriah Pereira, Simon Wilcox, Nolan Lambroza, Bryce Ross-Johnson, Tom Peyton)
  4. American Kids – 3:31 (Moriah Pereira, Corey Mixter, Nolan Lambroza, Tim Pagnotta, Tyler Glenn)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Bubblebath - EP by Poppy. URL consultato il 5 luglio 2019.
  2. ^ AMG allmusic, in Choice Reviews Online, vol. 43, n. 12, 1º agosto 2006, pp. 43Sup–0163-43Sup-0163, DOI:10.5860/choice.43sup-0163. URL consultato il 5 luglio 2019.
  3. ^ Ben Aslinger, Creating a Network for Queer Audiences at Logo TV, in Popular Communication, vol. 7, n. 2, 20 aprile 2009, pp. 107-121, DOI:10.1080/15405700902776495. URL consultato il 5 luglio 2019.
  4. ^ a b Westcott's Plant Disease Handbook, Springer Netherlands, pp. 775-775, ISBN 9781402045844. URL consultato il 5 luglio 2019.
  5. ^ Ask a Question, su SciVee, 9 marzo 2012. URL consultato il 5 luglio 2019.
  6. ^ Gregory of Tours, collana Oxford Music Online, Oxford University Press, 2001. URL consultato il 5 luglio 2019.
  7. ^ Durinézio José de Almeida, Colorful, Cute, Attractive and Carcinogenic: The Dangers of Dyes, in Cancer Research Journal, vol. 2, n. 6, 2014, p. 42, DOI:10.11648/j.crj.s.2014020601.15. URL consultato il 5 luglio 2019.