Bromus commutatus

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Forasacco allungato
Bromus commutatus
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Monocotiledoni
(clade)Commelinidae
OrdinePoales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPooideae
TribùBromeae
GenereBromus
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
SottoclasseCommelinidae
OrdineCyperales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPooideae
TribùBromeae
GenereBromus
SpecieB. commutatus
Nomenclatura binomiale
Bromus commutatus
Schrad., 1806
Nomi comuni

Forasacco confuso

Il forasacco allungato (nome scientifico Bromus commutatus Schrad., 1806 è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (sottofamiglia Pooideae ex Graminaceae).[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome generico (bromus) deriva dalla lingua greca ed è un nome antico per l'avena.[2] L'epiteto specifico (commutatus) significa "modificato, cambiato", e normalmente indica una specie molto simile ad un'altra più nota.[3]

Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico e micologo germanico Heinrich Adolf Schrader (1767 – 1836) nella pubblicazione "Flora Germanica auctore Henrico Adolpho Schrader" (Fl. Germ. 1: 353)[4] del 1806.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori
Spighetta generica con tre fiori diversi

Queste piante arrivano ad una altezza di 3 - 8 dm (massimo 150 cm). La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[5][6][7][8][9][10][11]

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono per lo più fascicolate; a volte sono secondarie da rizoma.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

I culmi sono cavi a sezione più o meno rotonda. Il portamento in genere è ascendente (o genicolato) e robusto. La superficie è sparsamente pubescente. I nodi sono 3 - 5 per fusto.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.

  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e priva di auricole (o raramente auricolate); la superficie è pubescente-irta per forti setole patenti.
  • Ligula: la ligula è membranosa e a volte cigliata. Lunghezza: 1 – 4 mm,
  • Lamina: la lamina ha delle forme generalmente lineari e piatte. Dimensione delle foglie: larghezza 2 – 3 mm; lunghezza 10 – 30 cm.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, ascellari e terminali, in genere sono ramificate e sono formate da alcune spighette peduncolate (da 1 a 4 per ciascun ramo) ed hanno la forma di una pannocchia lineare piuttosto grande con apice incurvato (alla fine è contratta e più o meno unilaterale). I rami, scabri ed eretti, sono lunghi fino a 6 cm (gli inferiori sono riuniti a 2 - 3). La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Lunghezza della pannocchia: 16 cm.

Spighetta[modifica | modifica wikitesto]

Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, lungamente pedicellate, compresse lateralmente, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 7 - 9 fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla tra i fiori. Le spighette alla fruttificazione hanno un asse fragile. Lunghezza delle spighette: 15 – 18 mm.

  • Glume: le glume, persistenti, con forme ovate, sono più corte delle spighette e sono disuguali con rispettivamente 3 - 5 e 7 - 9 nervature. Lunghezza delle glume: inferiore 6 mm; superiore 9 mm.
  • Palea: la palea è un profillo con alcune venature; è cigliata o dentellata sui bordi.
  • Lemma: i lemmi hanno delle forme ovato-lanceolate; gli apici, nettamente bidentati, hanno una resta lunga come il lemma stesso (la resta nei fiori inferiori è abbreviata). I bordi del lemma formano un angolo ottuso. Lunghezza del lemma 10 mm.

Fiori[modifica | modifica wikitesto]

I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.

  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[6]
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti colorati di marrone scuro, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono. I cariossidi alla fruttificazione sono sottili.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[12]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa specie (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9.700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9.500[9]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, il genere Bromus è descritto all'interno della sottofamiglia Pooideae con oltre 150 specie distribuite in tutto il mondo.[5][6]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

La tribù Bromeae (e quindi il suo unico genere Bromus) è descritta all'interno della supertribù Triticodae T.D. Macfarl. & L. Watson, 1982. La supertribù Triticodae comprende tre tribù: Littledaleeae, Triticeae e Bromeae. All'interno della supertribù, la tribù Bromeae forma un "gruppo fratello" con la tribù Triticeae.[13]

I Bromus della flora spontanea italiana sono suddivisi in tre gruppi distinti: Festucaria G. et G., Anisantha Koch e Bromus s.s. La specie di questa voce appartiene al gruppo Bromus s.s.[14] Il ciclo biologico delle piante di questo gruppo è annuo con un aspetto molto diverso dalle specie del genere Festuca. A maturità le spighette si restringono all'apice ed hanno delle reste caratteristiche (allargate). Le nervature delle due glume (con forme ovate lunghe 3,5 – 9 mm) sono diverse: quella inferiore ha 3 nervature; quella superiore è 7 - 9 nervature. La resta dei lemmi (con forme ovato-lanceolate) è dorsale.[7]

Il numero cromosomico delle specie B. commutatus è: 2n = 14 e 28.[15]

Variabilità[modifica | modifica wikitesto]

La specie di questa voce è variabile. Qui di seguito sono indicate alcune sottospecie (non sempre riconosciute valide da altre checklist).[7]

Sottospecie commutatus[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della sottospecie commutatus
(Distribuzione regionale[16] – Distribuzione alpina[17])
  • Nome scientifico: Bromus commutatus subsp. commutatus
  • Descrizione: vedere la descrizione generale (è il tipo più comune).
  • Fioritura: da maggio a giugno.
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Europeo.
  • Distribuzione: in Italia è una specie rara ma presente su tutta la parte continentale. Nelle Alpi è presente ma con discontinuità. Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nella Foresta Nera, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Monti Balcani e Carpazi.[17] Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo questa specie si trova in Europa (ovunque), in Transcaucasia, Anatolia e Magreb.[18] Fuori dall'Europa si trova più o meno ovunque.[11]
  • Habitat: gli habitat tipici per questa pianta sono gli incolti, i campi a riposo e i bordi delle vie. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[17]
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1.500 m s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte quello subalpino (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
  • Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico alpino Bromus commutatus appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]
    • Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
      • Classe: Molinio-Arrhenatheretea
        • Ordine: Arrhenatheretalia elatioris

Sottospecie neglectus[modifica | modifica wikitesto]

  • Nome scientifico: Bromus commutatus subsp. neglectus (Parl.) P.M.Sm., 1978
  • Basionimo: Serrafalcus neglectus Parl.[19]
  • Nome comune: forasacco ispido.
  • Descrizione: l'altezza varia da 5 a 8 dm; le guaine sono striate e bianco-tomentose; la ligula è più lunga; la pannocchia è ampia con rami densamente pubescenti (alla fruttificazione sono pendenti); le glume e i lemmi sono densamente bianco-pubescenti; la palea è dentellata sul bordo.
  • Fioritura: da maggio a luglio.
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Steno-Mediterraneo.
  • Distribuzione: in Italia è una specie rara e si trova solamente al Sud; si trova anche in Grecia.[19]
  • Habitat: gli habitat tipici per questa pianta sono i prati ombrosi e i cespuglieti.
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 800 m s.l.m..

Sottospecie decipiens[modifica | modifica wikitesto]

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

Una specie simile a quella di questa voce è Bromus racemosus L., 1753, ma di dimensioni minori (3 - 7 dm di altezza), con la pannocchia più piccola (5 – 10 cm) e antere più grandi (2 - 2,5 mm).[7]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[21]

  • Brachypodium commutatum (Schrad.) P.Beauv.
  • Bromus agrarius Dumort.
  • Bromus agrarius subsp. diffusus (Dumort.) K.Richt.
  • Bromus agrarius var. diffusus (Dumort.) K. Richt.
  • Bromus agrarius var. diffusus Dumort.
  • Bromus commutatus var. apricorum Simonk.
  • Bromus commutatus var. commutatus
  • Bromus commutatus f. depauperatus Prodán
  • Bromus commutatus var. gyorffyi Pénzes
  • Bromus commutatus var. lanceolatus G.Mey.
  • Bromus commutatus var. macrostachys Podp.
  • Bromus commutatus var. minor Bluff & Nees
  • Bromus commutatus var. multiflorus Parn.
  • Bromus commutatus var. neglectus (Parl.) Hausskn.
  • Bromus commutatus var. pubens H.C.Watson
  • Bromus commutatus subsp. scabratus (Link) K.Richt.
  • Bromus commutatus var. scabratus (Link) K. Richt.
  • Bromus commutatus var. villosus Trab.
  • Bromus commutatus var. violaceus Podp.
  • Bromus diffusus Dumort.
  • Bromus gaudinii Roem. & Schult.
  • Bromus hordeaceus var. commutatus (Schrad.) Fiori
  • Bromus hordeaceus var. pratensis (F.W.Schultz) Fiori
  • Bromus japonicus f. diffusus (Dumort.) Soó
  • Bromus mollis var. commutatus (Schrad.) Sanio
  • Bromus multiflorus Host
  • Bromus mutabilis var. commutatus (Schrad.) F.W.Schultz
  • Bromus mutabilis var. pratensis F.W.Schultz
  • Bromus pendulinus Desf. ex Steud. [Invalid]
  • Bromus pratensis Hoffm.
  • Bromus pratensis var. apricorum (Simonk.) Druce
  • Bromus pratensis var. multiflorus (Parn.) Druce
  • Bromus racemosus subsp. commutatus (Schrad.) Maire & Weiller
  • Bromus racemosus var. commutatus (Schrad.) Coss. & Durieu
  • Bromus racemosus subsp. commutatus (Schrad.) Tourlet
  • Bromus racemosus var. glabriglumis Maire & Weiller
  • Bromus racemosus var. villosus (Batt. & Trab.) Maire & Weiller
  • Bromus scabratus Link
  • Bromus secalinus subsp. commutatus (Schrad.) Lloret
  • Bromus secalinus var. gladewitzii Farw.
  • Bromus simplex Pers.
  • Bromus squarrosus subsp. commutatus (Schrad.) Maire & Weiller
  • Bromus tzvelevii Mussajev
  • Forasaccus commutatus (Schrad.) Bubani
  • Serrafalcus commutatus (Schrad.) Bab.
  • Serrafalcus racemosus subsp. commutatus (Schrad.) Rouy
  • Serrafalcus racemosus var. commutatus (Schrad.) Husn.

Sinonimi della sottospecie neglectus[modifica | modifica wikitesto]

  • Bromus neglectus (Parl.) Nyman
  • Serrafalcus neglectus Parl.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  2. ^ Etymo Grasses 2007, pag. 55.
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  4. ^ BHL - Biodiversity Heritage Library, su biodiversitylibrary.org. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  5. ^ a b Kellogg 2015, pag. 223.
  6. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  7. ^ a b c d Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 529.
  8. ^ Motta 1960, Vol. 1 - pag. 348.
  9. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  10. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  11. ^ a b Kew - GrassBase - The Online World Grass Flora, su powo.science.kew.org. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  12. ^ Kellogg 2015, pag. 73.
  13. ^ Soreng et al. 2017, pag. 286.
  14. ^ Verloove 2012, pag. 31.
  15. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  16. ^ Conti et al. 2005, pag. 63.
  17. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 922.
  18. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  19. ^ a b EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  20. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  21. ^ The Plant List, http://www.theplantlist.org/tpl1.1/record/kew-400856. URL consultato il 3 ottobre 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]