Branai Conte

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Branai[1][2] Conte, Brana o Bernai Konti[3] (italianizzato Bernardo) (Albania, ... – 1508) figlio di Vrana Konti, stretto collaboratore, consulente e uno dei migliori comandanti di Giorgio Castriota, detto Scanderbeg[4].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Branai si sposò ancora in Albania con Maria Zardari,[5] († probabilmente a Valencia prima del 1506), figlia di Paolo Zardari e Theodora Muzaka.[6] La coppia e i loro figli occuparono un posto di rilievo nella corte della regina di Napoli Giovanna III, sorella di re Ferdinando il Cattolico e moglie di re Ferrante I († 1494) e della figlia Giovanna IV, ricevendo molti privilegi.[7]

Branai venne in Italia con almeno due fratelli: Giovanni († 1480), caduto sul campo durante la Battaglia di Otranto, e Stanissa che sposò Despina, figlia di Moisé di Dibra († Costantinopoli, 1464) e Zanfina Muzaka.[6]

Martiri di Otranto

Nel 1480,[8] partecipò alla liberazione di Otranto al fianco di Giulio Antonio Acquaviva. Branai, nei primi di agosto del 1481, grazie alla conoscenza della lingua turca, venne inviato da re Ferrante I di Napoli come ambasciatore al quartier generale del Pascià Gedik Keduk di Valona per tentare delle trattative di pace,[9] senza avere successo.

Branai che, con la sua famiglia (moglie, tre figli e tre figlie) viveva a Napoli e aveva a corte una posizione di rilievo, fu coinvolto nella crisi della dinastia aragonese ( seconda congiura dei baroni dal 1485 al 1486). Sappiamo di una lettera di re Federico I di Napoli che, nel 1496, ringraziava Branai dell'opera di persuasione da lui svolta assieme ad Andronica,[10] vedova di Scanderbeg, per convincere la regina vedova, Giovanna III, madre di Federico, ad abbandonare il proposito di lasciare Napoli per rientrare in Spagna.[11]

Branai, come premio per i meriti da lui acquisiti nella lotta contro i francesi, il 4 febbraio del 1497[12] venne nominato da re Federico I di Napoli 1º Barone di Galatone e 1º Conte di Copertino,[13] i cui territori erano stato confiscati a Pirro del Balzo. La contea di Copertino comprendeva anche le terre di Leverano e Veglie.[11]

Il 7 settembre 1499 Giovanna III lasciò Napoli e si recò in Spagna presso il fratello Ferdinando. La figlia Giovanna IV rimase a Napoli sotto la "custodia" di Branai, "homo degno", come si evince da una relazione dell'inviato veneziano, Francesco Morosini, del gennaio del 1501.[10] Giovanna IV, nel marzo del 1500 si trovava ancora a Napoli, come si deduce da una lettera scritta da Giovanna III alla figlia, datata 26 marzo del 1500.[14] L'ambasciatore inglese Thomas Bradley[15] che visitò le due regine nella loro residenza di Reyalls (Valencia) il 23 giugno del 1505 osservò e segnalò il privilegio che era riservato a Branai,[16] 1º duca di Ferrandina dal 4 aprile del 1505,[17] "un anziano duca con la barba lunga",[16] che assisteva all'udienza stando alla destra della regina madre, nel vano di una finestra, con i suoi figli (due maschi[18] e tre femmine), presenti all'udienza assieme ad una quarantina di cortigiani di ambo i sessi. Secondo la relazione erano presenti anche Maria, moglie di Branai, seduta sulla sinistra della regina e un'altra duchessa "delle parti della Grecia" (probabilmente Andronica).[16] Branai con i suoi figli, cavalieri, e figlie era quotidianamente presente a corte come consigliere e "camerlengo", cioè amministratore[19] Le due regine tornarono a Napoli nel 1506.[20]

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

I suoi discendenti presero il cognome Branai (poi Granai) Castriota. Branai era sposato con Maria Zardari (italianizzato Sagdara; cugina di secondo grado di Andronica, vedova di Scanderbeg.[21]), figlia di Paolo Zardari e Theodora Muzaka[22]

La coppia ebbe sei figli (tre maschi e tre femmine):

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In lingua albanese, il suffisso -ai significa stirpe di
  2. ^ Giovanni Musachi, Breve Memoria de li discendenti de nostra Casa Musachi in: Chroniques gréco-romanes inédites ou peu connues, Berlino, Weidmann, 1873, p. 301.
  3. ^ Salvatore Panareo, Trattative coi turchi durante la guerra d'Otranto (1480-81), Bari, S.E.T., 1931, p. 177.
  4. ^ Paolo Petta, Despoti d'Epiro e principi di macedonia, Lecce, Argo, 2000, p. 61, ISBN 978-88-8234-028-5.
  5. ^ (DE) Johann Georg von Hahn, Reise durch die Gebiete des Drin un Wardar in: Denkschriften der kaiserlichen Akademie der Wissenschaften, Band 16, Zweite Abtheilung, Vienna, Kaiserlich königlichen Hof- und Staatsdruckerei, 1869, p. 125.
  6. ^ a b Paolo Petta, p. 64
  7. ^ (FR) Diego de San Pedro, Françoise Vigier, Cuestión de amor: (Valance: Diego de Gumiel, 1513), Parigi, Publications de la Sorbonne, 2006, p. 90.
  8. ^ Paolo Petta, p. 65
  9. ^ Salvatore Panareo, Trattative coi turchi durante la guerra d'Otranto (1480-81) (PDF), su emeroteca.provincia.brindisi.it, S.E.T., Baria, 1931. URL consultato il 6 settembre 2019.
  10. ^ a b Biografia Andronica Arianiti Commeno, su castriotascanderbeg.it. URL consultato il 14 settembre 2019.
  11. ^ a b Paolo Petta, p. 66
  12. ^ Papas Francesco Chetta-Schirò, I Castriota Principi D'Albania nell'Ordine Sovrano Militare di Malta, Malta, Valletta, 1929, p. 38.
  13. ^ Francesco Bellotto scultore di Nardò e il cinquecentesco corteo trionfale della chiesa di S. Sebastiano a Galatone, su fondazioneterradotranto.it. URL consultato il 6 settembre 2019.
  14. ^ Marino Sanuto, I Diarii, Tomo III, Venezia, Marco Visentini, 1880, p. 301.
  15. ^ (EN) James Gairdner, Historia Regis Henrici Septimi, a Bernardo Andrea Tholosate Conscripta: Necnon Alia Quaedam ad Eundem Regem Spectantia, London, Longman, Brown, Green, Longmans, and Roberts, 1858, p. 223.
  16. ^ a b c James Gairdner, p. 223
  17. ^ Lorenzo Giustiniani, Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli, IV, Napoli, 1802, p. 271.
  18. ^ La notizia sembra rispondere alla verità, perché nel marzo del 1502 il maggiore dei maschi, Giovanni, si trovava a Palermo. (Paolo Petta, p. 69)
  19. ^ James Gairdner, p. 226
  20. ^ Paolo Petta, p. 69
  21. ^ a b c (EN) Noel Malcolm, Agents of Empire: Knights, Corsairs, Jesuits and Spies in the Sixteenth Century Mediterranean world, Oxford, University Press, 2015, p. 88, ISBN 978-0-19-026278-5.
  22. ^ (DE) Johann Georg von Hahn, Reise durch die Gebiete des Drin un Wardar in: Denkschriften der kaiserlichen Akademie der Wissenschaften, Volume 16, Vienna, Kaiserlich königlichen Hof- und Staatsdruckerei, 1869, p. 125.
  23. ^ al feudo apparteneva oltre Copertino anche Veglie e Leverano
  24. ^ (EN) Castriota, su maltagenealogy.com. URL consultato il 29 marzo 2019.
  25. ^ Erasmo Ricca, La Nobiltà del Regno delle due Sicilie, vol. 1, Napoli, Agostino de Pasquale, 1859, p. 64.
  26. ^ Noel Malcolm, p. 77
  27. ^ La nobiltà del Regno delle Due Sicilie, p. 63
  28. ^ J. M. Floristán, Sociedad, economía y religión en las comunidades griega y albanesa de Nápoles y Sicilia: nuevos documentos inéditos in: Erytheia, Revista de Estudios Bizantinos y Neogriegos, vol. 37, 2013, p. 133.
  29. ^ Giovanni Agostino Caccia, Satire, e Capitoli piacevoli (1549), a cura di Benedict Buono, Lampi di stampa, 2013, p. 200, ISBN 978-88-488-1554-3.
  30. ^ a b c Enciclopedia genealogica del Mediterraneo: Castriota e Branai (Granai) Castriota.
  31. ^ Ferrante Branai Castriota, su gw.geneanet.org. URL consultato il 4 aprile 2019.
  32. ^ Guido Fieramosca di Capua, su condottieridiventura.it. URL consultato il 6 aprile 2019.
  33. ^ Giovanni Antonio Summonte, Historia della cittá e regno di Napoli, Tomo V, Napoli, R. Gessari, 1749, p. 102.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]