Borso d'Este (1605-1657)

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Borso d'Este
Il principe Borso d'Este ritratto da Nicolas Régnier nel XVII secolo
Principe di Modena e Reggio
Stemma
Stemma
NascitaModena, 14 maggio 1605
MorteCastel San Giovanni, 28 dicembre 1657 (52 anni)
DinastiaEste
PadreCesare d'Este
MadreVirginia de' Medici
ConsorteIppolita d'Este
FigliLuigi
Foresto Francesco
Cesare Ignazio
Giulia Teresa
Angela Maria Caterina
ReligioneCattolicesimo

Borso d'Este (Modena, 14 maggio 1605Castel San Giovanni, 28 dicembre 1657) è stato un nobile italiano di Casa d'Este dei duchi di Modena e Reggio.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Borso Francesco nacque a Modena nel 1605[1] dal duca Cesare d'Este e da Virginia de' Medici.

Nel 1622 Borso risulta commendatario dell'Abbazia dei SS. Leonardo e Apollonio di Canossa; tre anni dopo, nel 1625 rinuncia all'abito religioso, lasciando la Badia di Pomposa e l'arcipretura di Bondeno. Borso si trasferì pertanto nei territori germanici e lì frequenterà accademie militari dell'esercito imperiale; nel 1632 Borso sarà al comando di un reggimento di fanteria nella Battaglia di Lützen in Sassonia-Anhalt, che vedrà contrapposte le truppe imperiali con l'esercito svedese di Re Gustavo II Adolfo di Svezia[2].

La morte del sovrano svedese sul campo di battaglia offrirà a Borso l'importante ruolo di portare la notizia alla corte del Sacro Romano Impero.

Tra il 1633 ed il 1634 Borso è impegnato nella battaglia di Nordlingen in Baviera.

Nel 1634 Borso si recherà a Praga per sfidare a duello Albrecht von Wallenstein. Il duello probabilmente generato da un'accusa di fellonia. Nel 1640 Borso viene richiamato nei territori estensi dal duca Francesco I d'Este per combattere contro le truppe spagnole, mossesi e discese dal Ducato di Milano[3].

Il 20 aprile 1641 Borso acquistò il Palazzo Ducale di Rivalta a Reggio Emilia; tra il 1641 ed il 1644 il Palazzo verrà ristrutturato ed ampliato.[4].

Borso si innamorerà della nipote Ippolita, figlia illegittima (in seguito legittimata) del fratello Luigi. Le trattative matrimoniali causarono non poco scandalo alla corte estense, sia per il fatto che Borso era lo zio di Ipollita, sia per il fatto che questa, essendo figlia illegittima, non era sufficientemente di rango per contrarre un matrimonio dinastico con un principe estense. Borso tuttavia fu fermo nell'intendimento e il fratello Luigi agevolò le intenzioni del fratello.

Il 24 aprile 1647 il duca Francesco I d'Este legittimò Ippolita, creandola principessa di Casa d'Este. Papa Innocenzo X con apposita bolla concederà la "Dispensa della parentela", per superare gli impedimenti formali, dovuti alla parentela dei futuri sposi. Borso ed Ippolita si sposeranno nella Chiesa della Natività della Beata Vergine Maria di Scandiano[5].

Nel 1647 Borso acquisterà metà del feudo di Scandiano.

Tra il 1647 ed il 1657 Borso ed Ippolita soggiorneranno quasi sempre nella delizia estense del Palazzo Ducale di Rivalta a Reggio Emilia[6].

Morì nel 1657 a Castel San Giovanni, durante l'assedio estense ad Alessandria[7].

Borso ed Ippolita generarono la breve linea del ramo cadetto degli Este di Scandiano.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Sposò nel 1647 Ippolita d'Este; figlia illegittima (legittimata nel 1647) di Luigi I d'Este e di una donna rimasta sconosciuta. Dal matrimonio nacquero cinque figli:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Alfonso I d'Este Ercole I d'Este  
 
Eleonora d'Aragona  
Alfonso d'Este  
Laura Dianti Francesco Boccacci Dianti  
 
 
Cesare d'Este  
Francesco Maria I Della Rovere Giovanni Della Rovere  
 
Giovanna da Montefeltro  
Giulia Della Rovere  
Eleonora Gonzaga Della Rovere Francesco II Gonzaga  
 
Isabella d'Este  
Borso d'Este  
Giovanni dalle Bande Nere Giovanni il Popolano  
 
Caterina Sforza  
Cosimo I de' Medici  
Maria Salviati Jacopo Salviati  
 
Lucrezia de' Medici  
Virginia de' Medici  
Antonio Martelli Domenico Martelli  
 
Fioretta Pitti  
Camilla Martelli  
Fiammetta Soderini Niccolò Soderini  
 
Maddalena Ricasoli  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giovanni Maria Sperandini, Feste, spettacoli e tornei cavallereschi nella Modena di Cesare d'Este (1598-1628), Centro studi storici nonantolani, 2008, p. 54.
  2. ^ Anna Maria Manzini - Giovanni Prampolini, Angela Maria Caterina d'Este - Sorella dei Marchesi di Scandiano. Principessa di Savoia-Carignano, Comune di Scandiano, 2011, p. 47.
  3. ^ Anna Maria Manzini - Giovanni Prampolini, Angela Maria Caterina d'Este - Sorella dei Marchesi di Scandiano. Principessa di Savoia-Carignano, Comune di Scandiano, 2011, p. 48.
  4. ^ Walter Baricchi - Alberto Cadoppi, Il Palazzo Ducale di Rivalta - La perduta Versailles reggiana, Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori, 2016, pp. 25-26.
  5. ^ Anna Maria Manzini - Giovanni Prampolini, Angela Maria Caterina d'Este - Sorella dei Marchesi di Scandiano. Principessa di Savoia-Carignano, Comune di Scandiano, 2011, p. 53.
  6. ^ Walter Baricchi - Alberto Cadoppi, Il Palazzo Ducale di Rivalta - La perduta Versailles reggiana, Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori, 2016, p. 34.
  7. ^ Walter Baricchi - Alberto Cadoppi, Il Palazzo Ducale di Rivalta - La perduta Versailles reggiana, Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori, 2016, p. 35.
  8. ^ ASCMo, Vivi, Reg. 12 (1650-1657) 199.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Maria Sperandini, Feste, spettacoli e tornei cavallereschi nella Modena di Cesare d'Este (1598-1628), Centro Studi Storici Nonantolani, 2008.
  • Anna Maria Manzini, Giovanni Prampolini, Angela Maria Caterina d'Este - Sorella dei marchesi di Scandiano. Principessa di Savoia-Carignano, Comune di Scandiano, 2011.
  • Walter Baricchi, Alberto Cadoppi, Il Palazzo Ducale di Rivalta - La perduta Versailles reggiana. Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori, 2016.
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